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Audio-Gd R-27HE : DAC R2R bilanciato con alimentazione rigenerativa (recensione completa)


R-27 rappresenta il top di gamma degli integrati - DAC/preamplificatore/amplificatore cuffie - di Audio-gd.
L'erede ideale degli apparecchi dotati di chip di conversione 1704.

Nella realtà al momento la gamma si compone dei soli R-28 ed R27, perché il piccolo R11 non è più in produzione.

R-27 è disponibile in più versioni, quella in esame è la R-27 HE, dotata di alimentazione rigenerativa, il fiore all'occhiello di Audio-gd insieme all'amplificazione ACSS.

Veniamo proprio al cuore di questo dispositivo, l'alimentazione.

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questa scheda è marchiata orgogliosamente Regenerate Power Supply ed è una delle due collegate al trasformatore di ingresso.

 

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che è di dimensioni generose, resinato al suo interno e con una schermatura in rame.
E' un avvolgimento che potrebbe sostenere il carico di un discreto amplificatore finale di potenza e che qui invece si limita ad accogliere la corrente di rete a 220 Volt.

 

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per consegnarla pulita e "rigenerata" con frequenza stabile e tensione fissa a tre ulteriori trasformatori più compatti, ognuno alimentante le rispettive sezioni di alimentazione delle tre sezioni in cui è diviso il dispositivo.
La circuiteria di ricezione del segnale e i due canali del DAC.

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vista parziale in pianta, da destra e nel centro, le due sezioni di alimentazione : la rigenerativa e quella per i singoli canali.

La simmetria è ammirevole. Non all'altezza di realizzazioni ultrasofisticata l'articolazione, più definibile artigianale - sebbene di alto livello - sia per la presenza di svariate cavetterie volanti quanto di residui di lavorazione non proprio eleganti.
Regna su tutto il sovradimensionamento complessivo.

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di rado nelle recensioni vengono rappresentati i fondi degli apparecchi.
Eccolo qua, invece, al di là dello spessore del piano - 8mm di alluminio rigido - il numero di feritoie, ma soprattutto l'innumerevole quantità di viti di blocco delle varie schede interne dimostra lo sfoggio di materiale (e i discendenti tempi di assemblaggio) degli apparecchi di questa classe.

Che per Audio-gd sono lo standard di riferimento, siano essi all-in-one come questo, semplici preamplificatori, DAC puri o amplificatori integrati.

Ne sono prova i 2560 grammi del solo coperchio, fissato con una dozzina di viti, lo spessore del telaio a pianta quadrata e il peso complessivo di 22.000 grammi che lo rendono un campione di ... facilità di posizionamento in casa.

Il mio piano è profondo 60cm eppure lo regge a fatica in estensione, con i cavi di connessione posteriori che sfiorano la parete di fondo.

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questa versione è in alluminio naturale, spazzolato.
Bella e lucente ma un pò fragile sia nel catturare le impronte delle dita quanto degli eventuali graffi per sfregamento.
Poco male, la superficie non suona.
Ma un telaio del genere assicura la dissipazione dell'elevato calore prodotto. Che nel caso del più compatto Master 9 Mk III tende a raggiungere temperature da ustione mentre qui, caldo è caldo ma nulla di anormale.

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di trequarti così non impressione poi tanto, sembra uno strumento di misura industriale

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qui con il coperchio appoggiato sopra (per toglierlo, l'unica è farlo scivolare mettendo in bilico la macchina), invece è più impressionante.

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ma deve impressionare l'interno, ordinato eppure molto affollato, qui evidenziato dalla fotografia a telaio aperto e posto sul fianco.

A sinistra abbiamo i due canali del convertitore, in mezzo a loro la scheda di ricezione, davanti le alimentazioni separate che prendono energia dai tre trasformatori alloggiati in un vano separato da pareti di schermatura.
Infine a destra, l'alimentazione rigenerativa, un trasformatore di ingresso e due schede simmetriche.
A ridosso della parete frontale, la scheda di controllo del display.

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altra vista del marchio della scheda di alimentazione rigenerativa

 

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altra vista di tre quarti anteriore. Si nota subito il minimalismo dei controlli : accensione e due tastini di selezione delle varie modalità e ingressi.

Manopola del volume (elettronico) ed uscite cuffie, single ended e bilanciate.

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la scheda centrale che contiene tutta l'elettronica di ricezione del segnale, il processore di controllo, i due clock di precisione.

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dettaglio del processore dedicato agli ingressi, un Altera Cyclone a 32 bit, i due clock, i due isolatori degli ingressi.
Componentistica allo stato dell'arte.

