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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/03/2019 in tutte le aree

  1. No, non me ne sono dimenticato. E' l'articolo con cui ero solito iniziare l'anno nuovo. Solo che quest'anno c'è più incertezza e i rumors sono poco, veramente poco affidabili. E siccome noi di Nikonland siamo persone ragionevoli e senza sfera di cristallo, non mi andava di sparare un pò a caso e volevo vedere dove andava il mercato. Abbiamo avuto annunci, dichiarazioni, interviste. Canon vede nero e pensa che nei prossimi due anni il mercato scenderà del 50% (oltre i livelli già bassi del 2018). Ci sono quelli di Fujifilm che non sono d'accordo e, anzi, pensano che il mercato invece crescerà. Quelli di Sony, normalmente molto attivi, sono più riflessivi da qualche mese a questa parte e pensano più che altro ad aggiornamenti firmware importanti anzichè ad upgrade di hardware. Panasonic è partita con la vendita di due nuove full-frame mirrorless ... che sono già scontate dal primo giorno. Nikon per la prima volta - credo, nella sua storia, sta facendo sconti alla cassa con la rottamazione del vecchio per il nuovo. Yamaki di Sigma conferma che loro sono piccoli, sono concentrati nel full-frame, che non riescono a fare tutto e che forse quest'anno per la prima volta faranno un primo obiettivo per Sony FE originale e non partendo da un reflex adattato. Le vendite delle reflex si avviano ad essere superate da quelle delle mirrorless, ma intanto le vendite delle mirrorless non compensano le riduzioni delle reflex, per cui il mercato scende. Olympus lancia una macchina professionale in ... quattro terzi e trascura che i suoi clienti l'hanno scelta perchè li fa piccoli. Ma Fujifilm è pronta a lanciare una supermega piùchefullframe da 100 megapixel, che costerà "soltanto" 10.000 euro. Un prezzo basso per quel segmento, ma alto per le tasche di tutti. Quindi nei panni di Nikon si può capire che ci possa essere più di un dubbio. Reflex, mirrorless, un mix dei due ? E il formato DX ? Vediamo un pò insieme ... cosa faremmo noi se fossimo alla guida di Nikon, volendo restare ragionevoli ma contando un arco ben più lungo dell'anno solare 2019. Direi che dobbiamo pensare ad un periodo che va fino all'autunno 2020 per poterci azzeccare un pò di più. Mirrorless Full Frame Nikon Z5 Io credo che sia ragionevolmente certo che entro quest'anno, facilmente entro l'estate 2019, Nikon lancerà una nuova mirrorless di fascia più bassa della Z6. L'ipotetica Nikon Z5 quasi certamente condividerà - per economie di scala - il medesimo sensore Sony da 24 megapixel il cui costo scende con il crescere del numero di modelli che lo utilizzano. Questa macchina sarà certamente semplificata rispetto alla Z6 per il contenimento dei costi e sarà pensata per andare nel tempo ad abbattere il muro dei 1000 euro (non al lancio, intendiamoci, nella seconda parte della sua carriera. Sappiamo che le mirrorless per prerogativa principale hanno la semplificazione dei costi di produzioni, per lo più robotizzati, e quindi a tendere costano nettamente di meno delle reflex pari-classe). Per cui, un mirino meno brillante, una costruzione in policarbonato, escluso il bocchettone, produzione delocalizzata in Thailandia. Obiettivo diverso dal 24-70/4 S e facilmente il primo non S. O almeno, è così che farei io per non ripetere l'errore di Canon di lanciare una macchina entry-level con un obiettivo che in kit costa più della macchina .... Questa macchina idealmente andrebbe a sostituire la Nikon D610, la D750 e probabilmente anche la D7500 se venduta