Yuja Wang : The Vienna Recital
Yuja Wang : The Vienna Recital
musiche di Albeniz, Beethoven, Scriabin, Kapustin, Ligeti
DG 96/24, 3 maggio 2024
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Avevo deciso di non recensire questo disco.Come per quello di Rachmaninov pubblicato lo scorso settembre insieme all'altro "fenomeno" DG Gustavo Dudamel.
Ma Giovanni mi ha segnalato un video su YT di un noto discografico italiano, che conosco personalmente e sulle cui posizioni sono in larga parte concorde (non sempre e non su tutte).
Non discuterò di quel video in questa recensione, mi limiterò a dire la mia opinione schietta e spassionata.
Io non sono un professionista, scrivere di musica non mi costa niente e soprattutto non mi fa venire nulla in tasca. Ascolto musica per piacere, per svago, per passione. La musica è la mia vita.
Non credo affatto che i pianisti che vengono dall'oriente non capiscano nulla della nostra cultura.
Ci sono musicisti cinesi, coreani, giapponesi che suonano Bach come se fossero nati e cresciuti in Sassonia e prendessero la Comunione in rito luterano ad ogni Santa ricorrenza.
Però c'è lo show business e ci sono discografici che per vendere in un mercato che è ampiamente dissolto, puntano allo spettacolo.
Che Yuja goda nel farsi vedere mezza nuda sul palco ricoperta di applausi ci sta, è ancora molto giovane. Se le piacciono le scarpe francesi col tacco da 14 cm e le minigonne ascellari, fa bene ad indossarle e a collezionarle.
Però culturalmente non è a lei che tocca produrre una proposta discografica. Ci sono etichette che senza scritturare super-star come Wang o Lang Lang, offrono ai loro musicisti sotto contratto esclusivo ampia libertà anche di proporre cose complicate, strane, qualche volta bizzarre o inascoltabili.
Abbiamo esempi innumerevoli già sulle nostre limitate e modeste pagine.
Se DG volesse, potrebbe tornare oggi a fare la Walkiria di Karajan, il Mahler di Sinopoli, lo Strawinsky di Ozawa e il Berlioz di Bernstein (se non fosse, incidentalmente, che tutti quegli interpreti adesso suonano insieme ai loro compositori preferiti).
Mentre preferisce cercare di scalare le classifiche di vendita con dischi programmatici tipo Ora Blu o Ora Dorata e altre amenità simili.
Per un pubblico che beve di questa musica e per una etichetta che cerca la coscia bombata e l'effettone per quel pubblico, una pianista dovrebbe metterci del suo ?
Non lo so.
Ma io ho visto modestia e arte e ascoltato passione dalla Wang al Festival di Verbier. Per questo credo che abbia ben più di quanto sia disposta a dare adesso. Ci sia in quegli occhi - non in quelle cosce - un'anima musicale raffinata e struggente.
Detto questo, il disco, si sarà capito, non mi ha detto proprio nulla.
Anche nei momenti più eccezionali non si discosta dalla superficie. Il programma è malamente organizzato, certe scelte non significano nulla. Quel Beethoven è quasi "scolastico", messo li per raggiungere i 78 minuti massimi di capienza del CD (ammesso che qualcuno ancora compri i CD).
Come il Rach di settembre si apprezza per poco, in quel caso è stata la Rapsodia, qui forse i bis. Nei bis Yuja dà sempre il massimo di se, perché si libera, forse, dall'onere del concerto e si lascia trasportare (ascoltare la trascrizione di Sgambati da Gluck o anche Brahms).
Che la registrazione sia di elevata risoluzione non mi interessa. Alla fine il suono è secco e non aiuta il trasferimento della musica. Ma io non cerco un disco perché la registrazione è di livello elevato.
Non faccio il discografico. Il mio mestiere è amare la musica.
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