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sopraelevata la schedina di ingresso USB, sotto i vari isolatori degli altri ingressi, clock esterno compresi. Anche la porta I2S rappresentata da una presa HDMI è isolata, a garanzia di pulizia del segnale.
Della porta USB viene usato solo il ricevitore mentre tutto il resto è ricostruito dal processore. La distinzione tra le schedine dovrebbe consentire maggiore separazione.
Secondo Audio-gd, questo ingresso è tanto qualitativo da non richiedere una interfaccia digitale esterna (ci sentiamo di avere qualche dubbio, almeno considerando la qualità della DI-24 HE che stiamo utilizzando in un altro stack in parallelo a questo apparecchio).

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ma andiamo al pezzo forte del DAC effettivo. I due canali sono disimpegnati da quattro moduli simmetrici posti su due schede separate impilate una sull'altra e ulteriormente schermate da una piastra d'acciaio avvitata sopra.

Sono i moduli DA-7 specifici di Audio-gd e responsabili della conversione del tutto analogica del segnale digitale in analogico.

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i due DA-7 del canale sinistro, coperti dalla piastra di schermatura

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che una volta rimossa mette in mostra la topologia del tutto simmetrica del push-pull. Due processori Xilinx si incaricano di coordinare il lavoro mentre una serie di chip regolano la precisione della maglia di resistenze.

Il cuore di un convertitore R2R sta qui. Al posto di uno o di più chip sintetici, viene usato un circuito analogico composto da resistenze di precisione che leggono a cascata il segnale.
I due moduli sovrapposti offrono 4 convertitori per singolo canale, per un totale di 8, per il segnale PCM. Per il DSD ci sono 4 moduli dedicati. Ovviamente non viene fatta alcuna conversione da PCM a DSD come in molto apparecchi economici (anche di gran marca).

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la pianta di un modulo Audio-gd DA-7 Mk II installato nel R-27 HE.

Tra i due moduli, che hanno alimentazione superiore, c'è il controllo di volume, anche esso a resistenze, quindi discreto, separato per ogni singolo canale.
Per offrire una reale circuitazione bilanciata.

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al capo opposto, avvitata sul pannello anteriore, la scheda di logica di controllo del display anteriore.

 

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la vista al volo dal posteriore ci introduce al pannello ingressi ed uscite.

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le entrate sono completissime.
I2S, ottica, USB di tipo B, XLR AES/EBU e due porte coassiali per clock esterno e digitale SPDIF.
In aggiunta una porta speciale per l'eventualità di aggiornare il firmware della macchina (che io farei solo a rischio della vita ...)

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le uscite sono le tradizionali per Audio-gd, bilanciata XLR, bilanciata ACSS e sbilanciata RCA, con i due canali separati fisicamente.

L'unica indicazione del modello è presente in questo adesivo posto vicino alle presa di corrente che reca anche il numero di matricola.

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più semplice il frontale, con accensione, selettori e prese cuffie con in mezzo il display a cristalli liquidi

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sono comandi semplici ma solidi. Purtroppo asserviti al sistema poco intuitivo di Audio-gd che necessita la consultazione del manuale per ricordare a cosa corrispondano numeri e lettere mostrate nelle varie fasi.

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sotto una luce calda, l'alluminio, al vero un pò freddo, appare di una piacevole tonalità champagne.

Tutti i connettori sono di altissima qualità. Neutrik per gli XLR e corrispondenti in oro per i coassiali e gli RCA.

***

Visto l'interno, imponente, andiamo ai comandi.

Il selettore è diviso in due tasti, uno per far ruotare le opzione, l'altro per modificarle.

Il problema è l'intelleggibilità delle opzioni impostate.

All'accensione l'R-27 fa lampeggiare i led per salutare orgogliosamente

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mostrando quello che evidentemente è il logo Audio-gd e il nome del modello.

L'avvio non è immediato perché l'alimentazione rigenerativa ci mette una manciata di secondi ad andare in linea.

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quindi compare questa scritta.
Quello che si capisce è che ho selezionato la porta USB (la IN 6 guardando il posteriore).

Mentre in modalità operativa si legge la frequenza di campionamento rilevata, l'uscita, il guadagno dell'amplificatore, la porta di ingresso, il livello del volume.

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[non so cosa sia questo 128. Nella realtà il sistema è connesso ma non c'è alcun segnalo. Normalmente quel numero è 44, 48, 96, 192 etc.].

Le opzioni modificabili sono il tipo di sovracampionamento (di default è su OFF), il livello di luminosità del display, lo spegnimento o meno del display.

