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Brahms : le sinfonie - Gardiner/Concertgebouw Orchestra

(0 reviews)

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Brahms, integrale delle sinfonie
Royal Concertgebouw Orchestra - Sir John Eliot Gardiner
DG maggio 2025 (registrazione del 2021 e 2023).


Mi ero ripromesso di non scrivere mai recensioni negative. Chi sono io per farlo.

Ma Brahms è Brahms. E Gardiner già nel 2007 aveva fatto una integrale

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con la sua etichetta SDG (o era quella della moglie De Sabata ?) e l'orchestra Romantica e Rivoluzionaria.

In quella integrale Gardiner si è sforzato di dare una visione originale e personale, partendo dalla sua idea di prassi esecutiva - zero o poco vibrato, strumenti naturali d'epoca secondo le preferenze di Brahms come i corni senza pistoni etc. - e mettendo in relazione la musica sinfonica di Brahms con le sue opere corali e con le radici della musica tedesca del nord di epoca pre-barocco e barocco.

Con risultati che ho trovato interessanti ma non sempre.

A distanza di 18 anni Gardiner ci ritorna.

Lo fa con la DG e una orchestra che suona Brahms fin dal 1888 sotto la direzione dei migliori direttori di tutti i tempi, con strumenti moderni e secondo il gusto dell'epoca in cui ha suonato.

E cerca di farlo allo stesso modo, forzando l'orchestra a fare cose che non capisce e che non sa fare.
Mentre con la ORR aveva di fronte suoi allievi, "costretti" volenti o nolenti a seguirlo, qui semplicemente non si può fare.

E il risultato se a tratti - negli adagi - magari funziona, per il resto è quello di un suono scarnificato, tenue e debole.

Soprattutto con dinamiche molli e mancanza di presenza scenica.

Purtroppo il tutto sembra ancora più precario per il fatto che si tratta di fatto del "montaggio" di concerti dal vivo, forse in più riprese, senza un intervento da parte del "protagonista" sul risultato finale.

Il libretto del cofanetto poi sembra una celebrazione/tributo a Gardiner, con banalità di rito e fotografie bucoliche in scorci della tenuta patrizia del direttore.
DG si dimostra ancora una volta una etichetta che si limita a premiare "progetti" (progetto Scarlatti, progetto Prokofiev, progetto di qua ...) a tema, di un qualche richiamo, con star nascenti o, come in questo caso, decisamente sul viale del tramonto.

Io ho sempre mostrato grande rispetto ed ammirazione per Gardiner nel suo repertorio, specie quando era parte della new age della rivisitazione della musica antica e barocca con il suo Monteverdi Choir e i suoi English Baroque Soloist.
Meno nelle sue incursioni filologiche romantiche, molto teoriche e colte ma poi alla fine dei conti, meno riuscite sul piano sonoro.

L'esperimento del 2007 probabilmente doveva bastargli, insieme alla altre registrazioni - sempre un pò asciutte - della musica corale di Brahms fatte per Philips.

D'accordo per i concerti, ci mancherebbe, anche se sappiamo che gli incidenti capitati nell'ultimo periodo, lo hanno un pò allontanato dalla scena.

Ma perché non avere l'umiltà di evitare di lasciare prove così palesemente sbagliate e, soprattutto, inutili ?

E poi, proprio il mio povero Brahms ? Che nelle nostre orecchie pulsa di vibrato e di sapienti fusioni tra archi, legni, fiati così che sia una voce sola, corale, a salire verso il cielo ?
Brahms a mio parere avrebbe amato il suono della sua Quarta dalla Boston di Honeck. Detestato questo miscuglio di sonorità separate dal glorioso Concertgebouw che cerca di imitare gli strumenti antichi con quelli moderni.

Immagine 2025-09-04 152412.jpg

E non la penso così solo io, leggetevi le recensioni online ... che peccato !

2 Comments

Recommended Comments

Alberto

Iscritto+

(edited)

il Gardiner di Monteverdi, quello del vespro, è (stato) un riferimento. Però, come rilevi, ci deve essere una convergenza di intenti da parte di tutti: direttore, interpreti, strumenti... qui probabilmente manca.

bella recensione, per inciso.

Edited by Alberto

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