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Il destino della fotografia


Max Aquila

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Lui è Ignazio Arena, classe 1941, l'agricoltore che da cinquant'anni cura la vigna e l'uliveto della mia famiglia, contando il tempo come si usa in campagna, a potature, per cui il riferimento di un fatto avvenuto nel fondo si considera avvenuto ..."alla terza pota" o giù di li.

È ritratto accanto al suo trattore col rimorchio carico di uve catarratto, appena vendemmiate.

Vedendomi come sempre in giro per il vigneto a fotografare, mi ha chiesto, (contrariamente alle sue abitudini, secondo le quali non ha mai chiesto ma solo eseguito, nella sua vita di lavoro, iniziata già ai suoi otto anni):

"Massimo, me la fai una foto accanto al trattore ?"

E io gliela ho scattata, con piacere.

Ma non l'estate scorsa.

Questa foto è del settembre 2014 e oggi l'ho portata ai figli che lavorano anche essi la mia terra, perché ieri sera mi hanno chiamato per comunicarmi che Ignazio era appena venuto a mancare. 

Ad un mese dagli ottant'anni.

Io non so se Ignazio mi abbia chiesto di scattargli questa foto per averla oggi, di certo è che ho tardato a portargliela.

Ma lui nel frattempo non l'aveva reclamata, come avrebbe potuto.

No.

Lui voleva che io lo fotografassi li, nel vigneto, dove aveva faticato sudore sotto al nostro sole e bagnato dalla pioggia invernale, per pote e pote e pote...

Non aveva bisogno di possedere la foto in vita.

Voleva essere fissato nel mondo, il suo mondo, per sempre e per chi su quella terra continuerà a compiere i gesti di infinita pazienza che la Terra richiede, per ripagarci dei suoi Premi.

Che non sono scontati: come non lo è stata la mia piccola foto.

Il destino può essere fotografato.

 Riposa in pace, quindi, Ignazio.

 

Max Aquila photo (C)

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8 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Nikonlander Veterano

Bella storia con finale triste, ma il tuo pensiero e la foto saranno senz’altro apprezzati.

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  • Nikonlander Veterano

Emozione del momento a parte, penso che il tuo gesto darà continuità ai ricordi dei suoi cari e ai tuoi.

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  • Amministratori

Credo dai vostri commenti di non essermi riuscito a spiegare:

parlo di fotografia.

Non della fotografia: e faccio bene, visto che non vi è chiaro.

Cosa?

Che qualsiasi gesto di quelli che compiamo, anche senza premeditazione, ogni nostra fotografia cioè, può e DEVE avere un senso almeno per chi la stiamo scattando.

Un senso che va ben al di là del suo mero possesso.

Della consegna al destinatario.

Che ci chiede una foto, spesso, solo per chiarire al Mondo il senso della sua esistenza.

A me è capitato migliaia di volte, ma io sono un reporter, che uno sconosciuto mi chiedesse di fotografarlo, a un matrimonio, ad una festa di paese, per carnevale, ad una gara di automobili o di pattinaggio.

Senza chiedermi di fargli avere quella foto.

Volendo solamente essere immortalato=morire di meno di quanto gli toccherà di fare.

cercate di comprendere il senso delle cose che fate.

Perché è superiore a quanto non sospettate neppure

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  • Nikonlander Veterano

Le più semplici foto ricordo forse, in fin dei conti, sono le più significative...

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  • Nikonlander
Il 10/1/2021 at 21:56, Max Aquila ha scritto:

Senza chiedermi di fargli avere quella foto.

Volendo solamente essere immortalato=morire di meno di quanto gli toccherà di fare.

cercate di comprendere il senso delle cose che fate.

Perché è superiore a quanto non sospettate neppure

quanto mi è piaciuto questo post.

Alla fine il senso del fotografare è tutto qui, almeno per come la penso io.

Non tanto un crogiolarsi nei "ricordi", ma davvero rendere eterno un istante.

Io invece adoro i ritratti, anche se capisco photoni che li ripone nel cassetto. Anche questa è la dimostrazione lampante della loro potenza. 

Adoro indugiare sugli occhi di una persona fotografata 100 anni fa o 10 minuti fa, o sul gesto di una mano, un'espressione, un taglio di luce, cercando di immaginare i pensieri o anche solo gustandomi la Bellezza, non necessariamente quella di una donna, la Bellezza con la B maiuscola, che credo possiamo trovare più spesso di quanto immaginiamo...e che certamente dovremmo cercare più spesso.

Avete presente il monologo finale del film American Beauty?

Ecco, quella roba lì...

 

  • Eccellente, grazie ! 1
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  • Amministratori

vorrei che fosse chiaro che la perdita di una persona a me cara, per essere stato compartecipe di gioie e dolori della mia famiglia, in relazione ad almeno due se non tre generazioni, non mi fa perdere di vista il senso della sua richiesta di considerazione, attraverso il mio scattargli una fotografia che lo ritraesse nel suo mondo: ossia , pur essendo un terreno non di sua proprietà ( e ne ha...aveva) uno dei terreni sui quali si è esplicata la sua attività umana ed il suo contrasto al volere delle divinità (aria, acqua, terra, fuoco) non sempre in linea con gli intenti di coltivazione razionale.

Sono due dimensioni: quella umana e quella ultra...terrena che si legano insieme, attraverso il sorriso da un ritratto di persona consapevole e non un ritratto rubato.

La forza del nostro Fare è tutta qui.  

Siamo dei messi, dotati di fotocamera: certo che prendiamo piccoli pezzi di anima.

Ogni volta...  ed è questo il bello !

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