C'è infine una modalità "artistica" che Kingwa dice di aver mutuato dal lungo ascolto del giradischi analogico. Dovrebbe essere a suo dire un modo per generare un suono particolarmente dolce e caldo che darebbe il suo meglio con oversampling 1x o 2x.

L'ho provata senza tanto successo. A differenza della modalità "tube" del Master 9 Mk III che è anche misurabile nel suo intervento, qui io stento a riconoscerne l'effetto.

***

Bene, con questa carrellata ci siamo. Ma vorrei riepilogare le componenti di questo grosso amplificatore.

Nello stesso, enorme, telaio, abbiamo :

  • l'alimentazione rigenerativa che è in grado di dare corrente elettrica pulita a tutte le schede, con frequenza precisa e tensione stabilizzata.
    Non è una cosa banale, qui non ho grossi problemi, ma nella mia casa precedente, la tensione di rete oscillava tra 210 e 230 Volt, con frequenza tutt'altro che stabile.
    Qui invece avevo fatto installare uno stabilizzatore meccanico che alla fine si è rivelato quasi superfluo, tanto da averlo disinserito
  • l'alimentazione con tre trasformatori separati e circuiti dedicati in classe A
  • la scheda di ricezione dei segnali, controllata da un processore Altera Cyclone, due clock Accusilicon ad alta precisione, isolatori su tutte le prese, ingresso per clock esterno, interfaccia USB Amanero
  • due convertitori "analogici" a discreti (rete di resistenze) controllati da microprocessori
  • due controlli di volume "analogici" a relé
  • due amplificatori in classe A per le uscite cuffie che possono operare con guadagno differenziato a +13dB e +26dB
    erogando fino a 15 watt su 25 Ohm di carico sulla uscita bilanciata (teoricamente pari a 45-50 watt su un carico di 8 ohm se fosse possibile alimentare dei diffusori)
  • un circuito di preamplificazione lineare, sempre in classe A (uscita fino a 20 V contro i 2~5 se usato come semplice DAC)

l'alimentazione è pulita per tutti i sistemi, gli ingressi sono isolati, la macchina è virtualmente esente da jitter già sul piano concettuale.

L'avere tutto nello stesso telaio unisce ai difetti di avere un telaio enorme e pesante, i vantaggi di una messa a punto precisa nell'indirizzo della sua firma musicale, come intesa dal progettista.

In teoria, un DAC non dovrebbe suonare. Un preamplificatore non dovrebbe suonare. Dovrebbero solo fare il loro lavoro di rendere analogico un segnale digitale - quale che sia - e di elevarne il livello alle necessità del sistema di riproduzione (amplificatore o diffusori amplificati).
Il discorso è un pò diverso se pensiamo all'amplificatore cuffie, che può avere un suo carattere, secondo le impostazioni di fondo.

Nei modelli economici a chip operazionali, le modalità di funzionamento sono impostate in via digitale.

Qui invece è la topologia dell'architettura che influenza il risultato.

***

quindi, alla prova dei fatti, o meglio, del suono ?

Che si usi come semplice DAC, come preamplificatore o come dispositivo integrato, l'Audio-gd R-27 HE fa il suo lavoro.

E' presente ma è lineare, offre una risposta molto dettagliata e precisa ma non analitica. Ha una impostazione calda e dolce, più o meno a prescindere dalla modalità di funzionamento selezionato.

Nei mesi in cui l'ho usato sinora, per lo più è stato senza oversampling (NOS) ed ha pilotato praticamente tutte le cuffie che ho avuto in casa, mettendole sempre in condizioni di dare il meglio di se.
Offrendo una risposta ricca e convincente con un palcoscenico ampio, profondo e credibile.

Ma non è uno strumento di misura, non è pensato per dare prestazioni di laboratorio asettiche. Ha un carattere e un anima. Tutte orientali.

Dolce, gentile, possente ma tranquillo. Come un mastino inglese ma del tutto opposto dalla scuola e filosofia del Nord Europa, votata all'analiticità e all'iperdettaglio, magari a prezzo di una certa fatica di ascolto.

Se metto in testa le Arya Organic o le Jade II (in questo caso con l'amplificatore a valvole Stax e l'R-27 che fa solo da DAC) posso stare per ore ad ascoltare la musica che mi piace.
Senza pensare un attimo a questo o a quel dettaglio.
Tutto mi sembra naturale (quasi) come quando ascolto il mio sistema di diffusori planari a dipolo.

