Fiori - il risveglio del bosco
Non sono mai stato un particolare appassionato di questo genere fotografico, ma la voglia di fotografare mi ha spinto a provare. Qui l'esordio, in casa.
Ora, fortunatamente, inizia a fiorire qualcosa, per cui ho proseguito con i miei tentativi. Dico subito che mi sono divertito un sacco, al punto da provare sia sabato che domenica della scorsa settimana. In particolare domenica, ho passato diverse ore sdraiato nel bosco a provare punti di ripresa bassissimi. Ero del tutto assorbito a cercare il punto di ripresa perfetto, incrociando sfocati, luce, erba, foglie, petali.... insomma mi sembrava di avere davanti una tavolozza ricchissima. E, con il passare del pomeriggio, la luce cambiando aggiungeva meravigliose variabili. (N.b: sdraiarsi in boschi frequentati da ungulati è una pratica che non consiglio per via delle zecche, che ho ignorato preso da quello che vedevo ma che mi ha lasciato ben preoccupato nelle ore successive).
Come dicevo nel blog di apertura di questa serie, il mio intento non è di riprodurre i fiori "da catalogo" ma quello di lavorare prevalentemente ad ampie aperture (vedrete che qui ho fatto anche qualche scatto più chiuso, sto sperimentando e per capire bene preferisco scattare e poi guardare con calma a casa), valorizzando lo sfocato e dando risalto più alle forme che alla nitidezza. Nitidezza che deve esserci, ma che cerco di confinare a pochi tratti.
All'opposto di quanto ho fatto in casa, non ho usato null'altro che la luce naturale e non ho aggiunto goccioline o altro. Al massimo, in alcune inquadrature, mi sono limitato a togliere qualche stelo secco che "sporcava" la composizione o, più spesso, a lasciare/introdurre volontariamente tra la lente ed il fiore elementi sfocati. Il bello di tutto questo giochino, in sostanza, è stato usare i mattoncini che madre natura ha disseminato in giro e valorizzarli con spostamenti del punto di ripresa di pochi centimetri. Insomma, pochi metri quadrati di bosco sono stati un universo di possibilità.
Ultima nota, tutte le immagini sono state fatte a mano libera. Io, normalmente, preferisco, e di molto, usare il treppiede, ma qui non era materialmente possibile accedere a tali "bassezze" usandolo. Come lenti ho usato il 50S 1.8, con i tubi di prolonga Meike 11 e/o 18 (non ho segnato quali sono fatte con uno e quali con due, e non mi è possibile ricostruirlo ora), ed il 70-200/2.8FL via FTZ con la lente diottrica Canon 500D, che è risultato di una incredibile comodità compositiva per via della variazione di ingrandimento data dallo zoom (non mi dilungo a spiegare, ma agli interessati consiglio di cercare i fantastici articoli di Silvio).
Ed ora un po' di foto.
Z6II su 50S 1.8 a F2.8 1/25s ISO 200 - Al mattino aveva piovuto ed io, uscendo in primo pomeriggio, cercavo le goccioline. Errore: questi fiori bagnati stanno chiusi. Ho quindi fatto una bella passeggiata e sono riuscito a fotografare solo alla fine del pomeriggio, qui sono le 18:05 (del 6 marzo e nel bosco).
Z6II su 50S 1.8 a F2 1/25s ISO 200 - Stesso fiore, stessa lente, forse un mezzo metro più lontano e 7 minuti dopo.... ma la luce è finita ed in esterni basta un filo d'aria per rendere impossibile avere anche solo il goccio di nitidezza che serve.
Z6II su 70-200/2.8FL@200mm a F8 1/100s ISO 200 15:34 del giorno dopo, c'è il sole. Non è più facile, anzi in realtà è più difficile perché il sole filtra tra i rami spogli ed una delle altre variabili da conciliare è dove cade la luce e cosa produce.
Z6II su 70-200/2.8FL@175mm a F8 1/100s ISO 200
Z6II su 70-200/2.8FL@170mm a F4.5 1/160s ISO 100
Z6II su 70-200/2.8FL@110mm a F2.8 1/200s ISO 200
Z6II su 70-200/2.8FL@165mm a F4 1/125s ISO 400
Z6II su 70-200/2.8FL@135mm a F5.6 1/50s ISO 400
Z6II su 50S 1.8 a F4 1/25s ISO 100 - Ci risiamo, sono di nuovo le 18:04.... Quel rosa è proprio il tramonto. Sono impazzito per fotografare questo meraviglioso amico con dietro la palla del sole. Ne ho fatte molte, nessuna mi convince.
Z6II su 50S 1.8 a F2 1/60s ISO 100.
Com'è andata l'ho scritto sopra, ora un po' di info sui retroscena.
Innanzi tutto le Z con il monitor basculante sono veramente una manna, io stavo sdraiato a terra perché dopo ore di scatto non riuscivo più a stare comodo in ginocchio - e questo nonostante le ginocchiere da giardiniere che dopo il primo giorno ho iniziato ad usare. Ma è perché le mi ginocchia hanno fatto troppi chilometri!
Come detto, niente treppiede, ma con la macchia fotografica tenuta in mano e la mano a terra. In certi casi, la macchina direttamente a terra, in particolare le ultime due immagini per far corrispondere il fiore ed i colori del tramonto.
Il 50 1.8S con i tubi è una meraviglia, solo è un po' scomodo lavorarci a mano libera: servirebbero tre mani quando si devono cambiare i tubi (e capita molto spesso, visto che le 4 combinazioni: liscio, 11mm, 18mm, 29mm producono distanze di lavoro e quindi ingrandimenti ben differenti). Ovviamente, tra mani e macchina a terra - che nel bosco significa fango, foglie, erba - non bisogna aver paura di portar qualcosa sul sensore (e qui speriamo che a Tokyo ascoltino).
La vera sorpresa è la versatilità del 70-200/2.8FL con la 500D. Se non si cerca il massimo ingrandimento, la possibilità di zoomare consente di comporre variando grandemente la dimensione del soggetto. E, se non si cerca la nitidezza a tutto fotogramma, anche ad f2.8 fornisce risultati assolutamente interessanti.
Ma quanto mi farebbe piacere provare un 105 macro per fare queste cose!!!!
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