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Oggi è primavera...
Silvio Renesto replied to Zulu's topic in Wildlife Club's Fotografie dei selvatici (serie di foto)
Molto belle le foto, simpatici i quadretti familiari e la maestosità degli adulti. -
e gli orsi escono dal letargo! In realtà sono in giro da più di un mese, il letargo diventa ogni anno più corto. Dopo il risveglio e prima della stagione degli amori e dei cuccioli è già tempo di qualche foto. 1. Un grosso maschio 2. Orsa con cucciolo nato lo scorso anno 3. 4. 5. 6. Baloo 7. In meditazione 8. Al tramonto 9.
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[divulgazione] Ma chi era ... Pallas?
Gianni commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Il naturalista racconta
Grande.....certo anche Lui ma in questo caso TU....- 1 comment
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[divulgazione] Ma chi era ... Pallas?
Silvio Renesto posted a blog entry in Wildlife Club's Il naturalista racconta
Jorgos ha da poco pubblicato una bella foto di una specie rara detta Gabbiano del Pallas (o di Pallas). Chi è naturalista per passione o per professione ha senz'altro sentito nominare più di un Pincopallino di Pallas, cioè di una specie animale il cui nome comune è composto da questo curioso attributo. Ma chi era Pallas? Peter Simon Pallas era un naturalista tedesco, nacque e morì a Berlino (1741-1811) uno di quei naturalisti dei tempi, fra fine Settecento e inizio Ottocento, del fiorire rigoglioso di scoperte in campo delle scienze naturali: minerali, piante, animali e fossili. A quei tempi buona parte delle regioni della Terra più lontane dalla vecchia Europa ed inospitali, erano ancora da esplorare. Pallas girò il mondo con spedizioni scientifiche e fece una quantità enorme di scoperte, descrivendo una quantità incredibile di specie nuove, quasi centosettanta (che invidia) fra pesci, uccelli, mammiferi e così via! Solo per dare una piccolissima idea della varietà delle specie da lui descritte: Alca Minore Crestata Alcyonum cristatus, un corallo: L'Antilope azzurra: L'Allocco degli Urali: La "Stregona dentellata" Saga pedo: Il Piovanello tridattilo: Il Beluga: Il Cuon (Se avete letto i racconti dei Libri della Giungla di Kipling l'avete incotrato con il suo nome indiano, "Dhole", o Cane Rosso, è un feroce predatore). La Gazzella di montagna: E non ci facciamo nemmeno mancare le piante, Salicornia: A quei tempi i naturalisti erano personaggi eccezionali tanto da stimolare la fantasia degli scrittori, Pensate al "Mondo Perduto" di Conan Doyle o al "Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne. Erano naturalisti che sapevano di Zoologia, di Botanica e di Mineralogia ed avevano la fobra per girare luoghi inospitali del mondo con i mezzi e le condizioni dei tempi loro. Come Darwin, che tutti conosciamo, o come Steller, che conosciamo un po' meno (ma nelle sue spedizioni artiche anche lui fece una gran quantità di scoperte e ci sono un sacco, forse più piccolo, di Pincopallino "di Steller"). Pallas, oltre alle centinaia di specie animali, fu tra i primi a scoprire i resti congelati del Mammut in Russia, arrivò ad occuparsi anche di meteoriti per cui un tipo di meteorite, la "Pallasite" prende il nome da lui. Perdonatemi l'entusiasmo e la noia che posso avervi provocato, ma vi confesso che che se mai avessi degli idoli, se mai volessi essere come qaulcun altro, vorrei essere uno di questi naturalisti ,Pallas, Steller, ma anche del nostro secolo (anzi, ormai in quello scorso!) Schaller... Va da sè che uno studioso così prolifico diventò molto famoso, così oltre alle specie "di Pallas" perchè da lui scoperte e descritte, ci sono anche decine di specie a lui dedicate da altri. La più tenera, il Pika di Pallas: Quale sarà la specie scoperta da Pallas a cui sono più affezionato? Troppo facile, è lui: Il Gatto di Pallas (Octocolobus manul)! Piccolo, burbero felino delle montagne dell'Asia centrale! Grazie per la pazienza a chi ha letto fin qui. PS Ah, l'uccello nel banner è l'Alca minore pappagallo (descritta da Pallas, naturalmente) Foto prese da Internet a puro scopo illustrativo, copyright free o degli aventi diritto- 1 comment
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Gabbiano del Pallas (Ichthyaetus ichthyaetus)
Gianni commented on Jorgos's gallery image in Wildlife Club's Wildlife Albums
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Gabbiano del Pallas (Ichthyaetus ichthyaetus)
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Gabbiano del Pallas (Ichthyaetus ichthyaetus)
