Vai al contenuto

Parliamo di street?


Messaggio aggiunto da Silvio Renesto

Sposto qui un discorso nato da commenti ad una mia foto così così, per stimolare la discussione, meglio se corredata di immagini "nostre" su come intendiamo e perchè ci piace la foto di street (mi metto anch'io perchè sono fra quelli a cui piace, mi appasisona e vorrei  esserne capace).

Benchè la discussione sia aperta a chiunque e a qualsiasi considerazione, pregherei chi non ama lo street , non lo pratica e non gli interessa saperne nulla, di evitare interventi denigratori o polemiche sterili, che non portano nulla alla discussione.

 

  

Messaggi raccomandati

  • Nikonlander Veterano

Rispondo al nostro amico Pedrito e poi mi taccio. Le mie affermazioni non sono in contraddizione. Se debbo aspettare una determinata situazione , che questa capiti, ho voglia ad aspettare.

Comunque di situazioni fotografiche che fanno riflettere ce ne sono a iosa. Ne fotografo una quando capita e poi a seconda della situazione, quella foto rappresenterà un tema. Per me questa è una foto  a caso o anche la chiamo, caccia fotografica e voi la chiamate foto di street. La differenza è che io non esco per fotografare situazioni che possano rappresentare un tema. solo se mi capita lo faccio; ma anche voi potreste uscire a fare caccia fotografica, ma se poi non trovate niente, ritornate senza una foto che possa avere un significato. Cio' non toglie che è solo la casualità se poi fate la foto

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Sposto qui un discorso nato da commenti ad una mia foto così così, per stimolare la discussione, meglio se corredata di immagini "nostre" su come intendiamo e perchè ci piace la foto di street (mi metto anch'io perchè sono fra quelli a cui piace, mi appasisona e vorrei  esserne capace).

Benchè la discussione sia aperta a chiunque e a qualsiasi considerazione, pregherei chi non ama lo street , non lo pratica e non gli interessa saperne nulla, di evitare interventi denigratori o polemiche sterili, che non portano nulla alla discussione.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Fatto. :) 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Penso di avere chiarito il mio pensiero,  supportato anche da qualche esempio.  Il tema è senza dubbio interessante, almeno per me. Osservare quel che succede per strada,  le persone che la animano, il gioco delle luci e delle ombre sono tutte cose presentate dal caso,  ma sta poi nel fotografo riconoscerle, coglierle, organizzarle  e dar loro un senso compiuto. In questo si esplica la sua sensibilità e la sua conseguente azione   che si concretizza, appunto,  nella foto. 

Qualche piccolo esempio:

_DSC4498.thumb.jpg.9895080db69d5e77cc72b42c79a22502.jpg 

 

_DSC4513.thumb.jpg.734e6c3b07f53d0adfc009a9c569b806.jpg

1981_01.thumb.jpg.186d145a9cfaba873ff6364e259f1d88.jpg

  • Mi piace ! 2
  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander

Concordo con Nicola.

La fotografia non lascia nulla al caso secondo me, ma naturalmente una certa componente di casualità ci sarà sempre, qualsiasi sia il genere. Ad esempio quando faccio foto di paesaggio scelgo il periodo migliore per avere la luce migliore sul soggetto della foto, e controllo il meteo, a questo punto il progetto è definito, ma una volta sul posto ci sarà sempre una componente di casualità. E per fortuna!

 

Come dice un mio amico c’è differenza tra essere Autori ed Esecutori (cit. Alberto Bregani). La ricerca di un linguaggio personale, di una storia da raccontare ci fa essere autori. 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Amministratori

Che non si offenda nessuno ma pur senza il gusto per la battuta salace tipicamente romana di Bergat, la penso esattamente come lui.

E' solo da questo millennio che la fotografia street è diventata un genere a se stante. Prima era soltanto il caso che la guidava, se capitava a margine di un assignment (servizio fotografico, remunerato o meno, occasione d'altro tipo).
Parlatene con Erwitz e vi dirà la stessa cosa. Perchè è famoso per le sue foto occasionali ma la sua carriera vera è nella pubblicità e nel documentario.

Solo ultimamente se ne è fatto lo scopo delle uscite fotografiche per alcuni.

Ma queste osservazioni non hanno nulla a che vedere con il valore - reale o presunto tale - delle fotografie scaturite da occasioni a margine di un'altra cosa. O da situazioni attese e cercate (tipo le mattinate passate da Berengo Gardin davanti ad un chiosco di una edicola in attesa che arrivasse o capitasse qualche cosa che valesse la pena di scattare).
Né si deve dare addosso a chi la pensa diversamente.