Naturalmente se la sorgente fa schifo, farà schifo la musica riprodotta.
Se le cuffie (o i diffusori usati : e con le Adam Audio A77H sulle prime è stata una lotta, tanto che le ho passate la Master 9 Mk III) sono secche, aspre o poco definite, l'R-27 non cercherà di ingentilirle, lascerà impietosamente che mostrino i loro difetti, senza tentare di compensarli.

Quel caldo e quel dolce, non significano eufonico o edulcorato. Siamo nel mondo dell'alta definizione. E non vi so descrivere la distanza siderale che separa questo sistema dai miei vecchi giradischi Marantz SA11S2 e Teac VRDS 10 con convertitori Philips e BB.
Eleganza contro sguaiato. Eppure 25 anni fa quelli erano il non-plus-ultra (o quasi).

Vale 3600 euro ?

Non saprei dire, dipende da cosa ci dovete fare e cosa vi aspettate che faccia. Se avete più cuffie alto di gamma e un amplificatore in classe A e dei diffusori planari robusti, ascoltate musica unplugged registrata a regola d'arte ... e avete lo spazio dove sistemarlo in modo tale che dissipi il calore che produce.
E allora si.

Altrimenti sarebbe un vero spreco.

Si può avere di più ?

Certo, sempre.

Io non sono un grande appassionato di sistemi integrati, tendo a preferire le soluzioni a componenti separati. Quindi, restando in casa Audio-GD, una DI-24H, un R-7HE e un HE-9 Mk III sicuramente vi strapperanno dei sorrisi ebeti (specie se avete delle HIFIMAN Susvara o delle HE1000 SE).
Ma ad un prezzo più che doppio di quello già stratosferico di questo.

Ci sono sistemi più economici di questo che offrano prestazioni simili ? Si certo ma comunque attenzione a selezionare cose che abbiano lo stesso tipo di impostazione a discreti, dall'alimentazione ben dimensionata alla quantità di transistor di uscita, senza operazionali.

Ne sono contento ? Si, assolutamente si.
Ma in fondo il mio sistema di backup (sempre Audio-gd) riesce a comportarsi a modo, con una prestazione sui monitor attivi da bancone, che è superiore a quella dell'R-27 che è più spietato e schizzinoso.

Quindi ?

L'Hi END è così, una malattia a cui bisogna saper porre rimedio. Ognuno trova la medicina musicale che fa per lui.

Giudizio complessivo

PRO:
  • costruzione senza lesinare. Addirittura esagerata
  • solido apparecchio di fascia realmente top; componentistica di pregio
  • ingressi e uscite per tutte le necessità
  • suono eccezionale se la sorgente e il sistema di riproduzione sono all'altezza
  • caldo, dolce ma sempre estremamente dettagliato, senza alcuna concessione
  • nessun convertitore Delta-Sigma che io abbia sinora ascoltato è in grado di dare questo genere di suono
  • addirittura conveniente (di prezzo) se confrontato con catene a tre unità separate (interfaccia digitale, DAC e preamplificatore)

 

CONTRO:
  • ingegnerizzazione molto sofisticata per un sistema in apparenza molto semplice
    costruito per ridondanza quasi overkill
  • costruzione artigianale con molte concessioni a livello di realizzazione (connessioni, resinature, residui su schede e piastre : nulla di questo si vede in occidente, in questa campo Audio-gd deve molto migliorare e curare i dettagli)
    I francesi userebbero il termine alambique
  • peso, dimensioni, prezzo ... enormi !
  • comandi e display astrusi (a dir poco)
  • impietoso verso chi non è alla sua altezza (sorgente musicale e cuffie/diffusori)
  •  

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35 Comments


Recommended Comments



  • Nikonlander Veterano
happygiraffe

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Questa specie di carro armato è una macchina bellissima con tutti i pro e contro degli apparecchi Audio GD. Tantissima sostanza e pochissima attenzione alla forma. All’estetica poco accattivante non ci presto particolare attenzione, quello che invece trovo fastidioso è il display incomprensibile, tipico di tutti i prodotti di questo marchio. Dal punto di vista musicale, non ho dubbi che suoni meravigliosamente bene :)

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Rudolf

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A memoria, rispetto al tuo, è più dolce, più rifinito, più completo e con un suono concreto come la roccia.
Del resto sono passati anni e pure questo è arrivato alla versione III.

  • Nikonlander Veterano
happygiraffe

Posted

Il mio Master 11 ha trovato la felicità coniugale con una bellissima DI-24HE, però gli manca la dolcezza di cui parli.

