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Analfabetismo funzionale naturalistico (dedicato a Valerio, che è di quelle parti)


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  • Nikonlander Veterano

Marco Colombo è un bravo naturalista. Un vero naturalista. Anche bravo fotografo. Non so con cosa fotografa, ma non importa.
Riesce a documentare tramite analisi di tracce ed escrementi (anlisi del DNA) la presenza  di Gatto selvatico (Felis sylvestris), quello vero, rarissimo, dalle parti della Val Borbera, Appennino piemontese. La notizia ha una meritata risonanza e viene pubblicata dal Corriere della Sera il 20 agosto:

caracakcat2.jpg.6af01dfcf6ff9591067f5c1cfe78e807.jpg

Tutto bene no? Noooo- Come ha fatto notare lo stesso Marco Colombo con tristezza profonda sulla sua pagina web-  come foto illustrativa  al giornale hanno messo non il gatto selvatico, ma  un Caracal, felino di savana e steppa  tipico dell'Africa e di  alcune parti dell'Asia che non c'entra un Caracayyo col Gatto selvatico. E' anche tre volte più grosso. Forse piaceva al grafico? Forse han preso la prima foto che somigliava ad un gatto? Chi lo sa.

Dopo aver ricevuto (fortunatamente!) una nutrita dose di prese per il carac...ullo da parte dei naturalisti ancora viventi, hanno tolto l'immagine dal sito web, ma è rimasta sull'edizione stampata a beneficio di chi non se ne intende e immaginerà che in Piemonte si può trovare un gatto fulvo dalle orecchie lunghissime... .  


 

PS il Gatto selvatico è così (foto mia), proprio uguale al Caracal...

2006574813_Gattoselvatico.jpg.6c74c647be07f8989647bca748a33481.jpg

Lascio a Valerio (e agli altri fotografi naturalisti qui presenti),  spiegare perchè è una cosa seria. Se ne hanno voglia.

 

 

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  • Nikonlander Veterano

Sono senza parole!

Il gatto selvatico l’ho conosciuto all’oasi di s Alessio mentre il Caracal purtroppo solo nei documentari.

Tu sei un esperto di natura, io solo appassionato di alcune specie, tra le quali i mammiferi, questa è una leggerezza piuttosto grave.

Puoi confondere due felini simili ma in ogni caso documentarsi su ciò che si scrive è un dovere nei confronti di chi non sapendo, acquisisce informazioni errate.

Sara colpa del pressappochismo?

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  • Nikonlander Veterano

L'ho visto solo una volta, da bambino e mi sono cagato sotto. Piuttosto aggressivo l'animale. Da queste parti ci sono ma non si riesce a censirli, sono estremamente difficili da vedere e servirebbe una ricerca mirata. Il mio sospetto è che possa essere aggressivo anche con i propri simili per cui l'accoppiamento diventerebbe un problema, e sarebbe uno di quei casi nei quali il processo di estinzione non viene favorito dal comportamento umano ma dalla natura stessa. Però una specie interessante, non v'è dubbio.

PS - Lo standard dell'informazione è questo: caracal per gatto selvatico. Ora mi aspetto anguilla per serpente a sonagli

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  • Nikonlander Veterano

Io ho visto gente che lo tiene come animale domestico (sempre nei documentari) ma in molti casi si trattano di Caract ovvero incroci tra Caracal e gatto, quando sono giovani non è facile distinguerli, sono comunque animali esotici, tendenzialmente proibiti e comunque grandi felini come il Savannah, chiunque possieda un gatto un po' giocherellone (con indole di cacciatore) sa come può combinarvi braccia e mani, non oso pensare a cosa succederebbe se uno di questi grandi felini (grandi per un appartamento) gli partisse un istinto predatorio anche solo a livello di gioco.

Il mio europeo ancora oggi che ha 11 anni, quotidianamente parte a razzo da sola senza motivo ringhiando per sfogare i suoi istinti, anche se vi assicuro che la faccio giocare parecchio.

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  • Nikonlander Veterano
24 minuti fa, effe ha scritto:

L'ho visto solo una volta, da bambino e mi sono cagato sotto. Piuttosto aggressivo l'animale. Da queste parti ci sono ma non si riesce a censirli, sono estremamente difficili da vedere e servirebbe una ricerca mirata. Il mio sospetto è che possa essere aggressivo anche con i propri simili per cui l'accoppiamento diventerebbe un problema, e sarebbe uno di quei casi nei quali il processo di estinzione non viene favorito dal comportamento umano ma dalla natura stessa. Però una specie interessante, non v'è dubbio.

