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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 14/06/2019 in tutte le aree

  1. Per il weekend del 4-5 Maggio davano tempo tra il brutto ed il pessimo, allora niente uscite naturalistiche. Mi dicono che a Villa Castelbarco a Vaprio d'Adda MI (sì, è la stessa del festival dei gatti) fanno il Festival dei Gufi. La homepage dell'evento recita così: "E' la più importante manifestazione in Europa dedicata al mondo dei rapaci notturni, ideata per far conoscere al grande pubblico questi animali fantastici, misteriosi, magici." Annunci anche un convegno scientifico " STRIGIFORMI, ETOLOGIA E STORIA DEI RAPACI NOTTURNI". e continua "Il 5 maggio invece avrà luogo una giornata speciale dedicata alla fotografia naturalistica e ai progetti naturalistici (foto e videotrappolaggio, videomaking... Mentre sia negli spazi esterni del magnifico giardino, che nei 4000 metri quadri all'interno della Villa Castelbarco, vi saranno laboratori teatrali, facepainting, workshop di disegno naturalistico, mostre fotografiche, presentazioni di libri, proiezioni di documentari… Potrete anche osservare i gufi dal vivo, visibili nel modo più rispettoso possibile." L'evento è a cura di NOCTUA, dalla loro pagina Facebook deduco che si tratta una organizzazione che si occupa di eventi a carattere divulgativo-naturalistico, anche in collaborazione con EBN Italia (ad es. La Notte Europea della Civetta 3 marzo 2019). Sono incuriosito, il 5 Maggio ho altro da fare, ma il 4 posso farci un giro tanto per vedere cosa c'è... Ed eccoci all'ingresso del parco della villa. Come per i gatti, anche in questo caso nel parco antistante la villa ci sono gli scultori del legno, che però stavolta intagliano ...gufi. Dentro e fuori mercatini a non finire, con gufi di tutte le fogge e dimensioni. Mi sembra che il commercio di gadget di gufi sia persino superiore a quello di gatti e cani. In fondo anche i Gufi e le Civette, insomma tutti gli Strigiformi, hanno grandi occhi frontali, testa tonda e forme morbide, il che suscita simpatia istintiva in molte persone, anche non appassionate di animali. Nella corte della villa poster vari e musica. C'erano un pianista e questa signora che traeva risonanze un tantino surreali con quelle coppe di cui non conosco la natura (pietra?). Comunque erano gesti eleganti e suoni melodiosi. E questo che ci fa qui? Ha un suo perchè, e lo vedremo, ma per ora vi lascio la curio sità. All'interno della villa anche face painting e body painting (mi sembravano la stessa modella e body painter dellla mostra sui gatti, ma posso sbagliare) All'inizio del Make up E una fase più avanzata. Poi altre bancarelle con gufi di ogni sorta, e sculture più interpretative. Artisti del disegno e dell'acquarello Insomma gufi da ogni parte. Proprio ovunque. Ma i gufi veri ci sono o no? In una sala c'erano dei pannelli con delle fotografie e schede informative esaurienti sulle diverse specie di strigiformi europei e no. Alte sale erano dedicate a mostre fotografiche sul tema e devo dire che la maggior parte delle foto erano veramente belle. Naturalmente non mancavano quelli che fotografavano le fotografie. E i Gufi vivi? Come promesso dalla pubblicità c'erano. In voliere, in fondo a tutto il percorso. Questo cartello tranquillizzava sul fatto che i gufi erano stati recuperati da situazioni critiche e curati, e non si tratta di animali da spettacolo. Una sorta di "gufile". Inoltre ,per evitare stress ai soggetti, era severamente vietato fotografare con il flash. La signora che ne è responsabile raccontava la storia di ogni gufo. Fotografarli ovviamente non ha alcun senso dal punto di vista naturalistico e anche da quello estetico per quanto la rete traspare sempre. Allocco della Lapponia Allocco,era sul braccio della signora Questo Assiolo dalla faccia bianca che era esibito senza rete. Versione Jekyll: E versione Hyde: In un angolo, a cura della Birdwatching & Wildlife di Riccardo Trevisani, noto fotografo naturalista, c'era una postazione attrezzata con treppiedi fotocamere e teleobiettivi, per far provare agli inesperti ed ai curiosi una simulazione di quello che potrebbe essere un appostamento in capanno. E c'erano alcuni fotografi in "divisa" da campo, che seguivano questi curiosi, ecco il perchè dell'uomo in Ghillie. Il soggetto aveva i laccetti che lo trattenevano, naturalmente. A disposizione soprattutto delle Nikon D4 e diversi supertele. Ho giocato anch'io, con una D4 e 300mm f2.8 G. C'era sempre il divieto di usare il flash. Proponevano anche mini corsi a tema, ed il giorno dopo avrebbero fatto dei seminari più completi, come annunciato. Qualche scatto con la mia Nikon D500 ed il piccolo 70-300 P su altre altre "modelle" fotografabili. Non si tratta propriamente di fotografia naturalistica, ma nel complesso l'evento vorrebbe, nelle intenzioni degli organizzatori, informare e sensibilizzare le persone sulla necessità di proteggere i rapaci notturni ed il loro habitat, infatti, accanto alle iniziative più commerciali, c'erano in programma diversi incontri scientifico-divulgativi che trattavano questi temi.
