Un bagno ad Agosto.
Lo scorso anno ho fatto un colpo di testa: mi son comprato la barca. Ma andiam con ordine.
In antichità per fotografare sott'acqua con il fisheye era mandatorio scafandrare una reflex. Le tradizioni si sono mantenute e ancora oggi è così anzi, oggi è pure peggio perchè non ci sono alternative: per fotografar sott'acqua si deve ricorrere agli scafandri in cui alloggiare reflex/mirrorless di corrente produzione. Detto ciò, a giugno del 2018 ho individuato la bella occasione di un fisheye 15/2.8 Sigma AF per Nikon. Il venditore lo cedeva perchè non compatibile con la sua Nikon D5 (scafandrata Nauticam per la cronaca). Nei fatti pare che questa serie di Sigma AF non si accoppi correttamente con la leva diaframmi della Nikon D5, informazione poco significativa per me che uso D800, ma tant'è. L'obiettivo è il seguente
Lo cercavo da anni, da prima del digitale, ma non mi decidevo mai e c'è un perchè. In effetti dalla metà anni '90 non sono mai stato sprovvisto di fisheye.
Ora nella mia borsa ci sono più occhi di pesce che nella Tonnara di Camogli, la cosa è figlia della storia (la mia storia).
Il primo fu lo storico Nikon 16/2.8 Ais che usai su Nikon F801 in scafandro Aquatica 80n con Dome da 8".
Successivamente con l'arrivo della fotografia digitale mi portai in casa il Nikon 10.5/2.8 AF G per formato DX che sott'acqua è una bomba grazie alla sua ridotta minima distanza di fuoco e alla straordinaria PDC. Ma è un DX e finchè ho fotografato in acqua con la sola Nikon D300 non c'è stato da fare alcun ragionamento, ma poi quando ho iniziato ad immergere la Nikon D800, beh la tentazione di fotografare in full frame con un fisheye è stata forte. Ho quindi adattato il vecchio Nikon 16/2.8 Ais all'esigenza. Purtroppo l'uso acquatico si è rivelato più complicato e limitante di quanto immaginassi. La messa a fuoco manuale non è certamente un vantaggio (no l'iperfocale dietro al Dome non funziona come stando all'asciutto: lo sfocato si vede), inoltre non è possibile comandare i diaframmi quindi ero costretto a fissare un bel f/11 prima di chiudere i ganci dello scafandro e tenermeli per tutta l'immersione. Il vecchio Nikon non va affatto male come si può vedere dallo scatto che segue, un forte controsole ripreso in apnea a pochi metri di profondità, ma non poter governare messa a fuoco in automatico e diaframmi è davvero "urticante"
Così sono arrivato al Sigma 15/2.8. Bene, avevo tutto: fotocamera obiettivo flash. Mancava giusto il Mare? Niet! Nel 2018 i fiumi delle mie parti sono stati riccamente riforniti d'acqua anche in piena estate grazie all'accumulo, santo accumulo, di neve invernale sulle cime Alpine. Ciò ha fatto sì che ad Agosto la Lama Grande di S.Nazzaro Sesia fosse degnamente trasparente. L'ideale per provare il 15 sigma.
Sia mai che riesca a posizionare correttamente i due flash Sea&Sea YS250, ce n'è sempre uno che spara troppo dentro l'inquadratura (ben si nota qui a destra). A mia discolpa devo dire che non è facile regolarli e tenerli in posizione facendo snorkeling in mezzo a rami galleggianti o semi-sommersi di fatto i flash devon stare più indietro possibile e puntare un poco in fuori.
In Agosto fa caldo, fuori dall'acqua. Il fiume sarà si e no 18 gradi ma lo spavaldo rimbambito che scrive ha pensato bene di indossare, sotto la stagna in trilaminato, solo il completo maglia e mutanda maniche lunghe termiche della Mico e lasciare a riposo la superpippo in pile nello zaino. Una discreta boiata.
Ad inseguire tinche e carpe il tempo vola ed il freddo entra nelle ossa. L'idea iniziale era quella di fare qualche scatto con il fisheye, perfetto per condizioni d'acqua non proprio cristallina, per poi tentare delle macro ai pescioni che curiosi mi nuotavano attorno. Per questa ragione mi sono dotato di natante utile e necessario come stazione d'appoggio dove riporre il secondo scafandro macro pronto all'uso: mi son fatto la Barca
Idea brillante, funzionamento con esito positivo, peccato per la leggerezza nel "dressing code" che mi ha condotto ad uscita anticipata dopo solo 45 minuti di ammollo. Un freddo della miseria e, fuori all'asciutto, 32°C con umidità prossima al 100%. Ci son voluti 20 minuti per smettere di barbellare, venti minuti spesi a guardare il mio bel natante rosso, lì a galleggiare allegro e pronto per un altro giro di danze. Lui era pronto, io un po' meno.
Tre giorni dopo, misteriosamente, avevo 38 e mezzo di febbre. Non vedo correlazione.
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Autunno 2019.
La pioggia è caduta copiosa e la Lama Grande di San Nazzaro è esondata per diversi giorni. Questa è una bella notizia per la prossima stagione primaverile, speriamo poi che in montagna cada tanta tanta bella neve e ne riparliamo a giugno 2020.
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