Io, se capita, faccio passeggiate con la fotocamera in mano alla ricerca di qualche cosa di interessante. Ma al 100% insieme agli amici per avere qualcuno con cui chiacchiarere o sedermi ad un bar, e vincere così la noia se non capita nulla di particolarmente interessante che valga una foto valida. Diversamente è addirittura difficile che tiri fuori la fotocamera dalla borsa.

:)

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Si Paolo, ma qui di storie non ce n'è perché sono foto singole prese nel modo più naturale ed avvincente possibile: prendendo su la macchina ed uscendo da casa.

La storia, se proprio la si vuole, salta fuori a valle, dopo, quando si ha in mano il "pescato" ed allora si può scoprire uno spaccato di vita della città, del paese in cui abbiamo soggiornato 15gg piuttosto che due ore. Ci sono archivi storici fatti così, foto che partono dal 1860 fino a ieri.

Il Caso con la "c" maiuscola  è il motore, il piacere della scoperta ed il gusto di selezionarla, comporla, inquadrarla nel brevisdimo istante, irripetibile, in cui si materializza. Un trial divertentissimo che richiede  metodo, esperienza ed anche mestiere(*)

Faccio noto che sta roba qui è alla base del successo della Fotografia. È la ragione della diffusione della Istamatic come degli smartphone. No, non intendo 'sta cacchio di street, ma l'istantanea di famiglia, dei propri  momenti di vita. Da qui il passo è breve.

image.thumb.jpeg.f6eba9851a871cd5769a3b7200a51f9a.jpeg

(*) osservo che chi è chiamatoer lavoro a coprire un evento  non è certo al 100% di cosa trovera'. Si per carità più o meno, sia un concerto, una conferenza, una presentazione di qualcosa, un comizio, i cliché si ripetono (e qui il Mestiere fa la differenza)  ma ciò che rende frizzante e da' piacere nell'affrontare il lavoro è proprio la componente di inconoscibilita' che richiede, pretende, un approccio creativo.

Nella fotografia del "quotidiano", battezzata da qualche idiota americano "street", si affronta a pieno volto proprio l'imprevedibile e francamente io faccio la stessa cosa su per i bricchi, nei boschi e nei fiumi. Non sono persone, ma cose ed animali che a priori non conosco, non so se ne incontrerò. E peggio: se spessi per certo cosa e come potrò fotografare verrebbe meno il gusto della sorpresa e dell'esplorazione.

Bernardo talvolta non si fotografa, si è così, spesso non si porta a casa nulla. Fa niente, domani è un altro giorno.

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Amministratori

A margine dell'intervento di Valerio mi permetto di aggiungere che ciò che cambia nelle vostre differenti concezioni e solo il rapporto da mezzo a fine del fotografare...

Se la fotografia è il fine allora ciò che necessita è IL soggetto.. già da prima di impugnare una fotocamera.

Se fotografare sia invece un mezzo (per un percorso, esplorazione, introspezione, scoperta) allora.... le danze sono aperte, i fuochi accesi, honi soit qui mal y pense

 

...e chest'é !

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Rudolf dice:

Che non si offenda nessuno ma pur senza il gusto per la battuta salace tipicamente romana di Bergat, la penso esattamente come lui.

E' solo da questo millennio che la fotografia street è diventata un genere a se stante. Prima era soltanto il caso che la guidava, se capitava a margine di un assignment (servizio fotografico, remunerato o meno, occasione d'altro tipo).

...

Ma no, anzi, Bernardo ha sollevato un tema che è interessante sviscerare qui.

E' abbastanza vero che la street è diventata un genere a se stante negli ultimi anni e che via via si è affermata una generazione di fotografi che ne ha fatto una pratica nel proprio modo di fotografare.

Ciò significa anche che il "caso" - ammesso che di esso si possa parlare - è  poi sparito dal genere nel momento in cui quest'ultimo viene praticato in modo continuativo e con il fine di ricercare e ritrarre aspetti interessanti della vita di strada.

Però, forse, è meglio chiarire una volta per tutte cosa vogliamo significare con "caso".

Se si intende come una situazione meritevole da fotografare che ci appare  improvvisamente davanti alla fotocamera e che dobbiamo essere rapidi ad immortalare, si può anche essere d'accordo.

