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Allocco - La fotografia più difficile che io abbia mai fatto


Massimo Vignoli

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Voglio raccontare di una fotografia molto difficile che ho fatto, di sicuro la più difficile, o meglio che ho collaborato a fare. Di fatto, dico subito che, pur essendo miei sia la macchina che l'obiettivo utilizzati, il 99.99% del merito di questo scatto va al mio amico Fabrizio. Ed in ultima analisi, l'intero post è un ringraziamento al mio amico per l'emozione che mi ha fatto provare e per quanto mi ha fatto vedere circa le tecniche necessarie a realizzare immagini come queste.

Ricordo che anni fa, su Nikonland 1.0, ci fu una lunga ed articolata discussione sul tema della fotografia attiva o passiva. Nella discussione si dibatteva del ruolo e del merito del fotografo e si indicavano come appartenenti alla prima categoria le immagini "costruite" dal fotografo, che cioè le progetta e le realizza scegliendo con cura ed amalgamando tutti gli ingredienti - cosa che tipicamente avviene in studio. Mentre alla seconda appartengono le immagini per le quali il fotografo ha più un ruolo da spettatore, scegliendo cioè come gestire quello che vede ed a volte procurandosi occasioni che però, in ultima analisi, si verificano in modi indipendenti dalla sua volontà. Questa premessa per dire che questa è indiscutibilmente una immagine che pur sottostando alla volontà ultima della natura - l'allocco ritratto è assolutamente libero e sceglie dove, se e quando andare - appartiene alla categoria di quelle attivamente costruite dal fotografo che ha sviluppato la tecnica necessaria per realizzarle e dispone della conoscenza naturalistica adeguata a sapere dove e come provare a realizzarle. 

Premetto anche, argomento sensibile, che il soggetto oltre a essere assolutamente libero non è stato attirato fornendogli prede vive, che l'immagine non è realizzata in un'area protetta e che non è stata realizzata nessuna operazione di fotoritocco oltre al normale "sviluppo" del file RAW.

Come detto, c'è molto lavoro da fare, innanzitutto in osservazione per capire, in una zona frequentata da questi animali, qual'è il punto dove realizzare il "set". Set che è composto da numerosi flash, in questo caso 3 - in altri molti di più, installati e regolati nel bosco con un controllo delle luci molto simile a quello che ho visto, e personalmente sto imparando a gestire, in studio. Occorre inoltre una fotocellula per attivare automaticamente lo scatto ed una videocamera di sorveglianza per vedere, dal punto in cui i fotografi sono appostati, che cosa succede. La macchina, in questo caso con un'ottica grandangolare, è messa su treppiede ed il fuoco, pur aiutato dal diaframma chiuso e dall'intrinseca ampia profondità di campo dell'ottica grandangolare, messo a punto con cura. Inoltre occorre avere l'energia per alimentare il tutto, compresa la macchina fotografica che deve stare accesa per tutta la notte in attesa di scattare.
Mettere insieme tutto questo è molto complesso e per farlo occorre avere un vero e proprio progetto che consideri qual'è l'azione che si vuol fotografare, quale dimensione ha il soggetto, in quale posizione e distanza si immagina di volerlo ritrarre e da quale direzione nel suo giro notturno debba arrivare. Il tutto deve essere già preparato al pomeriggio in modo che i fotografi, girando per il bosco, non creino disturbo provocando variazioni nelle abitudini degli animali che lo abitano e che possono essere percepite anche da questo notturno. Cosa che, invariabilmente, si tradurrebbe in una lunga ed inutile attesa a vuoto.

Ultimo ingrediente è la pazienza. A questa immagine abbiamo dedicato 3 ore di lavoro per configurare il set ed una notte intera ad aspettare nella jeep di Fabrizio, mascherata con diversi teli cerati per evitare di essere visti attraverso i vetri (nella notte la lucetta dentro l'auto è visibile da molto lontano) e collegata al set con 100mt di cavo. Sembra tanto, ma è niente rispetto al lavoro di Fabrizio per preparare tutto questo, imparare le tecniche necessarie e dotarsi della strumentazione - in parte autocostruita - che abbiamo usato.

Dopo tante parole, ecco l'immagine.

MV-D810-20180603-7534-1200.thumb.jpg.70728c1eecc0b17af1bb9d09ae25d21c.jpg

D810, 16-35 AFS VR

Massimo
30/6/2018

  

  • Eccellente, grazie ! 10

22 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Nikonlander Veterano

Stupenda al cubo, ma Massimo animale a parte anche se pur bellissimo, un premio per la bravura la perspicacia ma soprattutto la pazienza, un grazie al tuo amico che ti ha guidato in questa favolosa impresa, mi auguro che tu di imprese simili ne produca altre..

lo aspettiamo

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  • Nikonlander Veterano

Ricordo quella discussione su quanto conta il fotografo ...beh qui abbiamo una risposta pratica. (la foto ed il racconto della tua esperienza)

Che dire, bellissima.

