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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/11/2018 in tutte le aree

  1. Dopo poco più di un mese di utilizzo della Nikon Z 7 ed un migliaio di scatti, scrivo le mie osservazioni, anzi meglio i miei primi appunti sul viaggio intrapreso con la nuova creatura e l’obiettivo 24-70/4 S (presente nel Kit), note da utilizzatore non professionale, ma molto molto normale. Premetto che quanto già scritto già da Mauro (Z 7) e Max (Z 6) è “SCIENZA" ed anche più comprensibile del manuale d’uso, anche se la lettura di quest’ultimo resta necessaria. Io con questo blog ho buttato giù due righe terra terra, attesa la differente esperienza e professionalità, oltre alla diversa mole di scatti effettuati con Z 7 dal sottoscritto (la mia non ha ancora completato il rodaggio) e da Mauro. La sua, se fosse un’auto, avrebbe già sostenuto il primo tagliando. Ergonomia: la macchina cade in mano bene, le dita stanno comodamente sull’impugnatura ed anche lavorando a lungo con il 70-200/4 più FTZ (non ho ottiche più lunghe e neppure più pesanti), l’insieme non stanca, seppure la ghiera delle focali non sia posizionata nella parte anteriore a quella del fuoco, come nelle ultime creazioni. Mentre con il compatto 24/70 è una meravigliosa compagna di viaggio. Sarà perché ho le mani lunghe ed affusolate, ma per me le dimensioni sono giuste. D’altronde io mi sono trovato benissimo con l’F.3 e pure bene con la Df, come non potevo trovare confortevole anche la Z 7. Riporto le misure dei tre corpi per giustificare quanto sopra detto: F3 – 148,5x115x7,1 Df – 143,5x110x66,5 Z 7 – 134x100,5x67,5. Come si può notare le differenze sono minime, specie in altezza e profondità. Mirino: è semplicemente eccezionale, chiaro, grande, nitido. Sembra un mirino ottico che però non si scurisce quando fa buio. Inoltre, la sua conformazione (sporge circa 2 cm. dal corpo macchina), consente ai portatori di lenti ed a quelli come il sottoscritto che inquadra con l’occhio sinistro ed è pure dotato di una discreta proboscide, di vedere comodamente il 100% dell’area inquadrata e di lavorare con il pollice della mano destra senza colpire il naso o la lente degli occhiali. Da questo punto di vista il mirino è superiore a quello già ottimo della D850 (sempre per coloro che hanno i soliti miei problemi nell’inquadrare, per gli altri è eccezionale). Una nota negativa riguarda l’orizzonte artificiale, che seppure a colori e facile da mettere in bolla, invade completamente il centro del mirino ed ostruisce in maniera significativa la scena inquadrata. E’ utile solo per livellare la macchina sul cavalletto. Avrei preferito che fosse stata adottata la soluzione utilizzata per la D850, dove abbiamo due cursori ai lati del mirino che non danno alcun fastidio ed utilizzabili anche a mano libera. Posto le foto dei mirini (quello della D850 ripreso dal manuale) per rendere meglio l’idea. Z 7 D850 - I riferimenti della livella sono i n. 1 e 5 Quindi, per evitare le linee cadenti operando a mano libera con la Z 7 è adoperabile solo il reticolo. Comandi principali e tasti funzione: dopo i primi scatti ho cercato di assegnare ai tasti programmabili tutte le mie funzioni preferite, cercando di riportare, seppure lontanamente, la funzionalità della D850. Utile è anche il menù selezionabile con il tasto “i”, anche se la manovra non è così immediata ed ancora stento ad operare correntemente, tanto che ricorro ai tasti funzione anteriori (facili da usare), a quelli posti vicino al pulsante di scatto (ho programmato anche quello destinato a video) e quelli posti sul retro, limitatamente al Joystick, al pulsante AF/ON e DISP. Gli altri con l’occhio sinistro al mirino non sono molto comodi da utilizzare. La torretta di sinistra non è confortevole e rapida come quella della D850, però lavorando