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Linguaggio di comunicazione in fotografia.


Dario Fava

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  • Nikonlander Veterano

Tempo fa su l'altro forum scrissi un articolo sulle figure retoriche, era di una noiosità impressionante, a livello comunicativo interessante ma di difficile lettura.

Mi piacerebbe scriverne uno sul linguaggio di comunicazione fotografico ma a parole più semplici, senza entrare nei tecnicismi "grammaticali" e definizioni impossibili da ricordare.

In questo periodo sono un po' preso con la scuola di pilotaggio sapr e non so quanto ci vorrà a semplificare una cosa così complessa come l'impresa sopra citata, però mi piacerebbe iniziare a stimolarvi con questa discussione e con una foto.

Uno scatto per il quale ringrazio Ross Mauro e Massimo per aver condiviso con me questa esperienza con Oonagh (si scrive così?) che è stata molto disponibile e paziente con noi.

Perché sembra che io vada a casaccio quando fotografo ma in realtà uso tutto il bagaglio accumulato nella mia esperienza, nonostante le difficoltà di comunicazione (io non ho un inglese fluente e talvolta devo andare a mimare)

In questo scatto ho volutamente usato un diaframma 2 anche se è un primo piano stretto, conseguentemente c'è a fuoco una sola cosa (l'occhio) secondo voi, a livello comunicativo perché ho fatto questo?

Perché son matto ok...

Se vi va rispondete, potete anche dissentire parleremo di "linguaggio aperto" quando riuscirò a terminare l'articolo, poi vi darò la mia risposta.

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Mi piacerebbe inoltre che partecipaste anche voi, con foto nelle quali avete chiaro in mente il messaggio che volevate trasmettere e discutere sulle motivazioni di scelte fotografiche (magari ardite od anche folli) come in questo caso.

Potrebbe uscirne una bella discussione.

  • Eccellente, grazie ! 2
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  • Nikonlander Veterano

A caldo direi che essendo l'occhio al centro dell'immagine una sua sfocatura avrebbe disturbato l'osservatore.
Oltre al fatto che il lato sinistro della foto è già sfocato di suo e quindi serviva un punto fermo nella scena.

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  • Nikonlander Veterano

No ma la domanda era, perché solo l’occhio e non aprire un pochino per prenderci anche bocca e naso?

Non è una questione estetica, è una scelta di linguaggio (oserei dire anche estrema che può  non piacere) le ho anche più “profonde” ma questa ho scelto da mettere in vetrina stampata ad un metro.

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  • Nikonlander Veterano

Ciao Dario, a me questa immagine fa pensare a quando si è assorti in un pensiero, una riflessione, che ha portato ad una decisione, serena, consapevole.
Il soggetto è la raffigurazione di questo stato d'animo, attraverso lo sguardo, quindi solo l'occhio a fuoco.
:o Forse son matto anche io. 

Modificato da Giannantonio
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  • Nikonlander

Personalmente dico, in base al linguaggio espressivo/corporale, per esaltare o dirigere l'osservatore verso lo sguardo melanconico (sguardo verso il basso), 

È l'incontro di quel vuoto - vuoto di senso, di storia, di linguaggio non verbale......

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  • Nikonlander Veterano

Mi piace la lettura che ne fa Fabio. La malinconia l'avevo colta anch'io, ma non avrei saputo legarla all'occhio a fuoco quanto al resto fuori fuoco.
E' un tema interessantissimo che cercherò di seguire e (se riesco) proverò anche a contribuire.

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  • Nikonlander Veterano

Eh vabbé ragazzi, siete in gamba, Giannantonio c'è andato molto vicino, Fabrizio ha centrato in pieno e Silvio ha colto il rafforzo.

Ho scelto di sfuocare per rafforzare la sensazione di malinconia che parte dallo sguardo (unica cosa a fuoco) che è preso leggermente arretrato (quasi non si vede la pupilla) per dare modo all'osservatore di potersi identificare, la bellezza di Oonagh se l'avessi mostrata di più, avrebbe catalizzato gran parte dell'attenzione, non dando modo a nessuno (escluse le dee nordiche) di identificarsi in lei.

