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[collettivo] Chi ci ha fatto innamorare della fotografia? Raccontiamolo!


Silvio Renesto

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Io non so nulla di musica, però sento dire che tantissimi grandi musicisti classici, jazz, leggeri,  magari strimpellavano da piccoli perchè la passione o la curiosità c'erano già, ma  c'è stato un momentoi in cui, dopo sentito qualcuno suonare, ne sono rimasti ammaliati, così all'inizio si sono messi a studiare ispirati a quel maestro (o quei maestri) hanno iniziato la loro strada seguendo dapprima le loro orme per poi sviluppare il proprio stile musicale. Penso che valga per quasi tutte le arti, fotografia compresa.
Ho pensato che sarebbe bello se ciascuno di noi, chi vuole, se vuole,  raccontasse qual'è stato l'incontro, reale o virtuale, dal vivo o semplicemente dalle sue foto nei libri o ad una mostra.
Non dev'essere per forza "il" grande maestro, né dev'essere per forza uno solo. Chiunque che vi abbia colpito quel tanto da farvi venire voglia di fotografare, di diventare un ritrattista o un fotografo di natura, di fashion, di nudo, di street. Insomma avete capito., se è un maestro o più d'uno, insomma se c'è qualcuno che ha acceso la passione e ha dato il via all'avventura fotografia. Poi certamente ci saranno stati tanti altri (o pochi)  che avrete conosciuto, che vi avranno poco o tanto  influenzato, ma qui interessa sapere  chi per primo vi ha fatto prendere questa strada!

QUESTO VUOLE ESSERE UN BLOG COLLETTIVO, PARTECIPATE PER FAVORE...

Funziona così:
Raccontate brevemente chi è che vi ha ispirato all'inizio e perchè

Mostrate alcune sue (non vostre)  foto esplicative (due o tre al massimo!).

Se avete avuto più d'un riferimento, metteteli pure, con le stessa regole.
 
Comincio io per far vedere come si fa.

Il colpo di fulmine per le foto agli animali me lo ha dato Galen Burrell (da non confondere con il ben più famoso Galen Rowell), avevo appena iniziato a fotografare (credo fosse il 1981) quando ho incontrato il suo libro "In search of Mountain Bluebirds", rimasi stregato dalla delicatezza delle sue immagini, dei suoi ritratti ambientati. 

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Ronnie Gaubert invece è stato per me il punto di svolta nella macro. Le sue immagini mi hanno fatto capire quanta poesia c'è nella sua fotografia "ravvicinata" più che macro, assolutamente pulita,  poesia con cui mi trovavo in sintonia, più che con la macro spinta dal dettaglio esasperato che praticavo prima. Nelle foto di Gaubert c'è grande attenzione per la composizione, ma grande semplicità, nessun artifizio, nessuna delle leziosità che sovraccaricano tante macro.

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Ultimamente mi sono messo a fare anche un po' di street e del paesaggio urbano in bianco e nero, ma non posso dire che qualcuno in particolare mi abbia ispirato, forse per questo le mie foto non sono gran che e mostrano una certa casualità. Ho visto le opere dei i maestri indiscussi  del genere Europei ed Americani, ma ultimamente mi colpiscono molto  anche  foto "sbagliate", dure e sporche, di alcuni fotografi giapponesi, emozionali ed immediate. Forse mi piacerebbe fotografare come Junku Nishimura:

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O come certo Daido Moriyama

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Tocca  voi. Qualcuno vuole unirsi? 

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8 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

La tua domanda è per me difficilissima: prevede un rispecchiamento o un'ammirazione per l'opera di un personaggio definito, che non credo possa avere una risposta nel mio subconscio:

perchè ho cominciato da bambino a fotografare e con mezzi del tutto inadeguati a poter pensare di essere in qualche maniera alla ricerca di uno scopo.