PS - Lo standard dell'informazione è questo: caracal per gatto selvatico. Ora mi aspetto anguilla per serpente a sonagli

Ti invidio immensamente per averlo visto libero, lo trovo bellissimo.  :o
Però hai ragione. Il gatto selvatico europeo è un animale irascibile, molto solitario e territoriale, accetta il contatto solo con esemplari dell'altro sesso e solo nella stagione riproduttiva, se no tende ad evitare (quelli dell'altro sesso) o a scacciare (quelli del suo sesso).  Non si riesce ad addomesticare.

La sua rarità ed il rischio di estinzione sono  dovuta all'antropizzazione che gli mangia il territorio e, come per il lupo col cane, l'ibridazione con il gatto domestico (che non è suo discendente) .

Sulla qualità dell'informazione scientifica si potrebbe scrivere un libro, ho già raccontato mi pare di quando in un quotidiano hanno tradotto che il corno di rinoceronte è fatto di aria compressa (confuso compressed hair con compressed air) . Può capitare di confondersi, ma  il cervello dovrebbe intervenire.

12 minuti fa, Dario Fava ha scritto:

Io ho visto gente che lo tiene come animale domestico (sempre nei documentari) ma in molti casi si trattano di Caract ovvero incroci tra Caracal e gatto, quando sono giovani non è facile distinguerli, sono comunque animali esotici, tendenzialmente proibiti e comunque grandi felini come il Savannah, chiunque possieda un gatto un po' giocherellone (con indole di cacciatore) sa come può combinarvi braccia e mani, non oso pensare a cosa succederebbe se uno di questi grandi felini (grandi per un appartamento) gli partisse un istinto predatorio anche solo a livello di gioco.

Il mio europeo ancora oggi che ha 11 anni, quotidianamente parte a razzo da sola senza motivo ringhiando per sfogare i suoi istinti, anche se vi assicuro che la faccio giocare parecchio.

A Milano ne hanno sequestrato uno (di Caracat) ad una signora dell'Est europeo che andava in giro tenedolo al guinzaglio. Tutti questi ibridi (Savannah, Bengal ecc..) sono tendenzialmente pericolosi e infatti di solito  possono essere venduti (dove è legale farlo)  solo alla terza o quarta generazione di reincrocio con  gatti domestici,  quando il carattere selvatico si stempera. Non è un commercio che mi piace. 

 

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  • Nikonlander Veterano
5 ore fa, Silvio Renesto ha scritto:

Ti invidio immensamente per averlo visto libero, lo trovo bellissimo.  :o
Però hai ragione. Il gatto selvatico europeo è un animale irascibile, molto solitario e territoriale, accetta il contatto solo con esemplari dell'altro sesso e solo nella stagione riproduttiva, se no tende ad evitare (quelli dell'altro sesso) o a scacciare (quelli del suo sesso).  Non si riesce ad addomesticare.

La sua rarità ed il rischio di estinzione sono  dovuta all'antropizzazione che gli mangia il territorio e, come per il lupo col cane, l'ibridazione con il gatto domestico (che non è suo discendente) .

Sulla qualità dell'informazione scientifica si potrebbe scrivere un libro, ho già raccontato mi pare di quando in un quotidiano hanno tradotto che il corno di rinoceronte è fatto di aria compressa (confuso compressed hair con compressed air) . Può capitare di confondersi, ma  il cervello dovrebbe intervenire.

A Milano ne hanno sequestrato uno (di Caracat) ad una signora dell'Est europeo che andava in giro tenedolo al guinzaglio. Tutti questi ibridi (Savannah, Bengal ecc..) sono tendenzialmente pericolosi e infatti di solito  possono essere venduti (dove è legale farlo)  solo alla terza o quarta generazione di reincrocio con  gatti domestici,  quando il carattere selvatico si stempera. Non è un commercio che mi piace. 

 

Ma sai Silvio, non è un ricordo molto limpido. Ero bambino e mi capitava talvolta di accompagnare mio padre a caccia. Poi fu mio padre a spiegarmi che molti cani da caccia portavano i segni di questo incontro anche perchè è un animale tutt'altro che piccolo. Ma dal momento che la discussione mi ha incuriosito ho cercato e trovato qualcosa

QUI

PS - Concordo con te, non amo questo tipo di commercio. Esistono tante meravigliose razze di gatti domestici, che bisogno c'è?