Se si intende invece come una serie di soggetti interessanti e del tutto fortuiti che ci capitano davanti per scattare altrettante interessanti fotografie beh, questo non è proprio vero. Perché il caso in questo senso ti può venire incontro una volta, forse due, mentre la capacità di "vedere", cercare, scovare queste situazioni particolari o dei soggetti meritevoli di essere ritratti è un valore che ha il fotografo che pratica il genere, che con il caso non ha proprio nulla a che fare.

E' il piacere della scoperta, la stessa - credo - che Paolo cita quando nelle sue uscite per fotografia naturalistica, ben pianificate, la casualità gli pone di fronte effetti di luci, scorci inaspettati, ecc. che rendono ancora più interessanti i suoi scatti.

E nello street questo aspetto è ancora più importante dato che si tratta di fotografare quasi sempre ciò che non è possibile prevedere o attendersi con ragionevole certezza, e che la capacità del fotografo riesce a cogliere.

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Amministratori
23 minuti fa, Max Aquila dice:

A margine dell'intervento di Valerio mi permetto di aggiungere che ciò che cambia nelle vostre differenti concezioni e solo il rapporto da mezzo a fine del fotografare...

Se la fotografia è il fine allora ciò che necessita è IL soggetto.. già da prima di impugnare una fotocamera.

Se fotografare sia invece un mezzo (per un percorso, esplorazione, introspezione, scoperta) allora.... le danze sono aperte, i fuochi accesi, honi soit qui mal y pense

 

...e chest'é !

Mah, non credo che questo sposti il discorso - che è più legato ad una definizione filologica che ad una cosa concreta come è la fotografia - in un'altra dimensione.

Un reportage fotografico condotto a Ballarò in giorni diversi, durante tutte le stagioni dell'anno, avrà sempre LO stesso soggetto, ma quasi certamente sempre foto differenti.
E il confine tra foto puramente di reportage e di street, nella cernita degli scatti di tutto l'anno, sempre più labile.
Al fotografo presentarle in un modo o nell'altro, secondo la sensibilità del giorno degli scatti o del giorno della selezione, o altrettanto facilmente, delle richieste del committente se ce n'è uno :marameo:

 

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Amministratori
22 minuti fa, Rudolf dice:


E il confine tra foto puramente di reportage e di street, nella cernita degli scatti di tutto l'anno, sempre più labile.
Al fotografo presentarle in un modo o nell'altro, secondo la sensibilità del giorno degli scatti o del giorno della selezione, o altrettanto facilmente, delle richieste del committente se ce n'è uno :marameo:

 

Probabilmente il problema risiede nella difficoltà...a valle, di distinguere il LAVORO di reportage da una jam session di street

Il reportage non è un genere ma una condizione. 

Anche piuttosto specifica: ed è a monte che si può ben distinguere.

Nella volontà di ritrarre Ballarò come soggetto per dimostrare un assunto...qualunque esso sia e sia che esista un committente (lavoro) sia che non ci sia (studio, ricerca)

Se vado a Ballarò con la macchina al collo (e la riporto a casa, senza che sia stato scippato) per vedere che succede...sia che succeda sia che non...sarà stata una bella passeggiata fotografica. Comunque .

(Se poi mi vendo le foto della passeggiata come frutto di una ricerca filologica su Ballarò.. sono solo uno che mente sapendo di mentire. Anche se le foto sono riuscite... come quando si vedono in portfolio foto di ritratto provenienti da stage in studio, spacciate per proprie...)

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Amministratori

Ah...scusate...Ma mi viene in mente una metafora...molto palermitana:

Voi tutti saprete come nella mia città abbondano opportunità di scorpacciate di street-food

timthumb.jpeg.5a3551aee4a4f6b79bd6d1682cb425e5.jpeg

Orbene...cibarsi di street-photography alla lunga produce su fegato e cervello gli stessi effetti che cibarsi per lo stesso lasso di tempo di street-food.

IMHO 🤣

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Max, per restare nella tua metafora un tantino ...indigesta,  come  in tutte le cose c'è buon cibo di strada e junk food, buoni cuochi e gente che frigge delle suole di gomma e te le propina.  Quindi... dipende.

Io trovo che lo street alleni il saper vedere la situazione e cogliere l'attimo. Fosse anche solo questo non sarebbe una brutta cosa. Certamente ci sono milioni di foto di street banali, come ci sono milioni di paesaggi noiosi ecc., e' li che si vede il "manico, ma  come in tutti gli altri generi.

