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Quale sistema indicato per la fotografia di RITRATTO consigliereste e perchè ?


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  • Amministratori

Quale sistema indicato per la fotografia di RITRATTO consigliereste ad un amico e perchè ?

Raccogliamo una serie di suggerimenti che poi idealmente comporranno un articolo di "guida agli acquisti" a firma vostra.

Non formalizzatevi e non filosofeggiate inutilmente, il consiglio deve essere pratico.
Se vi manca qualche elemento, ponetevi la domanda e rispondente per conto del vostro ipotetico amico.

Soprattutto, per ogni suggerimento : il PERCHE'

Quesito non limitato a Nikon (purchè ci sia un PERCHE' si suggerisca qualche cosa che non sia Nikon)

Alcune aggiunte :

- l'amico fotografa esclusivamente persone
- l'amico non lo fa per lavoro e fotografa sia in esterni che in interni, con e senza flash , luci etc.
- l'amico non ha una età definita e non ha problemi di deambulazione e/o di trasporto pesi
- l'amico non siete voi o una vostra nemesi
- l'amico ... è soprattutto un amico non un cliente da "solare"

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  • Nikonlander Veterano
Inviato (modificato)

Se l'amico è dotato di capacità di interazione con i soggetti umani, io gli consiglierei ciò che aggiunge valore al suo operato.

Non importa se lo fa di mestiere o se fa mostre al MoMa di New York, il ritratto è un genere molto "sensibile" e non facile per trasmettere emozioni, in primis alla persona ritratta.

Per me l'eccellenza in quel genere oggi sta nella D850+105E serviranno anche altre focali, il 40 art (in sostituzione del 35 che comunque va bene ma consente di risparmiarsi un 50) e per il primo piano stretto il 135 Art. Volendo si può aggiungere l'eccellenza del 28E

Non ho volutamente consigliato la Z7 perché per quanto sia possibile ottenere risultati di rilievo, è un pelino più complicata per quel utilizzo, per via del mirino la cui latenza sommata a quella dello scatto (per quanto ottima) richiede più manico, la Z7 è migliore se si scatta guardando direttamente il soggetto senza inquadrare, tecnica usata per chi davanti alla macchina non si trova a proprio agio, in quel caso la latenza del EVF non esiste, e resta quella di scatto, che è molto simile ad un reflex normale (che non sia un'ammiraglia da 22 millesimi di scatto insomma).

 

Per chi vuole invece avvicinarsi al ritratto da poco, una D750 con uno zoom con buono sfuocato, direi che può dare ottime soddisfazioni senza spendere una fortuna.

Aggiungo....

Salvo rarissime occasioni, sconsiglierei il ritratto con lunghi oltre il 200mm, personalmente non oltrepasso il 135, dipende dalla forma del viso ma di solito i troppo lunghi fanno i "faccioni" così come i troppo corti in primo piano fanno i "nasoni" 😄😄

Modificato da Dario Fava
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  • Amministratori

Se il mio amico ha interesse ad ascoltarmi gli racconterei che è diverso fare il ritratto ambientato dal primo piano del viso.

Che il ritratto ambientato dipende più dall'ambiente che dal soggetto, mentre il ritratto in primo piano dipende dal volto del soggetto.

E che non tutti i volti sono uguali e ogni volto richiede un differente approccio.

Quindi cercherei di fargli capire che se non c'è luce il ritratto viene sempre una merda e che normalmente è bene che se non c'è luce si porti la luce nella scena, anche artificialmente, non c'è una legge europea che lo vieta (sinora).

A questo punto cercherei di capire se la sua indole è più di sintesi (scena con una o più persone all'interno), oppure di dettaglio (un volto solo, o anche solo una parte del volto).

Nel primo caso una Nikon Z6 con un 24-70/4 S basta e avanza. Purchè si abbia alla bisogna anche un bel flash (o almeno una luce LED di rinforzo) per caratterizzare l'immagine.

