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Quando la fotografia ti salva la vita


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  • Nikonlander Veterano

Sembra proprio così: la fotografia può salvarti la vita.

Soprattutto se sei un fotoreporter di guerra e sei al fronte per documentare ciò che avviene, e sei intento a scattare con la tua fotocamera davanti al viso.

E' quanto è accaduto al fotografo Gabriele Micalizzi dell'agenzia fotografica Cesura Lab impegnato in Siria nel bel mezzo dell'offensiva contro lo Stato Islamico, che è stato investito dalle schegge di una granata esplosa a pochi passi da lui mentre stava operando come fotoreporter.

Come racconta nell'intervista rilasciata a La Stampa, mentre il soldato che era davanti a lui non ce l'ha fatta ricevendo in pieno l'esplosione, lui si è salvato la vita grazie al casco e al giubbotto antiproiettile che indossava, ma anche grazie alla sua Leica M che aveva davanti agli occhi e che gli ha protetto il viso ricevendo l'urto della granata scoppiata nei pressi.

L'occhio sinistro - quello probabilmente meno riparato dalla macchina - è stato seriamente ferito e rischia di riportare danni permanenti, ma gli esiti dell'esplosione sarebbero potuti essere molto peggiori se a proteggergli la faccia non ci fosse stata appunto la fotocamera che ha attutito l'effetto della deflagrazione.

E forse tutti noi dobbiamo ringraziare chi come Gabriele, a rischio della propria vita, documenta questi fatti, perché come afferma lui stesso nell'intervista, "è importante che ci sia sempre qualcuno a raccontare queste storie, che testimoni e documenti queste situazioni, perché fondamentalmente la storia viene scitta anche grazie a questi documenti."

 

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Foto tratte da www.lastampa.it

 

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  • Nikonlander Veterano

Chi ha seguito master of photography, prima edizione ricorderà che lui è stato il vincitore. Nel format si racconta anche la vita dei fotografi, giusto o sbagliato che sia il giudizio il master per chi è appassionato è uno spunto riflessivo è fonte di stimoli creativi.

Il primo nella fattispecie è stato il migliore.

Michele ha vinto (anche se a livello creativo c’era una a mio avviso più meritevole) perché ha dimostrato di essere il fotografo più completo e versatile.

La scelta di operare in quei luoghi è libera, ben retribuita ma comporta grossi rischi.

Ciò che viene raccontato però è in mano ai media, sono loro che decidono cosa e come mandare.

Il fotografo non è libero di documentare, checchè se ne dica, i media detengono il potere.

Modificato da Dario Fava
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  • Nikonlander Veterano

Se la memoria non mi inganna una cosa simile capitò a Mauro Galligani (chi ha la mia età lo conosce bene, un vero mito del fotogiornalismo italiano) durante la guerra civile in Libano: un proiettile perforò la sua GM in alluminio e si fermò dentro una delle sue Nikon F. Vicenda pubblicata da Storia Illustrata. Per quanto ricordo...9_9

Modificato da effe
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