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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 14/11/2019 in tutte le aree

  1. Il riferimento alla pellicola cult di John Milius non è per niente casuale... in effetti ieri era mercoledì. E io avevo voglia di provare la D500 sul campo che preferisce, lo sport. L'idea di scrivere questo blog, invece, già mi balenava per la mente da alcuni mesi, e i campionati FISW, che quest'anno non solo assegnavano i titoli italiani, ma decidevano le qualificazioni per Tokyo 2020 per la specialità shortboard, sono stati la giusta occasione. Galeotto è stato un libro, una classica lettura estiva dal titolo Giorni Selvaggi, scritto dal giornalista e scrittore americano, premio Pulitzer per i suoi servizi di guerra dalla Somalia, William Finnegan. Giorni Selvaggi è la sua storia, la sua vita. Una vita divisa da sempre tra il grande amore per la letteratura e la religione (perchè di questo si tratta) del surf. Una vera e propria folgorazione nata alle Hawaii quando ancora era un ragazzino. Un libro avventuroso, straordinario; un ritmo che non annoia, piuttosto incuriosisce. Finnegan (oggi 67enne) ha girato il mondo per oltre cinquant'anni cercando le onde più difficili da surfare, quelle che egli stesso definisce onde killer, che si infrangono con lo stesso fragore di due treni che si scontrano; racconta della sensazione di terrore assoluta che si prova a surfare un'onda veloce, alta dieci metri. Terrore che in una manciata di secondi si fonde con la gratificante euforia per averla surfata senza cadere. Stati d'animo contrastanti che “sparano” l'adrenalina a mille. Una vita fatta di passione, rischi e sacrifici, tirando a campare, nel suo girovagare, con i lavori più umili: cameriere, benzinaio, giardiniere e di tanto in tanto qualche articolo che le riviste di surf australiane pubblicano volentieri. Persino insegnante di storia nel Sud Africa dell'apartheid, in un college per ragazzi di colore. Più avanti, da giornalista e inviato di guerra non viaggiò mai senza la sua tavola da surf. In quegli anni affrontò persino le onde di El Salvador durante la guerra civile e della Somalia... un bersaglio perfetto. Troppo difficile però rinunciare alla gioia di surfare, quasi per esorcizzare quei momenti difficili, di drammatica sofferenza. Un surfista randagio che i giorni selvaggi li ha vissuti per davvero, affrontando onde che oggi non esistono più perchè il mare, nel suo incessante lavoro di erosione, modifica i fondali. E' geloso delle "sue" onde e sa che non potranno mai più ripetersi e nessuno potrà mai più surfarle. Il campo di gara era lo spot di Mini Capo, nei pressi di Mandriola. Al mio arrivo (intorno alle 11) gli atleti erano già in gara da un paio d'ore, sulla line up, alle prese con onde di circa 4 metri che arrivano in serie (swell) di 3, distanziate di circa 5 secondi. Vento di maestrale, oltre i 25 nodi, abbastanza destabilizzante quando si sta su una tavola piccola, leggera e difficile da controllare come la shortboard. Ma loro sono bravissimi e spettacolari, agili e veloci interpretano alla perfezione ogni minima increspatura sull'acqua. Lo spettacolo infinito di uno degli sport tra i più fotogenici in assoluto... e io mi diverto come un matto. E la D500 nelle mie mani è una scheggia, reattiva e infallibile, nonostate il vecchio 70-300 VR, ieri veramente alla frusta (in attesa che mi arrivi il 200-500). E non potrei scrivere niente di meglio di quanto è statoo scritto finora su Nikonland. Voglio solo pensare che siano le immagini a parlare. E qualche volta l'onda ha la meglio, il mare non si lascia addomesticare Come al solito, spero di aver fatto un lavoro almeno dignitoso. In ogni caso, per poche ore, mi sono divertito tanto. E leggete Giorni Selvaggi, ne vale davvero la pena. Pezzo consigliato, visto l'argomento: dal genio di Brian Wilson, Surf In Usa, Beach Boys
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  2. Ho avuto a disposizione questo Nikkor Z 85mm f/1.8 per un breve periodo di tempo questa estate. Abbastanza per farmene una idea complessiva. Abbastanza per confermare la mia assoluta intenzione di acquistarlo per utilizzarlo come "standard" per le mie foto (chi mi conosce sa che io considero il 50mm già un grandangolare piuttosto spinto e che mi sento a mio agio solo dagli 85mm in su). Ecco quindi, in ritardo l'unboxing di rito come se lo facesso adesso insieme a voi (ma in realtà lo uso già da un pezzo !). La confezione, nera e gialla ricalca le altre. Nel coplesso mi sembra leggermente più piccola di quela del 50mm f/1.8 S l'interno ha i distanziali in cartoncino. Bandita la plastica se si esclude il multibolle di sicurezza nel piano superiore ci sono i manuali e il panno/astuccio dai due scomparti in cartone escono l'obiettivo e il