 

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  • Amministratori

Ringraziamo anche noi il tuo amico ma, a questo punto, dovete svelarci almeno la parte tecnico-fotografica: che flash e quanti, regolati come. Disposti come.  Che fotocellule...

O pensavi che non te lo avremmo chiesto ?🤣

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  • Amministratori
4 ore fa, Roby C dice:

Si Max, non dovevi chiederlo..  è top+top secrett

e perchè?

Mica ho chiesto dove fossero e come abbiano attirato l'allocco...

Solo che attrezzature abbiano usato: e pur sapendolo, ne io ne tu saremo in grado di attirare allocchi come Massimo ed il suo amico...

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  • Nikonlander Veterano

 

8 ore fa, serpy dice:

Bravo Max, ottima spiegazione di questo scatto

Grazie Fabrizio (serpy=Fabrizio, il mio amico...)

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  • Nikonlander Veterano

Ringrazio tutti per l’apprezzamemto, mi fa molto piacere.

Sul lato tecnico posso dire che abbiamo usato una D810 con 16-35/4, regolato a 16mm. La macchina è stata scelta per avere più pixel e poter eventualmente croppare un po’, cosa che alla fine non è stata necessaria. Il tutto ovviamente su treppiede.

La macchina, usando un cavo di connessione per scatto remoto, era collegata alla fotocellula a infrarossi ed alimentata da una batteria esterna tramite un battery grip riadattato. Tutto questo artigianale. La batteria esterna è necessaria perchè la macchina deve riuscire a stare una notte in standby, cosa che con le batterie normali pare non essere possibile.

Per focheggiare sul punto di passaggio intercettato dalla fotocellula abbiamo usato una sagoma a grandezza reale dell’allocco. Questo consente non solo di mettere bene a fuoco, ma anche e soprattutto di capire se le distanze sono calcolate bene e se quindi non si rischia di tagliare via una parte di ala. Consente inoltre di attivare tutto il sistema e considerare il ritardo di scatto, caratteristico di ogni macchina (es. la D5 è più rapida della D810, per cui si focheggia un po’ più “in la”).

Per i flash, 3. Modello cinese, non ricordo quale ma se interessa mi informo, preferiti ai Nikon perché più semplici da far lavorare insieme e meno costosi. Uno collegato via filo alla macchina, gli altri due che reagiscono al primo. 3 perché 1 su ciascun lato della macchina (circa 2 mt di distanza), uno più lontano e in parziale controluce, a sinistra in questo caso, per far risaltare il piumaggio e dare tridimensionalità. Questo da un po’ di problemi di posizionamento fine per evitare riflessi sulla lente. I flash sono settati in manuale a potenze differenti, ma non ricordo esattamente come, e anche loro alimentati da batterie esterne. 

Chiaramente il volo è congelato grazie ai flash, non al tempo di esposizione, ed il loro posizionamento oltre ad illuminare completamente l’area di probabile passaggio (c’ è parecchia aleatorietà, immaginerete) serve ad evitare occhi rossi ed amenità del genere.

A fianco alla macchina la videocamera di sorveglianza, pure lei alimentata da batteria esterna,  collegata all’appostamento per vedere che succede ed alla macchina per consentire lo scatto remoto, cosa che non abbiamo fatto.

In tutta la notte un unico passaggio.

12 ore fa, Max Aquila dice:

e perchè?

Mica ho chiesto dove fossero e come abbiano attirato l'allocco...

Solo che attrezzature abbiano usato: e pur sapendolo, ne io ne tu saremo in grado di attirare allocchi come Massimo ed il suo amico...

Altro non credo rilevante o non posso dire, tieni conto che la tecnica è stata affinata da Fabrizio in anni di esperimenti e notti in bianco, per cui è credo giustamente un po’ restio a divulgare... anche perché con immagini fatte in questo modo sta partecipando a diversi concorsi internazionali.

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Massimo Vignoli dice:

era collegata alla fotocellula a infrarossi

A questo scopo esistono ordigni ben più facili da gestire, sia sui ritardi che sulla gestione elettronica e sincronismi:

Alcuni a basso costo, totalmente pilotabili da smartphone https://it.plutotrigger.com

Altri più costosi programmabili anche tramite display https://www.miops.com/it/smart/

 

Oltre a questi campi di utilizzo sono molto utili per semplificare la gestione di time lapse ed altri tipi di fotografia creativa.

