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Il nuovo Audio-gd Master 9 Mk 3 riprende la denominazione dei precedenti Master 9 ma se ne distanzia per dimensioni e peculiarità costruttive.
Ma ne riprende le caratteristiche sonore, elevandole ad una firma sonora ancora più naturale.

C'erano una volta l'Audio-Gd Master 9 e il Master 19.

Due pezzi di bravura posizionati diversamente sul mercato.

Entrambi preamplificatori in classe A bilanciati dual-mono, con amplificatore per cuffie.

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il Master 9 era una bella bestia, dal telaio standard, 16 chilogrammi, 9 watt su 40 Ohm dall'uscita bilanciata con la raffinata soluzione delle due prese per i canali separi, oltre a quella tradizionale a 4 poli.

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il Master 19 era condensato in un telaio più compatto, pesava 7 chili ma dimostrava lo stesso approccio e le stesse caratteristiche di fondo e sempre la stessa uscita cuffie.
Meno sofisticazione nel complesso ma uguale sostanza.

Nell'ultima ristrutturazione del catalogo, il Master 9 è evoluto verso la linea HE (alimentazione rigenerativa), il Master 19 è uscito di catalogo, mentre vi è entrato l'ultimissimo arrivato della gamma, il Master 9 Mk. 3 che è oggetto di questo articolo.

 

Si tratta nuovamente di un componente dual-mono, interamente e realmente bilanciato, tutto in classe A, in un telaio compatto da 7 chilogrammi che idealmente è la versione "condensata" del Master 9 ma con l'approccio meno impegnativo del Master 19.

E' stato aggiornato il layout, manopola, comandi, display e prese cuffie sono sostanzialmente identiche a quelle dei modelli di fascia alta (RE27 incluso), ma il peso e il volume occupato sono quelli del Master 19.

L'impiego di tecnologia SMD per la produzione delle schede (identiche per i due canali) e delle alimentazioni (sdoppiate a partire dai due trasformatori che sono separati e non usano la stessa armatura) ha consentito un recupero economico che si riflette in un prezzo di acquisto competitivo.

Con poco più di 1250 euro si acquista un componente che si può tranquillamente definire allo stato dell'arte, con controlli di volume separati a discreti asserviti da relais con resistenze di precisione, componentistica selezionata audio-grade, soluzioni di livello assoluto e raffinato.
Concezione nel dominio della corrente e non nella tensione, connessione con gli altri componenti della catena bilanciata tradizionale o tramite collegamento proprietario ACSS.

Le stesse, stessissime capacità di carico che consentono di pilotare qualsiasi cuffia esistente passata, presente e futura (sempre 9 Watt di targa a 40 Ohm oppure 630 mW per 600 Ohm -> equivalenti alla potenza di un amplificatore di potenza da 45 watt con riserva di energia a livello di trasformatori per 135 Watt, quindi più che adeguata ad ogni esigenza).

***

 

Operazione di marketing, quindi ? La linea Master 9 si estingue e viene sostituita dalla HE 9 che propone alimentazione rigenerativa, mentre la linea Master 19 diventa Master 9 e rimane con alimentazione tradizionale.

Direi di si e la prova sta nel pudding.

Ma andiamo a guardarlo bene da vicino questo preamplificatore.

La taglia è quella di un falso magro perché comunque ha una impronta sul tavolo di circa 35x35 cm e una altezza con i piedini di 8,5. Il peso è di 7 chilogrammi.
Il telaio è in solido alluminio. I fianchetti sono di 4/5 mm di spessore, il sopra e il sotto sono di 4 mentre frontale e retro di un confortevole 8 mm, anche perché sono quelli più sottoposti a sforzo.

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l'aspetto riprende quello degli apparecchi più recenti della firma, con gli angoli stondati e il frontalino con due smussi sopra e sotto nella parte centrale, sopra al display.
Il display è a due righe come quello degli apparecchi più "belli".