Ma di certo ho cominciato a scattare foto perchè ero (eravamo) circondati da un crescente bisogno di supportare la realtà quotidiana con l'ausilio delle immagini: la pubblicità murale, Carosello, le copertine dei dischi (io sogno disegni psichedelici come quelli degli Hypgnosis e forme indistinte e macchie di colore come nelle foto di Axnaird)

Potrei dire che poi, da grande ed acquisita una coscienza iconografica, coltivata...proprio per il fatto che fotografare era per me divenuta una consuetudine, mi sia cominciato ad orientare sui fotografi che più sentivo vicini al mio modo di esprimermi, soggetti spesso considerati più artisti che solamente fotografi tra i quali uno è stato certamente Emmanuel Radnitzky,

in arte Man Ray Man Ray - Vogue.it

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un altro Andreas Feininger andreas-feininger-the-photojournalist-(dennis-stock).jpg.14d8254f37c56a77a443ee629b7ed31b.jpg

che ho riscoperto da grande dopo aver sfogliato da bambino libri meravigliosi di scienze e natura, spesso corredati dalle sue immagini 

Andreas FEININGER :: from the exhibit Nature Magnified: Photographs by  Andreas Feininger | Berkshire Museum | Sea shells, Black and white  photography, Photography La fotografia di Andreas Feininger - Marco Crupi

The Photography of Andreas Feininger | LIFE

E quando il reportage divenne la direzione sulla quale orientare la barra del timone del mio fotografare, una delle figure più influenti nel mio immaginifico fu di certo 

Werner Bishof  par40768-scaled.jpg.d19b7a37219d5c3ed0d7664db5de6927.jpg

che da un ambito all'altro continua a rappresentare nella mia mente un ideale di completezza,  HT_werner_bischof2_cf_160518_17x12_1600.jpg.20be64fef2f309acaad673a15dbde50e.jpg

Werner Bischof: il mondo in una foto

nonostante la sua opera si sia interrotta troppo prestoWerner Bischof: il fotografo assoluto | Sprea Fotografia

Grazie Silvio di aver risvegliato in me questi pensieri...

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  • Nikonlander Veterano

Grazie a te Max, importantissima la tua precisazione iniziale. Può essere, anzi è più giusto quel che scrivi tu, che la passione preesista magari ancora confusa e poi maturando si facciano gli incontri (in senso lato) giusti che ci orienteranno nella strada da seguire.

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  • Nikonlander

Per me è abbastanza semplice: a 11-12 anni ho smesso di spillare insetti prendendo in prestito una macchina fotografica da un vicino che aveva intuito la mia passione, alimentata anche da un professore delle medie che mi ha insegnato a vivere la camera oscura. In quel periodo ho cominciato a leggere anche di fotografia: la prima rivista fu Progresso Fotografico*… ho scoperto Ansel Adams in primis e Rodcenko poco dopo… poi un fiume. Infine mi è stata prestata (e poi regalata per uso capione) da uno zio una Nikkormat Ftn con il 50mm f/2 H. coevo. Ecco quattro foto che sognavo di aver fatto io quando iniziai a fotografare… ho imbrogliato, sono di più: l’intruso, Titarenko, é più recente ;)

PS: ho trovato il numero di Progresso Fotografico che straleggevo quando ero lì a decidere del mio futuro durante l’ultimo anno di liceo… quell’immagine (l’ho allegata) a quei tempi per me era un futuro possibile.

 

*se qualcuno ha un Progresso Fotografico vintage con sopra una foto della Monument Valley a colori mi fa anche solo una foto e me la manda ? :) grazie !!

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Modificato da Adriano Max
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  • Nikonlander Veterano

Che bello ricordare queste cose, mi mette dentro una piacevole nostalgia.

Sono due persone, due fotografi. 

Il primo è Guido Paliaga, un grande amico da cui sfortunatamente la vita mi ha progressivamente e praticamente separato. Un mucchio di esperienze insieme, in montagna, arrampicando, eravamo entrambi cresciuti e diventati istruttori di alpinismo nella stessa scuola del CAI.
Lui, oltre ad arrampicare, fotografava alla grande. All’epoca, un corredo Nikon AIS costruito intorno ad una F3. Tanta curiosità e voglia di andare in giro a fotografare paesaggi, macro ed animali. Tanti rullini di Velvia. Questo il suo sito, che non aggiorna da moltissimo..... ma so che fotografa: http://www.guidopaliaga.com/index.htm 
Come mi ha influenzato? Beh, raccontandomi della luce, di come la velvia la leggeva, di come componeva e sceglieva i posti per fotografare. E poi facendomi vedere spaziali diapositive. E poi con la sensazione tattile dei suoi fantastici AIS.
Ricordo molti episodi insieme, ma uno in particolare spicca. Un viaggio da Milano alle Lofoten, in auto. Interminabile, ma come tale pieno di discorsi.

