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L'arte della fotografia è come suonare il violino


M&M

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  • Amministratori

“L'arte della fotografia è come suonare il violino. Devi esercitarti ogni giorno per raggiungere il virtuosismo, e se metti via il tuo strumento e ci ritorni solo qualche volta, la scintilla si perde. È come l'allenamento di un grande atleta"

Jindřich Štreit

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  • Nikonlander Veterano

Tempo fa avevo letto di una frase attribuita a Nureyev, era più o meno così: "dimenticati della danza per un giorno e lei si dimenticherà di te per due!"

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  • Nikonlander Veterano

E' un discorso serio, al di là dell'essere logicamente d'accordo che l'allenamento porta alla perfezione (nei limiti che la natura ti ha dato ;) ) ... esiste ilmomento di  crisi? Ossia a qualcuno capita di avere dei momenti di "rigetto", bisogno di "pausa", non sono proprio il termini giusti,  dei momenti in cui ci si vorrebbe fermare,  e ci si ferma magari per un po', perchè si ha una stanchezza di ciò che si fa oppure  bisogno di qualcosa di altro (non sto parlando di stop da necessità da impegni di lavoro, che sono inderogabili, nè tantomeno di banalità da fotografo domenicale del tipo non ho più gli stimoli, mi serve un obiettivo più così e cosa'), ma di qualcosa di molto personale, una sensazione che vuoi qualcosa  " in più" o di diverso da dove sei arrivato, e non ti basta (o non mi piace più) essere dove sei...  hai bisogno di fermarti  è poi ne nasce qualcosa di buono e riparti. 
In questo caso il paragone sarebbe  più con scrittori e pittori, ma mi pare succeda anche ai fotografi.

NOTA BENE: L'intento non è di raccogliere singoli aneddoti o lamenti su crisi personalino psicanalisi, il mio intento nello scrivere è di proporre (non è OT mi pare) una discussione su questo aspetto opposto dell'impegno che qualsiasi arte richiede, sui suoi effetti,  riflettendo anche sul proprio vissuto, ma in senso oggettivo e  sarei interessato a sapere se è capitato a fotografi di grande fama.

Non so se sono riuscito a spiegarmi  bene.  Se vi sembra un discorso confuso,  non tenete conto della proposta .

 

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  • Amministratori

Si. Il violinista in generale suona gli spartiti altrui, quindi se ha un momento di appannamento, spesso cambia musica e si rimette a studiare, senza mai perdere la mano (ma ci sono state e ci sono eccezioni anche in questo caso, con lunghe pause, durate anche anni, soprattutto da parte di pianisti. E' il caso eclatante dell'uscita di scena per 12 anni di Horowitz tra il 1953 e il 1965.). La maggior parte delle volte, sarà solo lui (o il suo maestro) a capire che qualche cosa non va. Non il pubblico. Ma si tratta più che altro di leggere la musica altrui.

Il fotografo, se è autore delle proprie foto, spesso può incorrere nelle difficoltà di tutti gli altri autori, financo quelli di canzonette.

Questo però non dovrebbe in alcun modo allontanare dal click, perché anche senza fare sempre foto "'d'autore", occhio, organi sensoriali e arti, dovrebbero essere mantenuti in allenamento, senza "inflaccidirsi".
Per poi riprendere quando ritorna l'ispirazione, senza dover ricominciare da zero. La fotografia resta arte pratica e in quanto tale deve essere praticata con costanza.

Ma certo, se uno non è pagato per fotografare e non ne ha più voglia, é libero di fermarsi. Anche a tempo indeterminato.

 

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  • Nikonlander Veterano
7 minuti fa, M&M ha scritto:

Ma questo non dovrebbe in alcun modo allontanare dal click, perché anche senza fare sempre foto "'d'autore", occhio, organi sensoriali e arti, dovrebbero essere mantenuti in allenamento, senza "inflaccidirsi".