al giusto prezzo. Ma condividerà tutte le ottiche delle Z6 e Z7, potendo scalare verso l'alto senza limitazioni. Nikon Z8 e Nikon Z9 Canon ha già di fatto confermato che uscirà una terza Canon EOS R con un sensore ad alta risoluzione (maggiore di 60 megapixel) e l'IBIS e che sarà della stessa classe delle mai troppo fortunate Canon EOS 5DS. Sappiamo che Fujifilm lancerà per la vendita la GFX 100S entro giugno 2019. Anche Sony probabilmente ha in pentola una A7 o una A9 da più di 60-70 megapixel. Una nuova Z ad risoluzione più alta della Z7/D850 potrebbe essere in cantiere. Ma io non credo affatto che la si vedrà prima della fine del 2020. Adesso non avrebbe proprio mercato. In quanto ad una ipotetica Nikon Z9 - equivalente alla Sony A9 - ci vorrebbe come il pane (macchina professionale da 24 megapixel, 20 scatti al secondo, prestazioni velocistiche elevate), il problema è di natura prestazionale. Al momento Nikon è ancora in fase di lancio e di affinamento del sistema. Se non perfeziona sul piano prestazionale le capacità dell'autofocus di Z6 e Z7, lanciare una Z9 che le superi su questo piano (attendiamo sempre il nuovo firmware promesso per fine maggio) sarebbe un boomerang. Sinceramente - e lo dico con tutto il rispetto per Nikon ma anche con il rammarico di chi comprerebbe ad occhi chiusi questa macchina - non penso che Nikon sia in grado di fare una macchina di questo genere con prestazioni al di sopra di ogni sospetto nel 2019. Peraltro dovendosi dotare di un sensore di tipo stacked molto costoso, se non addirittura con il global shutter. Perchè Z6 e Z7, al di là del limitato AF-C e dell'evidente lag a mirino, soffrono di rolling-shutter oltre il limite dell'accettabile per fotografia e video professionale ... Vedremo una Z9 nel 2019 ? Sarebbe bello. Ci vorrebbe ma ... non so. Non credo, più facilmente ci sarà una difensiva Nikon D6 mentre la Z9 slitterà alla seconda metà del 2020, dopo o durante le Olimpiadi. Reflex Full Frame Nikon D6 Con le Olimpiadi estive di Tokyo nel 2020, Canon certamente si presenterà con una nuova ammiraglia EOS 1D-X Mk III. Nikon non potrà essere da meno. I professionisti sportivi per il momento non ritengono sicuro l'uso di mirrorless in eventi di questa levatura, se non di back-up a reflex di fascia top e al di sopra di ogni sospetto. Per cui, al di la del fatto che già la Nikon D5 ha venduto pochissimo anche per gli standard di questo segmento, temo che la ventilata Nikon D6 si vedrà entro il prossimo gennaio 2020 se non addirittura ad agosto 2019. Porterà poco in dote se non il video aggiornato e poco altro. Nikon potrebbe portare nelle reflex tecnologia da mirrorless (IBIS e rilevazione di fase nell'AF in live-view) ma questo deprimerebbe le vendite delle future mirrorless (e anche delle attuali). Scelta difficile e costosa che io credo si risolverà per un no. La Nikon D6 venderà pochissimo e sarà come la Nikon F6 per il digitale. Una scommessa persa ma una puntata che si doveva fare. Nikon D760 Io credo che sia già pronta ma Nikon sia restia a lanciarla. Andrebbe in antagonismo con la Z6 e con la Z5, macchine più strategiche e finirebbe per essere scontatissima già alla partenza, come lo è sempre stata la pur bella D7500. Però c'è lo scoglio economico di chi vuole una nuova reflex per non cambiare il suo corredo di obiettivi e non è convinto dalle mirrorless anche per una questione di costi complessivi di adozione. Steve Jobs diceva che l'importante e che il cliente compri Apple, non importa se compra Apple al posto di un altro modello Apple, basta che non vada a comprare fuori quello