Quanto è importante sapere sfruttare la luce?

[Dario Fava]

Ciao a tutti i nikonlanders.

Oggi mentre provavo l'eye detector animale riflettevo su cosa fa la differenza da un fotografo esperto rispetto ad uno schiaccia bottoni...

Non ho voluto e non voglio parlare di professionista perché purtroppo oggi, allo stesso modo in cui si è vittime di disinformazione (grazie ai media), nella fotografia si è vittime anche di incompetenza, quindi non è detto che affidarvi ad un professionista per un servizio importante sia garanzia di risultato degno del nome.

Chiusa la premessa, mi trovavo a giocare con il sistema di riconoscimento animali quando il gatto è in una posizione tal per cui mi viene spontaneo spostarmi in controluce (semicontroluce) per avere uno scatto più piacevole, ovviamente non avendo pannelli la foto sarebbe stata perfettibile ma non credo che la Tigre si lamenterà..

La classica finestra che butta dentro una quintalata di luce in una stanza semi buia, la posizione in cui mi sentivo di scattare è stata d'istinto questa:

Poi mi sono spostato per prendere una luce più laterale 

Gli amanti della risolvenza magari potranno trovare piacevole anche questa, magari anche di più (merito dell'ottica) ma lo sfondo scuro ed il forte contrasto fanno percepire questa foto meno confortevole rispetto all'altra. 

Questa è una sciocchezza, ma quante volte vi è mai capitato che girando attorno ad un soggetto, la luce che pensavate "critica" poi alla fine è risultata quella più funzionale?

Perché spesso scegliamo di lavorare in controluce? (con i dovuti strumenti ovviamente perché qui un pannellino di schiarita sarebbe stato utile)

Se volete disquisirne mi piacerebbe in questo topic raccogliere, con immagini, le vostre esperienze.... appena trovo i casi che nella mia attività hanno fatto la differenza, lo farò anch'io.

 

[M&M]

E' uno dei motivi per cui io scatto uno zillione di foto (uno dei tanti).
Io letteralmente giro attorno ai soggetti e scatto tutto quello che vedo.

[Dario Fava]

2 minuti fa, Picard dice:

E' uno dei motivi per cui io scatto uno zillione di foto (uno dei tanti).
Io letteralmente giro attorno ai soggetti e scatto tutto quello che vedo.

Che poi è l'approccio migliore di affrontare un servizio, quella è la base che il mio maestro mi insegnò, col tempo poi si capisce a colpo d'occhio qual è la luce migliore ma alla fine si continua sempre a girare attorno ai soggetti proprio perché le sorprese stanno sempre in agguato.

Sono talmente tante le variabili in fotografia che non si può mai dare per scontato nulla.

[Sakurambo]

In questo caso direi che può avere il meglio dei due mondi...
Giri intorno al soggetto sfruttando leye AF che ti garantisce l'occhio della tigre a fuoco.

Comunque si, è vero, spesso muoversi dal punto di visuale iniziale riserva sorprese, anche se credo che, almeno in ambienti noti come il proprio studio fotografico, l'abitudine tenda poi a prevalere e si finisca per ripetere spesso le scene che ci hanno poi convinto di più.

[Dario Fava]

29 minuti fa, Sakurambo dice:

In questo caso direi che può avere il meglio dei due mondi...
Giri intorno al soggetto sfruttando leye AF che ti garantisce l'occhio della tigre a fuoco.

Comunque si, è vero, spesso muoversi dal punto di visuale iniziale riserva sorprese, anche se credo che, almeno in ambienti noti come il proprio studio fotografico, l'abitudine tenda poi a prevalere e si finisca per ripetere spesso le scene che ci hanno poi convinto di più.

Oggi che il mio studio non è più in casa purtroppo devo accontentarmi, le due gatte sono fortemente a disagio fuori dal loro ambiente, anche perché hanno una certa età, ma se potessi portarle dove ho le luci ed i fondali sarebbe una manna.

[Enrico Floris]

Spesso, e a torto, la maggior parte dei fotografi non amano il controluce. Quando si inizia a fotografare viene quasi istintivo evitarlo e poi pian piano diventa quasi una regola da seguire sempre. Non la vedo in questo modo: controluce è bello, soprattutto quando la luce è angolata. L'immagine acquista tridimensionalità e diventa più reale. Per darti un'idea chiara del mio pensiero, Dario, le due immagini che hai postato sono perfette sotto tutti i punti di vista, ma io la seconda non l'avrei scattata, mi sarei fermato alla prima.

[Dario Fava]

Io sono quasi sempre in controluce, praticamente da quando fotografo.

Le macchine e le ottiche un tempo penalizzavano un po' questa cosa, perché perdevano in contrasto, ma i sitemi attuali sono all'altezza, se non si ha nulla che schiarisca (di solito mi cerco un muro bianco se non ho un pannello o qualcuno che me lo tenga) trovo comunque il modo per sfruttare il tagli della luce.

con o senza post infischiandomene delle aberrazioni cromatiche (che poi in stampa  ho corretto) del 135DC nikkor

 

Fino a passare ai sistemi più moderni anche in situazioni di luce difficile e senza ausili 

Per poi usare il 105E ad 1.4 dove chiunque altro non avrebbe mai osato

 

Ed anche in studio quando faccio ritratti c'è sempre una luce "d'effetto", ma quando creo forme sono sempre in controluce.

 

[Pedrito]

Malgrado il digitale consenta più facilmente rispetto alla pellicola di provare innumerevoli pose diverse per inquadratura, esposizione, pdc, ecc, io ancora fotografo meditando lo scatto anziché lanciarmi in serie di raffiche da ogni posizione.

Sicuramente i soggetti che sono solito fotografare sono diversi dai vostri (che probabilmente richiedono più scatti per ottenere le migliori immagini), ma se sono attratto da una luce, un riflesso, un controluce, ecc., preferisco "studiare" bene quello prima di tentare altre soluzioni.

Tuttavia, Dario, la domanda che poni nel titolo di questo post mi sembra assai scontata se diretta ad un fotografo...

Ma ovviamente ne capisco il senso volto a stimolare una discussione che può generare interessanti punti di vista basati sulle esperienze di ciascuno.

[Dario Fava]

La domanda sarebbe scontata, se si vedessero foto come dici tu fatte col cervello, o meglio, meditate.

Per quanto io fotografi soggetti vivi in movimento e pensanti (quindi giudicanti) non scatto mai in raffica, se hai visto qualche backstage di Peter Lindberg... magari di qualche anno fa, perché ultimamente aveva maggiore difficoltà a muoversi sulle gambe, l’approccio è quello, uso il dito ripetutamente, andando a cercare la foto (non la luce) muovendomi sulle gambe attorno al soggetto.

È dannatamente faticoso, ma restituisce i risultati.

Anche quando ho uno zoom mi muovo coi piedi, perché lo scopo dello zoom per me non è di usare le dita per avvicinarmi, ma di avere più ottiche montate senza dover cambiare macchina.