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  • Nikonlander
cismax

Posted (edited)

io per il momento mi sto godendo l'R28 ex Mauro, anche se prima di prenderlo avevo già adocchiato questa "bestia"

alla fine ho ascoltato le sirene che mi dicevano di fare un passo alla volta prima di partire con un ultratop che magari non sarei stato in grado di apprezzare.

In effetti per ora non ho rimorsi...:D

Edited by cismax
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  • Nikonlander Veterano
Francesco Contu

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Qualche nota su questo oggetto interessante da vedere per chi come me è del mestiere.
A cominciare dagli alimentatori insolitamente enormi per i nostri tempi. Credo che la sfida principale sia far sparire il rumore della rete a 220V che essendo perfettamente udibile dagli esseri umani risulta catastrofico. Non basta filtrarlo, cosa piuttosto facile, ma va neutralizzato schermando gli alimentatori perché si può propagare per via aerea andando a inquinare qualsiasi componente.
Interessante anche la scelta di realizzare dei DAC a componenti discreti anziché usare dispositivi commerciali. Evidentemente riescono a ottenere prestazioni superiori.
Ancora più interessante vedere questo oggetto infarcito di logiche programmabili, ovvero i componenti Altera e Xilinx. Vuol dire che il progetto è figlio di pensate abbastanza raffinate e nasce per distinguersi sul mercato.
Premetto che sono stato dipendente di Xilinx per quasi 20 anni e ancora mi occupo dei loro prodotti per conto di un'altra azienda. Quindi parlerò in modo generico per non essere tacciato di essere di parte.
Questi componenti permettono all'utilizzatore di realizzare il proprio circuito digitale e caricarlo nel dispositivo come se fosse SW, ma in realtà è HW. Questo permette di realizzare i propri circuiti da zero se non ci sono prodotti pronti sul mercato, o di mettere in pratica le proprie idee senza dover realizzare un chip ad hoc. Lo si compra "vuoto" e ci si mette il proprio progetto. Che può essere qualsiasi cosa: un filtro digitale, una interfaccia USB, un microprocessore, un router Ethernet, un circuito di crittografia. I chip sono riprogrammabili "al volo" quindi il prodotto può essere aggiornato una volta venduto e possono essere corretti errori di progettazione. Inoltre rende molto difficile fare reverse engineering e cloni perché è molto difficile quando non impossibile capire cosa c'è dentro il dispositivo, protetto da sistemi di crittografia e anti-tamper che possono arrivare a distruggerlo in caso di accessi sospetti alla sua memoria interna.
In questo caso vedo usare Xilinx sui DAC dei quali probabilmente implementa la logica di controllo della "scala" di resistenze e ce ne è anche uno vicino al componente Atmel, il quale a sua volta è un ARM di piccola taglia, probabilmente il controllore di tutto l'apparato. Facilmente lo Xilinx in questione serve ad ampliare la possibilità di collegare periferiche all'Atmel, è un utilizzo tipico.
Il componente Altera non ho idea di cosa faccia, potrebbe contenere un processore proprietario Nios (a 32 bit come dice Mauro che è sempre ben informato) o altra logica. E' un componente più grande dei Xilinx impiegati qui. Entrambe le case hanno dispositivi molto più grossi per applicazioni più complesse.

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  • Administrator
Rudolf

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Bravo Francesco, tutto giusto.

L’Atmel costituisce la porta USB ma il flusso dei dati, compreso il sincronismo del clock viene gestito dal FPGA Cyclone nella sua memoria interna.

Altera é Intel e quello é un ARM Cortex A9 dual core, parente alla lontana dell’Expeed 6. Facilmente tutta questa roba qua é stampata con stepper Nikon ;)

 

  • Nikonlander Veterano
Francesco Contu

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15 minuti fa, M&M ha scritto:

Bravo Francesco, tutto giusto.

L’Atmel costituisce la porta USB ma il flusso dei dati, compreso il sincronismo del clock viene gestito dal FPGA Cyclone nella sua memoria interna.

Altera é Intel e quello é un ARM Cortex A9 dual core, parente alla lontana dell’Expeed 6. Facilmente tutta questa roba qua é stampata con stepper Nikon ;)

 

In realtà non credo ci sia un Cortex A9 perché è un Cyclone 4. La famiglia con il doppio Cortex A9 direttamente in HW è la Cyclone 5.
E giustamente Altera è di proprietà Intel mentre Xilinx, guarda un po', appartiene oggi ad AMD. Il marchio Altera è stato prima ritirato e poi reintrodotto, mentre i prodotti Xilinx sono marchiati AMD.