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  2. Se non dovesse bastare la bella staffa in dotazione al suo nuovo 500mm F4, Sigma offre in opzione una fantastica opportunità di sostituzione. Si tratta di un oggetto realmente di pregio che va a completare un obiettivo che io non esito a definire di eccellente livello (ne ho parlato nel mio primo test lo scorso maggio qui) il mio 500mm montato su una testa a sfera Marsace. Questa è la staffa di serie consegnata, già montata, coni l 500/4 Sports di Sigma. Intendiamoci, la staffa in dotazione all'obiettivo è di ottimo livello e fa il suo lavoro. Mi pare però più adatta ad un più uso frequente con un monopiede. E' corta anche se ben sagomata (ed ha la finitura interna in similpelle per renderla più gradevole al tatto) ma ha un foro filettato da 3/8'' insieme ad un da 1/4'', e con un interasse piuttosto ridotto (lo si vede nella foto più sopra dove ho montato - potendo stringere una sola vite - una staffa Arca Swiss della Marsace da 85mm). E il bilanciamento su treppiedi non è perfetto. ne è prova evidente il confronto nella foto qui sopra, tra la staffa opzionale TS-81 già montata e quella, rimossa, in dotazione all'obiettivo. Avendola vista sul catalogo - a suo tempo associabile solo al Sigma 150-600mm Sports - ne ho subito provato un grande interesse. Ed ho deciso di adottarla per il mio nuovo Sigma 500/4 Sports. Si presenta in una confezione lunga e sottile, tipicamente Sigma. Il pacchetto all'interno contiene, oltre alla staffa, due chiavi a brugola e due vitine di sicurezza. le due viti sono quelle classiche si trovano ai due capi della slitta di tutte le piastre compatibili con "l'incastro" Arca Swiss. la staffa già montata sul mio obiettivo, vista da sotto mentre nelle foto che seguono la vediamo in dettaglio : si tratta di un oggetto realmente molto ben fatta, in massiccia lega leggera con praticate 6 fenditure per renderla più leggera ed - immagino - anche per favorire il passaggio di aria e acqua. L'attacco è identico a quello della staffa di serie, con i fori per quattro viti passanti con testa a brugola. la staffa in dotazione si toglie svitando le 4 viti con la chiave in dotazione. L'operazione non è immediata in quanto le viti nel mio esemplare erano molto ben strette. Forse troppo ! Una volta estratta quella piccola, si monta allo stesso quella grande, utilizzando le stesse 4 viti (quindi quando le smontate non perdetele !) con l'occasione ho voluto mostrare l'interno dell'attacco della staffa con in evidenza il meccanismo di sblocco del click durante la rotazione del collarino stesso. la staffa originale in dotazione e le quattro viti di collegamento. in queste foto vediamo il colore originale della lega utilizzata da Sigma. Le viti sono, ovviamente, in acciaio e fanno una bella coppia, avendo anche una corsa più che sufficiente a mantenere ben salda la staffa. Il complesso diventa così robusto e inamovibile. Si inserisce naturalmente nella fenditura di una testa Arca Swiss compatibile, senza bisogno di ulteriori piastre avvitate. Vi assicuro che è una grande comodità. La lunghezza della staffa - a prima vista eccessiva - consente invece un trasporto molto agevole, e, inoltre, di bilanciare il peso del corpo macchina muovendola più avanti o più indietro. In questo caso vedete monta la mia Nikon D850 che con il battery-grip pesa più della mia D5. qui sulla Marsace XB-2, testa a sfera da 44mm che offre una presa salda per questo peso. Montato il sistema l'ho provato facendo degli scatti agli occhi del ritratto di Eva (100x75 by Slowprint) a circa 4 metri di distanza. Con tempi di scatto di 1/125'' senza stabilizzatore e di 1/30'' con scatto silenzioso (e stabilizzatore). Messa a fuoco selettiva su ciascuno dei due occhi per