Il secondo è Stefano Unterthiner, che credo non abbia bisogno di presentazioni. In ogni caso, questo è il suo sito: https://www.stefanounterthiner.com
Quattro cose, un crescendo.
Il suo libro Camosci, trovato per caso in una libreria di Champoluc.
Fred, il suo libro sulle volpi.  Quante serate passate a leggerne le pagine ammirando le fotografie!
Poi un articolo su Oasis, nel quale raccontava una spedizione fotografica in Islanda con tale Ramires.
Per finire, con Stefano, un workshop in Finlandia. Dieci giorni in casa sua e a fotografare con lui che in quel periodo riprendeva Le notti dell’orso  e correggeva le bozze di L’odissea del Re. Un’esperienza fotografica e di vita, che mi ha fatto proprio capire che trasmettere la bellezza della natura è uno dei modi per tutelarla. E che le immagini non sono una cosa che si trova ma una cosa che si crea.

Io fotografo grazie a loro. E poiché fotografare è una parte di me, anche loro lo sono.

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  • Nikonlander Veterano

Quando iniziai più che altro sperimentavo, volevo conoscere e scoprire. In questo senso ero incuriosito dal lavoro di Andreas Feininger (esattamente come Max) e Harold Edgerton

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In segito il mio interesse si spostò su una fotografia più raffinata.

La narrazione "pittorica" innata di Cartier-Bresson

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... il coraggio della narrazione di Mapplethorpe

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e poi la narrazione tagliente, che arriva dritta al cuore, di Eugene W. Smith

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Infine la grande (e insana) passione per la fotografia sportiva. Scatenata dal maestro Neil Leifer

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D lui (che non ha mai conosciuto il significato della frase "venti fotogrammi al secondo") ho sempre cercato di imparare quando era il momento giusto per pigiare il dito sul pulsante di scatto, E ancora oggi, a distanza di tanti anni, ci provo sempre a infilare quella vena poetica nell'immagine dinamica. Con scarsi risultati, ma ci provo comunque. La foto sportiva è tossica, tanta adrenalina e tanto divertimento. Non fatelo a casa.

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  • Nikonlander Veterano
14 ore fa, Adriano Max ha scritto:

Per me è abbastanza semplice: a 11-12 anni ho smesso di spillare insetti prendendo in prestito una macchina fotografica da un vicino che aveva intuito la mia passione, alimentata anche da un professore delle medie che mi ha insegnato a vivere la camera oscura. In quel periodo ho cominciato a leggere anche di fotografia: la prima rivista fu Progresso Fotografico*… ho scoperto Ansel Adams in primis e Rodcenko poco dopo… poi un fiume. Infine mi è stata prestata (e poi regalata per uso capione) da uno zio una Nikkormat Ftn con il 50mm f/2 H. coevo. Ecco quattro foto che sognavo di aver fatto io quando iniziai a fotografare… ho imbrogliato, sono di più: l’intruso, Titarenko, é più recente ;)

 

*se qualcuno ha un Progresso Fotografico vintage con sopra una foto della Monument Valley a colori mi fa anche solo una foto e me la manda ? :) grazie !!

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Ci avrei scommesso che ti piaceva Aleksandr Rodcenko, un fotografo straordinario.

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  • Nikonlander Veterano

Io iniziai ad una manifestazione ad Aviano nel 1974 circa con una Bencini Comet col caricatore C126 e cuboflash,poi continuai usando prima una Praktica col 50mm e quindi la Nikkormat EL col 50 e il 135.A fine anni '70 primi 80 leggendo i vari KokuFan vidi le foto di Tokunaga e  Jim Benson e da li la decisione di provare a fare qualche scatto un po' diverso dai soliti,il tutto comunque associato alla passione della fotografia che avevo da tempo e che si rafforzò leggendo il libro "fotografia totale" di Andreas Feininger prestatomi da un amico.

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