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Chopin: da dove cominciare?


happygiraffe

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Con ogni probabilità il compositore di musica per pianoforte più popolare e più eseguito, Chopin fu come un breve e luminoso lampo nel panorama musicale romantico. Il suo linguaggio musicale così originale sembra provenire dal nulla, così lontano dagli archetipi classici di Haydn e Beethoven, per poi svanire nel nulla, pur lasciando un impronta netta su molti compositori venuti dopo di lui.

Nato in Polonia nel 1810, si trasferì nel 1830 a Parigi dopo la repressione russa della rivolta di novembre. Lì visse fino al 1849, anno della sua morte prematura, campando di lezioni di pianoforte e della vendita delle sue composizioni, tra continui problemi di salute e economici. Non fu il tipico pianista virtuoso dell’era romantica: in tutta la sua vita eseguì solo una trentina di concerti, preferendo esibirsi nei salotti della buona società parigina.

A differenza di tanti altri compositori dello stesso periodo, Chopin fu totalmente incurante del modello classico e beethoveniano in particolare. Il suo stile sembra invece pescare nel repertorio della musica popolare da salotto, riadattandola a un linguaggio assolutamente originale e personale, in grado di restituire con straordinaria immediatezza e precisione i moti del suo animo, dalla malinconia allo slancio nazionalista, dalla passione più ardente ai fantasmi più cupi e febbrili.  

Si dedicò quasi esclusivamente alla musica per pianoforte (con poche eccezioni, come i due concerti per pianoforte e la sonata per violoncello e pianoforte) e predilesse le forme brevi. Il suo catalogo si può riassumere piuttosto velocemente: da un lato musiche per così dire da salotto, Valzer, Polacche e Mazurche, ispirate alla danza, Preludi e Notturni, altre composizioni pensate per l’insegnamento, i suoi straordinari Etudes, altre ancora di stampo puramente virtuosistico, come i concerti. Ci sono poi altre pagine assolutamente uniche, innovative e originali, come le Ballate, gli Scherzi, la Berceuse e la Barcarolle. Ci sono infine le sonate per pianoforte.

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La partitura autografa della Polacca Op.53.

 

Di dischi straordinari dedicati a Chopin ce ne sono molti. Quella che segue non ha la pretesa di essere la discografia definitiva, quanto piuttosto una serie di suggerimenti per chi si vuole avvicinare a questo compositore. Nella scelta abbiamo considerato alcune interpretazioni classiche  e giustamente note, così come alcune molto più recenti, lasciando da parte le incisioni storiche.

Sonate

Delle tre sonate per pianoforte, si ricordano solo la seconda, quella della famosissima "marcia funebre", e la terza, mentre la prima, scritta a 18 anni quando era ancora studente, non viene quasi mai eseguita.Tra le tantissime interpretazioni, segnaliamo quella dell'argentina Martha Argherich, vincitrice del Concorso Chopin nel 1965. Ardore, passione, tocco felino, tecnica straordinaria.

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Notturni

I 21 Notturni sono il trionfo della melodia. Il polacco Arthur Rubinstein, che di Chopin fu un grande interprete, incise nel 1967 questa edizione che è passata alla storia. Lirismo e grande naturalezza senza scadere mai nel sentimentalismo.

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Per chi preferisse un'edizione più recente, segnalo questa del 2010 del brasiliano Nelson Freire:

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Mazurche

Chopin scrisse ben 59 Mazurche nel corso della sua vita. Sono pagine brevi che traggono spunto dalla danza tradizionale polacca, ma che poi si sviluppano in modo assolutamente originale e molto vario. Questa è una selezione, suonata con grande immaginazione e straordinaria ricerca timbrica dal russo Pavel Kolesnikov (2016):

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Studi

Nelle due raccolte di Studi, l'aspetto didattico e di esercizio su specifici problemi di tecnica diventa lo spunto per queste pagine di grande poesia. Maurizio Pollini, vincitore del Concorso Chopin nel 1960, nel 1972 ci regala un'interpretazione degli Etudes Op.10 e Op.25 caratterizzata da un grande vigore e da una dominio tecnico assoluto.

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Ballate

Le Ballate sono una forma musicale nuova, inventata da Chopin che prese in prestito il loro nome dalla letteratura. Tecnicamente molto impegnative, sono tra le composizioni più felici e straordinarie del compositore polacco.
Per le Ballades raccomandiamo questo disco del 1994 dell'americano Murray Perahia, per tecnica, inventiva e calore dell'interpretazione:

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Polacche

Anche le Polacche prendono spunto dalla danza per esprimere i più incandescenti sentimenti nazionalistici dell'esule Chopin.
Ancora Pollini in questa storica interpretazione del 1976. Uno Chopin epico, virile e appassionato:

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Preludi Op.28

24 brevi e folgoranti composizioni scritte a Palma di Maiorca tra il 1835 e il 1839. Il polacco Rafal Blechacz, vincitore del Concorso Chopin nel 2005, incide per DG i Préludes Op.28 nel 2007. Una lettura di grande sensibilità e poesia.

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Scherzi

Chopin compose quattro Scherzi tra iI 1831 e il 1842. Sono composizioni in cui prevale l'elemento rapsodico, accompagnato da drammatici contrasti.
In questo straordinario disco del 2012 dell'inglese Benjamin Grosvenor, ne ascoltiamo una lettura vivace e elettrizzante.

