(Paesaggio) Il cipresso in Toscana
I cipressi sono un elemento caratteristico del territorio Toscano, forse l'oggetto più particolare, perché fin dal tempo degli Etruschi, erano a testimoniare, con la loro snella altezza, con la loro sobria eleganza, lo scorrere della vita. Il cipresso è alto, composto, e non ha bisogno di nulla, nemmeno di potatura. Sta lì, come un’antica memoria storica, come un guardiano della dimora, come una presenza dolcemente rassicurante. Troppo facilmente si associa il cipresso ai cimiteri, a qualcosa di funebre. È vero, i camposanti sono circondati da cipressi, ma chi si limita a identificare il cipresso con la fine della vita umana forse non è nato in Toscana e probabilmente perde di vista altri aspetti fondamentali di questa pianta, altre collocazioni ed altri paesaggi. L’albero in questione adorna tutte le ville più o meno medicee sparse ovunque, le ampie vallate della Val d'Orcia o delle Crete Senesi, dove il cipresso è talmente compenetrato nel paesaggio ed è talmente elemento costitutivo della sua bellezza che, se fosse eliminato, due delle più belle valli del mondo non sarebbero più tali.
Castello di San Donato in Perano - Comune di Radda in Chianti - D850 70-200/4 a 102mm 1/125 f.5,6 iso 80
Località La Leonina (Siena) - D850 70-200/4 a 70mm 1/125 f.6,3 iso 64
Castello di Brolio (Gaiole in Chianti) - D850 70-200/4 a 150mm 1/200 f.8,0 iso 64
Qui si possono notare i filari di cipressi all'esterno e sulle mura da ambo i lati le cipresse o cipresso femmina, che invece di essere affusolato ha la chioma allargata.
Castello di Meleto (Gaiole in Chianti) - Z 7 14-30/4 a 22,5mm 1/200 f.6,3 iso 64
Borgo di Montefioralle (Greve in Chianti) - Z 7 70-200/4 a 160mm 1/100 f.6,3 iso 72
Badia a Passignano (Greve in Chianti) - Z 7 24-70/4 a 70mm 1/100 f.4,0 iso 2200
San Quirico d'Orcia - Z 7 70-200/2,8 a 70mm 1/250 f.7,1 iso 125
Stupenda villa scelta per alcune scene del film Il Gladiatore
Il Belvedere (San Quirico d'Orcia) Z 7 70-200/2,8 a 200mm 1/200 f.9,0 iso 250
Rocca d'Orcia (Castiglione d'Orcia) Z 7 70-200/2,8 a 70mm 1/160 f.5,6 iso 64
La Pieve - Palazzo Massaini (Pienza) - Z 7 24-70/4 a 40mm 1/80 f.5,6 iso 64
Castello di Montelifré (Trequanda) - Z 7 70-200/2,8 a 103mm 1/200 f.9,0 iso 160
Localita Terrapille (Pienza) Z 7 70-200/2,8 a 86mm 1/160 f.5,0 iso 90
Località nota per essere il terreno di battaglia del film Il Gladiatore
Se abbiamo presenti le cartoline della Toscana, i calendari, le guide, che affollano le edicole, le cartolerie e le librerie, in buona parte di queste pubblicazioni sono raffigurati i i paesaggi della Val d'Orcia e delle Crete Senesi. Bene, in molte foto (nella maggior parte) sono presenti i cipressi, disposti in filari su un crinale, o in curiosi circoli in mezzo a un prato, od addirittura solitari isolati, come svettanti bandiere verde-scuro piantate su quelle colline di una bellezza unica. Togliendo i cipressi il quadro che la natura dipinge ogni giorno, perde l’intensità e diventa quasi normale.
Località La Leonina (Siena) - D850 70-200/4 a 70mm 1/80 f.8,0 iso 72
Deserto d'Accona (Siena) - D850 70-200/4 a 100mm 1/100 f.8,0 iso 180
Veduta delle Crete da Torre a Castello (Siena) - D850 70-200/4 a 145mm 1/160 f.8,0 iso 220
Località La Leonina - Site Transitoire (Siena) - D850 70-200/4 a 82mm 1/640 f.4,0 iso 64
Località La Leonina (Siena) - D850 70-200/4 a 150mm 1/160 f.6,3 iso 125
Mucigliani (Siena) - Z 7 70-200/4 a 70mm 1/160 f.5,6 iso 64
Ville di Corsano (Monteroni d'Arbia) Z 7 70-200/4 a 75mm 1/200 f.6,3 iso 64
Loc. I Triboli (San Quirico d'Orcia) Z 7 24-70/4 a 24mm 1/100 f.9,0 iso 64
Loc. Monticchiello (Pienza) - Z 7 70-200/4 a 82mm 1/200 f.7,1 iso 100
Filare di cipressi alternati a qualche cipressa (cipresso femmina)
Chiusure (Asciano) - Z 7 24-70/4 a 70mm 1/100 f.13 iso 100
Loc. Baccoleno (Asciano) Z 7 24-70/4 a 51mm 1/100 f.5,6 iso 80
Loc. La Foce (Pienza) Z 7 70-200/2,8 a 160mm 1/160 f.8,0 iso 72
Il Cipresso è la sentinella verde del paesaggio Toscano. Infatti, chi ha una certa familiarità con le dolci colline Toscane sa quanto il cipresso sia un elemento importante e riconoscibile nella composizione del paesaggio locale: la sua chioma affusolata e sempreverde è come una sentinella che in file ordinate ci accompagna lungo il viale sterrato d’ingresso alla casa padronale, segna gli angoli dei confini di giardini o di piccole e grandi proprietà, presidia gli incroci delle strade di campagna, gli ostelli, le chiese, le vecchie strade di campagna che corrono lungo le dorsali collinari per unire coloniche isolate o borghi. Il cipresso appare spesso isolato nella campagna a mo’ di punto di riferimento o di segnale per il viandante. Infine, fa da ombra alla quiete dei cimiteri, come presenza simbolica da secoli associata alla vita eterna oltre la morte.
