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Ricordo di Ronnie Gaubert


Silvio Renesto

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Ronald (Ronnie) Gaubert è stato uno dei maestri della fotografia ravvicinata, responsabile della sezione macrofotografia di naturephotographers.net., ma eccelleva anche nella fotografia naturalistica in generale. I suoi lavori sulle paludi della Louisiana sono una sintesi di natura e poesia, che tutti gli  appassionati di fotografia naturalistica dovrebbero conoscere.
 

La sua simpatia faceva il resto. Grande è stato il dolore nel mondo della fotografia naturalistica per la sua scomparsa, nel 2011, a causa di una malattia che non perdona.

Naturephotographers.net riporta un commosso ricordo QUI

Come Galen Burrel è stato uno dei maestri ispiratori per la mia fotografia  naturalistica in generale, Ronnie Gaubert lo è stato per la Macrofotografia.

Ripropongo un tributo alla sua memoria, riportando l'intervista che gli avevo fatto  poco prima che la malattia si manifestasse.

La traduzione dall'inglese è mia (anche le note fra parentesi in corsivo nel testo sono mie), le foto sono opera e proprietà di Ronnie Gaubert da lui concesse per l'intervista stessa.

Vuoi dire qualcosa di te come presentazione?

Mi chiamo Ronald Gaubert, ma quasi tutti mi chiamano Ronnie. Sono nato il 3 Ottobre 1951 nella cittadina di Destrehan, in Louisiana (USA), che si trova sulle rive del Mississippi. Fin da ragazzino ho cominciato ad esplorare la grande varietà della natura lussureggiante delle paludi e
nelle foreste umide che crescono lungo il fiume. La mia passione per la fotografia ha avuto inizio quando avevo più o meno 17 anni, quando ho cominciato a fotografare in bianco e nero. Da lì ho proseguito con la pellicola a colori e le diapositive. Dopo aver sperimentato fotocamere di molte marche, mi sono finalmente fermato sul sistema Nikon verso il 1975. Ho acquistato la mia prima reflex digitale, una D100, nel Dicembre del 2002. L’ho usata per quasi quattro anni, finché non sono passato alla D200 nell’Agosto 2006. Sebbene io sia conosciuto soprattutto per la mia fotografia ravvicinata, mi piace moltissimo anche la fotografia agli uccelli e di paesaggio.

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Quando hai cominciato con la macrofotografia? Hai avuto qualche maestro, ti sei ispirato a qualcuno?

Il mio interesse per la macrofotografia, o meglio per quella che io preferisco chiamare fotografia ravvicinata (closeup photography, è una definizione più corretta, nelle sue foto  Ronnie non scende mai a rapporti di riproduzione troppo spinti) risale a quando ho cominciato a fotografare, nel 1968. Non posso dire che un fatto o una persona abbiano realmente ispirato il mio stile fotografico. Non sono mai stato uno a cui piaceva leggere libri, infatti non ho mai letto un libro di fotografia. Per chissà quale motivo, la fotografia era nel mio DNA. Mi ha preso da giovane e non mi ha mai lasciato. Mi diverto addirittura di più oggi di quando ero ragazzo.

Tu sei stato uno dei primi ad usare lunghe focali per le macro.

Oggi si vedono sempre più fotografi usare lunghe focali per la fotografia ravvicinata. Anche se possiedo in 55mm ed un 105mm macro, li uso raramente per le mie foto. Trovo nella maggior lunghezza focale del 300mm (è il 300mm f4 AFS, usato spesso con tubi di prolunga, il PN11, a volte il Kenko da 36mm) una superiore flessibilità per il mio lavoro. Capisco che non per tutti potrà andar bene, ma per il mio stile di fotografia è perfetto.

 

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Bruco dell'Azalea


Non ho mai provato il desiderio di fare foto al rapporto 1:1. Preferisco largamente riprendere soggetti più grandi. Il mio stile si basa soprattutto sulla composizione e la luce ambiente, quando fotografi al rapporto 1:1 o superiore, si deve usare soprattutto il flash e la composizione non è più un fattore così importante. Non ho nulla contro la fotografia a quegli ingrandimenti, infatti mi piace, ma non è il mio interesse principale.

