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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 03/07/2018 in Blog Entries

  1. Voglio raccontare di una fotografia molto difficile che ho fatto, di sicuro la più difficile, o meglio che ho collaborato a fare. Di fatto, dico subito che, pur essendo miei sia la macchina che l'obiettivo utilizzati, il 99.99% del merito di questo scatto va al mio amico Fabrizio. Ed in ultima analisi, l'intero post è un ringraziamento al mio amico per l'emozione che mi ha fatto provare e per quanto mi ha fatto vedere circa le tecniche necessarie a realizzare immagini come queste. Ricordo che anni fa, su Nikonland 1.0, ci fu una lunga ed articolata discussione sul tema della fotografia attiva o passiva. Nella discussione si dibatteva del ruolo e del merito del fotografo e si indicavano come appartenenti alla prima categoria le immagini "costruite" dal fotografo, che cioè le progetta e le realizza scegliendo con cura ed amalgamando tutti gli ingredienti - cosa che tipicamente avviene in studio. Mentre alla seconda appartengono le immagini per le quali il fotografo ha più un ruolo da spettatore, scegliendo cioè come gestire quello che vede ed a volte procurandosi occasioni che però, in ultima analisi, si verificano in modi indipendenti dalla sua volontà. Questa premessa per dire che questa è indiscutibilmente una immagine che pur sottostando alla volontà ultima della natura - l'allocco ritratto è assolutamente libero e sceglie dove, se e quando andare - appartiene alla categoria di quelle attivamente costruite dal fotografo che ha sviluppato la tecnica necessaria per realizzarle e dispone della conoscenza naturalistica adeguata a sapere dove e come provare a realizzarle. Premetto anche, argomento sensibile, che il soggetto oltre a essere assolutamente libero non è stato attirato fornendogli prede vive, che l'immagine non è realizzata in un'area protetta e che non è stata realizzata nessuna operazione di fotoritocco oltre al normale "sviluppo" del file RAW. Come detto, c'è molto lavoro da fare, innanzitutto in osservazione per capire, in una zona frequentata da questi animali, qual'è il punto dove realizzare il "set". Set che è composto da numerosi flash, in questo caso 3 - in altri molti di più, installati e regolati nel bosco con un controllo delle luci molto simile a quello che ho visto, e personalmente sto imparando a gestire, in studio. Occorre inoltre una fotocellula per attivare automaticamente lo scatto ed una videocamera di sorveglianza per vedere, dal punto in cui i fotografi sono appostati, che cosa succede. La macchina, in questo caso con un'ottica grandangolare, è messa su treppiede ed il fuoco, pur aiutato dal diaframma chiuso e dall'intrinseca ampia profondità di campo dell'ottica grandangolare, messo a punto con cura. Inoltre occorre avere l'energia per alimentare il tutto, compresa la macchina fotografica che deve stare accesa per tutta la notte in attesa di scattare. Mettere insieme tutto questo è molto complesso e per farlo occorre avere un vero e proprio progetto che consideri qual'è l'azione che si vuol fotografare, quale dimensione ha il soggetto, in quale posizione e distanza si immagina di volerlo ritrarre e da quale direzione nel suo giro notturno debba arrivare. Il tutto deve essere già preparato al pomeriggio in modo che i fotografi, girando per il bosco, non creino disturbo provocando variazioni nelle abitudini degli animali che lo abitano e che possono essere percepite anche da questo notturno. Cosa che, invariabilmente, si tradurrebbe in una lunga ed inutile attesa a vuoto. Ultimo ingrediente è la pazienza. A questa immagine abbiamo dedicato 3 ore di lavoro per configurare il set ed una notte intera ad aspettare nella jeep di Fabrizio, mascherata con diversi teli cerati per evitare di essere visti attraverso i vetri (nella notte la lucetta dentro l'auto è visibile da molto lontano) e collegata al set con 100mt di cavo. Sembra tanto, ma è niente rispetto al lavoro di Fabrizio per preparare tutto questo, imparare le tecniche necessarie e dotarsi della strumentazione - in parte autocostruita - che abbiamo usato. Dopo tante parole, ecco l'immagine. D810, 16-35 AFS VR Massimo 30/6/2018
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