Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/09/2017 in tutte le aree

  1. L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.(Albert Camus)
    2 punti
  2. Alla voce "Giallo" Wikipedia recita: "Il Giallo è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere. Ha la lunghezza d'onda compresa tra 565 e 590 nanometri. È uno dei tre colori primari sottrattivi, insieme al ciano ed al magenta, il suo colore complementare è il blu". Bene. E aggiunge anche che "dal punto di vista etimologico in italiano la parola Giallo deriva dal francese antico jalne a sua volta derivante dal latino gǎlbinum e gǎlbus con significato di "verde pallido, giallo". Benissimo. Il Giallo è il colore dei taxi di molte città, così dipinti per essere più facilmente distinguibili da lontano, degli scuolabus, che così colorati sono più visibili dagli altri veicoli e quindi più sicuri per i bambini che li utilizzano, e di piante e fiori come il girasole, la mimosa e la ginestra. Ottimo. Il Giallo è pure un segnale di avvertimento: nel semaforo avvisa che sta per scattare il rosso, nelle corse automobilistiche indica un generico pericolo e impedisce ai concorrenti di effettuare un sorpasso, e nei pronto soccorso degli ospedali è utilizzato per identificare i pazienti non in pericolo di vita che necessitano di cure immediate. Eccellente. E il Giallo è anche il colore che identifica il genere letterario dei libri polizieschi, gli elenchi telefonici dedicati alle attività commerciali, la maglia del concorrente che guida la classifica del Tour de France, ed è il colore tipico del frutto della banana e dello zafferano. Ok. E allora? Allora niente! Un po' di cultura generale in un blog di fotografia non disdice. Per me il Giallo è semplicemente un colore, per la verità molto fotogenico, che attira la mia attenzione quando scatto fotografie e che mi piace ritrarre. Così, come "divertissement", ho pensato di pubblicare qualche istantanea in cui ne è il principale protagonista o dove ne appare un bel po'. Enjoy. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
    1 punto
  3. Mi hanno chiesto, in relazione allo sforzo profuso per mettere in esposizione le mie foto del Parco Lame Sesia, cosa diamine mi spinge, dato lo scarso interesse registrato e l'assoluta assenza di alcun tipo di ritorno, a filare tanti soldi giù nel gabinetto. Ed allora proviamo a spiegarci. Per cominciare vorrei che vi dimenticaste della fotografia, delle fotocamere, degli obiettivi, di me e di quelli come me. Vorrei che pensaste solo alle persone con cui state bene, ai luoghi in cui siete stati bene, ai momenti emozionanti ma sereni, se non piacevoli, che nella vita avete vissuto. Ecco, ora parliamo del Parco delle Lame del Sesia e del perché da tre anni mi sbatto in modo estenuante per fare vedere, far circolare, le foto che ho raccolto all'interno di questo pezzo di natura selvaggia, dimenticato da tutto e tutti. Ho già avuto modo di raccontare come tanti anni fa ho scoperto, a pochi chilometri da casa, una piccolissima, ma verace, wilderness di pianura, un bosco impenetrabile su una terra paludosa, senza sentieri o strade che lo attraversano, con pochi punti di accesso e, lungo i fianchi del fiume, sterminati greti spacca-gambe. Una volta dentro, nell'ombra degli ontani, ho visto le “Lame”, ampi specchi d'acqua ricchi di vita sopra e sotto la superficie, riflettere le nuvole del cielo. Poi ho incontrato gli animali grossi e piccoli che sorprendentemente riescono a sopravvivere in così poco spazio. Infine ho tratto l’amara constatazione che se tutto questo vive e prospera è perché gli appetiti dell’uomo moderno sono rivolti altrove, riguardano esigenze e valori in cui il tronco di un pioppo secolare vale solo il peso della legna per il camino. Ho capito allora come l'esistenza di questo luogo sia intrinsecamente fragile, appesa ad una legge regionale di 40 anni fa e basterebbe una piccola variante di piano regolatore, per superiori ragioni di “interesse comune”, a stravolgere irrimediabilmente un ecosistema già troppo piccolo. E nel silenzio, nel disinteresse generale, in brevissimo tempo andrebbe distrutto ciò che la natura ha ricostruito in circa mezzo secolo di azione indisturbata. Io non v oglio perdere questo capolavoro di alberi scomposti, rami caduti, siepi di more, cascate di fiori di acacia, letti di funghi “chiodini”, di incontri fortuiti con volpi e lepri, e faccia a faccia con lucci e tinche, no, non ci sto proprio e finché posso farò quanto mi è possibile affinché questo non accada. Ed allora parlo, scrivo, fotografo, mi sbatto per far conoscere, per spiegare cosa c’è di meraviglioso in un territorio che fa a meno dell’uomo, lo accetta come pari, lo accoglie secondo le regole della foresta, un luogo che già solo nell'azione molesta delle zanzare ci restituisce alla dimensione atavica di anello della catena alimentare. Di posti come questo in Italia ne son rimasti ben pochi ed in pianura padana ancor meno, perciò quei soldi, quei quattrini che sperpero in stampe che in pochi vengono a vedere, il tempo che trascorro a montare e smontare quadri, i giorni di ferie impalati a cercare le cornici giuste, a ben guardare sono una scommessa e un investimento sul mio prossimo, sono un atto di fiducia di un inguaribile ottimista che spera ci sia in giro ancora qualcuno che sa ascoltare. Bene, e adesso se ne avete ancora voglia, parliamo anche di fotografia.
