Timothy Ridout : Telemann, Bach, Britten, Shaw
Timothy Ridout : Telemann, Bach, Britten, Shaw
arrangiamenti (tranne Britten) per viola
harmonia mundi, 21 febbraio 2025, 192/24
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Nulla di originale in questo disco ma quando uno è bravo se lo può permettere.
Nel senso che, tolto Britten che era un violista per eredità del suo maestro Frank Bridge ed ha scritto pezzi per viola di livello, il resto sono adattamenti.
Compreso il brano ispirato a Tallis di Caroline Shaw (americana, classe 1982).
si parte con la Fantasia n. 1 di Telemann, del 1735, scritta per il violino e come indirizzo un pubblico di amatori virtuosi ma non professionisti.
E' musica galante, non difficilissima che fa premio su temi orecchiabili. La prima è particolarmente bella e la voce roca della viola la valorizza anche se, in originale è bellissima (cfr. Isabelle Faust nel suo disco del 2024).
La Seconda è più lunga e soave, ancora più adatta alla viola, secondo me.
In Manus Tuas, di Caroline Shaw, pensato per violoncello o violino è uno strano ibrido di contemporaneo e antico. Sonorità interessanti, non l'avevo mai sentito. Molto tecnico. Forse un filo troppo lungo. Ma bello.
L'elegia di Britten è stata scritta intorno al 1930 in un momento di difficoltà del giovane Benjamin che si trovava in un collegio poco ospitale. E' come la sua sonata, malinconica fino quasi allo stremo.
Il disco si chiude con la celeberrima Partita n. 2 di Bach (quella della Ciaccona) che anche suonata con i campanelli e il diapason e l'ukulele resterebbe sensazionale.
Non l'avevo mai sentita per viola (nel libretto si dice che è stata eseguita con questo strumento già 100 ani fa : ci credo).
Ridout fa suonare il suo meraviglioso strumento come se fosse una viola da gamba.
E questo rende bellissimo un disco che è già spettacolare, registrato come meglio non si potrebbe, da uno strumentista eccezionale.
E' un peccato, abbiamo più violisti straordinari in questo momento, di quanto la letteratura di questo strumento si meriti.
Ma è meglio così, sono incentivati a fare di meglio dei loro colleghi violinisti che si crogiolano nei cliché (vero, Renaud Capucon ?).
Segnalo questo altro disco, vi fosse sfuggito, bello da morire (anche Bloch !)
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