Cosa cerchi nella macrofotografia, quali emozioni, sensazioni o conoscenze, vuoi trasmettere alla gente con le tue foto macro?

Questa è una domanda difficile, perché non ci ho mai pensato molto in quanto io fotografo per suscitare in me stesso emozioni e sensazioni. Quando fotografo, i pensieri di chi guarderà la foto non passano mai per la mia mente. Però credo che chi guarda le mie immagini provi le stesse sensazioni che ho provato io. Sono molto convinto di condividere le emozioni della maggior parte dei macrofotografi per quel che riguarda soggetti, composizione e luce. Questo fa di noi ( macrofotografi) una categoria molto particolare di fotografi.
 

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Adulto ed exuvia di Cicala



Con l'attrezzatura che preferisci non puoi riprendere dettagli minuti dei tuoi soggetti.

Sì, col mio set non riesco a riprendere dettagli ad un rapporto di riproduzione superiore ad 1:3. Come ho detto prima, non mi interessa. Mi sento a mio agio con soggetti più grandi, ho più flessibilità per quel che riguarda luce e composizione.

Fai molta postproduzione o applichi dei ritagli significativi?

Non ritaglio molto. Col 300mm non ho motivo per non riempire il fotogramma con il soggetto. Per questo è il mio obiettivo preferito, in quanto non devo avvicinarmi troppo al soggetto per riempire il fotogramma. Posso tenermi a distanza di sicurezza per non disturbare i soggetti.
La postproduzione varia molto da immagine ad immagine. Per rispondere alla domanda direi che faccio un minimo di postproduzione sulle mie foto. Percorro grandi distanze per ottenere le migliori immagini possibili direttamente sul campo. Sono pronto a non fare lo scatto se le condizioni non sono favorevoli.

 

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Blue dasher (Pachydiplax longipennis) nella posizione "dell'obelisco".


Le tue foto sono così belle anche per la luce stupefacente che riesci a cogliere.

Il mio motto (lett. le parole per cui vivo) è: “Conta meno il soggetto e di più la luce e la composizione”. Sono molto esigente nelle preferenze riguardo le condizioni di luce. Il momento della giornata che preferisco è dalle prime luci a circa mezz’ora dopo l’alba. E’ un breve intervallo di tempo che ti mette sotto pressione nella ricerca dei soggetti.
Fotografo anche nel tardo pomeriggio, ma normalmente il vento diventa un grosso ostacolo in quelle ore.
La luce del primo mattino produce una luce indiretta e diffusa che secondo me non ha rivali. La luce diretta delle ore diurne semplicemente produce troppe ombre dure e chiazze luminose.
Uso raramente il flash. Le sole volte in cui uso il flash è come luce di schiarita e uso solo il flash incorporato nella mia D200.
Non uso flash esterni nel mio lavoro. Io personalmente credo non ci sia nulla di simile alla luce ambiente naturale.

Un’altra ragione per l’eccellenza dei tuoi scatti è quella che definirei un’eleganza unica nella composizione, un sottile equilibrio tra forme e colori. Questa capacità di “vedere”, può essere imparata in qualche modo?

Sono fermamente convinto che ciascun fotografo debba sviluppare il suo stile personale che lo soddisfi. Puoi imparare dagli altri, ma non devi tentare di imitarne lo stile.
Sono convinto che il talento per la composizione, l’abilità di vedere, siano un dono naturale. Possono essere insegnati fino ad un certo punto, ma è compito dell’allievo raffinare ulteriormente le proprie abilità. Il miglior consiglio che mi sento di dare è di sperimentare e usare un' attrezzatura e soggetti semplici. Non cercate di fare i sofisticati con l’attrezzatura e con i soggetti. Riuscire nella macrofotografia non è così facile come può sembrare. Niente è peggio che spendere un mucchio di soldi duramente guadagnati e scoprire che non è cosa per te.
 

