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Bach : concerti per violino e orchestra / Carmignola


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Bach Concerti per Violino e Orchestra BWV 1041, 1042, 1043, 1056R e 1052R
Giuliano Carmignola (Mayuki Hirasaki primo violino nel concerto doppio 1043)
Concerto Koln
Archiv 2014, registrazione fatta a Colonia nel 2013
Disponibile in formato CD

***

Una scelta classica di concerti per violino e orchestra di Bach, incluso il celeberrimo in Re minore per due violini BVW 1043, con il più italiano dei violinisti barocchi contemporanei che guida anche l'ottimo Concerto Koln, specialista del repertorio bachiano.
Non è una scelta insolita in quanto è notorio quanto Bach si sia rifatto al modello italiano nella gran parte dei suoi concerti.
E' rimarcato anche nel libretto della Archiv che riporta il titolo "Bach all'italiana" (in italiano nel testo originale) ed è normale, dato il background di Carmignola, cresciuto in terra veneta con Corelli, Vivaldi e i fratelli Marcello come base culturale.

Se ne giova l'interpretazione e anche l'ascolto. Carmignola ammette che i suoi riferimenti per questi concerti sono stati fin dalla gioventù Stern e Oistrakh.
Ma non c'è traccia della solennità e della drammaturgia del suono di Oistrakh (famosa l'edizione con il figlio del concerto doppio) né del pieno rispetto del segno di Stern.
Se ne giova anche l'ascoltatore che vede tolte molte delle stratificazioni storiche di queste pagine che, proprio per rifarsi al concerto italiano che imperava in tutte le corti d'Europa nel primo settecento,  hanno tutti allegri assai e adagi sì lirici ma non "troppo" bachiani.

Il tocco leggero, veloce, estroso di Carmignola aggiunge spezie e vivacità al ritmo, riuscendo a farsi seguire anche dal complesso di Koln, spesso un pò ingessato e teutonicamente compassato.
Vedi ad esempio i raddoppi del terzo movimento del BWV 1042 che sembrano veramente crescendo vivaldiani.

Ha un suono "veneziano" anche il BWV 1043, nonostante la prima voce sia giapponese, segno di quanto sia contagioso il nostro spirito.
E appunto, il secondo movimento, privo dei toni enfatici di russi e in generale dei musicisti di chiave romantica.
Il terzo movimento è addirittura "troppo" liberatorio con tempi veramente svelti, quasi come a scusarsi di quel momento di autocompiacimento del largo (ma non tanto) del concerto.

Questo bel disco finisce con due concerti "ricostruiti" da Marco Serino, dai due concerti per cembalo di pari numero di catalogo, che Carmignola interpreta se vogliamo ancora più all'italiana, visto che qui la tessitura è ancora più leggera e il suono del suo Guarnieri si ritrova più libero dai bassi.
Non c'è eccesso di fioriture, giusto il necessario.

Anche l'ultimo, il 1052 che è il mo concerto per cembalo preferito del genio bachiano, è alleggerito dalla monodia del violino che chiaramente suona più in alto del resto del complesso (vedere per confronto la recente interpretazione molto brunita di Bonizzoni dell'originale per cembalo).
Se non capite cosa sto scrivendo provate ad ascoltare per confronto l'ultimo movimento della Ibragimova (Hyperion 2014) alla ripresa del solo, verso il minuto 2:13) lei non fraseggia, suona, Carmignola da respiro alla musica, sussurrando la seconda frase su un volume più basso e leggermente rallentando. Il risultato è di tutta ovvietà per chi conosce il nostro repertorio, molto meno per chi pensa al Bach luterano officiato da musicisti romantici.
Non che la Ibragimova  abbia una visione incoerente ma è tanto diversa da rendere i due dischi, peraltro coevi, del tutto giustificati per quanto diversi.

Insomma, se Bach fosse venuto nel trevigiano per una settimana di vacanza, oltre ad ascoltare la nostra musica in originale e non ripresa da complessi tedeschi ossequiosi del loro principe, avrebbe potuto ascoltare la sua musica così come ce la porge oggi Carmignola.
Ovviamente di dischi come questo ne abbiamo già a decine, ognuno di noi ne avrà più scelte a seconda dei momenti ma questo si aggiunge volentieri per un tocco molto personale e più disteso sel solito.

Registrazione con un buon registro complessivo, senza quelle secchezze tipiche di certe prove Archiv, basso non troppo lungo e violino (il Guarneri di Carmignola) non esageratamente in evidenza come è giusto che sia in generale ma specialmente in questo repertorio dove il solista è semplicemente un primo violino più esperto degli altri.

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