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la base del telaio ha fori di dissipazione (questo coso dopo mezz'ora scalda da matti !) e una quantità industriale di viti di blocco di schede e dispositivi.
I piedini sono generosi

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e adeguati al peso

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qui ho cercato - invano - di evidenziare i differenti spessori. Il fianchetto non è così spesso, lo smusso arrotondato è praticato dal pieno del frontale/retro , via fresatura CNC

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il copritelaio è tenuto fermo da 8 viti filettate.

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i comandi e le prese cuffie così come il manopolone del volume sono in apparenza identici a quelli del RE27HE che in questo momento lo sta sostituendo alla guida dei dipoli DIP21.

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le uscite sono di qualità e ben solide, capaci di durare più di una vita.
Entrambe hanno il blocco di sicurezza con pulsante di sblocco.

Il retro è un condensato di razionalità e di qualità. Le prese e gli ingressi sono identici a quelli delle linee più pregiate.
Le prese XLR sono incassate.

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il dettaglio del canale destro, 4 ingressi, due bilanciati, uno sbilanciato e uno proprietario ACSS.
Le uscite sono tre, per i tre tipi di connessione.

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vicino alla prese di corrente c'è la targa con il seriale e la tensione.
Nella realtà all'interno c'è un interruttore che credo consenta di passare a 110 Volt ma non mi interessa verificare.

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E andiamo finalmente a vederlo aperto

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la topologia è evidente per quanto molto semplice. I cavi volanti ridotti al minimo.

La sezione di sinistra contiene i due trasformatori ben dimensionati, uno per canale.
Le due schede sono speculari, una per canale.
Contengono anche la parte di livellamento dell'alimentazione.

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dettaglio dei due trasformatori. Sono tipici delle realizzazioni di Audio-Gd che li lascia liberi, senza resinarli come è un pò abitudine occidentale.

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il fascio dei cavi che conduce l'alimentazione alle schede di segnale

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schede che portano marcata la scritta .... Master 19 Mk3 a chiarire definitivamente che questo di fatto è la riedizione del Master 19, con il nome cambiato ;) 

Il motivo però non è solo marketing, ne parleremo quando si tratterà di definire le sue caratteristiche sonore.

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un'altra vista d'insieme non guasta mai.
A ridosso del pannello frontale e in corrispondenza del display abbiamo la logica di controllo delle indicazioni dello stesso display.

Ed ecco finalmente le schede di linea, identiche tra loro

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qui riprese dai due lati mostrarne i dettagli.

Queste schede sono prodotte con procedimenti SMD per contenere i costi ma sono poi misurate singolarmente ed accoppiate dai tecnici di Audio-gd.

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questo è invece uno dei controlli di volume, realizzato senza uso di potenziometro ma con relais che controllano una rete di resistenze di precisione che intervengono a passi successivi da 0 a 100.

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il controllo avviene per mezzo di questi due microprocessori.

Le due schedine sono sopraelevate per non influenzare per nulla il percorso di segnale delle due schede di linea

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dettaglio dei perni di sollevamento che sospendono sopra alla scheda di segnale la schedina di regolazione del volume.

Tutto è analogico, nonostante vengano impiegati dei microprocessori per il controllo delle funzioni principali, questi non hanno alcuna attinenza col percorso del segnale.

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le prese di segnale. Quei cavetti trasparenti, davanti alle connessioni della presa XLR di uscita, alimentano la presa ACSS.
La presa RCA è separata, non ci sono trucchi come sono spesso usi produttori meno qualificati.
Questo apparecchio è realmente dual-mono e veramente bilanciato dall'ingresso alle uscite.

 

Un ultimo sguardo lo meritano i transistor di potenza che, insieme ai condensatori di livellamento, potrebbero popolare un amplificatore di potenza da 45-50 watt senza problemi, grazie anche alla generosa quantità di corrente messa a disposizione dai due trasformatori.
E in un telaio così piccolo ...