paraluce. confezione, manuali/garanzia, paraluce Dormi tranquillo e asciutto ... per ogni altra considerazioni preliminare rimando in ogni caso alla mia anteprima su queste stesse pagine del 7 agosto u.s. : Poche parole in aggiunta. In circa due mesi e un pezzo ho usato diffusamente questo obiettivo. Su oltre 24.000 scatti, almeno 17.000 sono a tutta apertura. Gli altri distribuiti sulle aperture fino ad f/8. F/8 l'ho usato solo con il flash e sostanzialmente per avere la profondità di campo necessaria a riprendere entrambi gli occhi. Le altre più che altro per scopo di test. Mi sono trovato benissimo, tanto che come anticipavo all'inizio, l'ho eletto a mio normale (con nessun altro Z per ora ho fatto un numero equivalente di scatti in questo periodo). Messa a fuoco sempre puntuale, nessun rumore in assoluto. Nitidezza elevata. Sostanziale assenza di difetti ottici di qualunque genere. Tenuta al flare decente, considerata la focale. Perfetto matrimonio con le caratteristiche di messa a fuoco automatica delle Nikon Z (io scatto oramai al 95% in AUTO AF con eye-AF o riconoscimento del volto). Lo strumento ideale per assecondare la mia necessità attuale di astrarre totalmente da problematiche di natura tecnica per concentrarmi sulle situazioni, sul soggetto, sullo scatto. A tutto frame, in ogni condizione. Come questa in questo album : Mentre in quest'altro - che vi invito a visitare se vi interessa - ho inserito una selezione di foto riprese in tante circostanze, in esterni, in interni, ricerche di sfuocato, ricerche di soggetto, effetto, soggetto, soggetto, soggetto. Soggetto. Inquadratura, soggetto. Liberamente tratte dal mio modo di fotografare del 2019 : Il che mi consente di andare al mio giudizio, che chiaramente vorrete accettare con la benevolenza consueta, considerando che è del tutto soggettivo, come ogni cosa che scrivo oramai da 13 anni su questo sito. è sostanzialmente il fratello più lungo del 50/1.8 S come il fratello, credo sia il migliore degli 85mm prodotti da Nikon fino al 2019 nelle condizioni in cui scatto io (NEF sviluppato in LR con le impostazioni di correzione automatica) sostanzialmente privo di difetti ottici, almeno quelli principali (distorsione, CA, astigmatismo) nitidezza elevatissima già ad f/1.8 come da tendenza dell'ultimo periodo. Tanto che chiudere il diaframma ha senso solo per recuperare profondità di campo ma l'immagine non migliora sostanzialmente peso abbastanza contenuto dimensioni in linea con gli altri Nikkor Z di pari categoria prezzo decente per la gamma Nikon veloce, silenzioso, maneggevole, pensato per Z6 e Z7 lo sfuocato è decente ma non è eccezionale. In particolare l'immagine appena davanti e appena dietro al piano di messa a fuoco è abbastanza ben resa ma la struttura è un pò granulare (ma non vetrosa come quella di certi precedenti Nikko f/1.8 di classe G per reflex). Poi c'è una zona di sfuocato più deciso che dissolve l'immagine, che poi ritorna più granulare a distanze elevate. I punti di luce a tutta apertura sono resi circolari al centro, ad osso di oliva, ai lati (ma è una condizione comune, questa). Chiudendo il diafrmma lo sfuocato peggiora proporzionalmente e da f/4 in avanti è piuttosto bruttino. Insomma, l'obiettivo è concepito per rendere bene/ottimamente, lo sfuocato sul soggetto, meno bene per quello dello sfondo tenuta al flare in talune circostanze (estreme) che potrebbe essere migliore abbastanza compatto ma questi Nikkor Z non sono tutto sommato né compattissimi né leggerissimi. Diciamo che sono giusti. Ma questo lascia spazio sia per dei pancake di categoria inferiore che per degli obiettivi di fascia superiore, ovviamente più grossi è principalmente - o sostanzialmente - un obiettivo da ritratto il prezzo potrebbe essere più favorevole. Tutto sommato non è un obiettivo molto impegnativo da costruire in Cina. Adesso c'è uno sconto alla cassa che secondo me dovrebbe diventare permanente per poi essere ulteriormente scontato quando non sarà più una novità appena presentata. Nell'uso, fin dalla prima volta, si apprezzano comunque di più le sue caratteristiche positive, rispetto a quelle negative, che sono, secondo me, marginali, se identifichiamo perfettamente il target cui è destinato e la sua posizione nel futuro corredo Nikon. Non per tutti la focale 85mm è quella d'elezione. Io nel tempo gli ho preferito più il 105 e il 135mm ed utilizzo l'85mm più che altro per quei soggetti che per morfologia di viso non potrebbero permettersi focali più lunghe. Al contempo questa focale elimina le distorsioni ottiche indotte dalla focale 50mm. Per questi fotografi la compattezza e una spesa ragionevole fanno premio rispetto, per esempio, ad uno sfuocato da sogno di una notte di mezza estate, come quello che si può ottenere con il Nikkor F 105/1.4E o il Nikkor F 28/1.4E. Che sono