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Gabbiano del Pallas (Ichthyaetus ichthyaetus)
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Mantide, femme fatale
Alessandro Pisano commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Speciale ! Le foto sono incredibilmente belle e raffinate , il racconto sempre avvincente Si dice da quel poco che che ho letto, che per fare la Macrofotografia bisogna avere una grande pazienza e calma cosa che traspare sempre da come ti racconti Great !- 13 comments
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Mantide, femme fatale
Silvio Renesto commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Hanno un paio di ali e sono in grado di compiere brevi voli se devono coprire rapidamente spazi aperti/inospitali. Ma non sono ottime volatrici. Le usano anche come "effetto sorpresa" per spaventare possibili predatori.- 13 comments
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Inizia il tempo dell'amore -cicogne (1120mm Z9)
Andy68 commented on Claudio-lm's gallery image in Wildlife Club's Wildlife Albums
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Mantide, femme fatale
Gabriele Castelli commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Grazie Silvio per l'interessantissimo articolo su uno dei miei insetti preferiti. Ottime anche le foto! Quando ero bambino abitavo in una casa con un prato di discrete dimensioni e spesso trovavo mantidi di una colorazione verde chiaro, molto simile ai fili d'erba appena spuntati. Ricordo che stavano senza problemi appollaiate sulle braccia mie e dei miei amichetti, se avvicinate con delicatezza. Sono anche in grado di volare? Questo non lo ricordo con esattezza.- 13 comments
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Mantide, femme fatale
Andrea Marzorati commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Complimenti Silvio, articolo interessantissimo e ottime foto!- 13 comments
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Silvio Renesto commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Grazie sicuramente molto attiva perchè oltre alla presenza umana che può infastidirle, l'essere allo scoperto sul terreno le fa sentire poco sicure.- 13 comments
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Ottimo racconto Silvio, come sempre, diciamo ottima lezione ma resa come un racconto. Ti immagino, visto che oltre a nikonland non ho ancora avuto il piacere di incontrarti, un po' come Vincenzo Schettini ( quello della fisica che ci piace ), uno di quei Prof con la P che tutti vorremmo inontrare, conoscere, ascoltare e frequentare. Io la scorsa estate, ho incontrato questa ( lui o lei che sia, spero non me ne voglia ), appennino piacentino, Z6II 24-200 lenti meike, molto attiva probabilmente perche' si sentiva infastidita.
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Mantide, femme fatale
Silvio Renesto commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Dalla tarda primavera/inizio estate a fine estate . Per le mantidi nostrane l'habitat preferito sono i prati magri. Bisogna cercarle attentamente perchè sono mimetizzate. Quella che sta mangiando il grillo l'ho fotografata a Motta Visconti vicino ad una piccola lanca. La mantide asiatica deve aver colonizzato soprattutto i parchi cittadini e le zone agricole con alberi. Una femmina robusta, come quella della foto, arriva a 10cm zampe escluse. La mantide religiosa "vera" femmina di solito arriva a 6-7cm. Ma al di là della lunghezza, la Hierodula è molto più massiccia in tutte le sue parti. I maschi in entrambi i casi sono molto più piccoli. Grazie a tutti per il passaggio ed i commenti!- 13 comments
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Mantide, femme fatale
Enrico Floris commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Grazie per gli input Silvio, belle immagini di un animale sempre "intrigante" anche quando lo si incontra senza una fotocamera in mano- 13 comments
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Bell'articolo e belle foto Silvio. Una domanda.. quanto è grande la mantide asiatica rispetto alle sorelle europee?
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Proprio ieri ho visto un filmato di una Mantide che appostata ad una Mangiatoia (in America), quelle tipiche per Colibrì ne cattura uno al volo e se lo mangia..... Belle Foto Bella narrazione come sempre.... Non ti posso aiutare a trovare l'Empusa, l'ho vista solo una volta, alla Diaccia Botrona, Castiglione della Pescaia Gr, quindi zona mare mai vista dalle mie parti.....Posso naturalmente chiedere in giro e se trovo notizie sicure te le faccio sapere....