Modificato da Dario Fava
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12 minuti fa, Dario Fava dice:

A questo scopo esistono ordigni ben più facili da gestire, sia sui ritardi che sulla gestione elettronica e sincronismi:

Alcuni a basso costo, totalmente pilotabili da smartphone https://it.plutotrigger.com

Altri più costosi programmabili anche tramite display https://www.miops.com/it/smart/

 

Oltre a questi campi di utilizzo sono molto utili per semplificare la gestione di time lapse ed altri tipi di fotografia creativa.

Purtroppo il Pluto non funziona come dovrebbe, l’ho provato e dopo 5 minuti è finito nel sacco delle immondizie. L’unico sistema che mi ha sempre dato sicurezza e precisione è la mia cara centralina autocostruita, con lei non sbaglio un colpo. Ormai è qualche anno che faccio foto con questo sistema e malgrado ho provato altri il sistemi quello che  adotto io per me è insostituibile. È stato costruito e adattato alle mie esigenze fotografiche notturne, ogni volta che cambio soggetto in base ai suoi comportamenti posso settare i vari ritardi e adattarla perfettamente a ciò che voglio fare, la sua gestione è semplicissima e per nulla macchinosa.La gestione dei ritardi non è così semplice da gestire, io normalmente uso la D5 e quando un soggetto interrompe il fascio della fotocellula la macchina scatta praticamente all’istante senza nessun ritardo. Ma bisogna tenere in considerazione che il soggetto può passare a diverse velocità, quindi potrebbe nel caso passasse velocissimo rovinare la messa a fuoco fatta in precedenza. Questo tipo di fotografia ha una quantità di varianti che vanno dal soggetto all’ attrezzatura  elle componenti ambientali che possono rovinarti la sessione fotografica, ma il bello è anche questo, ogni volta è una bella sfida.

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  • Nikonlander Veterano
29 minuti fa, serpy dice:

Purtroppo il Pluto non funziona come dovrebbe

Se fosse facile questo tipo di fotografia, allora la farebbero tutti con questo gadget, il miops è un po' più professionale ma probabilmente non  adeguato a quel tipo di fotografia, ho voluto segnalare questi due oggetti, con i qual si possono fare cose carine semplificando un po' il set up, ma in questo caso siamo nel complesso, la sperimentazione del proprio modus oltre a tanta passione e pazienza sono la chiave di volta. Ed il superamento della difficoltà nella realizzazione (al limite dell'impossibile) è la gratificazione massima ad anni di sperimentazioni.

Modificato da Dario Fava
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  • Nikonlander Veterano

Bella immagine Massimo, già che c'eravate pero un quarto flash a -2 stop sullo sfondo, per illuminare appena  la vegetazione del sottobosco e dare l'idea d'ambiente senza cancellare la notte, ci stava bene.

Mi permetto di osservare che questa foto non appartiena alla categoria delle immagini costruite perché (come hai osservato tu) il bell'allocco non stava in voliera!  Di costruto a tavolino, sotto il controllo del fotografo, c'è solo la disposizione dei punti luce e la collocazione della fotocamera. Fine, un po' poco come controllo di Regia. E del resto cosa c'è di diverso da un appostamento con il teleobiettivo da un punto "promettente"? Nulla, salvo il fatto che dietro al mirino, al momento del click, per ragioni tecniche non ci può stare un cristiano. Questo ultimo punto è per me è un po' avvilente e quindi non mi ci son mai messo. Di fatto questa tecnica d'appostamento remoto + trigger infrarosso può regalare immagini incredibili, impossibili, ma sempre veraci.

Diverse sono le vere immagini costruite (spesso meravigliosamente ingannevoli se non dichiarate) perché li la regia è totale, dalla disposizione dei rami, dei sassi e del soggetto su cui è praticato il massimo controllo possibile. La china non è sottile perché il soggetto in quei casi viene letteralmente manipolato. Qui parliamo di immagini naturalistche di soggetti selvatici registrate sul campo da appassionati della natura e il tuo allocco appartiene di diritto alla quasi centenaria storia di queste riprese. Non lo sono invece i bellissimi  ritratti di Joel Sartore del progetto photoArc, ma lui non ci prende mica per il culo infatti quei set sono volutamente asettici, diverso sarebbe stato se avesse voluto costrure dei diorami in cui inserire gli animali che, come noto, sono allevati in cattività. 

Non e' difficile capire la differenza. Almeno, credo....

