Bach : Goldberg Variations per quartetto da camera - Nevermind

Bach : Goldberg Variations
Nevermind
Alpha Classics, 13/2/2024, 192724, via Qobuz

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Esperimento di quattro amici guidati, penso, da Jean Guillou che le Goldberg le ama visceralmente.

Riporto il commento di Presto Music :

"Un autentico capolavoro ispira i musicisti ad adottarlo, adattarlo o trascriverlo senza perdere nulla della sua grandezza. I quattro assi barocchi di Nevermind, Anna Besson, Louis Creac'h, Robin Pharo e Jean Rondeau, hanno dato uno sguardo creativo alle famose Variazioni Goldberg di Bach e hanno realizzato le loro 'variazioni' elegantemente perspicaci sull'opera. Come spiegano loro stessi: 'Ci è bastata una prova informale per cogliere l'incredibile potenziale di una trascrizione per il nostro ensemble. Ci sono stati altri arrangiamenti, ma nessuno ha mai tentato questo prima d'ora, anche se i nostri strumenti sono tra quelli più tipicamente usati nella musica da camera di JS Bach, nelle sue numerose sonate soliste per flauto, violino o gamba con basso continuo e clavicembalo obbligato, e sono anche spesso presenti nelle arie delle sue cantate e Passioni.'

E' chiaro che il materiale c'è, la destinazione barocca, sempre labile, si presta a qualunque riedizione, trascrizione, elaborazione.
Nel tempo si sono viste Goldberg per orchestra d'archi, arpa e persino per glass armonica, oltre che per ogni tipo di tastiera o archetto.

Leggo su Spotify (perché non è disponibile libretto) : "Arr. for Ensemble by Robin Pharo and Jean Rondeau".

Sono 97 minuti che, mi duole dirlo, mi annoiano.
Non mi piace dare stroncature, non ne ho il diritto di fronte anche alla meno condivisibile interpretazione musicale di musicisti dilettanti. Figuriamoci di artisti di primordine e di gran fama come questi.

Ma come per l'edizione cembalistica di Rondeau, vedo spazi troppo ampi, tempi dilatati, meditazione, pause.

Certo, è una visione diversa. Ma troppo diversa dal mio standard, che sia al clavicembalo che al pianoforte, è quella dotata di ritmo, velocità, staccato. Glenn Gould insomma (38'' nel 1955, 58'' nel 1981, la mia preferita) o Perahia (73'').

Tutto qua.

Se fossi Dave Hurwitz andrebbe di corsa tra gli ALDA (Avoid Like Death Awards), con un punteggio di 5/9 I'm so sorry.