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  • Nikonlander Veterano

Tornando i TOPIC

perchè è importante saper distinguere: 

in prima battuta sembra che nulla cambia se non si è in grado di distinguere un mammuth da un elefante,  perchè di lavoro scrivo software o sbrigo pratiche assicurative, che me ne cala di sapere che bestia è quella o quest'altra , sono già circondato da un sacco di bestie in ufficio,  in tram e quelle bestie le riconosco bene, tutte: basta ed avanza, no?

E' un argomentazione perchè funzionale al ruolo in cui ci si definisce, magari limitato, non so, di certo è macroscopicamente vero che non cambia una stilla alla nostra vita "standard" ad avere o meno coscienza delle altre forme di vita che ci circondano.
Ecco, ma chi ha definito questo "standard"? Cioè, con che criterio e con quale argomentazione è accettabile non avere Conoscenza? Mah, ho un amico marxista che su questo tema sicuramente sparerebbe mitragliate di argomentazioni. Personalmente non le condivido, le trovo "troppo comode", di fatto l'uomo per sua natura agisce, normalmente, per il suo bene e nel fare questo cerca di faticare il meno possibile: "ma cosa ti sbatti a studiare, a mio cuggino danno 2 milioni per guidare il muletto" (non invento, testimonio). 

Allora, basta rompere i coglioni con tutti questi distinguo: un gatto  o un caracollo ma sì non cambia niente!
Di quelle cose lì si occuperà chi se ne intende, di prati, di boschi, la forestale, l'ARPA, io ho da seguire l'INTER per la miseria che questo è l'anno buono.

<domenica cosa fai?>
            <vado a pescare>
<e dove vai?>
           <in Val Sesia>
< a trote?>
            <si>
<finite, non ce nè>
            <ma come finite, ma non le seminano?>
<quest'anno no, il covid>
            <ah, ma scusa, non si riproducono?>
<Le nostrane non ci sono più, praticamente estinte : ti ricordi quelle grosse, quelle americane che "quelli che se ne intendono" avevano messo anni fa? Mi hanno spiegato che quelle non si riproducono e hanno fatto fuori le nostrane>
            <e allora adesso?>
<allora vai al laghetto. Sì, non è come i torrenti della Val Sesia, ma almeno prendi dei pesci... e poi c'è l'INTER sul maxi schermo>

 

Va beh, CONOSCERE la differenza tra una Iridea o una Fario non mi consente di salvare la Fario della Val Sessera (estinta) pero' mi permette di non farmi prendere per il culo da quelli che, stranamente per loro interesse, "se ne intendono" e ci dicono di guardare dall'altra parte che tanto "tu non te ne intendi".
Assì non me ne intendo, certo, comunque SO che tu stai facendo una porcata, perchè SO che A è diverso da B e A qui non ci può stare, non è casa sua. E' più difficile fare una maialata davanti a gente che la riconosce come tale.
E quindi, cosa cambia? Beh, il COVID non arriva da marte.

 

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  • Nikonlander Veterano

Il gatto selvatico, bella cosa.. ma è un'animale che è non facile da beccare.. ammennochè.. andarsene il liguria...  vabbè,,  ci ho giocato un pochino con le parole, ma non più di tanto.. allego una notizia da me letta recentemente..

Felis, il primo documentario sul gatto selvatico in Liguria

Il progetto dei fotografi Paolo Rossi e Nicola Rebora attraverso un crowdfunding: «Prima del nostro lavoro, i gatti selvatici potevano essere osservati solo impagliati, al Museo di Storia Naturale di Genova». Il ricercatore Stefano Anile: «Un lavoro che dimostra la presenza di questo animale in Liguria»

di Beatrice Montini

shadow

 

«La prima volta che la video-trappola l’ha ripreso ho fatto finta di niente. Non mi sembrava possibile. Ma la seconda ho dovuto avere la certezza che fosse vero. Così ho mandato le immagini a un esperto, il ricercatore Stefano Anile. Si tratta di un gatto selvatico?, gli ho chiesto. Il verdetto è stato: sì, inequivocabile». É iniziata così circa un an no fa, ci racconta Paolo Rossi, la storia di «FELIS - Gatto sarvægo», un documentario (pensato insieme a Nicola Rebora) che sta prendendo vita grazie al crowdfunding su Produzioni dal basso e che per la prima volta mostra la vita del gatto selvatico europeo ancora evidentemente presente nell’Appennino Ligure.