Modificato da Valerio Brustia
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30 minuti fa, Valerio Brustia dice:

Bella immagine Massimo, già che c'eravate pero un quarto flash a -2 stop sullo sfondo, per illuminare appena  la vegetazione del sottobosco e dare l'idea d'ambiente senza cancellare la notte, ci stava bene.

Mi permetto di osservare che questa foto non appartiena alla categoria delle immagini costruite perché (come hai osservato tu) il bell'allocco non stava in voliera!  Di costruto a tavolino, sotto il controllo del fotografo, c'è solo la disposizione dei punti luce e la collocazione della fotocamera. Fine, un po' poco come controllo di Regia. E del resto cosa c'è di diverso da un appostamento con il teleobiettivo da un punto "promettente"? Nulla, salvo il fatto che dietro al mirino, al momento del click, per ragioni tecniche non ci può stare un cristiano. Questo ultimo punto è per me è un po' avvilente e quindi non mi ci son mai messo. Di fatto questa tecnica d'appostamento remoto + trigger infrarosso può regalare immagini incredibili, impossibili, ma sempre veraci.

Diverse sono le vere immagini costruite (spesso meravigliosamente ingannevoli se non dichiarate) perché li la regia è totale, dalla disposizione dei rami, dei sassi e del soggetto su cui è praticato il massimo controllo possibile. La china non è sottile perché il soggetto in quei casi viene letteralmente manipolato. Qui parliamo di immagini naturalistche di soggetti selvatici registrate sul campo da appassionati della natura e il tuo allocco appartiene di diritto alla quasi centenaria storia di queste riprese. Non lo sono invece i bellissimi  ritratti di Joel Sartore del progetto photoArc, ma lui non ci prende mica per il culo infatti quei set sono volutamente asettici, diverso sarebbe stato se avesse voluto costrure dei diorami in cui inserire gli animali che, come noto, sono allevati in cattività. 

Non e' difficile capire la differenza. Almeno, credo....

Massimo intendeva costruita perché oltre ai flash c’è anche un lungo e grosso lavoro di preparazione del set, quale rami messi  dove servono, il soggetto è selvatico ma c’è un lungo lavoro per abituarlo a passare dove si vuole che passi, in questi scatti si fondono le tecniche fotografiche con le conoscenze degli animali.

 

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10 minuti fa, Valerio Brustia dice:

Si Fabrizio, ma sempre di selvatico nel suo ambiente parliamo

Assolutamente selvatico nel suo ambiente su questo non transigo, le foto negli zoo le lascio ai turisti 😂

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  • Nikonlander Veterano
24 minuti fa, serpy dice:

Assolutamente selvatico nel suo ambiente su questo non transigo, le foto negli zoo le lascio ai turisti 😂

Ma fossero quelle .... I guai nascono quando si mischiano le cose, quando si fa passare una cosa per  ciò che in verità non è. Senza arrivare ai buffi aneddoti di formichieri impagliati, piuttosto che lupi ammaestrati, anche solo allevare un bel porcospino, farlo crescere in giardino, poi un bel giorno decidere di usarlo come modello e portarlo nel bosco di castagni per fargli dei ritratti diversamente impossibili, è già inganno. Niente di grave, una cosa piccola, ma che senso ha? Perché, a che pro?? Boh! 

Il vostro allocco invece mostra l'autore di quei richiami bizzarri che ascolto la notte uscendo dal bosco. E riesce ad avere questo effetto perché è un selvatico ritratto (con fatica e passione) nel SUO ambiente e ciò  non è un dettaglio ma un dato fondamentale. 

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  • Nikonlander Veterano
7 ore fa, Valerio Brustia dice:

...  è già inganno. Niente di grave, una cosa piccola, ma che senso ha? Perché, a che pro?? Boh!

Dai che lo sai da te. A pensà mal se fa pecaà...ma se sbaja mai.
Vanteria,. Visto come sono bravo (anche  se non lo sono chissenefrega basta che gli altri lo pensino)? Ammirami che godo dell'ammirazione. Soddisfazione di bisogni elementari dell'ego. What else? Nespresso.

 

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander Veterano

La foto è magnifica e voi siete fantastici. Non esiste un altro modo per fare questo scatto: ingegno, notti in bianco, pazienza a non finire. Assolutamente non esiste un altro modo. Bravissimi.:)

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Ospite Sermik

Inviato

E’ da tanto tempo che non facevo visita qua su nikonland, tante belle novità avete messo su, complimenti.

La passione che si legge in ogni riga di ciò che hai scritto è condensata perfettamente nel tuo scatto un ottimo lavoro. 

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Ospite
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