Interessante una nota sulla acquisizione di Xilinx. La AMD ha guadagnato l'impossibile dalla vendita della Playstation basata sui processori AMD, in periodo Covid. A quel punto si è ritrovata un capitale in mano che ha usato per acquisire Xilinx azienda che non era molto più piccola della stessa AMD. Come nel caso Intel/Altera i prodotti sono complementari e si possono creare delle ottime sinergie fra due marchi.

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  • Administrator
Rudolf

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Si, hai ragione è un Cyclone IV, dispositivo più semplice, del 2009 ma lo scopo è lo stesso : ricostruire il segnale in ingresso con clock coerente per ridurre al minimo il jitter.

  • Administrator
Rudolf

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Visto che ti vedo interessato, guarda l'interno del modello "base", l' R1 che sto provando in queste settimane.

R1NOS10.thumb.jpg.9f0fd9be19f1715d1bea2d3d338aa5b5.jpg

l'ingresso USB è lo stesso, il processore invece è uno Xilinx. L'isolatore è singolo mentre nell'R27 è doppio (ma il chip mi sembra uguale).
Anche se scalato per contenere i prezzi (l'R1 costa 1/4 del R27HE) la logica è la stessa (e il suono è simile).

  • Administrator
Rudolf

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Invece, tornando al R27 HE oggetto di questa prova, io non l'ho smontato per ... sicurezza, ma sotto ai due moduli doppi dei convertitori ci sono, accastellati :

R27HE_IV_volume.thumb.jpg.3bd950af3a28bbf9f1fe29fb43e11dc1.jpg

il controllo del volume a relais e resistenze di precisione

e sotto ancora, lo stadio finale interamente a discreti in classe A

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con le due uscite, XLR a destra (ACSS di fianco; ACSS è la versione quadripolare Krell del bilanciato, io uso questa per andare al preamplificatore) ed RCA a sinistra sopra 

  • Nikonlander Veterano
Francesco Contu

Posted

15 ore fa, M&M ha scritto:

Visto che ti vedo interessato, guarda l'interno del modello "base", l' R1 che sto provando in queste settimane.

R1NOS10.thumb.jpg.9f0fd9be19f1715d1bea2d3d338aa5b5.jpg

l'ingresso USB è lo stesso, il processore invece è uno Xilinx. L'isolatore è singolo mentre nell'R27 è doppio (ma il chip mi sembra uguale).
Anche se scalato per contenere i prezzi (l'R1 costa 1/4 del R27HE) la logica è la stessa (e il suono è simile).

Non riesco a leggere la sigla, lo Xilinx (o la Xilinx come si dice più spesso) sembra una Spartan di qualche tipo, ce ne sono parecchie diverse, è l'equivalente della Cyclone di Altera, ovvero le famiglie diciamo "low cost" più piccole e semplici dei prodotti di punta. Si tratta comunque di roba raffinata.

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  • Nikonlander Veterano
Francesco Contu

Posted

15 ore fa, M&M ha scritto:

Invece, tornando al R27 HE oggetto di questa prova, io non l'ho smontato per ... sicurezza, ma sotto ai due moduli doppi dei convertitori ci sono, accastellati :

R27HE_IV_volume.thumb.jpg.3bd950af3a28bbf9f1fe29fb43e11dc1.jpg

il controllo del volume a relais e resistenze di precisione

e sotto ancora, lo stadio finale interamente a discreti in classe A

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con le due uscite, XLR a destra (ACSS di fianco; ACSS è la versione quadripolare Krell del bilanciato, io uso questa per andare al preamplificatore) ed RCA a sinistra sopra 

I relais, che oggi si vedono poco perché in molte applicazioni sono stati sostuiiti da "relais" elettronici, hanno in questo caso una loro collocazione perché presentano una impedenza non solo molto bassa, veramente vicina a 0, ma anche con piccolissime variazioni fra un componente e l'altro. La rivincita del rame sul silicio. Se devo fare una impedenza di 4 Ohm e l'interruttore sbarella di 2 sono rovinato. Se invece sono 1000 spostarsi di 2 è una frazione insignificante nella maggior parte dei casi.

