Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 16/01/2019 in tutte le aree

  1. Ma no, parliamone ma nel merito. Tre foto buttate lì non fanno cultura fotografica, fanno gossip. Qui dobbiamo stare molto attenti perchè trovare chi scava dentro all'oggetto e ne strema le possibilità è merce rara. E ci va tempo per farlo, quindi tutti quei bei discorsi di youtuber che il giorno appresso alla presentazione delle Nikon Z avevano intasato la banda con sproloqui vari (tutti uguali), si sono qualificati da sè (ricordiamocene). Come si può pensare che una novità tecnologica di questa portata venga analizzata completamente in pochi giorni, talvolta ore?? Max e Mauro stanno lavorandoci sopra da mesi e giornalmente scoprono dettagli che possono, o non possono, fare la differenza reale, sul campo. Diamine siamo tutti maggiorenni, possibile che crediamo ancora alla prima gallina che canta?? E' vero che oggi c'è la corsa a "dire per primo qualcosa sul web", a cercare una stilla di visibilità in più giocando la carta della novità, però ormai dovremmo essere vaccinati. E' pieno di improvvisati, di "te la spiego io" che con 25 anni di vita anagrafica hanno capito tutto, calma sbarbati calma noi qui ne abbiamo viste tante, e speriamo di vederne ancora tantissime, mettetevi in coda e cospargetevi il capoccione di cenere.
    4 punti
  2. sarò vecchio.. ed avere una mentalità ottusa.. ma con quella gente non mi cambio.. c'è da vergognarsi.. ma ho il dubbio che se ne freghino..
    2 punti
  3. COME SONO ANDATE VERAMENTE LE COSE? ora ve lo spiego.. Ormai è passato qualche giorno, forse settimane ma al momento di ordinare il volume dal grande Uli Koch, ho mandato poi alla distanza di poche ore un'ancora di salvataggio in cui chiedevo se gentilmente mi faceva una dedica, e ciò avvenne puntualmente.. poi visto il volume ho chiesto se non aveva nulla in contrario se nella mia recensione mettevo alcune foto tratte dal volume, il nostro sig. Koch, molto gradita non solo mi ha dato il permesso ma mi ha mandato lui stesso le immagini con cui ho potuto scrivere.. beh è una parola grossa.. sia la seconda parte che la terza.. ora un'altra cosa è doveroso dirla, tutta la sua opera sprizza ad ogni pagina un oserei dire amore per la casa giallo nera che ha pochi eguali; onestamente non posso che essere felice dell'incombenza che mi è stata affidata, e mi auguro di poter un giorno conoscere di persona un personaggio di simile spessore, quindi non posso che dire: GRAZIE ULI Ed ora metto altre pagine tratte dal volume del Centenario del valente Uli Koch, ricordatevi che nel volume ve ne sono circa 2200 di fotografie, di oggetti della sfera Nikon piccoli e grandi.. noti e sconosciuti, che parafrasando Max, a vedere nell'assieme fa venire i brividi per la capacità progettuale, adesso come ho accennato alcune pagine tra le tante.. tantissime. Nel 1917, la società che poi diventerà la Nikon che conosciamo era composta da un'unione di piccole ma importanti aziende del settore, ora a poter vedere uno dei binocoli costruiti oltre un secolo fa, non può che far piacere.. Ecco il binocolo, con anche in altra parte il logo della Nikon di allora, l'apparecchio è del 1917. Riuscire a poter vedere un'esemplare della prima Nikon a telemetro del 1948 con una serie di accessori e ottiche.. non parlo del libretto d'istruzione appena stampato.. beh, quasi. Lo avevo già scritto.. ma farei carte false per questo.. oggettino del 1958, io avevo 12 anni. Una mitica "F " con anche lei una serie di accessori ora di fatto introvabili, in simili condizioni anno di produzione 1961 e questi sono due magazzini da 250 pose e relativi motori. Un microscopio d'annata con lettura rovescia rispetto a quelli di uso normale