Carl Philipp Emanuel Bach : concerti per flauto - Ariel Zuckermann
Emanuel Bach : concerti per flauto e orchestra d'archi
Georgian Chamber Orchestra Ingolstadt
Ariel Zuckermann
Fuga Libera, 13/2/2025, formato 96/24
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Ariel Zuckermann, direttore della Georgian Chamber Orchestra di Ingolstadt si è dapprima distinto come flautista.
Allievo di Aurel Nicolet, specializzato nel repertorio barocco.
In questo disco esplora il mondo dei concerti per flauto di Emanuel Bach.
Secondo figlio di Sebastian, noto come il Bach di Berlino, perché clavicembalista e maestro di cappella del Re Federico a Postdam, oltre che maestro della Principessa Amalia.
Sappiamo che Federico era un valente flautista dilettante e si circondava di musicisti che potesse scrivere per il suo strumento, sia in campo cameristico che concertistico.
Egli stesso e la sorella sono autori di pagine di buona musica per questo strumento.
I concerti di Carl Philipp Emanual Bach sono in stile galante, molto brillanti e generalmente allegri anche quando scritti in tono minore.
E il caso del primo - il più celebre - dei tre registrati in questo disco di 65 minuti, in la minore.
Come il più giovanile e più solenne, in re minore, che chiude il disco.
Sono concerti che potrebbero essere eseguiti anche con l'oboe o il violino. Nella realtà la prassi dell'epoca, ereditata dal padre, non prescriveva tassativamente lo strumento cui era destinato il concerto.
Tanto la chiave è la stessa e ogni solista all'epoca era in grado di adattare la parte al suo strumento.
Das Flotenkonzert di Adolph Menzel
In questo celebre dipinto di metà ottocento, Bach non c'è, ma c'è il Re che si esibisce per i suoi parenti e amici (ci sono Wilhelmina e Amalia di Prussia sedute sul divano, al cembalo c'è Quantz, mentore del Re per il flauto e al violino c'è Benda.
Era lo stile di Saint-Souci, la musica doveva essere il più possibile spensierata perché quelli erano tempi complicati. Il Re di Prussia ereditò un regno in posizione complicata a livello internazionale e si lanciò in due guerre di conquista contro l'Impero subendone poi l'ira nella prima guerra mondiale dell'era moderna.
Ma quando era nella sua Reggia (peraltro profanata dagli ussari russi durante la guerra) voleva godersi la musica in santa pace, la poesia, la commedia e tutti gli intrattenimenti colti (Federico parlava più volentieri il francese o il latino del tedesco).
Ma tornando al nostro Emanuel questi concerti, insieme a quelli per cembalo e per violoncello, rappresentano la punta massima del periodo post-Bach/Vivaldi ed hanno ispirato ed influenzato grandemente Mozart nella prima parte della sua carriera (Mozart ebbe incontri frequenti con il Bach di Berlino e con quello di Milano/Londra).
Sono strutturalmente moderni, sempre in tre movimenti allegro-andante/largo-allegro, con forte preminenza solistica ma un tutti ben articolato, pensati per organici leggeri e numericamente contenuti.
L'esecuzione qui è di altissimo livello, l'amalgama eccellente, l'aderenza al modello perfetta.
Registrazione eccellente come di costume per questa etichetta.
Se fossimo dei critici di fama, gli assegneremmo un 9/9.
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