quasi sempre in manuale, la uso poco. Comunque, è utile la selezione “U1/U2/U3”, dove si può personalizzare le impostazioni più diverse senza lavorare con i menù. Ad esempio ho settato sulla posizione “U1” le impostazioni che uso quando metto la macchina sullo stativo, per cui ho disattivato il VR interno alla macchina, ho impostato l’automatismo a priorità di diaframmi e la sensibilità ISO in manuale (64). Tale sistema mi consente con un solo clic di settare la macchina senza dimenticare qualche variazione necessaria quando uso il treppiede e con un altro clic torno ad operare a mano libera con le impostazioni preferite. Autofocus: Dell’autofocus dico solo che mi manca la messa a fuoco a gruppi, non ho ancora capito con cosa sostituirla, per il resto occorre leggere quanto già scritto da Mauro, ma per me è già ottimo così. Infatti, utilizzo raramente la raffica, in quanto i miei soggetti sono per lo più statici o non veloci (auto d’epoca), per cui non ho incontrato problemi. Le rare incertezze che per ora ho potuto verificare, le ho notate puntando il cursore dell’autofocus sui cofani delle auto, specie quelli piatti senza modanature. Comunque, è stato sufficiente spostare il punto di fuoco sulle intersezioni fra il cofano e il parafango o il frontale ed il gioco è fatto. Peraltro, una delle qualità sufficienti all’acquisto di tale macchina, è la possibilità di mettere a fuoco da un angolo all’altro del mirino, senza dover spostare l’inquadratura, bloccare la messa a fuoco, ricomporre l’inquadratura e scattare. Qui basta spostare il cursore con il joystick, mettere a fuoco il soggetto ed il gioco è fatto. Buffer: non parlo del buffer perché non scatto a raffica, ma ho notato, scattando in raw a monitor con Lexar 2933, che la spia di segnalazione della registrazione della foto si illumina solo per un battito di ciglia. Modi di scatto (otturatore elettromeccanico o elettronico): quando scatti la macchina non vibra neppure con l’otturatore meccanico, che è dotato pure di un suono molto soft ed usabile perfino a teatro. In modalità silenziosa è notevole. A proposito di quest’ultima modalità operativa, mi auguro che i progettisti quando installeranno sulle future mirrorless solo l’otturatore elettronico, inseriscano la possibilità di abbinare allo scatto un suono simile al rumore dell’otturatore meccanico, magari con il volume del “clic” regolabile. Inoltre, grazie alla modalità silenziosa ed alla sua forma, la fotocamera passa abbastanza inosservata, per cui tenendola ad altezza ombelico con il monitor leggermente aperto, si scatta che è una meraviglia senza destare sospetti o curiosità. stand-by: Una cosa particolare e un po’ fastidiosa è quando la macchina va in stand-by, perché non operativa. In questo caso il tempo di riattivazione è superiore a quello, brevissimo, che occorre passando da “Off” ad “On” con l’interruttore posto a corona del pulsante di scatto. Per ottimizzare i tempi morti dello stand-by, come ha già suggerito Mauro, basta avere l’accortezza di premere leggermente il pulsante di scatto o più comodamente il tasto “af/on” a portata di pollice e nel mentre si porta all’occhio, la Z 7 è già attiva. Tengo, tuttavia, a sottolineare che se perdo una foto è solo per colpa mia non della macchina. Batteria: La batteria in dotazione prima di chiedere di essere sostituita ha fatto 750 scatti, con un uso intenso del monitor, dello scatto silenzioso e di numerose foto eseguite con alti ISO. L’obiettivo: per ora il solo Nikkor Z 24-70/4 S Line del Kit. E’ un ottimo zoom direi pari al mio Sigma 24-35/2 anche se paga due stop di luminosità. E’ compatto, silenzioso e rapido nella messa a fuoco. Di seguito posto alcune immagini ed i relativi ingrandimenti di particolari al 100%, dove si può notare la nitidezza dell’ottica anche ai bordi. Speriamo, comunque, che i prossimi