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Il jazz di Herman Leonard


Enrico Floris

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Herman Leonard - (C) Douglas Kirkland

Per un appassionato di fotografia e di musica jazz come me è quasi un dovere parlare di Herman Leonard, classe 1923.
Il suo percorso fotografico inizia quando ha appena 9 anni, appassionato dal lavoro del fratello in camera oscura, da ragazzo decide che frequenterà la Ohio University, l'unica allora in grado di garantire un corso di fotografia. Purtroppo i suoi studi vengono interrotti dalla seconda guerra mondiale: viene chiamato dall'esercito e inviato in Birmania come anestesista in un ospedale da campo. In realtà avrebbe preferito servire come fotografo di guerra ma questa opportunità gli viene negata solo per aver fallito un test sulla composizione chimica del bagno di sviluppo (capita anche questo).
Dopo la guerra riesce a terminare gli studi e a conseguie la tanto agognata laurea. Immediatamente si trasferisce in Canada, alla corte del maestro Yousuf Karsh, il quale capisce subito che in quel giovane fotografo non ci sono solo entusiasmo e passione, c'è qualcosa in più, qualcosa che gli ricorda se stesso agli esordi. E il maestro non sbaglia, Herman Leonard è una spugna, impara in fretta e bene qualsiasi nozione, soprattutto la più importante: "Devi raccontare la verità, ma in termini di bellezza", la somma lezione di Yousuf Karsh che Leonard non dimenticherà mai.
Ma tra le sue passioni non c'è solo la fotografia, c'è anche il jazz e nel 1948 decide di trasferirsi a New York e inizia a frequentare il Greenwich Village e i locali nei quali il jazz impazza, stringendo amicizie importanti con i più grandi jazzisti della storia e... fotografandoli, col suo stile inconfondibile, leggendo la loro anima complessa e tormentata attraverso l'obiettivo della sua fotocamera. Immagini che finiscono pubblicate sulle riviste specializzate e che il produttore discografico Norman Granz utilizza spesso per le copertine dei dischi.

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Dexter Gordon 1948 - (C) Herman Leonard

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Il viso di Ella Fitzgerald, segnato da una goccia di sudore che racconta della sua grande generosità sul palco - (C) Herman Leonard

 

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Duke Ellington . (C) Herman Leonard

Nel 1956 Leonard accetta un incarico come fotografo personale di Marlon Brando, un impengno gravoso (ma proficuo sul piano professionale) che lo porta ad accompagnare l'attore in un lungo viaggio nell'Estremo Oriente. Al suo rientro, ad attenderlo, una nuova proposta di lavoro da parte di una casa di produzione discografica, la Barclay Records di Parigi. Un'occasione da non perdere considerato lo straordinario fermento nell'ambiente jazz della capitale francese. Herman Leonard vivrà a Parigi per ben 25 anni, alternando il suo "jazz project" (che ancora non ha visto la luce) con collaborazioni di grande rilievo: Yves St. Laurent, Christian Dior, Playboy.

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Clifford Brown 1954, allora astro nascente, trombettista di indiscutibile talento. Morirà due anni dopo, a soli 26 anni, in un incidente stradale - (C) Herman Leonard

 

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Il commovente e geniale ritratto di Lester Young. Il suo cappello, la custodia del suo sax. Poesia allo stato liquido. (C) Herman Leonard

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Louis Armstrong che sembra ringraziare la sua tromba, un nanosecondo di assoluta intimità - (C) Herman Leonard

Nel 1980 si trasferisce a Ibiza con la sua famiglia ed è lì che riordina tutto il suo lavoro e riesce a dare forma solida alla sua antica passione per il jazz pubblicando il suo primo libro nel 1985: The Eye of Jazz, il comprendio di un trentennio straordinario che raccoglie i ritratti e le storie dei più grandi jazzisti dalla fine degli Anni 40 sino alla fine degli Anni Settanta: Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Charlie Parker, Thelonius Monk, John Coltrane, Miles Davis... le leggende, i loro volti, i loro tormenti. The Eye of Jazz è la storia di questa musica, oltre ogni nota, oltre ogni rigo.

Nel 1988 la prima mostra a Londra, un vernissage in notturna in una piccola galleria di Notting Hill, con un'affluenza assolutamente imprevista, oltre diecimila persone la maggior parte delle quali non vedranno mai quelle immagini ma che testimoniano di quanta gente nel corso degli anni abbia apprezzato e amato il suo lavoro.

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Thelonius Monk sembra quasi accanirsi con lo spartito. L'uomo dall'orecchio assoluto, un privilegio che la natura ha riservato a pochi nella storia della musica - (C) Herman Leonard

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Chet Baker che sembra voler nascondere con la sua tromba un viso segnato dalla vita. - (C) Herman Leonard

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Miles Davis, immerso nella luce del suo genio - (C) Herman Leonard

Nel 1992, dopo oltre trent'anni, Leonard torna negli Usa, a New Orleans, il posto dove il jazz è nato e continua a proliferare. Decide di stabilirsi definitivamente in quella città che ama profondamente. Purtroppo, come spesso accade, sarà il fato a segnare questa magnifica storia. E lo farà nel modo più brutale, nel 2005, sotto forma dell'uragano Kathrina. Pur riuscendo a salvare i negativi (spostati prontamente nel caveau protetto dell'Ogden Museum of Southern Art) il prezzo pagato fu di oltre ottomila stampe distrutte, tutte realizzate su carte ad alto tenore d'argento dallo stesso Leonard.

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Lo sguardo sognante di Stan Getz, il jazzista più delicato e romantico - (C) Herman Leonard

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Il visionario e innovativo Wynton Marsalis - (C) Herman Leonard

 

Nel 2006 il definitivo trasferimento a Los Angeles, dove riorganizza il suo lavoro e rimette ordine nella sua vita dopo il disastro, pubblicando il suo ultimo libro, Jazz, giganti e viaggi: la fotografia di Herman Leonard.
Morirà a Los Angeles il 14 agosto del 2010.
Oggi le sue foto sono conservate nello scrigno della storia americana, lo Smithsonian Museum a Washington, nello stesso padiglione che ospita la tromba di Louis Armstrong, un riconoscimento dovuto, un passo obbligato che onora i curatori del più importante museo degli Stati Uniti.

http://hermanleonard.com/

E' stato un grandissimo fotografo che ha portato avanti un progetto difficile e di grande impegno per tutta la sua vita. Ammirevole. Confesso che nel mio piccolo, senza tante ambizioni, anch'io vorrei essere così.
Spero di non avervi annoiato e spero anche che qualcuno di voi inizi ad appassionarsi a questa splendida musica.:)

Pezzo consigliato: Jordu, Duke Jordan.

 

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5 Commenti


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  • Nikonlander Veterano

Grazie per l'articolo, per la passione e per avermi fatto conoscere un grande che non conoscevo.....

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  • Nikonlander

Grazie. Pensa che la foto di Dexter Gordon l'ho avuta appesa in camera per tutto il periodo dell'università.

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