Nel secondo caso invece non basta mai nulla e possiamo solo proporre in base al budget, ai soggetti a disposizione (inutile spendere 30.000 euro per fotografare di forza persone per strada; potrebbero essere necessari per fotografare modelle professioniste internazionali) e ai risultati attesi.

In base alle risposte potremmo impostare un sistema adeguato a tutto quanto, avendo cura di ricordare che nel mondo del selfie tutti quanti sembrano avere gli occhi grandi e le mascelle strette (per non parlare di altro appena sotto al mento ...) mentre per ogni volto si dovrebbe poter scegliere la focale più adatta.

L'ideale sarebbe cominciare con un 70-200, non necessariamente il più moderno, purchè effettivamente sia un 70-200 e non un 50-125mm alla distanza minima di messa a fuoco.
Da montare su una macchina da almeno 24 megapixel.

Che potrà essere mirrorless, per sfruttare le capacità di autofocus con riconoscimento del volto e dell'occhio, reflex se invece vogliamo fotografare in modo tradizionale (il riconoscimento dell'occhio ha meno utilità se inquadriamo solo la maschera del volto con gli occhi che sono tanto grandi da farci entrare 9 punti di messa a fuoco facilmente a manina).

Per la mirrorless una vale l'altra, va a simpatia, purchè ci sia un bel 70-200mm, per la reflex io non mi farei mancare la D850 ma, sinceramente, alla fine si può fare con qualsiasi altra macchina.

Oltre c'è spazio per tutto.

Sfuocati ? La scelta di obiettivi f/1.4 oggi è la più vasta del mondo. Ma anche gli f/1.8 spesso sono più che sufficienti.

Io non escludo affatto di fare ritratto con il teleobiettivo e anche con il supeteleobiettivo.

Con un 300mm per strada si fanno sfuocati che nessun 85/1.4 ad f/1.4 permette. E pure con un 500mm si fanno cose bellissime anche davanti alla facciata del Duomo di Firenze ;)

Ma soprattutto, nel ritratto valgono due norme che non dipendono né dalla fotocamera, né dall'ottica : la giusta focale in relazione al tipo di effetto che cerchiamo, la luce, la luce, la luce (e le ombre, le ombre, le ombre).

Arrivati qui e se il mio amico non si è addormentato o non sta chiamando la Croce Rossa per farmi ricoverare, gli sussurrerei che il cammino per arrivare a fare un ritratto efficace, deve ancora cominciare e che solo quando sarà capace di astrarsi totalmente dal materiale che sta utilizzando (che sarà stato scelto, correttamente ma del tutto inconsciamente) comincerà a dedicarsi al risultato voluto.

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  • Nikonlander Veterano

Da questa descrizione ne vien fuori  una sfida bella, interessante e avvincente. Solo per persone che, andando al di là del fatto tecnico pur importante, sanno cogliere ed esprimere attraverso la luce  l’anima di uno sguardo…  Quasi sublime.

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  • Nikonlander Veterano
57 minuti fa, nikolas dice:

Da questa descrizione ne vien fuori  una sfida bella, interessante e avvincente. Solo per persone che, andando al di là del fatto tecnico pur importante, sanno cogliere ed esprimere attraverso la luce  l’anima di uno sguardo…  Quasi sublime.

Se la fotografia è un linguaggio, il ritratto deve essere un dialogo, perché se è un monologo diventa noioso.

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  • Amministratori
41 minuti fa, Dario Fava dice:

Se la fotografia è un linguaggio, il ritratto deve essere un dialogo, perché se è un monologo diventa noioso.

Pur d'accordo con la Poetica del ritratto da studio, 
ricordiamoci però che esistono anche molte altre forme di ritrarre persone, nelle quali è possibile che il dialogo avvenga tra esse o tra esse e se stesse solamente, forme queste nelle quali il fotografo è solamente testimone e diventa protagonista solo con la riuscita del contenuto del suo scatto.

Se no negheremmo di un botto tutto ciò che nel reportage diventa fotografia di ritratto.