zoom non mantengano la necessità di essere sbloccati per attivare la ripresa, come accadeva anche con gli zoom della serie One. E’ solo un’inutile passaggio in più. Aston Martin Le Mans del 1933 (Focale 26,5 - F. 5,6 - ISO 1800 - 1/100) Crop 100% Aston Martin DB4 del 1959 (focale 41 - F. 5,6 - ISO 280 - 1/100) Crop 100% Ferrari 365 GTC 4 del 1971 (Focale 53 - F. 5,6 - ISO 140 - 1/100) Crop 100% Stand Porsche – auto restaurate in attesa di premiazione (Focale 28,5 - F. 5,6 - ISO 320 - 1/100) Crop 100% Motore Ferrari V12 Tipo 125 di 2953cc montato su una Ferrari 250 GT Boano del 1956 (Focale 24 - F. 5,6 - ISO 5000 - 1/100) Crop 100% Alfa Romeo Giulia Sprint Speciale del 1964 (Focale 70 - F. 5,6 - ISO 720 - 1/100) Crop 100% Maserati 3500 GT del 1960 (focale 48 - F. 5,6 - ISO 640 - 1/100) Crop 100% Motore Maserati 8V 4200 del 1963 che equipaggiava la Maserati Quattroporte del 1963 (Focale 29,5 - F. 5,6 - ISO 7200 - 1/100) Crop 100% Le foto sono state effettuate tutte a mano libera FTZ: una sola parola, efficientissimo. Non fosse per il rumore del VR del 70/200 non avverti differenze prestazionali. Ottimo anche con il Sigma. La Z 7 è divertente e facile da usare anche in modalità manual focus, ma di una cosa sono certo, non ci monterò i miei cari AIS, che resteranno nella vetrina della mia stanza dei giochi in bella mostra con la F 3. Per cui avanti con lo zoom dedicato, il 24-35/2 ed il 70-200/4 “effetizzati”. Resto, comunque, in attesa che Nikon mantenga gli impegni presi con la roadmap, ad iniziare dal 50/1,8 (previsto per dicembre) e successivamente del 20/1,8 e del 70/200 (previsti per il 2019), per mandare in pensione l’FTZ, seppure stia dimostrando tutta la sua efficacia. Non è previsto nella roadmap, ma confido anche in un 105 micro, per completare le necessità e le voglie. Tramonto a Volpaia (24/70 - focale 24 - F. 5,6 - ISO 160 - 1/100) Tramonto a Volpaia (24/70- focale 70 - F. 5,6 - ISO 200 - 1/100) Vallombrosa - la foresta (24/70 - focale 64 - F. 5,6 - ISO 64 - 15 Sec.) Limone selvatico (70/200 - focale 200 - F. 5,6 - ISO 64 - 1/320) Fiore di Cardo selvatico (70/200 - focale 200 - F. 5,6 - ISO 560 - 1/160) Loc. Casa Maggio (70/200 - focale 120 - F. 5,6 - ISO 64 - 1/160) Evoluzioni di storni (70/200 - focale 70 - F. 5,6 - ISO 640 - 1/160) (70/200 - focale 70 - F. 5,6 - ISO 400 - 1/160) (70/200 - focale 70 - F. 5,6 - ISO 560 - 1/160) (70/200 - focale 70 - F. 5,6 - ISO 640 - 1/160)
    6 punti
  2. Come ho scritto altrove, il mio amico Maurizio con cui condivido la mia "altra" passione (le arti marziali, ci alleniamo insieme nei weekend) mi ha chiesto di fare un po' di foto durante una delle sue lezioni nella palestra dove insegna (l'idea di un video è stata scartata ) . Mi sono portato la D500, il 17-70 Sigma e il 50mm f1.8 Nikon G (75mm effettivi), Flash Godox 860 con diffusore mini soft box. Ho usato aperture ampie per sfuocare un po' dietro al primo piano, ma non ho potuto fare molto. Logistica: la sala è relativamente piccola, c'è uno specchio a parete, finestre su un'altra parete ed altri elementi che rendevano difficile avere immagini pulite. Luci colorate perchè in altri momenti ci fanno Yoga. Ho per lo più puntato il flash sul soffitto col diffusore e variato gli angoli di ripresa, dal basso e ad altezza normale. Qualche leggero ritaglio di spigoli in qualche foto. Ho fatto molte foto, ma qui presento solo una sintesi, perchè molte sono ripetitive e cambia solo il soggetto. Per lui e i suoi studenti ho lasciato le foto a colori, perchè così le volevano, ma qui le presento in bianco e nero perchè è così che le vedo io, secondo me concentrano di più sulle pose e diminuiscono il disturbo degli elementi estranei. Ho voluto enfatizzare soprattutto l'interazione fra i praticanti ed il ruolo del maestro. Qualche immagine più grandangolare per evidenziare l'attività