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  • Administrator
Rudolf

Posted

9 ore fa, Francesco Contu ha scritto:

I relais, che oggi si vedono poco perché in molte applicazioni sono stati sostuiiti da "relais" elettronici, hanno in questo caso una loro collocazione perché presentano una impedenza non solo molto bassa, veramente vicina a 0, ma anche con piccolissime variazioni fra un componente e l'altro. La rivincita del rame sul silicio. Se devo fare una impedenza di 4 Ohm e l'interruttore sbarella di 2 sono rovinato. Se invece sono 1000 spostarsi di 2 è una frazione insignificante nella maggior parte dei casi.

pensa che in campo hifi, queste soluzioni sono comparse - al posto del tradizionale potenziometro ALPS - circa 20 anni fa in apparecchi da >25.000 euro.
Per Audio-gd invece è lo standard per tutti i preamplificatori a partire da 1000 euro.

Altri produttori cinesi, invece usano comunemente la riduzione di livello digitale, a monte della conversione.

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Francesco Contu

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Metodo chiaramente comodo ma rozzo quello della riduzione digitale dato che per ogni bit che si perde nella riduzione il rapporto segnale rumore cala a sua volta di 6 db. Sempre meglio sfruttare in digitale tutto quello che si ha e poi amplificare o attenuare in analogico.
Se qualche fotografo ci legge, questo chiaramente vale pari pari per le foto.

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Rudolf

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3 minuti fa, Francesco Contu ha scritto:

Metodo chiaramente comodo ma rozzo quello della riduzione digitale dato che per ogni bit che si perde nella riduzione il rapporto segnale rumore cala a sua volta di 6 db. Sempre meglio sfruttare in digitale tutto quello che si ha e poi amplificare o attenuare in analogico.
Se qualche fotografo ci legge, questo chiaramente vale pari pari per le foto.

ESATTAMENTE !

nchelazzi

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Buongiorno, una semplice domanda: ho da poco acquistato la versione ridotta, e cioè il modello R-27RE che ritengo fantastica in abbinamento alle mie Hifiman HE1000 Stealth, l'unico grande bug riscontrato è un forte POP al cambio traccia, rumore che in cuffia è decisamente fastidioso. Volevo chiedere se è "normale" e presente anche in altri modelli/esemplari della marca oppure se è un problema relativo alla mia unità. Un grazie in anticipo

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Rudolf

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14 ore fa, nchelazzi ha scritto:

Buongiorno, una semplice domanda: ho da poco acquistato la versione ridotta, e cioè il modello R-27RE che ritengo fantastica in abbinamento alle mie Hifiman HE1000 Stealth, l'unico grande bug riscontrato è un forte POP al cambio traccia, rumore che in cuffia è decisamente fastidioso. Volevo chiedere se è "normale" e presente anche in altri modelli/esemplari della marca oppure se è un problema relativo alla mia unità. Un grazie in anticipo

 

Buongiorno e benvenuto su queste pagine.

Innanzitutto complimenti per i tuoi acquisti, è bello sapere che li fuori c'è ancora qualcuno attento alla qualità della musica riprodotta e si gode apparecchiature di questo livello.

L'Audio-gd R-27RE è fratello dell'R-27HE e le differenze tra loro sono tali che ritengo sia facile considerarli allo stesso modo.

Tanto più che i moduli di conversione sono identici, come è identico lo stadio d'ingresso.

Confermo che lo "scrock" al cambio traccia esiste, non è costante e non è sempre allo stesso livello, credo che dipenda molto da brano e brano.
Per la mia opinione è come se a livello di volume zero rimanesse qualche cosa nel buffer che viene temporaneamente scaricato all'uscita.
E sembra un problema di natura connessa con la logica o la potenza del FPGA utilizzato per controllare o il buffer di ingresso o il controllo del livellamento delle resistenze.

Ammetto che a me non da particolare fastidio ma esiste in tutti i DAC R2R a resistenze che ho provato sinora, anche sul HIFIMAN EF400. Ma lo fa l'R1 e lo faceva anche l'R-28.

Se ci si potesse fare qualche cosa, credo che avrebbero rilasciato un aggiornamento firmware (cui io però mi accosterei con grandissima precauzione).

Ho anche l'impressione che una prossima versione Mk III della base logica, vedrà l'impiego di un Altera più potente di generazione successiva.
Ma sappiamo che Kingwa si concede sempre il tempo necessario per prendere confidenza con queste cose.
Ma ho visto che hanno appena rilasciato la DI-25 che integra maggiore potenza di calcolo. E' facile che tutta la prossima generazione ne beneficierà.

Detto questo, come accennavo, a me questo non comporta particolari fastidi e mi godo l'elevata qualità del suono vero e proprio (in questo momento ho le Arya Organic in testa e sto ascoltando la cantata BWV 55 di Bach via DI24HE ed R-27HE).
Ma ognuno ha le sue proprie aspettative al riguardo.