dell'epoca siamo nel 1964, poi questo sistema entrerà nella normalità di produzione anche per altri qualche anno dopo. La prima F in tutto il suo splendore e completa di ogni ben di Dio, mai visto tanti esposimetri per F tutti in una volta. Questi sono esempi di come sono proposte le pagine.. vengono descritti una serie di apparecchiature e gl'anni in oggetto sono alla sinistra, come vedete la parte scritta è molto sintetica, ma prende la parola la fotografia in tutto il suo essere. Un'ottica per chi un giorno diventerà una sana concorrenza.. parliamo di Canon/ Hansa, e quando è stato costruito il primo micro Nikkor ? a vedere dobbiamo spostare indietro le lancette del tempo. Un primo piano della bella Canon con ottica Nikkor Sistemi di visione per l'esercito Nipponico dell'epoca, da notare la pietra di paragone per gl'ingombri data dal rocchetto di pellicola chiaramente marcato.. ma Nikon . Una carrellata sulla prima telemetro. Ottiche speciali, che solo la loro cassettina di legno, pone a vedere cose che in quest'epoca di consumismo è ormai ben poco proponibile. Max.. ti verrà l'infarto a vedere queste cose.. Una piccola carrellata di microscopi da ricerca, di fatto la crema dell'epoca Una serie di fotocamere specifiche per l'uso specialistico.. che altro dire? che che come me si acquisterà questo splendido volume, non smetterà di vederlo e ri-vederlo.. e magari nelle notti fredde a sognare di avere .. beh questa è un'altra storia. Spero di avere invogliato almeno qualcuno di voi.. io ne sono felicissimo di averlo acquistato, ed aperto è andato ogni mia più rosea previsione, ora basta.. sennò qualcuno potrebbe pensare male.. ed ancora grazie per avermi/ci dato la possibilità di sognare.... Buona visione.
    2 punti
  4. Grazie Effe per aver scelto questo soggetto, non avendo foto in archivio mi hai fatto venir voglia di uscire a farne una ad hoc. Non sono riuscito a trovare la giornata perfetta per il cielo che avrei voluto (ci riproverò in futuro) ma sono comunque contento. Andrea
    2 punti
  5. Bah, rinuncio a capirvi. Quell'affare resta una cosa raffazzonata e pesa 160 grammi, cui aggiungere il treppiedi e la testa. Cioè l'opposto della logica di acquisto del Sigma 100-400 ... rispetto agli altri pezzi Sigma. A quel punto, per un centinaio di euro in più - al netto del collare - si compra il Sigma 150-600 Contemporary e si taglia la testa al rospo. Sono io che sono strano ?
    2 punti
  6. Mi era capitato già di andare in Nord Europa e precisamente a Rovaniemi, ma lì era per puro divertimento una ventina di anni fa. Stoccolma mi mancava e così su pressione di mia moglie mi sono catapultato nella capitale della Svezia. Che vai a veder gli Abba? ma no, ho risposto a chi me lo chiedeva. e che ci vai a fare i primi giorni di gennaio, allora?!.... Ma vado a ritirare il premio nobel per la matematica, mentendo spudoratamente, sapendo che il premio nobel per la matematica non esiste. La storia riporta infatti che la moglie di Alfred Nobel lo tradì e lo lasciò per un matematico. A causa di ciò nel testamento decise che l'istituzione dei premi derivanti dal suo patrimonio non dovessero mai andare ai matematici. Per questo motivo non c'è un nobel per la matematica, ma solo la medaglia Fields. Come ho detto ero già stato in Svezia, ma mai d'inverno. Fuori dall'aeroporto c'è un bel sole. Si è una bella giornata ma la temperatura è rigida e nonostante siano le 13, ci sono ombre lunghe come se fossero le 20 da noi d'estate. L' alba è alle 8:49 e il sole tramonta alle 15:30, ma così è. Recatomi con mezzi pubblici davvero efficienti all'albergo, lascio i bagagli e inizia il mio soggiorno. Ho portato con me la mia fuji e solo uno zoom ultra wide, il 10-24 f4, paragonabile