[analogico] La Tecnologia e la Passione
Questo potrebbe apparire come un periodo d’oro per il fotografo. La tecnologia attuale permette scatti perfetti. Gli automatismi garantiscono esposizioni corrette, algoritmi prevedono ogni condizione di luce, sistemi di messa a fuoco rincorrono la pupilla della modella velocemente ed in silenzio, otturatori che fanno concorrenza alle videocamere. Infine la post-produzione. Cosa può volere di più un fotografo?
So cosa voglio io: Fotografare!
Si ma cosa vuol dire oggi fotografare?
Utilizzo qualsiasi mezzo, anche lo smartphone se non ho una fotocamera sotto mano. Non mi ritengo certo uno snob. Ben vengano gli automatismi, l’autofocus e Photoshop, ma ultimamente non ci sto più dietro. Esce la Z7 ma io devo ancora tirare fuori il meglio dalla D3X, che mi sembra un miracolo di sensore. Questa estate, stimolato da amici amanti della montagna, ho ripreso a scattare in grande formato con pellicola B/N con la mia vecchia Linhof. È stata una riscoperta. Può sembrare paradossale ma ho respirato aria nuova. Non certo per la tecnologia utilizzata, ma per essermi concentrato sugli aspetti più importanti che formano la fotografia: la potenzialità del mezzo gestita dall’esperienza. L’attesa ha condito il tutto. I tempi del processo si dilatano ma proporzionalmente anche le soddisfazioni. L’attenzione aumenta e di conseguenza la consapevolezza. Scatti, ma devi aspettare lo sviluppo per avere un riscontro. L’ansia sviluppa un piacere, un entusiasmo che il digitale ha attenuato. Ripresa, sviluppo, scansione (non ho lo spazio per una camera oscura per stampare da lastre grande formato) ed infine l’appuntamento dallo stampatore, quello bravo. Ad ogni passaggio c’è un’emozione. Soddisfazione o delusione ma sempre passione. Non ho certo abbandonato la comodità del digitale, mi sono solo riappropriato di certe soddisfazioni proprie della Fotografia che non sono le stesse del Immagine. L’analogico stimola anche altri sensi: l’olfatto in camera oscura, il tatto maneggiando un negativo o una trasparenza è molto diverso dal gestire un file immateriale. Tanto che sto pensando di riprodurre le stampe migliori da digitale su pellicola, perché rimangano, perché non si perdano in qualche hard disk difettoso.
Ma se tutte queste motivazioni non sono sufficienti per tornare all'analogico, facciamo un confronto, diciamo alla pari. Stessa location, stessa condizione di luce. La foto con le suore scattata con un sensore XTrans di Fiuggi, la foto della porta scattata con "sensore" Ilford FP4, negativo B&W grande formato 4"x5", scansita con Epson V800.
Vi chiedo, avvertite differenze tecniche, ma anche emozionali, tra le due immagini?
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