Più che vero, e se non si hanno altri modi per coltivare se stessi, per una questione di legame a doppio senso di percorrenza, se si  lascia inflaccidire la periferia, anche il centro (il cervello pensante) rischierà di andare in quella direzione. Cosa da tenere presente.
(A meno di non continuanre a coltivare se stessi in altri modi, ma qui si esce dal discorso strettamente fotografico,  per cui mi fermo).

 

 

Certo che il tema del mantenere un cervello sveglio con l'età grazie all'attività per così dire periferica (fotografia con impegno, modellini, arti marziali, scrittura, birdwatching, free climbing, - avrai notato che  sto citando quelli qui presenti che so che "si" coltivano, ma ce ne saranno altri!), per me è argomento entusiasmante da approfondire.   

 

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  • Amministratori
6 minuti fa, Silvio Renesto ha scritto:

Certo che il tema del mantenere un cervello sveglio con l'età grazie all'attività per così dire periferica (fotografia con impegno, modellini, arti marziali, scrittura, birdwatching, free climbing, - avrai notato che  sto citando quelli qui presenti che so che "si" coltivano, ma ce ne saranno altri!), per me è argomento entusiasmante da approfondire.   

Io non programmavo più dal 2010. Mi sono rimesso a farlo con la scusa del contascatti. Ripartendo da zero su una piattaforma a me sconosciuta.
I concetti di base acquisiti in 40 anni sono rimasti, ma l'allenamento ci voleva. Lo posso garantire.
Adesso spetterà a me mantenere vivo anche questo fronte ma tutto sommato è stato emozionante oggi, pubblicare una APP originale, dopo tanti anni.

 

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Silvio Renesto ha scritto:

E' un discorso serio, al di là dell'essere logicamente d'accordo che l'allenamento porta alla perfezione (nei limiti che la natura ti ha dato ;) ) ... esiste ilmomento di  crisi?

Si, esiste. Più che di crisi - non siamo obbligati a creare - lo definirei di mancanza di stimoli. 

Io su questo sono molto per il take it easy: fai quello che hai voglia quando hai voglia.

Ma ho due "trucchi".
Il primo è stare in equilibrio tra fotografare quello che mi va e non fotografare quando non ho voglia, limitandomi in quei casi a guardare (o a farci qualche scatto con la mente od il cellulare). Ma, per stare centrati sul topic, c'è sempre un tema di capacità artistica ed artigianalità da tenere vive, perché meno fotografiamo e meno siamo effettivamente in grado di realizzare quello che ci piacerebbe. Quindi, soprattutto in periodi di scarsa motivazione, contrapponiamo un circolo virtuoso - che attraverso nuovi stimoli ed esercizio ti riporta su la qualità dei risultati ed insieme ad essa la motivazione - a un vortice di degrado dei risultati, che peggiorano sempre più riducendo frequenza e soprattuto impegno delle nostre sessioni fotografiche, riducendo la motivazione "tanto faccio sempre le stesse brutte foto".

Il secondo è cercare nuovi generi e nuovi modi di fotografarli. Non è un caso se passo dal paesaggio, agli animali, alla macro, al ritratto seguendo quello che periodo per periodo mi intriga di più. E, oltre perché così mi resta viva la voglia di fotografare, lo faccio anche perché il tutto è fotografia e le abilità che acquisisci fotografando un soggetto le riusi fotografando gli altri.

 

 

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  • Nikonlander Veterano

Una tecnica è anche quello di fare dei semplici e non costosi up grade , nel mio caso hanno e continuano a funzionare quando faccio MTB 

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  • Nikonlander Veterano

Infatti chi ci lavora e fotografa spesso anche cose delle quali non gliene può fregare de meno... si presume che abbia un ottima manualità e know how nello sbrogliare situazioni sconvenienti...

Si presume.... perché se entra in gioco il fattore noia allora si spiega come mai anche i professionisti sbagliano, non per mancanza d'allenamento ma per mancanza di entusiasmo.

Io cerco sempre di trovare in tutto quel che faccio lo stimolo per trasformare la quotidianità in qualcosa di nuovo.. non è facile ma con l'allenamento di cui sopra, ci si può arrivare.

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