Non si parla di scatti rubati, il fotografo può essere benissimo introdotto in un ambiente, riconosciuto e visibile, ma non può e NON DEVE in certi casi assurgere a protagonista,

ma da semplice Pescatore di sensazioni... Risultati immagini per erwitt              Risultati immagini per kertesz  
 

Risultati immagini per salgado

Risultati immagini per cartier bresson

Ingredienti?

Una fotocamera ed un 50mm

 

(e non è filosofia, è Storia...)

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  • Nikonlander Veterano

In ogni caso sempre di dialogo si, tratta.

Quando racconti la storia di un matrimonio, lo fai passivamente oppure cerchi di leggere e capire le sensazioni che provano gli sposi e di raccontarle secondo il tuo punto di vista, entrando in empatia con loro?

Quello è dialogare, i ritratti più belli, anche di reportage hanno sempre un rapporto di scambio tra soggetti e fotografo.

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  • Amministratori
29 minuti fa, Dario Fava dice:

In ogni caso sempre di dialogo si, tratta.

Quando racconti la storia di un matrimonio, lo fai passivamente oppure cerchi di leggere e capire le sensazioni che provano gli sposi e di raccontarle secondo il tuo punto di vista, entrando in empatia con loro?

Quello è dialogare, i ritratti più belli, anche di reportage hanno sempre un rapporto di scambio tra soggetti e fotografo.

Dario scusa se ti possa apparire arrogante ma:

quando si dice di voler fare un servizio di matrimonio COME SE fosse un reportage ci si atteggia allo scopo: tutti sanno chi noi siamo e viene assolutamente meno la spontaneità PURA dell'atteggiamento mentale dei soggetti ritratti, come invece in quelli delle foto appositamente allegate prima.

Basta aver realmente realizzato reportage per un committente (lontano) per comprendere appieno la differenza.

Non vogliamo prenderci in giro da soli.

 Oppure credere davvero di essere dei reporter davanti ai due sposi, uno dei quali, se non entrambi, mentre ci guardano scattare come dei reporter, magari ripassano in mente quanto ci dovranno pagare...:supermarameo:

 

http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/page/indice.html/_/fotografia-generale/io-lo-voglio-spontaneo-r321

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  • Nikonlander Veterano

Max, non è arroganza, ma parlare due lingue differenti.

Se hai seguito il primo master of photography, ti accorgerai che il vincitore, ha vinto proprio per la sua capacità di instaurare dialoghi anche nel reportage, lui è un fotografo di guerra tra l’altro.

Ci sono decine di foto famose di reportage una di quelle è tra i tuoi esempi, dove il fotografo non era semplicemente al posto giusto ma si è creato la situazione grazie alla sua capacità di dialogare.

Ed anche quando tu sei chiamato dagli sposi a fare un servizio solo di reportage, credimi hai già instaurato un dialogo.

È un concetto lungo e complesso perché va oltre la fotografia ed entra nella psicologia.

Non vorrai stare a disquisire di psicologia del ritratto in un topic dedicato a quali attrezzature consiglieresti?  😜

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  • Amministratori
3 ore fa, nikolas dice:

Da questa descrizione ne vien fuori  una sfida bella, interessante e avvincente. Solo per persone che, andando al di là del fatto tecnico pur importante, sanno cogliere ed esprimere attraverso la luce  l’anima di uno sguardo…  Quasi sublime.

Diciamo che a differenza di altri campi dove certe foto senza il materiale adatto, sono semplicemte impossibili (vedi sport o Wildlife estremo) il ritratto lo si può fare anche con pennello e colori se il soggetto ha pazienza.

Come credo sia anche il paesaggio, dove é il fotografo che deve avere pazienza e non il soggetto.

Le cose fondamentali e importanti stanno ben oltre quello che abbiamo in mano.

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  • Amministratori
20 minuti fa, Dario Fava dice:

Max, ...

È un concetto lungo e complesso perché va oltre la fotografia ed entra nella psicologia.

Non vorrai stare a disquisire di psicologia del ritratto in un topic dedicato a quali attrezzature consiglieresti?  😜

no...😉😘

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