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[reportage] Una Mela al giorno...


Alberto73

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Un pomeriggio tra le mele della Val di non

La coltivazione delle mele è senza dubbio l’attività tipica della Val di Non e quella che ad essa viene più facilmente associata. Durante le vacanze nella valle ho avuto la fortunata opportunità di trovare qualcuno che si è offerto di raccontarci come vengono coltivate, quello che segue è quanto ne ho ricavato.

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Nella Valle, gli appezzamenti di terreno coltivati a mele (si parla di circa 6.500 ettari) si perdono a vista d’occhio a discapito di altre produzioni che, seppur marginali, sono presenti. Ci sono migliaia di aziende produttrici di mele (4.500) che già negli anni 50 hanno iniziato a raggrupparsi in piccoli consorzi. Col tempo questi consorzi si sono ridotti di numero e, dagli iniziali 100, si è arrivati a 16, i quali, a loro volta, si sono riuniti in un ulteriore consorzio. Si tratta, in pratica, di un consorzio di secondo grado, in quanto i presidenti dei 16 consorzi ne formano il consiglio di amministrazione.

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La coltivazione della frutta da queste parti ha radici antiche, che trovano testimonianza nel nome di due città della valle: Malé e Malosco, il cui nome deriva da maletum, ovvero meleto.

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La coltivazione intensiva delle mele, però, risale al dopoguerra e si è ‘evoluta’ fino ai giorni nostri. Col tempo, infatti, le grandi piante di mele hanno lasciato il posto alle coltivazioni ‘a filare’, in cui le piante raggiungono un’altezza massima di 3 metri. Con questo sistema una persona, oggi, è in grado di raccogliere dai 15 ai 20 quintali di mele al giorno, contro i 5/6 precedenti.

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Gli ‘impianti’ vengono rinnovati ogni 20 anni circa, a rotazione, in modo che ogni anno avvenga il rinnovo di un certo numero di appezzamenti. Il periodo in cui si effettua il rinnovo è la primavera: una volta eliminate le vecchie piante, il terreno viene lavorato e vengono messi a dimora i nuovi ‘impianti’ che nel giro di qualche anno raggiungeranno il massimo della produttività.

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Sempre più diffusi, gli impianti di irrigazione a goccia stanno sostituendo quelli a pioggia, in quanto consentono un minor speco d’acqua poiché, al contrario di quelli precedenti, questa va a finire dove serve e non si disperde inutilmente finendo in posti come strade e quant'altro.

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Prima della raccolta i frutti vengono sfoltiti eliminando quelli troppo piccoli e quelli ‘danneggiati’ per motivi vari, tenendo un numero di 80/100 mele massimo per pianta, questo per non ‘disperdere’ il nutrimento disponibile su troppi frutti e mantenere un’elevata produttività delle piante.

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Il periodo di raccolta, o finestra, varia a seconda del tipo di mela: il più breve è di 15 giorni entro i quali vanno raccolti quanti più frutti possibili poiché, una volta passato il periodo di raccolta, la qualità delle mele inizia a calare, cosa che ne riduce anche il valore di vendita.

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La coltivazione delle mele oggi avviene col metodo della ‘lotta integrata’ regolamentata dalla U.E. con i relativi controlli a campione (e conseguenti analisi) sia in stagione che durante il raccolto.

La lotta integrata è un metodo di coltivazione che prevede una drastica riduzione nell’uso dei fitofarmaci utilizzando diversi accorgimenti, tra cui:

  • l'uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l'uomo e per gli insetti utili;
  • la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni);
  • fitofarmaci selettivi (che eliminano solo alcuni insetti);
  • fitofarmaci che possono essere facilmente denaturati dall'azione biochimica del terreno e dall'aria;
  • la lotta agli insetti dannosi tramite le tecniche di autocidio, come la tecnica dell'insetto sterile (SIT);
  • la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad intervalli fissi a scopo preventivo.
  • la lotta agli insetti dannosi tramite l'inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni (lotta biologica);
  • l'uso di varietà colturali maggiormente resistenti;
  • l'uso della rotazione colturale;
  • particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.

“I limiti della lotta integrata sono costituiti dai maggiori costi di produzione, dalla necessità di una assistenza tecnica qualificata, e la obbiettiva difficoltà nel certificare il prodotto. La prima regione a creare un marchio di garanzia e tutela per i prodotti agroalimentari realizzati con tecniche di agricoltura integrata è la Toscana con il marchio “Agriqualità” (creato con legge regionale N.25 del 1999).” (fonte Wikipedia)

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Durante la raccolta viene effettuata una selezione sommaria che divide le ‘mele buone’, destinate al consumo in tavola, da quelle di qualità inferiore, che andranno alle industrie di trasformazione per la produzione di succhi di frutta (tutti i succhi di frutta di base sono succhi di mela), purè di mela, etc.

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La conservazione delle mele avviene in alcuni stabilimenti presenti in valle, dove le mele vengono portate alla temperatura di un grado centigrado che ne rallenta la maturazione e permette di conservarle per un tempo che può arrivare fino a un anno. Ci sono 18 stabilimenti per lo stoccaggio delle mele in tutta la valle.

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Alcune delle varietà oggi coltivate sono la Gala, la Renetta del Canada, la Star Delicious, la Golden Delicious e la Fuji.

Un’ultima cosa prima di chiudere: si stanno utilizzando sempre più i cosiddetti magazzini ipogei, che non sono altro che cave di dolomia non più usate per l’estrazione di questo materiale impiegato nell’edilizia. In queste cave (per il cui utilizzo non è necessario materiale isolante) la temperatura è di 12°C costanti e consente di risparmiare il 50% della spesa energetica necessaria alla conservazione delle mele. A oggi vi si possono conservare fino a 30.000 t, ma il progetto è di arrivare a 50.000 t. Attualmente questi magazzini non sono visitabili dal pubblico (lo saranno in futuro) per cui non ho materiale fotografico da accludere.

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4 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Nikonlander Veterano

Bravissimo Alberto.. ci hai dato delle buone notizie..  oltre ad aver fatto un eccellente servizio, spero.. che almeno qualche esemplare te lo sia mangiato..

ma mi pare che il secondo scatto, siano pere... magari williams

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  • Nikonlander Veterano
9 ore fa, Roby C ha scritto:

Bravissimo Alberto.. ci hai dato delle buone notizie..  oltre ad aver fatto un eccellente servizio, spero.. che almeno qualche esemplare te lo sia mangiato..

ma mi pare che il secondo scatto, siano pere... magari williams

in effetti sono pere, anche se non so di che tipo... comunque si, una mela l'ho mangiata :) 

5 ore fa, cris7 ha scritto:

Bel reportage Alberto!

Grazie :) 

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  • Nikonlander Veterano

bel reportage con interessanti informazioni,grazie della condivisione.:bravo:

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Ospite
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