Minor White, fotografo della mente
Questo articolo è stato originariamente scritto e pubblicato da Silvio Renesto il 27 giugno 2017 su Nikonland.eu
Ho incontrato Minor White mentre cercavo commenti ad un enigma Zen intitolato "il suono di una mano sola", per caso ho scoperto che una sua foto aveva lo stesso titolo . Da lì è nata la mia curiosità, e successivamente il mio sincero interesse per questo singolare personaggio, che ho scoperto essere fra i più significativi della fotografia americana, vorrei dire internazionale.
Minor White Nacque a Minneapolis nel 1908, prese un bachelor in Botanica nel 1937, poi iniziò a lavorare come fotografo nel 1937 per la Work Progress Administration, l'agenzia che durante il New Deal contribuì in modo sostanziale alla ripresa economica degli Stati Uniti.
Iniziò ad insegnare fotografia fino alla chiamata alle armi nel 1942. Al termine del conflitto, si trasferì a New York dove studiò storia dell'arte ed estetica, incontrò numerose persone di spicco della fotografia artistica dell'epoca. Fra i tanti Alfred Stiegliz, con il suo concetto di "equivalenza" esercitò una profonda influenza sul pensiero di White
Nel 1946 inizò ad insegnare nel programma di fotografia alla California School of Fine Arts tenuto da Ansel Adams.
Adams e White divennero amici e nel 1952 fondarono la rivista Aperture magazine con Dorothea Lange, ed altri .
Dal 1953 al 1957, White lavorò alla George Eastman House in Rochester. Insegnò fotografia al Rochester Institute of Technology e al Massachusetts Institute of Technology, fu co fondatore della Society for Photographic Education. Gli fu conferita una Guggenheim Fellowship nel 1970, le sue opere furono esibite in numerose mostre in musei a San Francisco, Philadelphia e Princeton. Morì nel 1976 ed è oggi considerato uno dei massimi fotografi statunitensi.
La sua opera comprende vari generi, paesaggi
Ritratti e studi di figure, alcuni molto intensi:
Spesso i soggetti erano suoi studenti o uomini con cui aveva una relazione (White era gay, anche se data l'epoca non lo esternava, ed ebbe una vita sofferta a causa di questo).
Ma le sue foto più significative sono quelle influenzate dal pensiero di Stieglitz, come ho scritto sopra: Stieglitz sosteneva che una fotografia poteva avere molti significati differenti (o che il significato di una fotografia poteva avere differenti aspetti) per cui chiamava le sue foto di nuvole e altri soggetti comuni "equivalenti", suggerendo che possedessero diversi significati alternativi che si equivalevano.
White si ispirò a questo per fotografare oggetti o paesaggi formando immagini astratte che disorientavano, conducendo chi osservava, nelle intenzioni dell'autore, in profondità, oltre la superficiale percezione del soggetto.
Un paesaggio (?) Nothom, Utah
Nelle fotografie di White's spesso non si riesce ad essere sicuri di che cosa è rappresentato, a dispetto della descrizione fotografica precisa: Pietre,ghiaccio, vecchie ossa, foglie secche, cortecce o che?
Molte sue foto riprendono il vetro ghiacciato delle finestre d'inverno:
Inizi
Testa vuota
Faccia stupida
fascia luminosa
Il suono di una mano sola, la foto che mi ha fatto venire voglia di saperne di più su White. Il titolo è quello di un famoso Koan (enigma) Zen che dice: due mani quando battono insieme producono un suono, ma qual'è il suono di una mano sola ?"(I Koan sono degli enigmi che servono a risvegliare la mente, ma non approfondiamo oltre, è meglio ).
La foto di White diventa sempre più solo rapporto di forme e superfici che danno, o cercano di far vedere, significati multipli, universali, in oggetti specifici.
White creò delle sequenze per queste fotografie, che implicavano la possibilità di una lettura meditativa, la foto, come mezzo per una conoscenza spirituale di sè, una pratica che ispira ancora oggi molti seguaci ed è molto vicina a certo pensiero orientale.
Manifestazione dello spirito (sempre vetro ghiacciato)
Spesso, il titolo dela foto spiega le intenzioni, questa si intitola, "Nella gioia come nella tristezza i fiori sono sempre amici".
Edera
Concludo citando alcune sue frasi:
Non importa quanto sia lenta la pellicola, lo Spirito sta sempre immobile abbastanza a lungo per il fotografo che lo sceglie.
Lasciate che il soggetto crei la sua foto, diventate una fotocamera.
Io sto sempre fotografando tutto con la mente, come esercizio.
Lo stato mentale del fotografo che crea è il nulla, per chi pensasse si tratti di un vuoto statico, devo spiegare che è un vuoto molto speciale, attivo, molto recettivo pronto a cogliere l'immagine...
Tutte le foto sono autoritratti.
Minor White fotografato da Robert Haiko nel 1973.
Le foto sono riprese dal web a solo scopo illustrativo per divulgare l'opera di Minor White
Silvio Renesto
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