Musica classica : perché parliamo tanto di interpretazione ? - IV : L'evoluzione degli strumenti e della tecnica strumentale
Nella prima parte di questo discorso musicale abbiamo cercato di capire come mai si parla di interpreti e di interpretazione nella musica classica.
Qualche cosa che nella musica moderna è vera solo per la "cosiddetta" musica d'autore, perché in generale, sono gli autori stessi che interpretano la loro musica.
Abbiamo poi allargato il discorso al linguaggio, dopo aver chiarito che la musica è una forma di comunicazione.
C'è un autore, ci sono gli ascoltatori. In mezzo c'è l'interprete.
C'è un modo di trasmettere la musica per iscritto, mediante la scrittura musicale.
Abbiamo anche cercato di distinguere il linguaggio verbale - anche quando è musicale - da quello puramente musicale.
La musica è un linguaggio principalmente non verbale - se una canzone venisse cantata senza articolare parole ma solo con suoni puri - avrebbe comunque la sua forma propria, a prescindere che si capiscano o meno le parole.
Pure in un'altra lingua.
In questa nuova "puntata" dobbiamo affrontare un ulteriore categoria, molto importante, perché ogni interprete si deve confrontare con questa.
Quella degli strumenti musicali.
Gli strumenti musicali - la voce è di fatto il più semplice degli strumenti musicali che abbiamo a disposizione, tutti noi, anche chi non sa cantare - sono i mezzi con cui la musica viene eseguita.
Ma prima ancora, sono quelli per cui è stata pensata, composta e ... scritta la musica.
Ogni strumento ha le sue peculiarità, specifiche, possibilità espressive, lo sappiamo benissimo.
Ciò che magari ci sfugge è che gli strumenti musicali che conosciamo, non sono sempre stati come li abbiamo adesso. Si sono evoluti cambiati.
Alcuni sono invece scomparsi, superati o resi desueti o obsoleti dalla prassi compositivo o esecutiva.
Altri prima non c'era, ci sono oggi (come, ad esempio, i sintetizzatori elettronici, nati nella seconda metà del secolo scorso).
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Qualcuno qui in sala sa cosa sia una Ghironda ?
La ghironda è uno strumento molto diffuso nel periodo medievale, specialmente in Francia, a corde e tasti, azionato per mezzo di una manovella, piuttosto complesso da usare, apprezzato sia in ambito ecclesiale che aristocratico.
Oggi totalmente scomparso ma che ha dato origine ad altri strumenti complicati, con tasti e corde.
Uno di essi è la Nyckelharpa, diffusa in scandinavia, per cui c'è ancora oggi letteratura musicale.
Ma in fondo anche la cornamusa (e la ciaramella) e la viola da gamba hanno cose in comune con la ghironda. Mentre dalla viella, altrettanto diffusa quando si suonava la ghironda, sono derivate poi alcune viole, come la viola d'amore.
E la viola da gamba ? E' come il violoncello ?
No, neanche per niente.
la viola da gamba è più piccola, ha le spalle più stretta ed è meno bombata, ha più corde del violoncello, anche 6-7-8 (contro 4).
Ha la tastiera.
Ha una gamma molto più articolata, più gutturale, più armoniosa.
Era lo strumento preferito di Bach che lo suonava quando faceva musica in famiglia.
Con uno dei due figli grandi al clavicembalo, la moglie e uno dei figli più piccoli, al violino, l'altro figlio grande al flauto diritto.
Questi sono strumenti gloriosi che hanno avuto un periodo d'oro tra il 500 e il 600, per cui è stata scritta musica straordinaria.
Che poi sono stati sostituiti dai violoncelli perché questi si sono diffusi più rapidamente, sono più facili da imparare e da suonare, costano meno, si rompono meno facilmente.
E la viola d'amore è come la viola da braccio ?
No, la viola d'amore è un altro strumento complicato, con corde doppie, di grande espressività, difficilissimo da suonare. Oggi praticamente scomparso.
E il clavicordo, la spinetta, il fortepiano, la clavietta ?
Calma, vediamo le varie famiglie ma prima una domanda.
Perché sapere di strumenti che oggi non si usano più ?
Perché è importante sapere che se una composizione è stata pensata per uno strumento che all'epoca era in voga (come le famose suite di Bach, pensate probabilmente per la viola da gamba, non per il violoncello), riproporla con un altro strumento è già una operazione di interpretazione.
E' proprio il caso delle sei suite di Bach, riscoperte dal violoncellista Pablo Casals intorno al 1925 e da quel momento proposte quasi esclusivamente con quello strumento.
E' la stessa identica cosa per le sonate per viola da gamba e cembalo. Che oggi spesso si ascoltano ... per violoncello e pianoforte (orrore !).
Ma vediamo meglio le più importanti famiglie di strumenti e come si sono evolute.
Le Voci
La voce umana è il primo strumento musicale che abbiamo. Dopo sono venute le percussioni e dopo ancora i fiati. Solo dopo le corte (probabilmente).