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Massimo Vignoli commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Wow, quante informazioni e che belle foto! Una domanda: quando è il periodo migliore per cercarle e dove guardare?- 13 comments
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Massimo Boschetti commented on Silvio Renesto's blog entry in Wildlife Club's Blog
Articolo coinvolgente con ottime immagini. Grazie di queste condivisioni che danno modo di apprezzare anche a chi è a digiuno come me questo splendido microcosmo.- 13 comments
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Sempre avvincenti le tue narrazioni, e bellissime le foto
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Insieme alle Libellule, le Mantidi sono il mio soggetto macro preferito. Come le libellule, sono eleganti ed aggraziate sia nelle forme (basta non guardare troppo da vicino, ma questo vale per tutti gli Insetti come dice mia moglie ) che nei movimenti, e il loro design che rivela quanto siano efficienti e micidiali predatori ha un certo fascino. Di recente ho dovuto andare a cercare alcune cose sul loro comportamento, cosa che mi ha fatto venire voglia di rivedere le foto che negli anni ho fatto a questi bellissimi (per me) insetti. Allora, mi sono detto, perchè non fare un piccolo blog sulle mantidi? Niente di troppo noiosamente enciclopedico, almeno spero, ma qualche nota da appassionato, più qualche indiczione sull'attrezzatura usata. Alcune foto le avrete sicuramente già viste, altre dovrebbero essere inedite: La Mantide religiosa che (quasi) tutti conosciamo non è che una tra le diverse specie di mantidi che vivono nel nostro paese, a mio parere la più fine e semplice nella forma. Altre mantidi, come la mantide nana (Ameles) e soprattutto l'Empusa, sono di una bellezza incredibile, aliena. Purtroppo a parte una diapositiva (!!) con una microscopica Ameles non le ho mai fotografate (e come ho già scritto più volte, l'Empusa è fra i miei più grandi sogni fotografici possibili, ma ciononostante non esauditi, ahimè). Mantide religiosa, Nikon D700, 200mm micro Nikkor AfD, f18, 1/60s, 800 ISO treppiede. La sua postura di riposo o quando è in attesa di una preda le da' il nome, perchè le zampe anteriori sembrano unite come le mani di una persona che prega. Perlomeno nella nostra visione occidentale. In realtà, il primo paio di zampe "raptatorie" sono due trappole mortali, pronte a scattare ad una velocità incredibile, la parte inferiore è munita di robuste spine che trafiggono la preda, impedendole di sfuggire alla presa. Per questa cimice verde è finita. Nikon D300, 200mm micro nikkor AfD, f20 (!), 1/60s,200 ISO, flash di schiarita, treppiede. La mantide è un cacciatore di quelli che tecnicamente vengono definiti "sit and wait", cioè fa parte di quel gruppo di predatori che non si muove attivamente in cerca della preda ma aspetta immobile, invisibile grazie alla livrea mimetica, che sia la preda a capitare nel suo raggio d'azione. Quando un insetto le arriva abbastanza vicino la Mantide può portarsi alla giusta distanza con movimenti lenti e studiati, per poi effettuare lo "strike", il fulmineo movimento di presa delle zampe anteriori che la intrappolano. La posizione più frequente che assume una a mantide in caccia è a testa in giù, in attesa che la preda passi sotto di lei senza vederla. Nikon D7100, 200mm micro nikkor, f11, 1/1000s, 800 ISO (treppiede? credo di sì ma non ricordo). Cose che diamo per scontato forse, ma che tanto scontate non sono. Richiedono una coordinazione occhi-arti molto raffinata. La mantide deve valutare con estrema precisione distanza e posizione della preda per non "scattare" a vuoto. Per questo prima di colpire fa una serie di movimenti con la testa, così da inquadrare la vittima da più punti di vista, mandando al cervell(in)o una serie di immagini, come fossero delle riprese da angolature diverse ,che a livello dei centri nervosi vengono assemblate e sovrapposte permettendo una specie di triangolazione molto precisa, come una visione tridimensionale. Magico no? I due puntini neri sugli occhi sono le aree più sensibli che vengono usate per la "triangolazione" che ho descritto sopra. Nikon D700, 200mm micro-nikkor AfD. f18, 1/60s, treppiede. Una volta afferrata la preda, la mantide comincia a divorarla ancora viva (eh, sì il mondo degli insetti non è dei più idilliaci, ma