Tornando sul tema:

Distinzioni troppo nette secondo me nuocciono. Ne discutevo ieri sera  con un amico, i confini fra il reportage e lo street (termine più  meno appropriato, non so, basta capirsi) possono anche sfumare a volte altre sovrapporsi, a volte lo street sconfina con l'astratto. Comunque il mio concetto di quella-cosa-lì che possiamo chiamare anche street per intenderci, è quello espresso da Pedrito: individuare dei contesti potenzialmente interessanti e " situazioni particolari o dei soggetti meritevoli di essere ritratti " (cito letteralmente  Pedrito).  A volte saranno situazioni che coinvolgono umani, a volte saranno prive di umani ma con combinazioni di architetture, forme luci, colori o strutture. C'è comunque il divertimento della la scoperta  e l'uso della propria  creatività nello sfruttare la situazione.

E' vero  che ha qualcosa della fotografia naturalistica vagante, nell'accezione di Valerio,  che infatti non piace ad alcuni, per motivi forse simili.

Che poi i fotografi più famosi di street facessero anche o soprattutto altro, non lo nega nessuno.  

Insomma, a me le foto che stanno al confine tra reportage/street/candids/a volte quasi astratte altre semi- costruite,  se belle mi piacciono,  le guardo volentieri e mi piacerebbe saperle fare bene anch'io. 

;) 

 

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Amministratori
5 minuti fa, Silvio Renesto dice:

Max, per restare nella tua metafora un tantino ...indigesta,  come  in tutte le cose c'è buon cibo di strada e junk food, buoni cuochi e gente che frigge delle suole di gomma e te le propina.  Quindi... dipende.

Io trovo che lo street alleni il saper vedere la situazione e cogliere l'attimo. Fosse anche solo questo non sarebbe una brutta cosa. Certamente ci sono milioni di foto di street banali, come ci sono milioni di paesaggi noiosi ecc., e' li che si vede il "manico, ma  come in tutti gli altri generi.

Tornando sul tema:

Distinzioni troppo nette secondo me nuocciono. Ne discutevo ieri sera  con un amico, i confini fra il reportage e lo street (termine più  meno appropriato, non so, basta capirsi) possono anche sfumare a volte altre sovrapporsi, a volte lo street sconfina con l'astratto. Comunque il mio concetto di quella-cosa-lì che possiamo chiamare anche street per intenderci, è quello espresso da Pedrito: individuare dei contesti potenzialmente interessanti e " situazioni particolari o dei soggetti meritevoli di essere ritratti " (cito letteralmente  Pedrito).  A volte saranno situazioni che coinvolgono umani, a volte saranno prive di umani ma con combinazioni di architetture, forme luci, colori o strutture. C'è comunque il divertimento della la scoperta  e l'uso della propria  creatività nello sfruttare la situazione.

E' vero  che ha qualcosa della fotografia naturalistica vagante, nell'accezione di Valerio,  che infatti non piace ad alcuni, per motivi forse simili.

Che poi i fotografi più famosi di street facessero anche o soprattutto altro, non lo nega nessuno.  

Insomma, a me le foto che stanno al confine tra reportage/street/candids/a volte quasi astratte altre semi- costruite,  se belle mi piacciono,  le guardo volentieri e mi piacerebbe saperle fare bene anch'io. 

;) 

 

 

 

fate come credete, ma vi suggerisco di non mettere insieme concetti come reportage ed...effetti come street: sono roba differente.

Per rispetto di chi lavora di reportage e non è per forza incline a cercare il bello, il drammatico o lo spiritoso...per forza (intendo forzosamente accostati come nello street)

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

 Dimenticavo: Max hai ragione nell'altro tuo intervento il soggetto è la base. Ci deve essere un soggetto/situazione interessante. Si deve vedere un'interazione  anche se non necessariamente fra esseri animati. Non è inerente all'ultimo tuo intervento,  che in sostanza mi trova d'accordo, reportage come lavoro e street sono due concetti diversi ) ma lo stavo aggiungendo al mio messaggio precedente  quando mi hai preceduto con il tuo.

 

 

 

 

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Mi piace molto la definizione di "fotografia del quotidiano" di Valerio.

