Paolo Mudu
Eccoci ad un nuovo appuntamento con un Nikonlander doc: Paolo Mudu.
Quando e come ti è nata la passione per la fotografia?
Fotograficamente sono nato in camera oscura. Fu il mio professore di applicazioni tecniche alle medie, grande appassionato di fotografia, che accese la luce (di sicurezza) della passione. Iniziai quindi col bianco e nero, scattando poi con una Comet Bencini di mio padre. I primi scatti al Isola d’Elba poi di notte mentre nevica sono i momenti che ricordo alle prese di tempi e diaframmi.
E poi?
I primi soldi guadagnati coi lavori estivi andarono subito in reflex ed ottiche scadenti, ma a me sembravano un traguardo. La mia prima Nikon dormì la prima notte sul mio comodino. Pareva di avere lo strumento giusto, quello che mi avrebbe permesso di fare vera fotografia. Quanto mi sbagliavo! Me ne resi conto quando iniziai a frequentare uno studio di foto industriale, disposto anche a dipingere gli enormi fondali.
Si scattava in gran parte con camere a corpi mobili 8”x10”. Il mondo si era rovesciato. La maggior parte del tempo la si impiegava in noiosissime preparazioni dei set spostando enormi bank a luce continua. Mi insegnarono pure ad aprire le scatole di profumo senza che si rovinassero. La prima volta sono uscito dallo studio con le orecchie basse, le mie dia 24x36 finirono nel cassonetto. Tutto da riconsiderare! Un bagno di umiltà salvifico.
Da lì ricominciai cambiando il modo di guardare le cose. Dieci e passa anni dopo, la soddisfazione di presentare un portfolio finalmente maturo, non però al maestro del tempo ma al suo ex apprendista.
Nikon perché? Un caso o una scelta?
Perché Nikon? Era il mito, la meta ambita dai più ed io non ero diverso. Diciamo che iniziai a fotografare meglio quando iniziai a considerare la Nikon come un valido strumento per esprimermi e non un simbolo. Nel digitale ho iniziato ad avere soddisfazioni con la D700 e poi con la D3X, che utilizzo tuttora, prevalentemente nei ritratti.
Come ti trovi? Cosa ti manca?
Mi manca quello che non ho: la D850. Non uso solo Nikon oggi. Sigma per i paesaggi e Fuji X100T per lo Street.
Fotografi i soggetti delle tue altre passioni?
Le mie passioni sono legate alla fotografia. Nello zaino da montagna o in viaggio c’è sempre stato posto per una o più fotocamere.
Qual'è la foto, o il portfolio, il progetto fotografico da te realizzato a cui sei più affezionato?
Le fotografie a cui sono più affezionato sono quelle che ho voluto e a cui ho dedicato più tempo per realizzarle. Oggi è facile modificarle in post produzione. Un tempo una lastra 4”x5” era l’unica possibilità è non utilizzavo neppure il dorso Polaroid. Tornato da un viaggio, solo dopo qualche giorno potevo scoprire se avevo buttato tempo e soldi. Le soddisfazioni erano più intense!
E in futuro?
Il futuro si chiama “immagine”, il concetto di fotografia cambierà radicalmente. Penso che continuerò a divertirmi, spero sempre con Nikon!
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