ogni tempo di scatto. test superato egregiamente. Come pure il collaudo sul campo il giorno dopo, pur con un vento esagerato tale da sollevare da terra ... chiunque non si scarrozzasse gli otto chili composti da 500/4, D850, treppiedi e testa che invece avevo saggiamente con me Insomma, secondo me un must, questa Sigma TS-81, almeno per il 500/4 Sports. Non saprei dire quanto necessaria per il Sigma 150-600 Sports che ho usato una volta sola, mentre è un peccato che non sia possibile l'uso con il Sigma 120-300/2.8 Sports. Un'unica controindicazione, purtroppo comune per accessori di questo tipo. Il prezzo richiesto. Francamente salato. Ma dopo che avete investito circa 6000 euro in un obiettivo così, risparmiare su accessori come questo (o la testa su cui montarlo ben saldo) a me sembrerebbe veramente poco saggio ... Grazie Sigma NS : tutti gli oggetti illustrati in questa pagina sono di mia proprietà, acquistati da me per i miei utilizzi fotografici.
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  3. Silvio, un bell'articolo. Dettagliato, interessante e ben scritto. Circa il livello di "sconsideratezza" di alcuni sedicenti fotografi ed ancora di più sedicenti naturalisti temo che la realtà superi la fantasia. Al punto che: Spero tanto che la contrazione del mercato fotografico possa in qualche modo provocare contrazione del numero di "fotografi" (cioè sedicenti fotografi, di più: sedicenti naturalisti) Vedo il rischio dell'avvicinamento a questo tipo di fotografia di più neofiti, quelli cioè più a rischio di produrre più.... disastri anche se armati di buone intenzioni Non è una critica al tuo lavoro, intendiamoci. Ma uno sprone a chi vuole entrare in questo mondo a farlo solo in punta di piedi e possibilmente accompagnati da chi sa quello che fa. Altrimenti a restare nelle oasi gestite da chi sa quello che si può fare, e di attenersi alle regole. La natura non ha bisogno di più fotografi ma di più spazio e di maggiore rispetto!
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  4. Questo è un articolo rivolto a chi non se ne intende troppo, è rimasto incuriosito dal genere fotografico ormai molto diffuso e vorrebbe provare, chi se ne intende non troverà molto di nuovo, però può contribuire ad arricchire l'articolo nei commenti, anzi lo gradirei molto. Non è un articolo che parla di tecniche fotografiche o di scelta di attrezzature, ma di come provare ad ottenere foto interessanti. In questo articolo ci sono leggere tracce di ironia qua e là. L' ironia è una delle poche caratteristiche che differenzia l'uomo dagli altri animali. Chi non avesse il senso dell'ironia sappia che non c'è alcuna intenzione offensiva, eventualmente smetta di leggere. L'articolo è intriso di soggettività, sono le mie personali opinioni, nessuna pretesa di possedere la verità. Infine uso le mie foto per illustrare l'articolo, questo non vuol dire che so fare belle foto, ma che credo di saper distinguere quelle che mi sono venute meglio da quelle che mi sono venute peggio, può essere che il mio meglio faccia ribrezzo, ma il peggio lo farebbe ancora di più, quindi il discorso rimane valido Fotografare bene gli animali, non è semplice, occorrono esperienza, conoscenza dei soggetti, una valida attrezzatura ma non basta, occorre fondere le doti del naturalista con quelle che caratterizzano tutti i fotografi capaci di fare buone foto, ossia senso dell'inquadratura e della composizione. Di questo si occupa l'articolo, uso gli uccelli come esempio, ma vale anche per tutti gli altri animali (e perchè no, vegetali ). E adesso cominciamo. La ricetta dell'anatra spiaccicata. Non è un piatto orientale, ma è un vizio diffusissimo tra chi fotografa gli animali per caso, quando si riprendono i soggetti, magari alti venti