Il genere non è nuovo, qui qualche esempio illustre:

cartier-bresson-hyeres.jpg.d7a6b3592cc93a9e9045ef7e09fba5fa.jpg

brussels_1932_p57.thumb.jpg.9d3c6bb236ec9867eadbc774b49364f2.jpg

mame-arte-Herni-Cartier-Bresson-la-fotografia-parigina-a-palermo-992x562.jpg.30edebbac8e8b0b8e5693aa9728721db.jpg

Certo, dai tempi di Cartier-Bresson il genere si è inflazionato a dismisura fino ad arrivare negli ultimi anni ad una nauseante serialità. Come per tutto, dire qualcosa di interessante è sempre molto difficile.

 

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Giovanni, il "genere" NON ESISTE: è la vita di tutti i giorni, ti pare il caso di definirla Genere? (Porca miseria, ma dobbiamo etichettare tutto)

Okkio che queste foto guadagnano valore nel tempo (e dovrebbe essere ovvio intuirlo) fino a diventare documentazione storica. Provate a cercare le "street" di fine '800 primi anni del '900. Vengono definite "indagini sociali", ma se le guardate sono "street" a tutti gli effetti. Sono le foto dei pionieri della fotografia e non si trattava di professionisti della fotocamera, ma di avvocati, farmacisti, notai. A loro dobbiamo quel minimo di conoscenza di com'era l'Italia di mio nonno appena nato, scusa se poco. Altro che "street", maddai

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Valerio, se vuoi sostituisco la parola “genere” con la perifrasi “questo tipo di fotografie della vita quotidiana”, ma sempre di quello stiamo parlando :D

Poi, se vogliamo approfondire, il “genere” non è certo un concetto nuovo:

I g. artistici possono essere considerati categorie di opere connotate da uniformità tematica: dalla pittura di storia, stimato il g. più nobile dell’arte, a g. minori quali il ritratto, il paesaggio, la natura morta, i dipinti di animali, di battaglie ecc. (Treccani)

Semmai, tornando in argomento, è l’etichetta di “street photography” che è abbastanza raccapricciante.

  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Generi Fotografici, qualcosa che nasce dalla necessità di catalogare immagini:
Fotografia d'arte
Fotografia di guerra
Fotografia di matrimonio
Fotografia di viaggio
Fotografia documentaria
Fotografia glamour
Fotografia naturalistica
Fotografia paesaggistica
e potremmo ancora continuare;
in tutti i casi nella foto si dovrà percepire un soggetto ed il perché è stato fotografato.
A volte serve una descrizione alla foto altre no, poi ognuno si lascia trasportare dall'estro o dai soggetti che più gli piacciono.
Quello che ritengo importante per un fotoamatore è trarre piacere, soddisfazione, e riscontro in quello che si propone di fare con lo strumento che più gli è congeniale.
Ogni fotoamatore può trovare una sua confort zone in uno qualsiasi dei generi fotografici, per il professionista decide il committente ed il genio gioca in un altro campionato.
Questa la mia personalissima opinione.

  • Non sono d'accordo ! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano
4 minuti fa, happygiraffe dice:

Valerio, se vuoi sostituisco la parola “genere” con la perifrasi “questo tipo di fotografie della vita quotidiana”, ma sempre di quello stiamo parlando :D

:D

A parte la disquisizione sull'uso del termine "genere", che mi pare un po' speciosa,  apprezzo anche il post di Valerio.

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Io vedo una differenza, che mi rifiuto di accettare in toto. In una foto c'è sempre un soggetto. Se la fotografia di strada, non è a caso, cio' vuol dire che si attende affinchè  un soggetto appaia e poi dalla foto scattata, si potrà dire se aveva o meno un significato nascosto. Questa per voi non è una caccia fotografica? Per me si, ma onestamente preferisco avere un soggetto già da fotografare, che sia un panorama, o che sia un ritratto di una persona o un gruppo di amici in posa. Capisco però che per voi la macchina fotografica sia uno strumento per esprimere un pensiero, ma per dichiarare che una foto sia pregna di significato, forse è bene dichiarare prima il pensiero e poi fare la foto, altrimenti in qualsiasi banalità puo' trovarsi un recondito significato a posteriori.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Guardando la prima foto mostrata ad esempio da Happygiraffe, il ciclista preso dal'alto con delle scale "escheriane",  io non penso di trovare un significato pregnante, mi appaga la bellezza della composizione, il contrasto movimento del nero con la staticità delle scale. Non è sempre necessario che la foto di strada, o come la si vuol chiamare, faccia ragionare, indignare, commuovere, può farlo e allora va bene. Altre  volte può essere   come un quadro di Kandinskij. O un paesaggio. Contrasti, contrapposizioni  fra masse e punti o fra immobile e mobile,  che creano una percezione appagante.

