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Jonathan Leshnoff : Concerto per pianoforte e orchestra, Sinfonia n. 3


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Jonathan Leshnoff
Sinfonia n. 3, ispirata dalle lettere a casa dei soldati della Ia Guerra Mondiale
Stephen Powell, baritono
Concerto per pianoforte e orchestra
Joyce Yang, pianoforte

Kansas City Symphony diretta da Michaerl Stern

Reference Recordings 2020, formanto 192/24

***

Jonathan Leshnoff è un compositore americano di origini ebraiche di Baltimora, classe 1973.
Ha già all'attivo una notevole quantità di musica, spesso commissionata come d'uso negli USA, altre volte ispirata da fatti e casualità.

E' il caso di questo disco, registrato di fresco dalla solita, splendida Reference Recordings che spesso con la qualità delle sue incisioni compensa lo scarso spessore del materiale registrato.

Non è questa l'occasione, perchè la musica di Leshnoff, qui in prima assoluta, è interessante.

Il concerto per pianoforte che mi ha attirato per primo è una composizione in quattro movimenti del 2017 e prende ispirazione dal concerto per pianoforte n.3 di Prokofiev che in quel momento la pianista Joyce Yang stava registrando.
E' una composizione tonale, piuttosto brillante, concepita per grande orchestra con una sezione percussiva estesa e con gli ottoni in evidenza, "alla maniera del Prokofiev" degli anni d'oro.
Il pianoforte è protagonista ma l'orchestra ha una importanza pari che regge per tutta la durata del concerto.

Devo dire che mi ha catturato subito e non stento a considerarlo tra i miei concerti contemporanei preferiti.

La terza sinfonia mi ha sulle prime convinto meno, tendo a stare alla larga dalla musica a programma, di ogni epoca ma in particolare quella contemporanea che spesso non ci azzecca molto nemmeno con il titolo.
Qui la commissione della Kansas City Symphony del 2015 doveva arrivare per il centenario dell'entrata in guerra degli Stati Uniti contro gli imperi centrali.
La sinfonia è in tre movimenti, di largo formato sia formale che strumentale. Sempre tonale in piena articolazione armonica, sia sul piano tematico che generale.
La annoveriamo come una sinfonia classica i cui due primi movimenti fanno da preludio al finale in cui il baritone canta il testo di alcune lettere di soldati americani al fronte dirette alle loro famiglie.

Non ci sono dissonanze - nulla di britteniano, anzi - le melodie restano cantabili con la voce che scandisce i testi tranquilla.

Continua a non convincermi troppo ma è musica non solo ascoltabile - e detto da uno che la musica contemporanea la esplora spesso più per dovere e curiosità che per piacere - ma anche bella.

Un disco molto interessante di un compositore che non conoscevo per nulla.

La registrazione, come da attese, è superlativa : dinamiche da squarcia woofer, rimbri e dettagli sensazionali, sia in cuffia che con i diffusori.
Una bella scoperta che vi consiglio almeno per curiosità.

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