[luoghi] Parco dello Storga
Attorno all’ex ospedale psichiatrico di Sant’Artemio si estendono i 67 ettari del parco dello Storga, all’interno dei quali sono proibite sia la caccia che la pesca. Una delle caratteristiche di questa zona è la presenza delle risorgive, dove l’acqua affiora in superficie per la presenza di strati impermeabili in profondità.
La realizzazione del parco si deve all’opera di recupero dell’ex Azienda Agricola Sant’Artemio, già Colonia Ergoterapica dell'Ospedale Psichiatrico Sant'Artemio ora sede della Provincia di Treviso. L’ingresso è libero dalle 7.00 alle 20.00 di tutti i giorni.
Come molti parchi urbani della tradizione europea, anche il Parco dello Storga si caratterizza per la presenza di diverse attività al suo interno: orti urbani, il Centro Provinciale di Recupero della Fauna Selvatica, Gruppo Grotte Treviso, Polo Innovativo Naturalistico di Cultura e Formazione in Ambiente "La Storga" della Cooperativa Comunica, Gruppo micologico della Marca Trevigiana e Museo Etnografico Case Piavone.
Il terreno, destinato ad uso agricolo fino agli anni 80 del 1900, è poi diventato prato per essere successivamente oggetto di un programma di rimboschimento e oggi vi si possono trovare diverse specie arboree autoctone quali pioppo nero, pioppo bianco, salice bianco, salicone, salice fragile, carpino bianco, frassino, ontano, nocciolo, olmo campestre, rovere, farnia, platano comune, melo selvatico, ciliegio selvatico, acero campestre, acero di monte e sambuco. Tra la flora erbacea, invece, vi si possono trovare anche specie ormai rare in pianura.
Di un certo interesse anche la fauna che annovera, tra i mammiferi, diverse specie tra cui il riccio europeo, il toporagno di Miller, il topo selvatico, lo scoiattolo, la volpe, la lepre comune, la donnola e la faina, mentre tra gli uccelli conta 120 specie diverse.
Anche la fauna ittica conta alcune specie presenti, tra cui il gambero di fiume, oltre a trota fario, sanguinerola, panzarolo, spinarello e scazzone.
Vicino all’ingresso del Parco troviamo il museo etnografico provinciale, inaugurato nel 2002, ospitato nelle stanze della seicentesca “Casa Piavone” da cui prende il nome.
Al suo interno sono esposti oggetti e immagini riguardanti la storia, l’economia, il lavoro, la vita quotidiana appartenenti al passato della marca trevigiana e oggi ormai rari o non più in uso. Lo scopo del museo è la raccolta, la conservazione e la valorizzazione di queste testimonianze di un passato altrimenti destinato all’oblio.
Alla gestione del museo partecipa il Gruppo Folkloristico Trevigiano assieme alla Provincia di Treviso. Aperto dal giovedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30, merita sicuramente una visita.
Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con un breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao!
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