La Capostipite
Avevo quasi un anno e cinque mesi, agosto 1965,
quando Vicio, mio padre, decise di smettere di chiedere in prestito a suo fratello Nino, mio zio, la sua Rolleicord e di fare il passo che non ti aspetti:
entra nel miglior negozio di fotografia della città,
all'interno dei portici di via Ruggero Settimo, di fronte alla sede storica del Banco di Sicilia
va a parlare al banco con il Caporeparto della Fotografia, il quale vincendo le sue resistenze, lo convince a comprare una macchina in quel momento in offerta speciale, una bellissima Rolleiflex Tessar 75mm f/3,5 grigia, in offerta perchè da qualche tempo il trend è per la più luminosa (e costosa) Planar f/2,8 e di un elegantissimo, quanto poco comune, colore grigio chiaro... insieme a esposimetro incorporato (con apposito galvanometro concentrico alla ghiera di maf) borsa pronto in cuoio e tracolla con spallaccio: tutti pezzi originali Rollei, come si evince dall'ultima pagina del libretto di istruzioni (su cui mio papà indicò a penna gli accessori acquistati)
il Certificato di Garanzia dell'importatore e distributore italiano, gelosamente conservato nella sua originaria busta
insieme ad un simpatico e cortese messaggio augurale,
autografato a penna da Franke ed Heidecke in persona....
Con questa Rolleiflex mio padre fotografò i miei primi anni di vita
ed è sempre rimasta perfettamente in uso fino a quando me ne sono impadronito, dopo la gavetta fatta con la Kodak instamatic avuta a 10 anni per la Prima Comunione. Ma già da prima della Kodak, mio padre mi aveva insegnato ad usare la sua Rollei, che già dai 16 anni avevo ulteriormente imparato a padroneggiare
Solamente l'arrivo nelle mie mani, molti anni dopo, della mia prima Nikon, mi fece posare temporaneamente la Rolleiflex nata per fotografarmi da piccolo, per poi riprendere ad utilizzarla nelle prime occasioni in cui iniziai la mia attività di fotografo ai matrimoni !
Senza colpo ferire, a 56 anni di età, questa Rolleiflex sarebbe pronta ad assolvere al suo compito ancora oggi.
Il grande flash Heiland a lampade con cui l'ho ritratta qui, è uno degli accessori con i quali, grazie ad ebay, negli anni l'ho completata di tante di quelle cose che papà avrebbe desiderato comprare, ma che per motivi di forza maggiore e di un interesse a fotografare che in lui diminuì progressivamente rispetto a quanto aumentava in me, non aveva più coltivato.
Paraluce, pentaprisma (al posto del mirino a pozzetto), filtri, riduttori di formato, dorsi pellicola anche 135, il sistema Rollei era di una completezza sconcertante. Quanto limitata dalla struttura biottica, che comportò costi esorbitanti per le versioni wide e tele che pure furono commercializzate e vendute a professionisti di tutto il mondo.
Io mi accontentai di acquistare lenti addizionali per accorciare la distanza minima di maf, effettivamente elevata data la struttura ottica che fomentava errore di parallasse in inquadratura, correggibile ma non sempre eliminabile, alle corte distanze di focheggiatura.
Il cappuccio che si alzava per consentire la classica messa a fuoco a pozzetto, con i soggetti che sul vetro smerigliato si muovevano in senso opposto a quello reale, giusta l'assenza di nun prisma raddrizzatore dell'immagine riflessa dallo specchio posto dietro l'obiettivo di mira... difficile sulle prime abituarsi a questo aspetto...
la piastra frontale del cappuccio che si poteva abbattere di 45°, per consentire la mira sportiva dall'apposito quadrato appositamente dimensionato sul lato posteriore del cappuccio stesso: era il modo preferito dai paparazzi e dai fotografi di cronaca: t/125 f/8 ed iperfocale in funzione della sensibilità del film...
la tabella delle esposizioni sul dorso, basata sulla classica regola del 16: pellicola da 100 ASA? allora f/16 t/100 con cielo chiaro, f/11 t/100 con cielo velato, f/8 t/100 con cielo nuvoloso... e così via: i pittogrammi sul dorso della Rollei, serigrafati, sono una piccola opera d'arte moderna dellla metà del 900 !!!
come detto, esposimetro a galvanometro sulla ghiera della messa a fuoco (con i riferimenti della pdc dell'obiettivo sul fianco sx): si imposta la sensibilità film sulle due scale ASA o DIN (USA vs Deutschland) e sulla finestrella superiore dell'esposimetro compare un indice sulla scala EV. Si imposta il valore indicato con l'accoppiatore tempo/diaframma, di fianco all'obiettivo Tessar e si ottengono in tempo reale tutte le possibili accoppiate in funzione della misurazione effettuata. Come in un moderno FlexiProgram...
leva di avvolgimento forgiata in alluminio da pezzo unico, pulsanti a molla, contafotogrammi, sinchro flash coi diversi tipi di flash allora disponibili...compresi quelli elettronici ! La mia Rolleiflax Tessar era una macchina completa fin da subito, per chi volesse imparare a capire l'essenza della fotografia.
pressapellicola molto leggero (ma indeformato dopo tutto questo tempo) la Rolleiflex obbligava come tutte le medioformato a gestire il rullo di pellicola 120 di formato 6x6 (ma come detto esiste il riduttore di formato a 6x4,5 ed anche quello per 4x4 e per 24x36) spostando il rocchetto della pellicola, una volta esposta, al posto di ricevitore per la successiva pellicola. Una palestra che faceva imparare a operare in luce attenuata, per scongiurare il pericolo di far prender luce al rullo appena esposto: l'ultimo atto del fotografare era il sapore amaro sulla punta della lingua, della striscetta di carta gommata, che serviva a serrare la carta protettiva della pellicola esposta... Me lo ricordo bene !
Questa macchina mi accompagnerà fino all'ultimo dei miei giorni: essa è la Capostipite non solo della mia passione per le attrezzature fotografiche, ma sopratutto della mia voglia di fotografare...
Max Aquila photo (C) per Nikonland on my Club
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