Comunque, fatevi sentire, questo sito è aperto al contributo di ogni appassionato di (qualunque) musica.

Buon ascolto.

PS : c'è anche un altro piccolo scrock, legato al cambio di volume, ma a più basso livello rispetto a quel del cambio traccia

  • Nikonlander Veterano
happygiraffe

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In Audirvana, per evitare questo tipo di problema, c’è la possibilità di silenziare l’ingresso del DAC quando c’è un cambio di frequenza di campionamento. Io così non sento più scric, scroc e pop.

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nchelazzi

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Grazie per le esaustive risposte, pensate che il noto venditore olandese, interpellato al riguardo, non si è ancora espresso!!

Questa è l'utilità del blog di appassionati, ben fatto.

In realtà, sempre spulciando tra le preziose pagine di questo sito, ho scoperto di non aver configurato correttamente i dip-switch del DDC Singxer su-6 per l'uscita I2S, o meglio gli stessi erano in posizione di default.

E' bastato posizionare su OFF il n.9 e n. 10 (configurazione riportata per i dac Audio-gd sulla prova in queste pagine del Singxer) per attenuare NETTAMENTE il disturbo, che adesso avviene in maniera random al salto traccia ma, se presente, a livelli accettabili in cuffia.

Riporto questa esperienza sperando di aiutare chi può trovarsi di fronte a fastidi la cui risoluzione a volte risulta molto difficile.

Per quanto riguarda la presenza del POP in tutti i dac R2R riporto che il mio Denafrips Terminator invece non fa una piega (abbinato in I2S con un DDC Denafrips, invero).

Nel mio caso sono arrivato a capire che la problematica era legata all'uscita I2S dal momento che, collegando DCC e Dac via cavo coassiale, il disturbo non era presente.

In risposta ad Happygiraffe, il mio problema si presentava al cambio traccia, non al cambio di frequenza di campionamento (quindi stesso album).

Di nuovo, un sincero grazie.

 

nchelazzi

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La corretta configurazione per i dac Audio-gd è 1-8 su OFF, 9-10 su ON.

Mi scuso per l'errore precedente

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Rudolf

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Oggi mi sono privato - non senza rimpianto - di questo fantastico combinato (probabilmente insuperabile nel medio termine) che adesso (spero) allieterà Cismax.

Perché l'ho ceduto ?
Perché io preferisco fin dall'anno 1 della mia lunga carriera nell'HIFI le soluzioni separate e adesso utilizzo una catena in tre apparecchi distinti.

Intanto ho ordinato il DAC Audio-gd R8HE Mk3 che andrà a sostituire l'ottimo R1 probabilmente andando a migliorare ulteriormente la risoluzione e la timbrica complessiva del mio sistema.

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  • Nikonlander
cismax

Posted (edited)

In attesa di dotarlo di un cavo di alimentazione degno, l'ho acceso per qualche minuto (troppo pochi, sabato pieno di impegni, ma non è ancora finito...stanotte si fanno le 2 almeno, con la porta chiusa per non rovinare la notte alla famiglia con le HE1000SE...)

Dire che è strabiliante è poco.

Mi sono privato dell'R28, che pure era più di quanto le mie orecchie meritassero, ma se trovo una differenza, in pochi minuti di ascolto, tra prima ed ora la riassumerei nella parola "corpo".

La definizione era fantastica anche prima. Ora trovo che la musica abbia un corpo tangibile, tutto sembra ancora più vero, ed è impagabile.

Ringrazio davvero tanto Mauro, con il quale ogni volta è un gran piacere parlare di persona, per essere stato il mio Virgilio nella scoperta di queste elettroniche

Edited by cismax
  • Administrator
Rudolf

Posted

Benone !

Spero che adesso starai riflettendo su quando ti dicevo di fare un primo passo nella giusta direzione, in modo da dare alle tue orecchie il tempo di "educarsi", per poi poter apprezzare ulteriori passi in avanti ;)

  • Nikonlander
cismax

Posted

dopo un periodo di utilizzo devo tornare su queste pagine perchè lo voglio dire, che questo apparecchio è qualcosa di straordinario.

Si fa molta fatica a trovare le parole e non voglio abusare del "vocabolario dell'audiofilo" strapieno di superlativi, ma questo strumento, accoppiato alle Hifiman, conferisce spazio, corpo, dettaglio, piacere all'ascolto della musica.

Un godimento raro!

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  • Administrator
Rudolf

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Sono contento della tua soddisfazione. Forse è segno che quanto scrivo su queste modeste pagine non è del tutto inutile, nonostante non si tratti di roba alla portata di tutti.


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