Rossi e Rebora sono due fotografi di lupi ma l’occasione di poter raccontare e far vedere questo animale super elusivo li ha portati a cambiare, per una volta, il soggetto delle loro ricerche naturalistiche e a lavorare insieme. «Prima del nostro lavoro, i gatti selvatici potevano essere osservati solo impagliati, al Museo di Storia Naturale di Genova - spiegano i due fotografi - Vederlo e riprenderlo è difficilissimo e in mesi e mesi di ricerche abbiamo ricavato solo pochi ma preziosi video».

Anche se a un occhio profano il gatto immortalato da Rossi e Rebora sembra non avere molto di diverso da un normale micio di casa, le cose non stanno per niente così. «Le differenze con il gatto domestico sono molteplici - ci spiega Stefano Anile, uno dei massimi esperti della specie - in primis il disegno del mantello del gatto selvatico è inconfondibile, nessun gatto domestico presenta un disegno del mantello come il suo. Inoltre, anche occhi (numero e tipo di fotorecettori), cranio (capacità cranica) e intestino (rapporto intestino/lunghezza animale) sono differenti».

Non solo la somiglianza al gatto comune ma soprattutto la sua rarità (e il fatto che si tenga ben lontano dall’uomo) fanno di questo progetto un lavoro prezioso. «Il gatto selvatico tende a farsi vedere il meno possibile - racconta ancora Rossi - ad esempio nella zona dove avevamo messo le video-trappole hanno tagliato un paio di faggi e lui è sparito di nuovo». Insomma, anche se secondo l’International Union for Conservation Nature il gatto selvatico europeo non è «a rischio estinzione», certo è che la sua presenza è piuttosto rara. «È difficile avvistarlo perché è un animale selvatico che non trae alcun vantaggio dalla vicinanza con l’uomo, tutto il contrario semmai - ci dice ancora Anile - Si muove preferibilmente di notte, specialmente quando ci sono molti umani in giro, e vive a densità solitamente basse».

Ma quanti sono questi bellissimi felini nel nostro Paese? «Per riuscire a fare una stima di quanti esemplari attualmente vivano in Italia ci vuole uno sforzo d’immaginazione non da poco (e con il rischio concreto di dire fesserie) -sottolinea ancora Anile- Preferisco dire che in habitat ottimali, con copertura boschiva adeguata e abbondanza di prede, la specie raggiunge densità di circa 28 individui su 100 km quadrati. Le immagini raccolte da Paolo forniscono la prova che questa specie ha riconquistato le alpi Liguri.O forse c'è sempre stata ma dato che nessuno conduceva monitoraggi mirati ad individuarne la presenza è difficile dirlo».

La raccolta dei fondi per la realizzazione del cortometraggio è ancora in corso ma sta andando bene. «Per me è stata una scommessa - dice Rossi - lavoro con i lupi e so che questi animali hanno un fascino particolare per noi umani ma non ero sicuro che ci sarebbero state persone disposte a finanziare un progetto sul gatto selvatico. Invece ci hanno dato fiducia e siamo molto felici». Se tutto andrà bene l'anteprima del documentario sarà presentata a Camogli il 3 luglio. Sempre coronavirus permettendo.

 

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  • Nikonlander Veterano

Sì ok, ma qui il gatto selvatico  doveva essere solo il pretesto per il discorso sulla disinformazione naturalistica da parte dei media. :) 

Se interessa approfondire il gatto selvatico vs domestico si dovrebbe fare un blog a parte magari con foto (?).

 

 

 

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  • Nikonlander Veterano

Verissimo Silvio.. ma trovare info sul nostro territorio non mi sembra una cosa facile e allora ho dato la notizia.. ma togli pure se non interessa o è fuori luogo.. senza problemi.

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  • Nikonlander

La disinformazione a livello naturalistico è diffusissima e purtroppo passa inosservata ai più, la natura, gli animali sono spesso considerati, se va bene, qualcosa di simpatico,di curioso vogliono tutti vedere gli animali "pucciosi" insomma cose un po' alla Waltl Disney, per bambini fondamentalmente. Se nell'articolo è raffigurato un Caracal e non un gatto selvatico probabilmente per la redazione non è importante, basta che sia bello e che attiri l'attenzione, tanto i più non se ne accorgono, anzi l'immagine dei un caracal potrebbe portare più visualizzazioni rispetto ad un gatto, perché più particolare e attraente.