al nuovo nikon 14-30 f4 per full frame. Nessun cavalletto e nessun flash. Voglio fare solo foto documentaristiche a mano libera, anche contro le avversità di un luogo con poche ore di luce e un freddo umido e non secco. I cieli sono certo particolari e precludono alla formazione di aurore boreali Mi piacciono gli spazi e le poche auto circolanti rispetto a noi. Non ci sono auto elettriche e l'energia la producono essenzialmente dal nucleare. La vita da parte della popolazione è molto calma. Ci sono molti bambini. Più volte ho visto coppie giovani con più di 3 figli. I servizi sono molto efficienti. Ci sono molte linee metropolitano che si integrano con linee tranviarie e di superficie oltre ad autobus e traghetti. La singola corsa viene circa i nostri 3,50 euro, ma esistono biglietti per l'intera rete dei trasporti per più giorni, settimanali e mensili. Ho notato che in ogni stazione di metropolitana ci sono perlomeno dalle 3 alle 10 persone che in giro forniscono informazioni a chi dovesse chiederle. Il costo della vita è simile al nostro, ma gli stipendi sono naturalmente molto più alti e l'assistenza sanitaria è totale e a carico dello stato. Moto e motocicli non esistono, ma qualche bicicletta si vede. Il concetto di furto è praticamente inesistente tutto viene lasciato libero senza la paura, certezza o timore che qualcuno si appropri di una proprietà altrui. Come ho detto la giornata di luce e breve e ben presto fa notte Ma la vita continua anche di notte Un museo da visitare è certamente il Vasa Il 10 agosto 1628 il vascello Vasa affondò nel porto di Stoccolma poco dopo essere salpato per il suo viaggio inaugurale Nel 1961, dopo 333 anni trascorsi sul fondo del mare, il relitto fu finalmente ricuperato e oggi costituisce praticamente il museo del Vasa. Il vascello completamente restaurato è composto per il 98% di parti originali ed è decorato con centinaia di sculture in legno intagliate. Oltre al vascello, il museo riporta l'opera scientifica compiuta nel restauro, portando alla luce particolari sulla vita di quel periodo e attraverso le analisi del DNA delle ossa degli scheletri delle persone costituenti l'equipaggio, conservate nel museo stesso, si è arrivati a definire i volti delle persone dell'equipaggio. Tutte le foto sono ridotte rispetto agli originali, ma sono comunque 1800x1200 per cui vedetele alla grandezza massima pubblicata Fuji X-T1 e fujinon 10-24 f4: software utilizzati Lightroom classic 2019, Silkypix studio pro 9, Nikon NX-2
    1 punto
  7. Avete perfettamente ragione. Tenete conto che loro lo fanno di mestiere, campano con i soldi di YouTube ecc, per cui il loro scopo è arrivare prima degli altri n-mila aspiranti youtuber o presunti tali... E poco importa se dicono cazzate, basta che le dicono per primi per fare ascolto!
    1 punto
  8. oppure si chiede se l'eye AF funzionerà anche in AF-C Test dal quale ricavano che... I limiti maggiori sono nell'uso sportivo, e la durata della batteria è limitata. buon vento, Dpreview... e malcapitati lettori 🤙
    1 punto
  9. Se non l'avessi già non ci penserei due volte a prenderlo. il mio 24-85 a 85 era troppo corto (infatti non so come fai a tollerare il 70mm di allungo) Ma la vera sorpresa è stata la resa, è f4 ma con un bokeh cremoso come piace a me.. nitido al centro e perfetto per il lavoro ma strizza l'occhio anche all'arte di un certo tipo.. l'anno scorso ci ho fatto un calendario intero. Quindi se avete una mezza idea, accorrete prima che sparisca.
    1 punto
  10. Confermo le buone qualità di questo zoom che ho anch'io da circa un anno, utilissimo per il reportage e per un uso generalistico, e dall'ottimo rapporto qualità prezzo. Sarà dura separarmene quando arriverà il momento... Z !