che Apple non gli offre. Quindi ci sta. Anche per la D760 non vedrei rivoluzioni ma affinamenti. E soprattutto un prezzo contenuto. Una sola scheda di memoria ed altre limitazioni "artistiche" da ragionieri contaspilli ... ma un prezzaccio aggressivo. Quando ? Non in comcomitanza con il lancio della Z5. Forse in autunno e in primavera prossima. Ma bassissima priorità ... Dopo di che tramonterà l'era delle reflex. Reflex e mirrorless in formato DX I segmenti di fascia di prezzo tra 500 e 1000 euro sono al momento presidiati da reflex in formato APS-C di fascia entry e avanzato, oppure da mirrorless in formato 4/3 e APS-C di praticamente tutti i marchi. Le reflex DX di Nikon al momento credo che tirino solo per il prezzo nei grandi magazzini ma suonano vecchie come le berline a 4 porte con il motore diesel in Nord Europa. Ma è un segmento importante da presidiare per questioni di market share. Canon è la numero 1 nel mercato perchè ha mirrorless APS-C. Olympus è al numero 2 nelle mirrorless perchè vende un mucchio di macchinette scontatissime di una o due generazioni precedenti all'ultima. Solo che sotto la crescita degli smartphone sta portando alla totale dissoluzione dell'intero comparto ... La questione è che Nikon ha intanto preso la via dell'attacco full-frame più largo e più corto che c'è. Un formato che mal si presta ad una macchina piccolissima in formato DX. Avremmo il corpicino con il sensorino e l'obiettivone costosone. D'altro canto le reflex attuali tipo D3000 e D5000 non te le tirano più nemmeno con la fionda. La D7500 non ha grande successo (vanno di più le D7200 residue sul mercato che sono buone abbastanza anche se stagionatelle). Che fare ? L'ibrido sarebbe la mia scelta, per fare numeri alla svelta. Oppure niente, lasciare il segmento. Come stanno facendo molte case automobilistiche con il segmento B (poco redditizio) e le berline a 4 porte (che non si vendono più a causa dei SUV). Per ibrido intendo una mirrorless con attacco F che monti obiettivi DX di tipo AF-P (10-20, 18-55, 70-300 AF-P), sensore stabilizzato, mirino elettronico, video moderno. Macchine d'attacco, vendibili via marketing. Buone per due stagioni in attesa che si stabilizzi il full-frame e poi più. Una nuova linea di obiettivi mirrorless a tiraggio corto, con attacco diverso dallo Z ? Ma sei pazzo ? Reflex DX nuove ? Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Nikon D500. Missing in Action, mantenuta in listino come è, finché non potrà essere sostituita da una mirrorless adeguatamente potente. E intanto ventre a terra nelle ottiche Z full-frame. Perchè qui o si fa la Nikon del 21° secolo, o si muore !
    5 punti
  2. magari se resti qui avrai modo di leggere esperienze di utenti che le macchine le usano, non solamente le spolverano. Nello specifico, con la mia Z6 sono arrivato a circa 30mila scatti dal 15gennaio e ho soffiato via un pò di polvere dal sensore con una semplicissima pompetta solo due o tre volte. Tenendo il corpo macchina a testa in giù. Come sempre...
    2 punti
  3. Dea e Lady D850 + 2/100 Zeiss Milvus F. 7,1 1/100 sec. ISO 250, mano libera
    2 punti
  4. Viola. Alba alla laguna di Messolonghi, Grecia.
    2 punti
  5. Poiana brianzola, risultato di un lavoro iniziato parecchio tempo fa.
    1 punto
  6. Il motivo per cui mi ero dotato di quel sistema adesivo di pulizia che sulla D800 ha funzionato a meraviglia, ma non mi sentirei in alcun modo di adottarlo, in caso di necessità anche su una Z, la pressione ma soprattutto trazione del tampone adesivo è troppo aggressiva per un sensore che ha capacità di muoversi.