indubbiamente obiettivi di fascia molto più alta (prezzo triplo o poco meno). Ma è di tutta evidenza - e la presenza del Nikkor Z 50mm f/1.2 S nella roadmap per il 2020 ne é la prova - che Nikon considera gli obiettivi f/1.8 la prima scelta da lavoro ma che ci saranno ottiche fisse di fascia più alta per chi ha esigenze artistiche. Un 85mm f/1.2 sicuramente andrà a posizionarsi oltre quello che possiamo definire onestamente un ... infaticabile lavoratore. Ma un ipotetico Nikkor Z 85mm f/1.2 S costerà facilmente 3.000 euro (ne abbiamo riscontro dal recente Canon RF 85/1.2L ) e sarà più grosso e pesante. Magari per le caratteristiche generali non sarà nemmeno tanto meglio di questo, ottimo, onesto, già disponibile nelle nostre borse, 85/1.8 S. Ma avrà quel quid che lo renderò speciale per firma e carattere. Sarà poi il singolo fotografo a interrogarsi se effettivamente ha davvero tutto questo gran bisogno di quelle specifiche qualità in più. Io no, almeno giudicando al momento e quindi questo nuovo 85/1.8 S ce l'ho in borsa sempre ed ho ceduto per fargli posto l'enorme Sigma ART 85/1.4. Solo quando ho un soggetto che se lo merita veramente, faccio entrare in campo il 105/1.4E. Insomma, se fate ritratto, compratevelo, non ve ne pentirete, specie adesso che è scontato. Se fate altro, facilmente il nuovo 24/1.8 S vi interesserà di più e probabilmente nemmeno avrete letto quanto sto scrivendo !
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  3. A me era successa una cosa simile con la D700, ma la colpa era della levetta di comando sulla macchina, che probabilmente avevo piegato io montanto maldestramente una lente. Nessun problema con il 24-70 che essendo G aveva un comando elettrico ma sul "vecchio" 300 af-s l'azionamento, anzi il comando era meccanico, cosi' come sull'80-200 bighiera e gli scatti erano "diversi" da quello che selezionavo io; la prova suggerita da Max e' sicuramente necessaria. Non so come funzioni il Sigma 15 per cui potrei aver interpretato male i sintomi
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  4. Non conosco lo sport che hai ripreso, ma le immagini parlano da sole.. poi, il resto dei più dotti complimenti ti sono stati già fatti.. bravo, e di sicuro quel che hai combinato non è poco. E per il male che ti voglio, ( anche se non mi pare di averti visto di persona ) che tu possa avere altri 10.. 100 ... 1000 mercoledì simili.
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  5. Un miracolo avere il frangente a quella corta distanza dalla spiaggia. E con una configurazione costiera del genere non può che essere un miracolo di spot ! Foto stupende, non solamente per questa opportunità: evidentemente hai esperienza delle manovre e magari conosci anche alcuni dei surfer e sai già prima che figura stiano per compiere. Io a Mondello mi devo accontentare di windsurf e kite ma ho in Sicilia un paio di posti dove si va a scalare le onde: selvaggi ed impervi, difficili per il fotografo. Complimenti e un sacco di invidia. a saperlo un mese prima mi organizzavo e venivo a trovarti, tentando di portare con me l'artiglieria pesante. L'acqua del mare della Sardegna è comparabile solo a quella dei Caraibi per colore e trasparenza. Ed e' a mare che devo finire i miei giorni.
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  6. certo 98 voti su dpreview sanno appena di exit-poll... solo sui corpi ne abbiamo 60 noi su NL...
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  7. La variabilità che dici tu stesso caratterizzare il controllo di qualità di questi Irix me li farebbe escludere a priori, come da anni mentalmente faccio con i Tamron, spesso affetti dallo stesso problema. Il tuo utilizzo per riprese notturne è prevalente rispetto altro? Devi comprare il miglior obiettivo disponibile al riguardo. Senza badare a pesi ed ingombri. Tokina su Z7 ? Samyang...? Ma per favore... e tutti i discorsi che poi fareste su coma e ghosts al riguardo? Se io fossi in te avrei già comprato da ben prima delle Z un Sigma Art 14/1,8 che ritengo essere il migliore dei superwide fissi e luminosi, oggi in commercio Salvo smentite...
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  8. Bel lavoro, Andrea, sia per la qualità e varietà delle foto che per l'intensa descrizione che le accompagna. Hai fatto bene a riproporlo qui: io me l'ero perso... Interessante ed efficace la presentazione che hai fatto di più scatti inseriti nella stessa immagine, mentre apprezzo un po' meno la caratterizzazione col retino che hai voluto dare alle foto. Ma è una mia opinione personale che nulla toglie al valore del tuo bel reportage. Complimenti ancora.
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  9. complimenti per il racconto fotografico e ottimo reportage
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