Se invece si parla di natura da proteggere e da tutelare, diventa una seccatura, di un limite allo sviluppo, del tipo: va bene tutelare la montagna, ma voglio salire fino al rifugio in macchina su una bella strada asfaltata, voglio la pista sci con la neve artificiale anche se non nevica, tanto per fare un esempio.

In altri casi forse è ancora peggio, come la campagna mediatica contro lupi e orsi, ignobilmente usata anche a livello politico, con notizie spesso inventate o distorte per far apparire i predatori come nemici da eliminare.

Marco Colombo è un ragazzo estremamente in gamba, bravissimo divulgatore scientifico e grandissimo fotografo, più volte vincitore di categoria al BBC wildlife photographer of the year e in altri concorsi internazionali e nazionali, tra l'altro mi pare sia nikonista.

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Andrea Marzorati ha scritto:

La disinformazione a livello naturalistico è diffusissima e purtroppo passa inosservata ai più, la natura, gli animali sono spesso considerati, se va bene, qualcosa di simpatico,di curioso vogliono tutti vedere gli animali "pucciosi" insomma cose un po' alla Waltl Disney, per bambini fondamentalmente. Se nell'articolo è raffigurato un Caracal e non un gatto selvatico probabilmente per la redazione non è importante, basta che sia bello e che attiri l'attenzione, tanto i più non se ne accorgono, anzi l'immagine dei un caracal potrebbe portare più visualizzazioni rispetto ad un gatto, perché più particolare e attraente.

Se invece si parla di natura da proteggere e da tutelare, diventa una seccatura, di un limite allo sviluppo, del tipo: va bene tutelare la montagna, ma voglio salire fino al rifugio in macchina su una bella strada asfaltata, voglio la pista sci con la neve artificiale anche se non nevica, tanto per fare un esempio.

In altri casi forse è ancora peggio, come la campagna mediatica contro lupi e orsi, ignobilmente usata anche a livello politico, con notizie spesso inventate o distorte per far apparire i predatori come nemici da eliminare.

Marco Colombo è un ragazzo estremamente in gamba, bravissimo divulgatore scientifico e grandissimo fotografo, più volte vincitore di categoria al BBC wildlife photographer of the year e in altri concorsi internazionali e nazionali, tra l'altro mi pare sia nikonista.

Eh si Andrea. Fondamentalmente ciò che è non appartiene alla sfera "vita dell'uomo" (bisogni, voglie, necessità) è secondario e, se non è utile in qualche modo, assolutamente trascurabile.

Fa incazzare perchè non siamo più nel 1975 quando qualcuno pubblicava la parola "MALLARDO" ad indicare il GERMANO REALE. Non più tardi del mese scorso, NG CHANNEL, ed italiana documentario nord america, mi mostra un bellissimo Ghiottone e lo illustra come "VOLVERINA". Povero mentecatto di un traduttore, laureto in lingue sciolte (nel barbera, magari, beato lui) ma ipoconoscente di CULTURA GENERALE, perchè OGGI si tratta di questo. Quindi ... risulta naif saper distinguere una tortora da un piccione? Non so cosa fanno gli altri, ma io bonariamente prendo per il culo i colleghi che nel 2020, dopo 50 anni di programmazione RAI, ancora mi chiedono "che uccelli sono quelli col collo lungo che stanno nelle risaie". Li prendo per il culo a manetta, come si prende in giro uno che non sa (a Milano) cos'è San Siro.

C'è una radice antica e profonda in questo modo di vivere, che va indietro nei secoli e secoli, per noi occidentali si innesta in alcuni fondamenti religiosi. Ora, non c'è necessariamente da essere mangiapreti o agnostici per pensare che il creato non è propriamente a nostra totale disposizione.

Fotografare ! Fotografare ! Guardare cosa si è fotografato e chiedere, confrontarsi, imparare e capire quale forza peso sta esercitando il nostro deretano di piombo su questa terra!

 

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16 ore fa, Valerio Brustia ha scritto:

C'è una radice antica e profonda in questo modo di vivere, che va indietro nei secoli e secoli, per noi occidentali si innesta in alcuni fondamenti religiosi. Ora, non c'è necessariamente da essere mangiapreti o agnostici per pensare che il creato non è propriamente a nostra totale disposizione.

