Valerio Brustia
Appassionato, ironico, ama la natura ed essere "fuori dal coro", senza di lui Nikonland non sarebbe la stessa. E' Valerio Brustia.
Raccontaci qualcosa di te,
Sono nato a Novara e pur di continuare a vivere in questa città mi sciroppo 100km al giorno di automobile per andare e tornare dal lavoro. Di mestiere mi occupo di automazione industriale, cioè configuro software “operaio” per sistemi di supervisione e telecontrollo .
Quando e come ti è nata la passione per la fotografia?
E' sempre stata lì latente, fin da ragazzino ino-ino, ma solo a 21 anni, con tre soldini, ho potuto permettermi una reflex. Fin da subito ho compreso come la fotografia fosse, per me, uno strumento formidabile per scandagliare il mondo, per conoscerlo meglio. E per un ventenne senza soldi fu naturale ricercare piccoli lavori e fare il “fotografo”; Nei primi anni '90 (1991 credo) cominciai a collaborare con il giornale cittadino: cronaca e sport. Purtroppo la passione e l'eccesso di curiosità non sono caratteri utili per guadagnare la pagnotta così fu che pur di fare “quella foto”, pur di essere in quel posto in quel momento, non badavo ad altro, domani sarebbe andata meglio, ma quel domani non arrivò mai. La passione per fare fotografia andò a discapito dei miei studi: vuoi mettere tra tirar mattina per seguire l'elezione del Sindaco con una notte insonne sui problemi di Meccanica Razionale?? Non c'è storia. Fortunatamente quegli studi li completai e la mia vita oggi è altra cosa. Mi resta qualche rimpianto e spesso mi ritrovo a pensare che se fossi nato in un altro paese probabilmente sarebbe stato diverso; certo che se quel paese fosse stato il Bangladesh … ed allora mi consolo.
Qual'è il tuo genere preferito oggi?
Lo stesso di ieri e di sempre. Dire la Natura è una grossolana riduzione, certamente quello è un soggetto mi regala momenti di pura “letizia” impagabili e spesso a pochi metri da casa, ma non sono un purista della fotografia naturalistica, no affatto. I miei obiettivi osservano tutto quello che mi colpisce, sia un paesaggio urbano piuttosto che dettagli del quotidiano. Non riesco ad incasellarmi sono un fotografo Onnivoro che detesta le riprese in studio, un limite non un vanto.
E quando hai iniziato?
I primissimi rullini li ho esposti nelle campagne intorno a Novara, luoghi che potevo raggiungere in bicicletta piuttosto che in motorino, ed il soggetto era ovviamente ”agropastorale”, naturalistico; per un ragazzo che ha trascorso gli anni '80 leggendo l'Airone di Mondadori, era ovvio che quello sarebbe stato soggetto d'elezione. Il miracolo fu comprendere che impugnando la reflex, ogni luogo può diventare miniera di situazioni esotiche nel completo senso del termine; così ho scoperto un delta dell'Okawango tra la roggia Mora e il torrente Agogna, foreste dimenticate oltre la statale padana superiore, agricoltori della bassa non meno interessanti dei Garimpeiros brasiliani. Mi si aprì un mondo, un universo di possibilità che è tutt'ora il volano della mia fotografia, un volano inarrestabile e vorticoso a cui solo il Tempo fa da freno.
Nikon perchè? Un caso o una scelta?
Una scelta, consapevole e necessaria, oltre che economicamente dolorosa quindi ponderata con attenzione. Nel fare fotografia lo strumento deve essere prima di tutto affidabile, magari non l’ultimo grido, ma deve fare click quando glie lo si ordina. Nikon ha sempre offerto prodotti di fascia media dall'affidabilità elevatissima. Nikon era LO STRUMENTO per chi cercava e cerca l’affidabilità essenziale oggi come alla fine degli anni ’80.
Come ti trovi? Cosa ti manca?
Mi trovo bene! Il mio corredo pur non aggiornatissimo mi offre tutto quanto necessiti; attendo un nuovo 16-35/2.8 ed una mirrorless, ma per il resto è solo questione di “pecunia”. Nelle mie vecchie borse Tenba non c'è un turn over folle di ottiche e fotocamere. Uso una coppia D800E/D800 per riprese generiche di cui una, all'occorrenza, mi segue in acqua scafandrata Sea&Sea; impiego la D500 sui teleobiettivi ed in tutte quelle occasioni dove il DX è comodo. Adopero ancora la D300 scafandrata Sea&Sea e tutt'ora ricorro alla D3 sul secondo teleobiettivo negli appostamenti fissi. Quello che veramente mi manca è un po' di tempo libero per fare le foto che vorrei.
Oltre alla fotografia hai altre passioni o interessi?
Suono pessimamente la chitarra folk. Mi piace un sacco, ma è attività veramente onanistica, non cerco nulla e non mi interessa alcunché oltre al suono che esce dal cassone.
Fotografi i soggetti o gli oggetti di queste altre passioni?
Beh, ascolto tanta bella musica e i vecchietti che la fanno cerco di vederli, almeno una volta dal vivo: vuoi mica che lascio a casa la reflex vero?
Qual'è la foto, o il portfolio, il progetto fotografico da te realizzato a cui sei più affezionato?
Qui bisogna intendersi. Avendo relegato la fotografia professionale in un certo ambito della mia vita, chiuso ed archiviato, non ho mai più avuto bisogno di strutturare la mia fotografia in portfolio o raccolte da sottoporre ad alcuno. Dico questo perché proporre un portfolio non è nelle mie corde, non fa sintesi di ciò che faccio con la fotografia.
Per quanto riguarda le raccolte a tema il discorso cambia e sono in difficoltà nel dire quale sia il “set” di immagini a cui sono più affezionato. Ce ne sono tante e il legame che ho con loro è dovuto alle avventure (piccole cose, niente di epico) ad esse collegate
Sicuramente sono legato alle immagini di casa mia, dal Parco delle Lame del Sesia, al Parco del Ticino, attraverso la spianata del riso fino alle colline e poi alle Alpi ossolane, luoghi a cui appartengo per nascita e formazione, immagini che scandiscono, in cronologia metodica, gli anni della mia vita.
E in futuro?
Fotografare, cioè vedere e vivere tanti bei momenti ed occasioni.
L'Italia è una terra di paradosso, pur essendo densissimamente popolata e modellata dall'uomo in migliaia di anni, ha conservato il lupo appenninico, l'orso marsicano, lo stambecco, simbolo di tutte le Alpi, estinto ovunque, ma sopravvissuto nel Gran Paradiso a meno di 50 km in linea d'aria dalla popolosa Aosta. C'è tanto da vedere qui a casa, ma certo il desiderio di visitare luoghi remoti come le coste gelide di Terranova, gli antipodi della Tasmania, piuttosto che i colori folgoranti della grande barriera corallina australiana è e rimane molto forte. Vedremo, spero per il meglio come ho sempre fatto.
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