del gruppo. Come si vede l'ambiente è un po' articolato. Nota bene: "Il" Maurizio non sta dando una bastonata in testa alla praticante, sta solo aiutandola a tenere bassa la posizione della mano nell'esecuzione segnando l''altezza massima da raggiungere I due con la sfera stanno facendo esercizi di base. Spiegazione e correzione di tecniche. Lo sforzo mio era di tagliare spigoli e porte... Pratica a coppie sia con focali più da ritratto.. Che più ampie Spiegazioni di tecniche un po' più dinamiche, interazione un po' più vivace del maestro. Mi sono posizionato in asse con il praticante (quello coi capelli neri) per evitare il riflesso del flash nello specchio. Critiche, consigli, domande sul perchè o il percome, è tutto gradito. Naturalmente ho avuto il permesso di pubblicare le foto da tutti i partecipanti. PS Paradossalmente lo ...scantinato dove ci alleniamo noi due si presta molto meglio come luci
    6 punti
  3. Per il mio primo post vi racconto le mie prime esperienze di escursione fotografica wildlife, tra le montagne della Val d'Aosta, a caccia di camosci!Ho la fortuna di conoscere Massimo Vignoli di persona, che mi ha guidato in questa mia prima volta e da cui ho imparato moltissimo.Quindi sveglia alle cinque e partenza per la Val d'Aosta! All'arrivo il tempo era insolitamente caldo, per cui si è optato per viaggiare leggeri e lasciare le ciaspole in macchina. La prima salita ha dimostrato la mia forma fisica abbondantemente precaria, tanto che dopo poche centinaia di metri già i polpacci avevano deciso di smettere di collaborare, e il peggio doveva ancora venire! Dopo neanche una mezz'oretta si inizia a vedere neve e dopo pochi altri minuti si vede solo quella... Ovunque, mezza sciolta dal caldo e fino al ginocchio, con ogni passo si sprofondava e con quello successivo cedeva ulteriormente, raddoppiando lo sforzo. Dopo oltre 4 ore riusciamo ad arrivare in cima stremati, ma ce l'avevamo fatta! E lo sforzo ci ha ripagato con qualche splendido esemplare, che evidentemente ha voluto premiare lo sforzo, mostrandosi vicino senza doverlo andare a cercare, anche perché... Non avremmo mai potuto fare un altro passo! Ma ormai il tempo era poco, la neve alta, gli altri camosci ben nascosti, quindi poche foto ed era già ora di prendere la via della discesa, che si è dimostrata sicuramente meno stancante, ma con la neve sciolta non è stata comunque una passeggiata.Una volta a casa c'è stato un pò di disappunto rivedendo le foto, troppi errori sciocchi, di messa a fuoco, di impostazioni della reflex... La stanchezza e l'aria rarefatta forse hanno giocato un tiro mancino, forse semplicemente l'emozione era troppa. Man mano che la stanchezza passava, aumentava la voglia di tornare nuovamente lassù, per cui alla fine abbiamo organizzato anche per il weekend successivo.Sveglia nuovamente alle 5 e via pronti a partire nuovamente! Questa volta il tempo era meno aperto, faceva un po' di nevischio, ma durante la settimana aveva fatto relativamente caldo, per cui anche questa volta niente ciaspole. Inoltre abbiamo fatto un percorso leggermente più lungo, ma anche meno ripido, che non ha convinto troppo i miei polpacci, ma complice la neve ben più ghiacciata in circa 2 ore e mezza eravamo già su, pronti per poter abbandonare il sentiero e lanciarci verso la vera "caccia".Ma la fortuna non era particolarmente dalla nostra, quindi dopo aver avvistato un gruppo di stambecchi, cercando di avvicinarci un nuvolone si piazza proprio intorno a noi. E siccome non c'era vento, il nuvolone ha pensato di tenerci compagnia per qualcosa tipo 4-5 ore, impossibilitandoci non solo di fotografare, ma anche di muoverci, con il freddo che penetrava sempre più attraverso le scarpe, i guanti, i vestiti. Momenti in cui le speranze ci stavano abbandonando.Ma proprio quando stavamo per cedere, all'improvviso