 

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Api longicorne in riposo



Quanto tempo impieghi nella ricerca dei soggetti?

Bella domanda, vorrei avere una bella risposta! Varia ad ogni uscita, Certe mattine i soggetti sembra che ti saltino addosso, altre invece sembra che non ci sia nulla di vivo nei campi. Per ogni insetto che trovo, sono convinto che ce ne siano altri 100 che non vedo. Gli insetti possono essere molto elusivi, ma è così che li ha progettati la natura. Fotografando nella luce tenue del primo mattino, trovarli diventa ancora più difficile perché i loro colori non sono enfatizzati dalla luce brillante che c’è durante il resto del giorno. Ci vuole allenamento.
La mattina presto gli insetti sono ancora immobilizzati dall’aria fredda e dall’umidità portate dalla notte, per questo motivo non si muovono molto. Nel resto della giornata sono più schivi perché spaventati dalla nostra presenza.
Se trovo 5 soggetti diversi in una sessione, lo definisco un successo.

 

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Darner (Anax junius)



Un consiglio per chi volesse avvicinarsi alla fotografia ravvicinata?

Il mio consiglio migliore per la macrofotografia non si applica a chi supera i sessant’anni a meno che non si sia tenuto in forma. Strisciare nel sottobosco fitto in luce fioca non è una cosa facile.
Mi sto avvicinando ai sessant’anni e sta diventando sempre più difficile alzarsi dal letto molte ore prima dell’alba e guidare fino al sito dove fotografare. Dovete sapere che la Louisiana ha un clima tropicale con 80 gradi Farenheit (un po’ più di 30 °C) e 100% di umidità. Si spera che il clima sia più adatto agli anziani da altre parti.
Per rispondere seriamente, come ho detto prima, semplicità. Non cercate di fare i sofisticati con ogni sorta di flash riflettori, diffusori e via dicendo: fate una prova con la tecnica delle lunghe focali. I vantaggi delle lunghe focali sono:
- il non doversi avvicinare al soggetto come con le focali più corte;
- la possibilità di isolare meglio i soggetti, avendo un angolo di campo minore.
Questo ti permette di sfocare meglio lo sfondo. Con un 300mm si includono solo pochi gradi di visuale dello sfondo. Con una focale più corta si includerebbe una visuale più ampia, con il rischio di inserire elementi di sfondo che distraggono.
Mi sforzo sempre di mantenere lo sfondo delle mie immagini pulito, privo di elementi di distrazione Tu vuoi che gli occhi di chi guarda si concentrino sul soggetto e non vengano deviati verso lo sfondo.

Alcuni link alle foto di Ronnie Gaubert:

http://www.photoportfolios.net/portfolio/pf.cgi?a=up&ns=1&pi=RONNIE

http://www.naturephotographers.net/imagecritique/ic.cgi?a=up&pi=RONNIEGAUBERT&ns=1

 

Non mancate di guardare anche le sue foto alla fauna (uccelli ed alligatori soprattutto) e ai panorami della Louisiana che sono un vero spettacolo. 

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4 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Nikonlander

Grazie per la traduzione, ho scoperto Ronnie grazie ad un tuo vecchissimo articolo su Nikonland, grande fotografo.

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  • Nikonlander Veterano

Immagini straordinarie, ho rivoltato da cima a fondo i due link che hai postato. Incredibili. Interessante l'intervista, soprattutto quando racconta delle difficoltà che si incontrano a fotografare nelle paludi della Louisiana. Le conosco personalmente e confermo ogni virgola di quanto ha detto. E' veramente difficile fotografare a quelle latitudini: è sfiancante e vorrei anche aggiungere che serve molto mestiere, sono scacchiere di luci e ombre e per il migliore degli esposimetri diventa un vero cubo di Rubick. Ma lui era di una bravura infinita.

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