centimetri, stando in piedi. Il risultato è che la paperella risulta ripresa da sopra la testa schiacciata sullo sfondo. Come non saliamo su un tavolo per fare i ritratti alle persone (salvo effetti particolari studiati apposta) ma li riprendiamo all'altezza degli occhi, così si dovrebbe fare anche con gli animali. Se serve abbassiamoci, che le ginocchia non sono di vetro. Altrimenti le foto sono proprio brutte. Io cerco di non fare riprese dall'alto, per cui questa è la più brutta che ho, ma in giro si vede di peggio. Un microbo ripreso dall'alto, ecco questa è anche peggio. Il Ritrattone, ovvero la foto ornitologica. Questo, in confronto a quanto sopra è un peccato veniale. Capita, soprattutto se siamo abituati a guardare le foto a monitor anzichè stamparle, di volere il soggetto bello grande, per deliziarci dei particolari. Lo so bene, succede spesso anche a me. Ma a volte si esagera. Specie se il soggetto in realtà è piccolo. Ingigantendolo, si possono vedere le trame, i dettagli, cosa che ci delizia e ci stupisce, ok, ma da una parte si ingabbia il soggetto nell'inquadratura, astraendolo dal contesto naturale, dall'altra se ne da' un'immagine un po' distorta. E' vero che gli Uccelli derivano dai Dinosauri, ma le Cince sono dei batuffoli di leggiadria, questa (mia) foto mi fa venire in mente la barzelletta: sai che verso fa un passero di trenta chili? Questo forse è un po' meglio ma sempre un po' troppo da manuale di ornitologia. Queste foto, che chiamo con affetto Ritrattoni, piacciono molto a chi conosce gli uccelli e i siti di Birding/Wildlife ne sono pieni, ricevono moltissimi like , se fatti bene. Intendiamoci, in molti casi non sono per niente facili da ottenere, spesso richiedono appostamenti e tempi lunghissimi, ma sono un po' da specialisti (se i soggetti sono rari), alla lunga possono stancare. Se invece lasciassimo un po' di spazio? Sarebbe molto meglio. Riecco la cinciallegra di prima, ma adesso può respirare, poverina, E' ancora un ritratto, ma a mio parere è di gran lunga preferibile. Questa garzetta non è brutta (forse). Ma questa è meglio, per me almeno: Siete d'accordo? Animalscapes! Ovvero paesaggio con animale, dove l'animale occupa una porzione piccola dell'inquadratura (ancora di più che nel ritratto ambientato) e ne costituisce un punto forte, di interesse. Se fatti bene sono immagini eccellenti perchè sono pittoriche e nel tempo stesso informative, raccontano dell'ambiente dove vive l'animale, (ripeto: se fatte bene) sono molto suggestive. Non è che si debbano fare solo animalscapes, ma inserirne nel contesto di un portfolio secondo me lo arricchisce enormemente. Questa foto di Tarabusino sta a mezzo tra il ritratto ambientato e l'animalscape. Attenzione! L' animalscape non dev'essere un alibi per spacciare foto insignificanti a microbi come opere d'arte: Questo non è un paesaggio con animale, è una garzetta troppo lontana. Un pizzico di creatività: Cerchiamo di fare i soggetti più nostri, più originali. Giochiamo con l'inquadratura, con la postura con la situazione in modo che la foto dica qualcosa di più. Possiamo sfruttare i riflessi: La postura e le ombre: Fare un ritratto stretto: Oppure sfruttare lo sfondo per suggerire qualcosa, ad esempio l'interazione con l'uomo: Od anche cercare suggestioni visive, con luce e composizione: Od una composizione minimalista... Gli animali devono fare ... gli animali. Insomma devono fare qualcosa. Nemmeno nei musei si espongono più gli animali in pose statiche, ma si ambientano in diorami e li si ricostruisce come fossero in azione. Tanto più deve valere per quelli vivi. Quante cose in più ci racconta una foto di un animale mentre caccia, lotta, litiga, corteggia e così via? Anche la più comune folaga può diventare interessante! Come