Im wachen Traume : Delian Quartett • Claudia Barainsky
Im wachen Traume
Delian Quartett & Claudia Barainsky (non citato in copertina, il baritono Mikhail Timoshenko. Sarà perché russo ?).
Musiche di William Byrd, Robert Schumann, Henry Purcell arrangiate per quartetto d'archi (e soprano)
ECM, 21 giugno 2024, 96/24
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"In un sogno ad occhi aperti" è un disco delicatissimo di ECM, registrato in un pulitissimo 96/24 nell'ottobre 2021 nell'abbazia benedettina di Marienmunster che esce adesso.
Il programma prevede arrangiamenti per quartetto d'archi con e senza la voce del soprano/+baritono di musiche pensate per altre situazioni da due grandi inglesi come Byrd e Purcell, inframezzati da una raccolta di Schumann, la Frauenliebe und Leben ("la vita e l'amore di una donna").
I temi sono l'amore e la morte, gli arrangiamenti sono di Stefano Pierini e di Aribert Reimann.
Le basi di Byrd sono in origine per clavicembalo o clavicordo, mentre è stata aggiunta una canzone popolare del tardo '600, di cui sopravvive solo una strofa ("John, vieni a baciarmi adesso") qui completata da Pierini nello stile di Byrd che la Barainsky canta con grande trasporti.
Lo stile passa dal secolare al liturgico a seconda del testo e il risultato, forse ispirato dal luogo è particolarmente toccante. Le voci sono appena accennate, quasi cantando in sottovoce ma nella realtà modulate nella registrazione perché si fondano con gli archi quasi fossero solo altre due voci sonore (sebbene parlanti) nella ninna nanna per il Bambin Gesù intonata dalla Madre.
Più famose le selezioni di Purcell, la Pavan, la Ciaccona in Sol Minore, soprattutto "When I Am Laid in Earth" (Dido) qui particolarmente resa drammatica dall'incipit del violoncello e dalla voce molto dolorante, senza accenni di asprezza, solo dolore.
La preghiera finale aggiunge altre due voci, una viola e un violoncello, per un totale di otto, all'armonia che sale in cielo quasi fosse Tallis, a testimonianza delle radici profonde della musica di Purcell, spesso nascoste dalla produzione operistica più mondana.
Nel mezzo, un pò inspiegabilmente il tedesco di Schumann che qui sta ai confini tra perdita e estasi.
Con la struttura musicale così estesa e non più vincolata alla gamma del pianoforte che nell'originale accompagna il soprano, questa raccolta assume realmente la dimensione di sogno.
La delicatezza con cui viene portato il canto e il tenue accompagnamento spesso reso dal pizzicato con in più un controcanto del violino, arricchiscono tanto la partitura da renderla spesso brillante.
Ma il tono complessivo è impostato su viola e violoncello, con accenni di natura schubertiana, per il mio orecchio.
E' un peccato che il vecchio Reimann, pianista che ha accompagnato spesso l'Op. 42 sia morto lo scorso marzo e non abbia potuto vedere realizzata la sua opera di valorizzazione, nata, secondo l'aneddoto raccontato nelle pagine del libretto, da un sogno ad occhi aperti che ha svelato le potenzialità di questa composizione una volta arrangiata.
Registrazione ricca ma dolce, perfettamente allineata con gli intenti discografici.
Un disco originale e di rara bellezza.
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