Le voci sono sostanzialmente 4, soprano, contralto, tenore e baritono/basso.
Ma nel tempo si è evoluta sia la didattica, così da estendere con la tecnica le gamme coperte dalle singole voci, si sono affermate anche le vie di mezzo, come i mezzo-soprano che hanno tolto spazio ai contralti, sempre più in minoranza.
Baritoni e bassi si sono sempre un pò mescolati tra loro.
Ma c'è stato un tempo in cui alle donne non era concessa licenza di cantare in pubblico, meno che meno sul palco.
Fino alla fine del '600 le donne non potevano calcare del tutto le scene.
Solo sotto il regno di Re Carlo II si è concesso alle attrici di interpretare ruoli da donna.
Fino ad allora erano stati impiegati uomini travestiti da donna. Si nel teatro di prosa che in quello lirico.
Insomma, a parte il vestito e il belletto, vedere un uomo fare giulietta, magari imberbe e camuffato può non fare effetto, se la voce ha un tono credibilmente femminile.
Ma un soprano ?
Il soprano era una voce bianca, quindi un ragazzino, maschio ovviamente. Che però aveva la brutta creanza, con gli anni, di crescere e perdere il "biancore" della voce.
Per cui nei casi di voci più promettenti, si ricorreva al coltello ... e zac. si interrompeva il cambio di voce.
L'era dei castrati è stata ricca di "fenomeni", con voci sopranili eccezionali, che spesso univano all'estensione anche potenze inusitate.
L'opera italiana fino agli inizi del '700 e di fatto tutta l'opera lirica europea aveva le voci alte fatte da sopranisti e contraltisti uomini.
Le prime donne si sono viste solo in quegli anni, ovviamente prima in Italia e poi nel resto dei teatri europei, da Londra a Vienna.
Ma i ruoli bianchi sono rimasti in chiesa, dove non erano ammessi "baracconi" e dove la Passione di Bach veniva presa per opera buffa.
I castrati sono scomparsi verso la fine del '700 quando venivano già considerati fenomeni inaccettabili e intanto l'opera lirica diventava ancora più teatrale e il pubblico si aspettava di vedere una vera Contessa o una vera Susanna vicine al Conte o a Figaro.
Ma le voci maschili alterate per tecnica sono rimaste. Ci sono moltissimi cantanti maschi che cantano da sopranista o da contraltista ancora oggi.
Così si possono replicare le opere dell'epoca in originale, quasi come le hanno ascoltate i contemporanei dell'epoca.
Legni
Di certo i primi strumenti usati dall'uomo sono state le percussioni. Tronchi, bastoni, bacchette, tamburi etc.
Le percussioni sono sterminate, io non le conosco, si sono evolute moltissimo. Oggi c'è una ricchezza straordinaria che mette in imbarazzo, avendo anche attinto nel campo popolare di tutto il mondo.
Ne eviterei dicendo che sono fondamentali ed hanno raggiunto anche in campo solistico vette che prima sembravano inesplorabili.
Mi soffermo invece sui legni, che certo sono stati la famiglia successiva di strumenti a disposizione dell'uomo.
Da una semplice canna intagliata fino agli strumenti complessi, in legno e metallo che abbiamo adesso nell'orchestra.
Ci sono strumenti a becco e ad ancia. Sia il becco che le ance si sono evolute nel tempo con l'affinarsi della produzione.
I fiati compongono anche il nucleo principale dei suoni dell'organo a canne. Anzi, di fatto le canne, anche quando sono di metallo, altro non sono che dei fiati.
Oggi abbiamo in orchestra il flauto traverso che è in ottone (un tempo era in legno), il clarinetto, l'oboe, il fagotto, il controfagotto.
Sono strumenti che si sono evoluti tantissimo sin dal '700. La tecnica è cambiata, il suono è cambiato.
Sarebbe riduttivo accomunarli e confonderli.
Possono suonare nei registri di tutte le voci, dal soprano al basso, passando per tenore e baritono.
Il fagotto è assimilabile al violoncello, il clarinetto alla viola. Il flauto, al violino ma ci sono flauti dolci che possono addirittura simulare il contrabasso o il tamburo.
Ma una volta c'era il cornetto, che di fatto è una tromba di legno. Non saprei classificarlo, dato che veniva usato come una tromba ma ha un suono che ricorda di più la voce umana.
Gli ottoni
Trombe, tromboni, corni, saxofoni, basso tuba, bombardino ...
L'evoluzione della metallurgia ha incrementato le possibilità di espressione, esteso la gamma di frequenze, semplificato la suonabilità.
L'introduzione dei pistoni per modulare il suono (sia premendo dei tasti che muovendo avanti o indietro un tratto curvo del percorso della tromba, come nel trombone) è avvenuta alla fine dell'era di Beethoven.
Ma di fatto le sinfonie di Beethoven andrebbero suonate, per correttezza, con trombe, corni e tromboni senza pistoni.
Continua
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