    1 punto
  4. Buonasera a tutti. Solo ora posso comunicare che sabato 9 settembre alle ore 17 presso il Museo Civico di Storia Naturale verrà inaugurata la mostra "Immagini di un Eden in miniatura", fotografie del Parco delle Lame del Sesia Mi sono permesso di segnalare all'ultimo momento perchè ho finito di piazzare le foto solo oggi pomeriggio alle 14.00 e fino a quel momento non ero mica certo di riuscirci Nulla di nuovo per i vecchi amici nikonlander che hanno già avuto modo di vedere le foto del qui presente squinternato fotografo e mirabilmente stampate e rese eccellenti dall'amico Michele di Slowprint (che nono smetterò mai di ringraziare). Per chi invece non aveva avuto modo di gustare le stampe su carta Hanemule semimatt ad elevata grammatura consiglio di fare un salto a Novara, in pieno centro, in pratica sotto la cupola dell'Antonelli, vedere una piccola e oggi graziosa città di provincia, visitare un museo di storia naturale piuttosto curioso, comperare i biscottini Camporelli (che i pavesini ci fanno una pippa) e vedere cosa ha raccolto negli anni un nikonlander abbruttito dalla passione per la natura e per la fotografia. un saluto e grazie a tutti quanti
    1 punto
  5. che era uno degli Aristogatti vero? grazie Zeb, vorrei pure riprendere a fotografare ... tra un po'
    1 punto
  6. Scusate.. ho imbrogliato un pochino le carte... lo sarebbe divenuto, sarebbe meglio dire; ma a mio modesto parere penso che la Direzione Generale del forum, non abbia problemi a dare purtroppo post - mortem, questa qualifica.. il personaggio che io reputo il più famoso.. il più tutto è: il sign. WALTER BONATTI perché Nikonlader? per il suo operato con macchine Nikon che hanno sfiorato l'inconmensurabile... provate a pensare... sei da solo, nelle foreste e nei luoghi più estremi ma.. ala tua F con la terna di ottiche fisse e a volte pure il 500 a specchio.. te le porti con te... il 31 luglio del 54.. dette un contributo basilare a chi, raggiunse la vetta del K2, ma purtroppo per meschinità veramente deplorevoli, lo accusarono di ben altro.. e, ci vollero oltre mezzo secolo per ristabilire la verità nei suoi sommi capi. ma adesso vorrei farvi vedere qualche fotografia del nostro.. nel 1964, Bonatti si sciroppò ben 2500 km in canoa in Alaska, questa è la lista di quanto si portò a spasso... ovviamente da solo, e poi parliamo del Valerio.. ma il Valerio quando viaggia per fotografare è una piuma in confronto qui siamo in Alaska, il nostro utilizzava diversi trucchi, beh.. scatti o a filo o radiocontrollati, per fare le foto che faceva.. già era un problema per noi mortali il salire.. ma portarsi appresso anche le ottiche Nikon con i loro contenitori in cuoio.. quanti di noi, si sono fatti la barba utilizzando un 500 cata... tutti penso.. in questa si vede il bello.. un varano a poca distanza, nell'inquadratura il Walter è presente e, ovviamente fuori campo la seconda macchina su cavalletto per fare lo scatto generale.. beh non deve essere ne facile e ne semplice. ancora il varano mentre attraversa un corso d'acqua con la F al collo ancora in Alaska su un lago ghiacciato Ande, Machu Picchu nella Nuova Guinea, a fatica si legge la F sul prisma in piedi su una roccia , isola di Pasqua, ed anche in questa come in tutte... scatto a distanza. qualche parte dell'india, siamo nel 1954 assieme ad alcuni componenti la spedizione al K2 come sopra ma la novità di questa sera almeno per me, è stata di aver ritrovato lo spezzone di negativo a colori con appunto Bonatti, sono le ultime due.. lo avevo cercato per mare e per terra.. senza ovviamente