scritto all'inizio gradisco molto gli interventi costruttivi e i quelli finora arrivati coprono alcuni aspetti essenziali che io, concentrato sul discorso di come inquadrare, avevo tralasciato. Riporto qui le parti essenziali in modo che arricchiscano l'articolo formando un tutt'uno con il mio testo ( le foto inserite, nel bene o nel male, sono sempre mie😞) Alberto Salvetti ... qualche piccolo distinguo. Il soggetto non deve essere incastonato nel fotogramma, ma a parte rare eccezioni, deve occupare almeno metà dell'immagine. Il soggetto deve essere molto staccato dal fondo ed il fondo deve essere il più evanescente possibile. Tendo a scartare le immagini con fondo invadente. Qualche volta inserisco il soggetto nel suo ambiente, se caratterizzante, ma non mi piacciono molto le immagini con il soggetto piccolo e ambientato esclusivamente perché non si è riusciti a fare una foto da distanza più ravvicinata. E' evidente che è meglio una foto dinamica di una foto statica. Io comunque cerco di privilegiare la nitidezza del soggetto, l'estetica e l'armonia dell'insieme. Per finire voglio fare un appello a chi si avvicina a questo tipo di foto. Fotografare gli uccelli, come del resto qualsiasi altro soggetto che sta in natura, deve servire all'approfondimento della conoscenza di ciò che si fotografa. Serve un buon manuale e curiosità, e cercate di contattare qualcuno che conosce questo tipo di fotografia. Ma attenzione!! La vostra attività non deve in nessun modo recare fastidio o peggio ancora danno ai vostri soggetti. Danno anche grave che potete procurare, tanto più siete inesperti. Nessuna foto vale il disturbo, soprattutto nel periodo della riproduzione. La bella foto prima o poi verrà quando meno ve lo aspettate. Mauro Maratta: ... E' vero, in ogni situazione si può impressionare il sensore per foto documentative, anche preziose. Ma nella stragrande maggioranza dei casi - a prescindere dal soggetto che può essere il più comune passerotto o il più esotico dei bipedi migratori - la luce conta. Sempre. E qualche volta il fotografo intelligente dovrebbe decidersi che la giornata potrebbe essere più proficuamente dedicata ad una mangiata con gli amici che ad una impegnativa escursione fotografica che si tradurrebbe, guardato il cielo, in una frustrante sequela di foto inguardabili. Francesco Contu: possono essere decisivi: la conoscenza dei luoghi e delle abitudini degli animali. La capacita' di mimetizzarsi, dato che si tratta quasi sempre di creature assai poco confidenti. Se per qualcuno il miglior grandangolo e' "un passo indietro", spesso il miglior tele e' "l'abbigliamento giusto".voglia di muoversi e viaggiare. Per esperienza, la barca e' un eccellente posto da cui fotografare e ci sono diversi luoghi dove ci si può accordare con pescatori e guide locali che organizzano dei giri. Alla peggio, ci si sara' fatti un bel giro nella natura. Molto più appagante che stare dentro un capanno, almeno per me che mi annoio mortalmente a star fermo. Sono d'accordo, questo Airone Rosso e questa Sgarza ciuffetto li ho ripresi dalla barca, Lago Superiore, Mantova. Grazie sentite a chi ha fornito queste interessanti considerazioni. Spero di aver scritto cose abbastanza interessanti ed aver mostrato foto non troppo indegne (a questo proposito, le foto spaziano nell'arco di anni ed alcune sono state scattate con Nikon digitali del tempo che fu, questo spiega almeno in parte alcune differenze di resa, il resto è incapacità del fotografo ). Poi, non prendetemi troppo sul serio. Anch'io faccio "passerosauri", uccelli impettiti ... ma l'importante è sapere dove si deve arrivare e provare ad arrivarci. Ma soprattutto spero sia stata una lettura divertente!
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