le nuvole spariscono e lasciano spazio ad un sole bellissimo e diversi camosci intorno a noi! Abbiamo valutato la possibilità di tornare anche con il buio e ci siamo lanciati in altre foto, regalandoci scorci mozzafiato, animali stupendi, paesaggi emozionanti e persino una luna gigante che fa capolino dietro la cima di una montagna. Alla fine, sazi dell'abbuffata siamo tornati giusto in tempo per attraversare il bosco con la sola torcia ad illuminare il cammino, stanchi ma felici.Queste sono alcune delle foto scattate, e anche se sono il primo a dire che non sono le più belle mai viste, non è importante, perché sono le mie, scattate durante un'esperienza spaziale, che non vedo l'ora di ripetere nuovamente. Inoltre l'esperienza mi ha permesso di imparare con sul campo diverse cose. Per esempio:- la montagna la devi conoscere, non si può improvvisare. Siamo partiti con il sentiero pulito e ben tracciato, ci siamo ritrovati in un mondo di neve in cui tutto era ricoperto. Se non fosse che Massimo riusciva ad orientarsi e sapeva dove mettere i piedi, saremmo ancora lì dispersi... Inoltre bisogna anche sapere quali attrezzature portarsi, non può bastare la voglia e un paio di sneakers.- come approcciarsi agli animali: bisogna sapere come fare, mantenendo distanze di sicurezza, facendo capire il disinteresse attraverso il proprio comportamento, tutte cose che magari sulla carta si sanno a menadito, ma quando poi si è lì è tutto un altro paio di maniche da mettere in pratica, tra la foga, la stanchezza, la neve e i saliscendi.- ma soprattutto: mai mollare. Dopo 4 o 5 ore nella nebbia e nel freddo le speranze iniziavano davvero a vacillare, ma se non fossimo rimasti fino alla fine non avremmo avuto le occasioni che poi si sono presentate. Insomma è proprio vero quanto si dice: se ci sei può andare male, ma se non ci sei diventa una certezza.
    2 punti
  4. Anche io “no, non credo”. Ho provato la Z7 e sono rimasto deluso ed insoddisfatto. Temo che la Z6 mi lasci la stessa delusione ad un prezzo inferiore. Per me serve la prossima generazione, almeno. E anche io sto pensando di comprare la D850, per aggiornare la D810.... che però nell’ambito di utilizzo che le riservo mi piace ancora un sacco... Ma la verità più vera è che voglio fotografare l’ Orso polare, il mio prossimo acquisto fotografico sarà comprarmi una cabina in una rompighiaccio, per me 10.000€ spesi meglio dei 4.000€ per la Z! Ma io sono io e capisco di essere fuori media, lo sono da quando adolescente ho letto “Avere o Essere” di Erich Fromm.
    1 punto
  5. Con la raffica forse ma con l'AF è improbabile.
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  6. Forse non così alla lunga. Già oggi, chi voglia un 50mm Nikon di prestazioni finalmente elevate o un 24-70mm di prestazioni finalmente adeguate (specie al prezzo proposto) non ha alternative nel mondo reflex : ha da comprà una Z !
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  7. ed è quella la cosa che farà alla lunga la differenza tra l'attuale dotazione ottica Nikon F (non ....per Nikon F) e la futura Nikon S per Z
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  8. Grazie Gianni. Io sono molto contento che tu abbia voluto condividere queste tue considerazioni di esperienza sulla tua fotocamera, perchè sono calate specificatamente sulle tue esigenze che, io credo, siano condivise con molti altri fotografi. E' bello che in questo mondo di omologazione ognuno scelga per le sue specifiche esigenze e non per emulare qualcun altro. Nikonland dovrebbe servire proprio a questo. Quello che non mi spiego é perchè non ci siano ogni giorno condivisioni di questo tipo. A tutti : dove siete ?
    1 punto
  9. a fine pomeriggio, 4000 scatti in meno di due ore...: Con buona pace della norma CIPA
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