    1 punto
  11. La fotografia naturalistica, soprattutto la cosiddetta “wildlife photography”, cioè la fotografia agli animali liberi, impropriamente tradotta come caccia fotografica, esercita un grande fascino e a molti viene voglia di cimentarsi in questo genere, per provare l’emozione di vedere dal vero e riprendere animali in libertà. La ripresa di animali in ambienti non controllati richiede però grande esperienza della biologia dei soggetti del territorio, perizia tecnica, molto spesso anche una buona preparazione fisica ed una notevole dose di pazienza, nonché la disponibilità ad accettare la sconfitta, ossia di tornare a casa a mani vuote perché gli animali, almeno quelli che pensavamo di vedere, non è detto che si mostrino. E’ anche da considerare un impegno economico non indifferente per l’attrezzatura (fotocamere performanti e tele lunghi e luminosi) e, se si va all’estero in cerca di specie esotiche, anche per i trasferimenti e la logistica (sto parlando di fare foto esteticamente valide, non quelle sul pulmino del safari turistico sgomitando per riprendere leoni assonnati). Questo può finire per scoraggiare molti. Esistono però dei modi di fare fotografie agli animali che possono permettere anche a chi non può o non se la sente di impegnarsi nella “caccia fotografica” pura, di ottenere risultati soddisfacenti, con qualche compromesso. Vista da un Capanno dell'Oasi di Torrile. Le oasi: Ci sono molte oasi, gestite ad esempio dalla LIPU (e anche da altre organizzazioni) che sono nate soprattutto a scopo di tutela e conservazione, ma contemporaneamente, o successivamente, sono state attrezzate con capanni soprattutto per l’osservazione col binocolo e in alcuni casi adattate anche per la fotografia. Queste oasi possono essere liberamente visitabili (ad es. l’oasi dell’Alberone a Villa d’Adda (BG), la Palude Brabbia (VA) )oppure gestite ed accessibili solo alcuni giorni della settimana. Chiaramente le seconde sono più controllate ed offrono molte più occasioni fotografiche. Un esempio è Torrile (PR). L’oasi è piuttosto ampia, ci sono numerosi capanni, si accede nei giorni di apertura pagando un modico biglietto di ingresso giornaliero. In questo tipo di oasi gli animali ci sono perché si ritrovano in un ambiente relativamente tranquillo e protetto dai cacciatori, però i soggetti non vengono in alcun modo attirati ai capanni, per cui le possibilità di avvistamento sono estremamente variabili, così come le distanze e i tempi di attesa. Io ho fatto ottime foto a Torrile, spesso con i soggetti vicinissimi, “bruciando” una scheda in pochissimo tempo, mentre altri giorni non ho quasi scattato. Garzette a Torrile, lontane. O vicinissimo! Spatole e Cavaliere d'Italia a media distanza Tuffetto, praticamente sotto al capanno. Proprio per la variabilità dei soggetti (dal piccolo martin pescatore alla spatola, passando per il falco di palude) e delle distanze di ripresa, in queste oasi è consigliabile avere a disposizione un buon range di focali, compresi i supertele, oppure un superzoom (ideale, in casa Nikon, il 200-500mm f 5.6) . Alla reception dell’oasi di Torrile (in altre realtà non esiste reception o se esiste non so come sia) il personale ai tempi in cui ci andavo io era gentile e sapeva anche indicare quale capanno offriva le migliori possibilità in quel momento (relative, perché siamo sempre di fronte all'imprevedibilità dei soggetti). Un altro aspetto da considerare è che se l’oasi ha una buona reputazione, si rischia di trovare i capanni affollati, soprattutto nei weekend, per cui diventa disagevole fotografare senza darsi fastidio a vicenda. Inoltre, oasi diverse offrono possibilità diverse fra loro, da buone a scarsissime, per cui conviene fare indagini preventive. Il sottoscritto a Torrile, un po' di anni fa (al fotografo mancava il VR). Siti attrezzati per i fotografi: Da un decennio o forse più si sono concretizzate altre realtà più commerciali, per così dire, orientate sì alla conservazione ma anche e soprattutto alla fotografia naturalistica come business. Organizzazioni più o meno grandi, oppure singoli, hanno realizzato, in accordo con proprietari di appezzamenti di terreno che ricevono una quota dei guadagni, dei ripristini di zone umide, oppure delle mini oasi attrezzate. In questi casi i capanni sono progettati espressamente per i fotografi, spesso con ampie vetrate semiriflettenti, anziché feritoie da binocolo, e le specie per le quali è possibile farlo, vengono attirate con del cibo. Spesso sono presenti anche dei mini stagni, in modo da poter fotografare i passeriformi che si abbeverano o fanno il bagno. Le possibilità di portare