Deserto d'Accona (Siena) - D850 70-200/4 a 70mm 1/80 f.8,0 iso 110
Pieve di Vitaleta (San Quirico d'Orcia) - D850 Sigma 24-35/2 a 35mm 1/125 f.9,0 iso 64
Un cipresso e due cipresse
Pieve di Vitaleta (San Quirico d'Orcia) - Z 7 24-70/4 a 52mm 1/100 f.7,1 iso 90
Pieve di Vitaleta (San Quirico d'Orcia) - Z 7 70-200/2,8 a 200mm 1/200 f.5,6 iso 110
Poggio Covilli (San Quirico d'Orcia) - D850 Sigma 24-35/2 a 30mm 1/250 f.7,1 iso 64
Pieve di San Leolino (Rignano sull'Arno) - Z 7 24-70/4 a 24mm 1/100 f.5,6 iso 450
Localita Terrapille (Pienza) Z 7 24-70/4 a 70mm 1/100 f.8,0 iso 64
Castello di Spaltenna - La Pieve - (Gaiole in Chianti) - Z 7 14-30/4 a 14mm 1/250 f.7,1 iso 64
Borgo Beccanella (Asciano) - Z 7 24-70/4 a 68mm 1/100 f.5,6 iso 80
Mucigliani (Siena) - Z 7 70-200/2,8 a 200mm 1/200 f.5,6 iso 110
Se in Toscana sparissero i cipressi, sarebbe come togliere a un piatto raffinato un ingrediente fondamentale. Ecco perché in Toscana, non possiamo concepire che il cipresso venga identificato semplicemente con la fine della vita, perché per noi è tutto il contrario, è il simbolo della vita stessa nel suo pieno splendore è il simbolo della bellezza, dell’eleganza, dell’eccellenza della nostra terra. Detto questo, il cipresso non è però nato in Toscana, la sua origine è nel bacino del Mediterraneo orientale, tra la Persia, la Grecia e l’Egitto dove vegeta spontaneamente. Fu importato in Italia dai Fenici e dai Greci, mentre in Toscana, dagli Etruschi.
Sono alberi longevi che possono superare senza problemi i 500 anni, e pare addirittura che nel mondo esistano esemplari millenari, soprattutto tra i cipressi del Nord Africa che in alcuni casi raggiungono i 4.000 anni. Composto da foglioline simili a squame allargate e da piccole pigne tondeggianti, il cipresso ha due forme: quella piramidale tipica, come un’ampia lancia piantata a terra, o una fiammella che brucia, e quella orizzontale (cipressa, o cipresso femmina) con una chioma più panciuta dato che i rami invece di salire in verticale si allargano in orizzontale, in modo simile all’abete. La seconda è una varietà che ha minore valore ornamentale ma è altrettanto diffusa in Toscana perché più preziosa della prima nella falegnameria e nell’ebanisteria artigianale.
Il cipresso ha avuto un’importanza ornamentale e simbolica ininterrotta per 3000 anni. Gli Egizi amavano la nobiltà della sua fibra e utilizzavano solo il cipresso per costruire i sarcofagi per la sepoltura dei defunti, mentre Etruschi e Romani piantavano cipressi intorno ai cimiteri ed alle tombe di personaggi illustri perché la sua resina profumata copriva l’odore che emanavano i tumuli.
Gli artigiani usavano e tuttora usano il legno di cipresso perché praticamente incorruttibile: la fibra regolare, compatta, lo rende pregiato per la realizzazione degli scafi delle navi, per portoni di ville e palazzi, per mobili e strumenti musicali.
Secondo la Bibbia, l’arca di Noè era costruita col cipresso, e la tradizione ci dice che la croce di Cristo era fatta anche di cipresso, oltre che di cedro e di pino. Per i giudei prima, e per i cristiani, dopo, il cipresso era simbolo d’eternità. Nei conventi del medioevo i cipressi servivano da barriera frangivento che delimitava lo spazio sacro da quello laico. Il cipresso aveva anche la funzione concreta di frenare il vento che intorno agli edifici sacri, costruiti di solito sulla sommità delle colline, è piuttosto intenso.
I pittori del rinascimento, dal Beato Angelico a Paolo Uccello a Leonardo da Vinci, solo per citarne alcuni, usarono le ordinate matasse verdi dei cipressi per spartire lo spazio, i cieli, il paesaggio. Più di recente è stato Rosai a dipingere cipressi, soprattutto nelle stradine collinari intorno a Firenze.
In Toscana, apprezziamo il cipresso e tutto ciò che esso rappresenta: storia, arte, bellezza, eleganza, raffinatezza, eccellenza. Che ci volete fare, chi nasce nel bello, ama il bello e finisce per non poter fare a meno del bello. Se è vero quello che dice il principe Myškin ne “L’idiota” di Dostoevskij, “che la bellezza salverà il mondo”, be’ allora in Toscana siamo già sulla via della salvezza.
Parti del testo è stato tratto da Tuscanypeople.com
Modificato da Gianni54
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