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sono disposti sui lati a ridosso della parete di separazione (si vedono in pianta due solide lastre di alluminio da 5mm, una che separa i due canali e una il canale destro dai trasformatori).

Questi erogano fino a 9 watt su carichi da 40 Ohm (ovvero 22,5 watt su cuffie da 16 Ohm) e permettono a questo amplificatore di pilotare sostanzialmente qualsiasi carico presente sul mercato.

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un ultimo sguardo alle prese dorate di uscita. Il foto filettato di blocco del tetto del telaio e la piastra del retro dello stesso.

 

***

Funzionalità

Non c'è molto da dilungarsi.

Questo apparecchio non richiede regolazioni.
Ha un tasto di accensione e due tastini di selezione.

All'accensione il display a linee LCD lampeggia qualche cosa che ricorda il nome dell'apparecchio

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che come tutte le altre indicazioni, tipicamente Audio-gd non è troppo intelleggibile.

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qui ci sono il numero di ingresso, il volume, il tipo di guadagno impostato e altre indicazioni che .... non ricordo e per cui vi rimando al breve e oscuro manuale presente sul sito del produttore.

La peculiarità introdotta in questo apparecchio è quella di disporre di due tipi di risposta - pensati per le cuffie - quella normale

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(la lettera N dentro a PLNAL) che può essere cambiata nella lettera t (minuscola nell'immagine sopra).

La posizione "t" starebbe ad indicare una curva di risposta modulata che scalda il suono, una sorta di effetto loudness che però si applica ad ogni livello di volume.

L'ho misurata ed effettivamente è presente e ben audibile.

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questa è la risposta in frequenza delle cuffie AKG K-371 come come tutte quelle tipicamente del marchio, ha una tendenza al chiaro ben evidente.

La posizione "t" del Master 9 Mk 3 attua una attenuazione della risposta a partire dai 100 Hz fino all'estremo superiore che ne ammorbidisce il suono.
Mentre incrementa leggermente i bassi da 50 Hz in giù.

Un sistema pratico di equalizzazione "al volo" attuato senza interventi digitali o processori di segnali, disegnata dal progettista direttamente nella scheda di amplificazione.

Geniale, semplice, funzionale e ... compresa nel prezzo.

***

A completamento della presentazione, il prezzo è piuttosto contenuto per la qualità del prodotto e le sue potenzialità, circa 1260 euro.
La garanzia illimitata è di 10 anni come standard per Audio-gd.

I tecnici, una volta assemblato l'amplificatore lo tengono collegato per circa 300 ore dopo di che lo misurano e lo testano, prima di spedirlo al cliente o al distributore europeo.
La raccomandazione è quella di rodarlo per altre 300-500 ore prima di giudicarlo.

E di cominciare a considerarlo in opera, solo dopo almeno 30 minuti di accensione, meglio se dopo due ore ...

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  • Administrator
Rudolf

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Non sono un ingegnere elettronico e devo ammettere una certa ignoranza in termini di soluzioni progettuali.
Non starò a parlarvi quindi di circuiti a diamante, di dominio in corrente, di Classe A vera o finta, di controreazione.
Li lascio a quelli del marketing e ai progettisti esperti.

Non voglio nemmeno tediarvi con voli pindarici come quelli che sparano i recensori di apparecchi audio (quelli che li ricevono a titolo gratuito : io quasi tutti me li compro e poi ne offro gratuitamente le mie impressioni su queste pagine per il puro piacere di farlo ... !)

impossibili da inquadrare e da riscontrare a distanza.

Quindi prendete con il benefizio di inventario e un pò di fiducia quanto vi scrivo in queste note di ascolto e di uso.

Ho questo Master 9 Mk. III  da qualche mese. Ha sostituito l'NFB-AMP di cui ho già parlato in queste pagine.
E' un apparecchio di fascia nettamente superiore che sfiora l'high-end.
Nel senso che in catalogo ci sono macchine superiori ma che questa è già ad un livello tale per cui pensare a qualche cosa di superiore è avere soldi in più da spendere.