a casa buone foto, specialmente nel caso di uccelli più piccoli e timidi come i picchi, o particolarmente diffidenti come alcuni rapaci sono superiori, mentre nei capanni sugli specchi d’acqua previsti per gli ardeidi e le anatre non ci sono troppe differenze rispetto alle oasi descritte prima. Le foto che seguono sono scattate da capanni di tre associazioni diverse. Nei capanni per passeriformi, poiane ecc., le distanze possono essere anche ridotte, addirittura in un caso (mi è capitato) “regolabili”, in quanto il gestore, saputo con che focali sarei andato, ha sistemato i posatoi a distanze convenienti. ù In queste realtà i posti nel capanno sono fissi (di solito due o tre) e vi si accede solo previa prenotazione, per cui si ha la sicurezza di scattare con tranquillità in un ambiente confortevole. Il prezzo come prevedibile è di molto superiore rispetto alle oasi che ho citato prima. Naturalmente, niente è garantito al 100% (una mia uscita in uno di questi capanni per riprendere espressamente lo sparviere che si diceva passasse quasi quotidianamente per abbeverarsi, ha dato dei verzellini ed un merlo… si vede che sono andato in uno dei giorni “quasi”). In questi casi uno zoom 100-400, un 300mm possono anche bastare (magari un 1.4 da accompagnare il 300 se abbiamo una fotocamera a formato pieno o un 70-300 se abbiamo un formato Dx). L'Oasi di Cervara (TV), ha una serie di capanni gestiti su prenotazione come sopra, uno dei quali dedicato al Martin Pescatore. Infine, ci sono anche possibilità (pochissime, ma ci sono) di fotografare certe specie in aree dove hanno perso la paura dell’uomo. Lì basta avere l’accortezza di predisporre un rametto che faccia da posatoio e disporre di una manciata di semi che il risultato è (quasi) garantito, l’esempio più famoso è il sentiero delle Cince in Val Roseg dove almeno quattro specie di cince, più il picchio muratore ed il fringuello sono facilissime da avvicinare (le cincie bigie ti prendono il cibo dalla mano). Cincia dal ciuffo (sopra) e cincia bigia (sotto)allo scoperto in Val Roseg (fotografate in stagioni diverse). A Biandrate (NO) si possono fare dal marciapiede della provinciale belle foto di ardeidi e Ibis sulle cime degli alberi o che volano avanti e indietro dalla garzaia (in cui NON SI DEVE ENTRARE!) per la costruzione del nido o per procurare cibo ai nuovi nati. Ultima osservazione, se qualcuno ha un giardino in una località compatibile, vicina ad un pezzo di bosco, basterà posizionare accortamente delle mangiatoie strutturate in modo da consentire di riprendere gli uccelli senza inquadrarle (non per imbrogliare, tanto lo sappiamo tutti, ma perché le inquadrature con pezzi di mangiatoie, così come quelle con i soggetti con i semi nel becco, sono veramente brutte) e piazzate con accorgimenti che le rendano non raggiungibili dai ratti e dai gatti 😉 , si potrebbero anche fare riprese interessanti dalla finestra di casa! Dalla finestra della cucina di un vecchio amico... la cui casa confinava col Parco Pineta di Appiano Gentile (CO). Ok per il come e il dove, ma il"Quando"? Come ho scritto all'inizio per fotografare gli animali occorre una conoscenza almeno di base della loro biologia e comportamento. Soprattutto se sono specie migratorie. Altrimenti si corre il rischio di arrivare fuori stagione e vedere poco o nulla. Occorre quindi documentarsi per le diverse specie ma in generale si può dire che ad esempio che le stagioni di passo sono quelle in cui si ha la maggiore possibilità di incontrare grande diversità di soggetti. I passeriformi d'inverno fanno fatica trovare cibo quindi si vedranno molto più facilmente alle mangiatoie dei capanni rispetto alla buona stagione, quando hanno anche altre fonti di alimentazione. Inoltre alcune specie scendono a svernare da noi. Sempre d'inverno è più facile vedere numerose specie di anatre nordiche che scendono da noi a svernare (ultimamente un po' meno per via del riscaldamento globale). Al contrario alcuni rapaci svernano in Africa e da noi si vedono nella bella stagione. Gli Aironi sono particolarmente attivi all'inzio della primavera quando nidificano nelle Garzaie. Adesso ad es. a Biandrate non c'è quasi nulla, a Marzo/Aprile invece si sentono e si vedono da lontano. Sempre in primavera gli svassi si corteggiano con le loro coreografiche parate nuziali. Morette e moriglioni che svernano a Calolziocorte (LC) Un tempo i cormorani erano per lo più invernali, ora tendono ad essere stanziali. NOTA BENE, questo mio articolo è puramente informativo, vuole illustrare a chi non ne fosse già a conoscenza, l’esistenza di alcune modalità “facilitate” per fotografare alcuni animali; ma non ha la pretesa di essere esaustivo. Soprattutto non è il luogo ove discutere in merito al rapporto facilità, modalità di ottenimento e valore documentaristico/naturalistico dell’immagine. Quindi pregherei di evitare nei commenti di avviare discussioni su cosa sia la "vera fotografia naturalistica", perché si finirebbe in un ginepraio e soprattutto sarebbe fuori contesto. Discutiamo invece, e in questo caso molto volentieri, su ciò che è inerente al tema o segnaliamo eventuali realtà simili a quelle da me citate, di cui siamo a conoscenza. Silvio Renesto