trovarlo, e dov'era?? ma dietro il frontespizio di un suo libro che è pure autografato da lui.. sono contento.. spero che questa carrellata non vi abbia annoiato. buona notte a tutti. PS. salvo le ultime due immagini, tutte le altre sono state scansionate da volumi in mio possesso per il pezzo. ................................................................................................................................................................................... Pochi giorni or sono, mi è arrivato un pacchetto, è stato in giro nei meandri oscuri oscuri delle nostre PT per quasi un mese, ma alla fine è arrivato.. un vecchio libro 17 x 25 carta patinata pesante, 250 pagine e ricco di fotografie e, di un'altra cosa che ormai assieme alle fotografie è merce rara.. le cartine dei percorsi, alcune fatte da lui.. Per me il bello.. sono le fotografie e le cartine, cose che ormai da tempo gli editori non inseriscono più, oltre è chiaro alla qualità della carta, quella della stampa.. beh è perdente con l'attuale.. ma i tempi erano differenti.. il testo, parola più parola meno è sempre quello.. ma la differenza sono le immagini, anzi.. invito i vari Bonattiani di NL , se non lo hanno cercatelo, lo si trova ancora abbastanza facilmente a dei costi umani.. Parallelamente ho fatto una ricerca sul volume G4, ma... per me è inarrivabile.. oltre 150€ mi sembra un'esagerazione.. mi accontenterò di farmelo prestare... Vabbè... vi ho tediato ancora con ricordi ormai per la maggior parte sepolti.. ora, dovrò finire il pezzo delle Coolpix.. quanto dovevo procurarmi.. l'ho fatto.. roby c4 ............................................................................................ Oggi è il 13 settembre, sei anni fa.. iniziavi a correre e salire monti a noi sconosciuti.. poi, un paio d'anni dopo ti raggiunse Rossana.. dai Walter... sei il primo, e nei cuori di tanti di noi..
    1 punto
  7. Questo mio scritto vuole essere solo una breve descrizione di quanto sperimentato sul campo durante il mio primo safari fotografico. Avendo deciso di fare questo viaggio mi sono rapidamente reso conto di avere bisogno di una lente a lunga focale per non ritrovarmi in difficoltà una volta sulla jeep. In effetti, posso anticipare che ci sono momenti nei quali anche 400mm ( su Full Frame ) rischiano di diventare pochi. Anche se poi la tecnica ci insegna che le lunghe focali non servono a fotografare lontano ma a riempire il fotogramma... Avendo una Nikon D800 ho cercato tra le varie possibilità offerte e subito la scelta si è ristretta a poche lenti, ancora più ristretta dopo aver verificato i costi di acquisto. Insomma, incoraggiato anche dai test fatti qui su Nikonland, ho deciso di prendere il Sigma 100-400. Oltretutto il più leggero e compatto nel lotto dei contendenti. Una volta in viaggio ho, forse anche forzatamente, utilizzato il Sigma per ogni genere di inquadrata, più volte a discapito del Nikon 24-120 f4 che copriva la parte "corta" del mio corredo. Quindi, a seguire, trovate tutte immagini scattate con la D800, senza uso di filtri fisici, ma solo postprodotte con Lightroom sl mio Mac. IS0 1250 - 1/2500sec - 400mm - f6,3 ISO 1250 - 1/4000 sec - 100mm - f5,6 ISO 1250 - 1/2000 sec - 400mm - f6,3 ISO 1250 - 1/8000 sec - 220mm - f6,0 ( LEGGERO CROP ) ISO 800 - 1/2500 sec - 400mm - f6,3 ( LEGGERO CROP ) ISO 800 - 1/1000 sec - 400mm - f6,3 ISO 400 - 1/1250 sec - 400mm - f6,3 ( CROP SOSTANZIOSO QUASI A FORMATO DX ) ISO 400 - 1/2000 sec - 112mm - f6,3 ISO 400 - 1/500 sec - 400mm - f8,0 Commenti ben graditi.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...