Come accade in questa che segue, dove lei è maggiormente riconoscibile e con più cose a fuoco, ma il rafforzo del messaggio sta nelle mani che seppur sfuocate assumono un significato fondamentale e più esteso verso l'attesa.

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Molto brava lei, c'è da dirlo che era sul pezzo.

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  • Nikonlander
15 minutes ago, Dario Fava said:

Eh vabbé ragazzi, siete in gamba, Giannantonio c'è andato molto vicino, Fabrizio ha centrato in pieno e Silvio ha colto il rafforzo.

Ho scelto di sfuocare per rafforzare la sensazione di malinconia che parte dallo sguardo (unica cosa a fuoco) che è preso leggermente arretrato (quasi non si vede la pupilla) per dare modo all'osservatore di potersi identificare, la bellezza di Oonagh se l'avessi mostrata di più, avrebbe catalizzato gran parte dell'attenzione, non dando modo a nessuno (escluse le dee nordiche) di identificarsi in lei.

Come accade in questa che segue, dove lei è maggiormente riconoscibile e con più cose a fuoco, ma il rafforzo del messaggio sta nelle mani che seppur sfuocate assumono un significato fondamentale e più esteso verso l'attesa.

1431526528_D85_90492.thumb.JPG.dbae946ad15ff17b3f73c7a9bc0a565f.JPG

Molto brava lei, c'è da dirlo che era sul pezzo.

Il bravo sei tu che hai scelto di trasmettere quella sensazione e lei a espressarlo. Non e' facile poterlo decidere in frazioni di secondi bravo e complimenti per la foto. Oltretutto nel scegliere la luce suave e eterea, la posizione e l'inquadratura. 

Scatto riuscito e messaggio trasmesso! Bravo👍

 

Modificato da Fab Cortesi
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  • Nikonlander

OT:

Dario, non so se te lo ho detto altre volte, pero mi piace molto il tuo stile di ritrarre le persone e mi piace molto il tuo modo di fotografare e la tua filosofia.

Hai un fun in piú ed é molto che lo penso.

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  • Nikonlander Veterano

Grande Dario, veramente un grandissima consapevolezza e capacità di fare fotografia. Non vedo l'ora di leggere il resto dei tuoi contributi sull'argomento.

Ah, e per la giornata contraccambio: è stato un bellissimo pomeriggio, da rifare!

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  • Nikonlander Veterano
10 ore fa, Fab Cortesi dice:

OT:

Dario, non so se te lo ho detto altre volte, pero mi piace molto il tuo stile di ritrarre le persone e mi piace molto il tuo modo di fotografare e la tua filosofia.

Hai un fun in piú ed é molto che lo penso.

Che detto da te con la tua esperienza mi fa un grande onore 🙏🏻 Grazie 

9 ore fa, Massimo Vignoli dice:

Grande Dario, veramente un grandissima consapevolezza e capacità di fare fotografia. Non vedo l'ora di leggere il resto dei tuoi contributi sull'argomento.

Ah, e per la giornata contraccambio: è stato un bellissimo pomeriggio, da rifare!

Grazie Massimo, in realtà io sono sempre stato un tipo curioso, quando iniziai a fotografare mi accorsi che alle persone piacevano le mie foto, e mi chiesi perché.... scoprì di avere una certa propensione all’essenziale, e quello fu il punto di partenza, sono ormai quasi 20 anni che continuo a chiedermi perché e cerco di dare risposte a cose che tutt’ora riescono ancora a sorprendermi, non anticipo troppe cose scoperte fino ad oggi perché vorrei racchiuderle nell’articolo, ma credo che la voglia di superare sempre i limiti unita ad una grande passione siano gli elementi fondamentali che ti portino a continuare a studiare e sperimentare, e credo che  tu mi capisca bene, perché si percepisce dalle tue foto, sia di natura che di ritratto, la stessa attenzione e dedizione mosse certamente da una radicata passione.

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander Veterano

Ho letto solo ora questa discussione, e ho provato anch'io a dare una risposta al tuo quesito senza .... guardare le soluzioni postate più avanti. :D

E ho dato anch'io l'interpretazione suggerita da Fabrizio. :sorriso:  

Bravo? Forse, ma solo nel valutare quell'immagine.