Ad ogni generazione i progettisti di Audio-gd proseguono nel loro percorso alla ricerca di un suono il più naturale possibile.

Infischiandosene delle mode che vogliono soddisfare la voglia di gadget, di funzionalità e promettono più che altro prestazioni eccezionali al banco di prova ma poi, alla prova dei fatti, un suono asciutto, non troppo gradevole e piatto.
Usando operazionali, microchip industriali e moduli di amplificazione o processori di segnale adattati a circuitazioni con alimentazioni asfittiche.

Per Kingwa, il suono è l'aria e l'alimentazione è l'acqua, ovvero la vita.

Qui anche se l'alimentazione è tradizionale abbiamo ampio dispendio di forze, pulizia, separazione e classe A ovunque.
Inoltro è più che raro se non impossibile trovare controlli di volume separati R2R su un amplificatore da 1200 euro.
Se fosse fatto in Svizzera o in Inghilterra, questo costerebbe almeno 5000 euro.

Ma ... queste sono ancora chiacchiere. Come suona.

Suona come promesso, dolce, naturale, equilibrato, dettagliato ma senza alcuna fanfaroneria.

Delle tre generazioni di Audio-gd che ho conosciuto, i primi avevano un basso roccioso ma un medio poco gradevole, i secondi avevano un medio e un alto più rifinito ma un basso poco sviluppato.
Qui l'equilibrio regna sovrano ma soprattutto, è l'impostazione che è disarmante tanto è naturale, dolce, analogica (parola che non significa altro che ... non ci sono asprezze digitali).

Probabilmente il mio giudizio è drogato dal fatto che lo uso alimentato da una catena allineata e basata su una interfaccia digitale con alimentazione rigenerativa Audio-gd DI24HE e un DAC NOS R2R R1, con le migliori connessioni possibili (I2S e ACSS).

Ma posso anche dire che il confronto con il più raffinato (costoso ed enorme) R27HE non lo vede così perdente.
La firma musicale è la stessa e il più costoso ne viene fuori solo se i terminali di uscita (cuffie o diffusori) sono in grado di rendere giustizia alle sottili differenze che ci sono in campo.

Come dire che un Master 9 Mk III può bastare. Per tutta la vita. Ma che, per chi non vuole farsi mancare niente ed andare all'esplorazione della capacità di ascolto ... delle proprie orecchie.

Perché per gli umani, la prova finale sta solo nelle loro orecchie.

Qui abbiamo dettaglio, impianto sonoro, naturalezza di risposta, nessuna fatica di ascolto (proprio ZERO).

Pro:

  • prestazioni elevatissime per un apparecchio di fascia media
  • rapporto prezzo/prestazioni sfidante e difficile da trovare in altri apparecchi dello stesso prezzo
  • completezza di ingressi e di uscite
  • apparecchio solido, costruito in maniera eccezionale con sfoggio di soluzioni raffinate, in un telaio ancora contenuto e poco pesante (ma più pesante di qualsiasi altro cinese prodotto in grande serie con componenti industriali)
  • capacità di pilotaggio per qualsiasi cuffia sul mercato
  • suono naturale, delizioso, privo di fatica di ascolto, "analogico"

Contro:

  • scalda da matti !
  • la qualità del suono viene fuori quando è ben caldo dopo minimo mezz'ora dall'accensione
  • display e comandi continuano ad essere degni di un apparecchio industriale, non di un componente hi-fi : astrusi è dire poco
  • si trova più a suo agio con componenti dello stesso marchio (ma questo non è un difetto)

Complessivamente penso che questo sia uno degli apparecchi HI-FI migliori - per equilibrio di risultato - tra quelli che nella mia lunghissima esperienza di ascoltone ho avuto la fortuna di provare e possedere.
Non è di quelli che vi stupiscono con effetti speciali. Ma una volta che lo avrete capito, lo apprezzerete ogni giorno di più.

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