in generale il mondo animale. Lo stesso fanno ad esempio iene e licaoni tra i mammiferi). Un "grillo" viene divorato. Nikon Zfc, nikon 70-200 f4 AFS a 150mm, FTZ, f11, 1/1000s, mano libera nell'intrico dell'erba. Le mirrorless hanno reso tutto molto più agile. Come in quasi tutti gli insetti, la femmina è ben più grande del maschio, il che durante gli accoppiamenti lo pone a rischio di trasformarsi rapidamente da amante a merenda se non è più che lesto a togliersi di torno a cose finite. Da qui la cattiva nomea, estesa a femmine umane che portano malcapitati amanti alla rovina. Però non giudichiamo le Mantidi vere, come per tutti gli Insetti (e i Ragni e tanto altro) non siamo in un mondo di morale, sentimenti e ragione, ma di azioni preprogrammate, anzi engrammate. E' un universo di azione-reazione senza troppa riflessione. Qualsiasi cosa sia mangiabile... la si mangia. Un esile maschio (probabilmente) in posa artistica. Nikon D300, 200mm micro-nikkor AfD, f13, 1/15s, 1000ISO, treppiede. La mantide depone le uova avvolte da un astuccio protettivo, l'ooteca, formato da una sostanza simile a pergamena. Internamente è fatto a scomparti e contiene decine e decine di uova che alla schiusa libereranno minuscole Mantidi affamatissime, che appena nate cominceranno subito a cercare di mangiare tutto quello che capita, compresi i loro stessi "fratelli" meno veloci. Una grossa femmina che ha deposto le uova, l'ooteca è attaccata al rametto. Assolto il suo compito riproduttivo a breve morirà. Nikon D300, 200mm micro-nikkor AfD, f8, 1/20s, 400 ISO, treppiede. Da qualche anno a questa parte mi capita di trovare sotto casa le Mantidi giganti (Hierodula) "immigrate illegali" dall'Asia, probabilmente trasportate con la merce. Si sono insediate nella pianura padana e vanno diffondendosi. Sono impressionanti per la robustezza oltre che per le dimensioni. Sembrano preferire gli alberi all'erba, per cui potrebbero non rappresentare una minaccia per le mantidi nostrane, almeno speriamo. Mantide "gigante", Hierodula tenuidentata, fa quasi paura, awesome, dicono gli Inglesi. Nikon Zfc, nikon 24-200mm Z + lente addizionale a 115mm, f11, 1/1000s, 560 ISO, mano libera. Cerchi guai? la stessa Hierodula tenuidentata, sempre awesome. Un tempo questi invasori non reggevano l'inverno quindi non riuscivano a insediarsi stabilmente nei nostri territori, con il clima degli ultimi anni invece ce l'hanno fatta. Da Cremona e Parma (prime segnalazioni) sono partite alla conquista del nostro paese. Nikon Zfc, nikon 24-200mm Z + lente addizionale a 200mm, f11, 1/1000s, 500 ISO, mano libera. Come fotografo le mantidi? Come avete letto nelle didascalie di solito uso focali lunghe, intorno ai 200mm come il 200mm micro nikkor AfD (quando ce l'avevo ) oppure focali zoom xx-200mm con tubi, oppure con lenti addizionali, perchè mi interessa staccare bene il soggetto e sfuocare lo sfondo. Altre volte invece, per cogliere particolari o documentare attività, allora può venire utile utile il 105mm. Da quando sono passato al sistema Z ho fatto buonissime foto alle mantidi con il 24-200mm Z e una lente addizionale non molto potente, la Sigma 0.72 AML, equivalente quasi alla Canon 500D, ma molto più economica e sottile, due cose che non guastano. Ogni tanto se il soggetto sta tranquillo, provo a fare una foto ambientata con un grandangolare moderato. Mantide gigante, Hierodula tenuidentata, che se ne va in cerca di un albero su cui arrampicarsi. Nikon Z fc, 24-200mm Z a 28mm, f11, 1/800s, 800 ISO, mano libera. Nota culturale da parte dell'altro me stesso, quello marziale: Come ho già scritto altrove, tra gli stili imitativi del kung fu c'è quello della mantide (Tang Lang). La cosa divertente è che in origine questo stile non imitava le movenze un po' tremolanti della mantide quando imita una foglia che dondola per non spaventare la preda nell'avvicinarla, Invece derivava il nome dai colpi potenti sferrati con le braccia ed alla particolare posizione delle mani ad uncino come fa la Mantide. Nel kung fu moderno invece si sono messi ad imitarne anche i movimenti dondolanti , che fanno scena (a me fanno anche un po' ridere) ma sono di scarsa utilità pratica. PS: Se qualcuno di voi amici toscani o giù di lì, mi segnala uno spot "sicuro" dove fotografare l'Empusa quest'estate, offro da bere (ma anche un pranzo!) .
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