A proposito di pesi, il mio  collega zoologo faunista, alla sua prima lezione fa vedere questo:

 

 

Diet-Biodiversity-Biomass-Pie-Chart-awfw-788x1024.thumb.png.3f95e896cdac5464747423b3e7272491.png

 

Per chi ne ha bisogno traduco: è il rapporto percentuale  in peso fra animali selvatici (Wild) rimasti (left on Earth) e riguarda i Mammiferi terrestri, esseri umani (Humans) e bestiame (Farmed animals/Livestock) + pets.  I MAMMIFERI  SELVATICI (elefanti compresi) ARRIVANO SOLO AL 4% del peso totale  (uomo compreso)  sulla Terra.
Non lo sa quasi nessuno e non gliene frega quasi a nessuno.

 

 

 

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  • Nikonlander Veterano

Beh, vale per i mammiferi. Recentemente ho visto un documentario sulle formiche, molto interessante. Dopo la visione ho concluso che se degli extraterrestri dovessero venire sulla terra e cercassero la specie % più numerosa, non ci cagherebbero di striscio e si rivolgerebbero, via feromoni, direttamente alle PADRONE DI CASA indiscusse dal tempo dei dinosauri :)

Sto trattando benissimo quelle che attraversano il mio balcone

 

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  • Nikonlander Veterano

Quello che io dico sempre quando parlo nelle conferenze al pubblico e agli studenti delle scuole è che devono capire che proteggere la natura non è un'astrazione, velleità di sognatori un po' staccati dal reale.  Proteggere questa diversità è proteggere noi stessi.  Il 90% mi risponde "Sai che non ci avevo pensato?".

La vita non si ferma certo con noi. Gli  scarafaggi hanno visto arrivare i Dinosauri, li hanno salutati e sicuramente  saluteranno anche noi.  

 

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  • Nikonlander Veterano

E' imbarazzante. Sotto sotto è pieno di terrapiattisti il cui concetto di figura piana non prevede i limiti del sistema chiuso. Bella gente come vivono bene

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  • Nikonlander Veterano

E mi ripeto: il COVID viene da un un malvagio laboratorio di ricerca sovvenzionato dai poteri occulti del Bildeberg e dalle forze del Male del capitalismo nero che tramano contro la povera gente indifesa per renderla  schiava e supina alle voglie di una minoranza agiata. Non viene di sicuro da un mercato del pesce dove con "pesce" si indicano creature che vanno dall'Anaconda alle talpe dorate in salamoia. Di certo no, quelle son leccornie come i datteri di mare e le ostriche di scoglio. Il Colera è una iattura divina.   

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  • Nikonlander Veterano
6 ore fa, Valerio Brustia ha scritto:

E mi ripeto: il COVID viene da un un malvagio laboratorio di ricerca sovvenzionato dai poteri occulti del Bildeberg e dalle forze del Male del capitalismo nero che tramano contro la povera gente indifesa per renderla  schiava e supina alle voglie di una minoranza agiata. Non viene di sicuro da un mercato del pesce dove con "pesce" si indicano creature che vanno dall'Anaconda alle talpe dorate in salamoia. Di certo no, quelle son leccornie come i datteri di mare e le ostriche di scoglio. Il Colera è una iattura divina.   

Valerio, leggo questa tua affermazione e la tratto come una presa in giro..  perchè ormai sappiamo da tempo quale sia la sua origine vero? per il resto.. tu e Silvio avetye ragione da vendere sulla disinformazione.. che purtroppo frega a pochi..  come tante altre cose in " Questo Mondo "...

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  • Amministratori

Consolatevi.

Quando l'uomo si sarà estinto, ci sarà abbastanza energia a disposizione perché una nuova generazione di selvatici colonizzi la terra nuovamente.

Forse un paio di volte, mi azzardo a dire.

La nostra "importanza", anche al riguardo di questa discussione, è ampiamente sopravvalutata.

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  • Nikonlander Veterano
7 minuti fa, M&M ha scritto:

Consolatevi.

Quando l'uomo si sarà estinto, ci sarà abbastanza energia a disposizione perché una nuova generazione di selvatici colonizzi la terra nuovamente.

Forse un paio di volte, mi azzardo a dire.

La nostra "importanza", anche al riguardo di questa discussione, è ampiamente sopravvalutata.

Tanto.. se andiamo avanti così.. e non ci sono affatto segnali forti e duraturi di un'inversione di tendenza, non mancherà poi molto..

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