Il bimbo di Nikolas che guarda il vecchio invece ha un'espressione intensa che crea il legame con la figura nera di spalle. C'è un significato? Sì anche di più, magari uno diverso  per ciascuno a cui piace. A me è venuta in mente la canzone "il vecchio ed il bambino" di Guccini, magari Nikolas non ci ha mai pensato a quel legame. Nell'immediato,   è la tensione emotiva che una foto trasmette a farmela piacere. Questione di composizione e tecnica. Potrebbero esserci altre centomila foto di vecchi e bambini che invece non colgono.

Se devo cominciare a chiedermi cosa l'autore voleva significare con una foto, vuol dire nel 90% c dei casi che non mi ha  "preso".

L'uomo sul ghiacciaio disturba la vista del ghiacciaio, o da' vita all'immagine? A me senza l'uomo direbbe assai  meno.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

a me la foto dell'uomo del ghiacciaio non disturba, ma da contezza della dimensione del luogo e per me ha solo quel significato. Che sia solo non mi dice niente.A destra della foto non inquadrati potrebbero esserci altri 100 turisti e questo penso guardando la foto.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano
6 ore fa, Valerio Brustia dice:

Giovanni, il "genere" NON ESISTE: è la vita di tutti i giorni, ti pare il caso di definirla Genere? (Porca miseria, ma dobbiamo etichettare tutto)

Okkio che queste foto guadagnano valore nel tempo (e dovrebbe essere ovvio intuirlo) fino a diventare documentazione storica. Provate a cercare le "street" di fine '800 primi anni del '900. Vengono definite "indagini sociali", ma se le guardate sono "street" a tutti gli effetti. Sono le foto dei pionieri della fotografia e non si trattava di professionisti della fotocamera, ma di avvocati, farmacisti, notai. A loro dobbiamo quel minimo di conoscenza di com'era l'Italia di mio nonno appena nato, scusa se poco. Altro che "street", maddai

Dire che sono d'accordo con quanto scrivi è oltremodo riduttivo. Non esiste proprio un concetto di "street" men che meno un genere. Io mi ostino a chiamarle "istantanee" perchè raccontano della nostra esistenza, dei nostri costumi, della nostra cultura e della nostra storia. L'immenso Cartier-Bresson ha raccontato un secolo della storia europea. Nei primi anni del secolo uomini che si muovevano a piedi, a cavallo, su un carro trainato da buoi e poi, via via gli stessi uomini che si muovevano in bicicletta, in motocicletta, in auto, sui tram, sui taxi, in metro... era cambiato così tanto in un secolo. Le donne dapprima vestite di stracci che durante quel secolo si trasformano: trucco, tacchi, gonne eleganti.... Cartier.Bresson ha registrato tutto. Il valore del suo lavoro non sono le foto divenute famose, sono tutte le foto che ha scattato, che messe in fila scandiscono un calendario lungo quasi cento anni.

I nostri scatti per strada, al massimo raccontano un momento, una situazione, un bilanciamento compositivo del tutto casuale che vale la pena di immortalare. Ma continuiamo a chiamarle istantanee, un termine che ha un senso compiuto. Magari finiranno anche col piacerci di più (senza voler minimamente ambire ad allargare il contesto al secolo che stiamo vivendo, di Cartier-Bresson non ne nascono tutti i giorni, e neanche tutti i secoli).

Modificato da effe
  • Sono d'accordo 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Nikonlander Veterano

Enrico, solo un dettaglio: di Bresson ce ne sono più di quanti si creda. Lui è stato tra i primi, si è trovato nel posto giusto al momento giusto, ha giocato bene le sue carte (ne aveva di ogni genere) ed ha segnato un passaggio importante della storia della comunicazione. Gli devono molto tutti i fotografi in ogni campo già solo per il fatto che riuscì a far nascere la Categoria (questa sì) del fotogiornalista, non è un dettaglio. Ma ripeto, oggi in giro ce ne sono tanti di occhi buoni ed attenti (Majoli, Pellegrin per dirne due al volo), quello che non c'è più è il contenitore per i loro lavori: non ci sono più i periodici. E qui si apre un discorso che mi sa interessa solo a me :( quindi non vado oltre.  

Link al commento
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

×
×
  • Crea Nuovo...