    1 punto
  7. 1 punto
  8. 1 punto
  9. Se per caso siete stati di recente in un moderno Museo di Storia Naturale, come ad esempio quello di Milano (Corso Venezia 55, dentro ai Giardini Pubblici), avrete visto come è cambiato il modo di esporre gli animali. Non più rigidi come statue (come "imbalsamati" ) fissi su quattro zampe, gli animali vengono esposti in pose molto dinamiche, come colti in un momento di vita, e non più in aride teche, ma ben ambientati in splendidi diorami che ricostruiscono il più fedelmente possibile l'ambiente originale dove questi animali vivevano. La ricostruzione del diorama è un lavoro complesso che richiede un team di professionisti esperti di varie tecniche, ma anche la preparazione del singolo animale da esporre non è da meno. Ci vuole una competenza ed una abilità artistica non da poco, per riprodurre delle pose realistiche, che oltre a spiegare di più sull'animale e la sua vita, rendono il soggetto più "vivo" (si fa per dire) e sicuramente più attraente. Sono passato di recente a trovare Ermano Bianchi, il preparatore (tassidermista, ma non solo) del Museo di Storia Naturale di Milano, dove lavora da decenni, quasi tutti gli animali che vedete nei diorami di quel Museo sono opera sua. Ermano è uno dei migliori nel suo campo. Ho fotografato la sua ultima fatica per mostrarvi che perfetta alchimia di arte e scienza ci sia "sotto": E, come mio solito, vi voglio annoiare un po' raccontandovi i come e i perchè 😛 Cominciamo dal soggetto, l'animale è un Ghepardo ed è mostrato in corsa, mentre insegue una preda. Da dove viene? Di solito si tratta animali che muoiono di morte naturale in parchi-zoo. Questo ghepardo proviene al Parco delle Cornelle (BG). Una volta arrivato in laboratorio da Ermano, viene stoccato in una cella frigorifera fino al momento di iniziare il lavoro. La fase iniziale è togliere la pelle e metterla da parte, l'animale poi viene scarnificato fino a liberare le ossa. Le ossa poi vengono sottoposte ad un trattamento di essiccazione e "sgrassamento". Poi viene rimontato lo scheletro osso per osso (sono un centinaio). Per la postura finale Ermanno si è basato su fotografie di ghepardi in corsa. Adesso viene la parte più importante, la creazione del modello su cui rimontare la pelle. Si usa parlare di imbalsamazione, di impagliatura, ma oggi non c'è più nulla di tutto questo. Fino a qualche decennio fa si usava il gesso per riprodurre alla meglio le fattezze di un animale, ma il gesso è pesante e fragile al tempo stesso, per cui le pose erano forzatamente statiche perchè il tutto potesse reggere. Adesso si usa fare una scultura in poliuretano, che è leggerissimo. Il lavoro è da una parte una vera opera d'arte, perchè se di certi particolari più minuti (unghie, dita), si possono prendere delle impronte prima di scarnificare, il resto va modellato da zero. Qui, oltre alla capacità artistica ci vuole una grande conoscenza dell' anatomia, della volumetria della muscolatura dell'animale, specialmente per renderlo realistico in una postura dinamica come quella che vedete. Il modello è una scultura creata da zero. Una volta ultimato il modello, gli si monta la pelle e si inseriscono gli occhi (di vetro, o di resina trasparente); le basi esistono in commercio, ma la rifinitura, l'iride colorata ad esempio, spesso si dipinge a mano (all'interno). gli artigli, sono sempre copie perfette in resina e così l'animale è pronto. Questa preparazione è stata progettata e verrà esposta come la vedete, con le tre fasi, scheletro, modello con la muscolatura in evidenza e animale finito affiancati; proprio per mostrare ai visitatori cosa ci "sta sotto" al lavoro di preparazione. L'avreste mai detto quanta arte, conoscenza e "manico" c'è dentro a questo lavoro? La prossima volta che visitate il Museo di Milano e guardate quegli splendidi diorami, lo saprete. Nota tecnica. ( questo è un sito di fotografia....), il laboratorio era ingombro al di sotto dei soggetti e di lato. I tre soggetti in fila erano troppo lunghi e sottili, a meno di tagliare la coda allo scheletro; in più, visti di lato perdevano molto, diventavano troppo didascalici; così per la foto principale ho optato per un tre quarti davanti, con focale corta, che mi pare renda bene il dinamismo della ricostruzione.
    1 punto
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