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Concerti

Sono pezzi di bravura di stampo chiaramente virtuosistico. L'accompagnamento orchestrale è poca roba, tutto ruota intorno al pianoforte (e come potrebbe essere diversamente?).
Qui un'interpretazione classica, quella del 1999 di Martha Argerich e Charles Dutoit.

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E una recentissima edizione del 2019 in cui i concerti vengono eseguiti nella loro versione da camera per pianoforte (un bellissimo Erard del 1836) e quintetto d'archi:

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Recital

Infine qualche recital che ha fatto storia.

Un disco del 1972 interamente dedicato a Chopin da Arturo Benedetti Michelangeli. L'interpretazione delle 10 Mazurche è leggendaria. Quello che fa qui Benedetti Michelangeli con il suo pianoforte è realmente magico:

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Un altro disco storico, quello di Martha Argerich del 1965, freschissima vincitrice del concorso Chopin. Un uragano di energia e di passione: 

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Infine, le 4 Ballate con la Fantasia e la Barcarolle, nell'impeccabile lettura di Krystian Zimerman, vincitore del Concorso Chopin nel 1975. Su Zimerman i pareri si dividono, ma qui, al di là della consueta cura maniacale di ogni dettaglio, pare veramente ispirato.

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Buoni ascolti chopiniani!

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11 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

Grazie bro !
Nonostante Chopin sia sempre l'ultimo autore che mi viene in mente, stamattina mi hai fatto venire voglia di ascoltare i 4 Scherzi che vedo tu non indichi tra i dischi "capitali" (Richter in questo caso, poi Pollini).

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  • Nikonlander Veterano

Per gli Scherzi ho indicato sopra il disco di Grosvenor. Per me una delle interpretazioni migliori in assoluto!

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  • Amministratori
18 minuti fa, happygiraffe ha scritto:

Per gli Scherzi ho indicato sopra il disco di Grosvenor. Per me una delle interpretazioni migliori in assoluto!

Scusa, non l'ho visto. Lo riascolto, allora.

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  • Nikonlander

Per me, Pollini per Studi e Preludi (lettura personalissima e che mi è rimasta impressa per sempre, sarà che è stata la prima che ho ascoltato in vita mia), Zimerman per le Ballate.

I notturni sono complicati, troppo facile sdrucciolare nel miele, Rubinstein è certamente un riferimento, ma non ho ancora ascoltato la versione per me "definitiva" (non ne ho ascoltate a sufficienza evidentemente).

Chopin lo adoro, ma i concerti non li reggo...(come i pezzi più salottieri: qualche valzer, qualche mazurca, qualche pezzo scritto su commissione)

mi dispiace, ma l'orchestra doveva lasciarla perdere, non era roba per lui, e i suoi concerti non sono paragonabili nemmeno lontanamente a quelli degli altri grandi, Brahms, Beethoven, Mozart, per rimanere tra i più noti del classicismo sette-ottocentesco

Modificato da cismax
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  • Amministratori
46 minuti fa, cismax ha scritto:

mi dispiace, ma l'orchestra doveva lasciarla perdere, non era roba per lui, e i suoi concerti non sono paragonabili [...]

Ma infatti in sostanza ne fa a meno (dell'orchestra). Se provi ad ascoltare i concerti per pianoforte con un quintetto d'archi di accompagnamento sentirai che è quasi lo stesso ;)

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all'epoca il concerto per pianoforte era indispensabile perchè il pianista-compositore si rendesse noto con performance più strutturate rispetto a quelle private nei saloni delle ville dove l'amico Liszt faceva sussultare le signore.
Anche gli altri concerti per pianoforte dell'epoca sono abbastanza "dispensabili" (penso, appunto, a Liszt a Field e più o meno tutti i concerti del primissimo romanticismo, compresi i tentativi di Mendelssohn e Schumann).

 

 

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander

sono d'accordo su tutto, difatti non mi viene mai voglia di riascoltare i concerti di Chopin, Mendelssohn, Schumann, Liszt, mentre non è così per la musica pianistica (a parte l'insopportabile Liszt, che, con l'esclusione della Sonata in Si minore, poteva risparmiarsi/ci quasi tutto il resto)

  • Sono d'accordo 1
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  • Amministratori
4 ore fa, cismax ha scritto:

[...] (a parte l'insopportabile Liszt, che, con l'esclusione della Sonata in Si minore, poteva risparmiarsi/ci quasi tutto il resto)

Ah, questo potrei averlo scritto io (ci metto dentro anche quel mattonazzo della sonata in Si minore, mentre salvo gli Années de Pelerinage) :x3x:

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  • Nikonlander Veterano

io con l'età sto rivalutando un po' Liszt...ma non troppo! 

Vediamo...salverei Années, sicuramente la sonata, le due Légendes e stop. Penso che gran parte della sua produzione sia ormai completamente inascoltabile e ignota ai più.

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  • Amministratori

... con la doverosa premessa che io mi sono sentito in obbligo, anni fa, di ascoltare l'integrale di Leslie Howard ;)

Tutta quanta,intendo :(

 

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  • Nikonlander

Eroico!!!:sono_muto:

By the way, sono d’accordo con voi sugli Années...

ma il resto è ‘verbosissimo’...una montagna di note per dire pochissimo

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Ospite
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