Perché se la foto avessi dovuto scattarla io sicuramente non l'avrei fatta così, oppure avrei fatto la tua stessa scelta senza tuttavia avere la piena consapevolezza di ciò che stavo facendo. Sarei andato, diciamo così, a sensazione, a intuizione, senza però averne coscienza.

Ma nel mio modo di fotografare vorrei fare un salto di qualità. Per questo, oltre a dirti bravo, sono molto curioso di leggere il proseguo del tuo articolo, per riuscire/provare a capire anch'io come comunicare in uno scatto un messaggio come hai fatto tu. Sperando di riuscirci prima dei prossimi 20 anni... :)

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Pedrito dice:

senza tuttavia avere la piena consapevolezza di ciò che stavo facendo. Sarei andato, diciamo così, a sensazione, a intuizione, senza però averne coscienza.

Il fatto è che se io dovessi pensare a tutto quel che ho scritto, mi perderei ogni momento saliente dei soggetti che ritraggo.

Una volta fatto tuo il linguaggio ed il modo di esprimerlo, non hai bisogno di pensare a tutte quelle cose prima di fare la foto, ma agisci in maniera naturale secondo il tuo codice, un po' come quando guidi che non hai necessità di pensare a quel che devi fare, schiacciare frizione inserire la prima ecc.

Il linguaggio fotografico che è di tipo "equivoco" e non "univoco" (ne parlerò) può portare a diverse interpretazioni da parte di chi osserva ma anche d parte di chi vuole comunicare, per questo motivo è importante avere un proprio codice riconoscibile, in modo da essere capiti e non interpretati, se io parlo solo in italiano per chi conosce la lingua sarà facile comprendermi, se inizio a mischiare dialetto con italiano e magari qualche inglesismo o francesismo, diventa una bella confusione.

Quella cosa a me risulta spontanea perché ho scelto di comunicare in quel codice, diversamente se il mio messaggio è rivolto a qualcuno che non è in grado di capire il mio codice, dovrò fare uno sforzo per uniformarmi al suo linguaggio, e questo fa parte dell'essere professionisti, ovvero capaci di assolvere svariati compiti senza necessariamente scomodare il termine "arte".

In questo caso la conoscenza di varie "lingue" è segno di professionalità in primis, ma una necessità per accontentare il cliente.

Tornando alla consapevolezza;

come ho già scritto prima il mio percorso è stato a ritroso, ho iniziato a fotografare, ho ottenuto consensi, da lì sono arrivato alla conoscenza del linguaggio ed alla consapevolezza di ciò che stavo facendo, ma se dicessi che tutto questo lo vado a pensare prima, sarei ipocrita, è un percorso, non so mai cosa andrò a fare prima di una sessione, ed infatti capita molto spesso, se non, quasi sempre di partire con un progetto, ed una volta assolto nei primi 5-10' ci si sposta verso qualcosa d'altro che il momento ti ispira, e spesso ciò che esce è molto migliore di quello che si aveva progettato.

Così funziona il linguaggio aperto e la libertà espressiva, ed è una cosa meravigliosa.

Fotografare persone non è affatto facile perché comporta che il linguaggio sia bilaterale, siamo in due a comunicare ed è fondamentale instaurare un "rapporto" con i propri soggetti pensanti, talvolta non si ha neanche il tempo di farlo, oppure risulta complesso perché non si parla la stessa lingua, o meglio non si pensa nella stessa lingua, ma se in qualche modo si trova il momento in cui si è allineati, anche solo per un attimo, il risultato poi è ancora più appagante.

Questo rende meravigliosa la fotografia di ritratto, dal mio punto di vista.

 

Concludo con un pensiero.

Qui su Nikonland siamo un gruppo di appassionati dove il livello di consapevolezza ed educazione all'immagine è ben sopra la media, ho voluto postare questa foto per avere conferma, e sono molto felice di questo.

Nella vita reale dove ci si limita a guardare le immagini secondo la propria educazione, cultura ecc... troverete persone che diranno, mi piace è magica ignorando il perché, oppure ma non c'è a fuoco un cappero non mi piace.

Nessuno ha torto o ragione, ho creato questa immagine per esprimere un concetto che mi servirà ad un corso in programmazione con la mia assistente che è una Counselor... chi non capirà verrà illuminato da lei.

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