    1 punto
  12. Vorrei chiarire alcuni punti dello stupendo libro sul centenario di Nikon, pensato creato e prodotto dal grande Uli Koch, che per colpa mia non ho chiarito in precedenza; innanzi tutto il volume di grosso formato, mi ripeto è di fatti un libro fotografico, non tecnico con numeri e formule.. quindi chi lo acquista avrà la possibilità di poter vedere cose che difficilmente nella sua vita potrà mai vedere.. ma se andate a Tokio al Nikon Museum.. allora.. forse vi salvate ma non completamente. Il libro è articolato per anni, quindi si inizia dal fatidico 1917 sino al 2016, in questo punto Uli descrive benissimo il prologo, vi sono una serie oggetti rappresentati ed una pur breve didascalia di chiarimento, in questo intervento chiariremo i punti oscuri di un primo lotto, la pagina che rappresenta il sistema Nikon QV-100C, presentato nel 1988, apriamo una piccola parentesi.. e parliamo della concorrenza, in questo caso di Sony, nel agosto 1981 venne presentata la Mavica, la prima fotocamera ad ottica intercambiabile elettronica, cioè non usava pellicola. A parte il clamore la Mavica aveva dei seri problemi qualitativi, le immagini con una componente rossastra la definizione così così.. insomma non era certamente una cosa professionale; ora molti di voi sapranno che di solito Nikon è difficile che faccia l'apripista ed anche questa volta attese sino al 1988, qundo alla fine presentò il suo QV-1000 C Iniziamo, intanto era se si voleva un' apparecchio completo sotto il profilo professionale, sia come qualità di ripresa che di trasmissione, i fotogrammi erano salvati su floppy disk, una novità per l'epoca, le ottiche erano native due, e era contemplata la possibilità di utilizzare quelle del normale corredo. Questa è la copertina del Volume sul Centenario, con tutti i loghi di Nikon dal primo all'ultimo, bello e interessante poter vedere la diversificazione durata ben cent'anni. E questa è la fotografia che appare sul volume, come vedete vi è tutto ma quello che conta a mio parere.. è lo stato, sembrano appena usciti dalla linea di montaggio.. e sono funzionanti. Una vista di tre quarti frontale Ed infine la parte posteriore in cui si vede il famigerato ( ora.. ) Floppy disk, chissà quanti sono che hanno sul loro computer un lettore simile, penso pochi. Continuiamo con il nostro sistema, il costo si aggirava sui 15.000 $, il sensore era da 380.000 punti ed era CCD da 2/3"; le ottiche erano marcate SV l'otturatore poteva variare dal 1/8 " ai 1/2000", vinse anche il "Good Design Award" nel 1989, l'adattatore delle ottiche si chiamava QM-100, le immagini salvate sul floppy disk potevano essere trasmesse con l'apparecchio QV 1010 T, insomma per l'epoca era un gran bel corredo, spero di aver messo almeno il minimo sindacale.. ......................................................................................................................... Questa fotocamera digitale è stata presentata nel 1996, ed è frutto di una collaborazione tra Nikon e Fuji, che poi diversi anni dopo aver acquisito una buona esperienza si approderà alla D 1, la quale sarà il frutto interamente di Nikon e dopo quella.. beh, la storia bene o male la sapete tutti, o quasi; ma torniamo alla : EN 2 Il corpo macchina ha come sensore un CCD da 2/3" con una densità di 1,3 Mp, all'epoca erano tanti.. ( chissà se il nostro MM avesse in mano uno strumento simile.. me lo vedo ) all'interno del corpo macchina vi era una serie di lenti condensatrici visto che gli obbiettivi erano da 24 x 36. Autofocus TTL a rilevazione di fase e il chip era il AM200, esposizione a 5 segmenti Matrix, con la possibilità di funzionare in spot otturatore da 1/2000 a un 1/2 sec. le immagini venivano salvate su una PCMCIA, il tutto pesava circa 1,75 Kg , non conosco il costo ma non doveva essere certamente un regalo. La fotografia qui sopra è del volume sul centenario, ed anche questo elemento spicca per sembrare " Nuovo " Nei prossimi giorni metterò altre delucidazioni, buona lettura.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...