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Settimana Santa, a Castelsardo il Lunissanti della pietas


Enrico Floris

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A Castelsardo un rito diverso, generato dalla pietà popolare e che affonda le sue radici negli anni della dominazione aragonese.

La processione del Lunissanti è la prima della Settimana Santa, si svolge il lunedì successivo alla Domenica delle Palme e dura un giorno intero. La pietà popolare esalta il carattere della manifestazione attingendo dalle proprie tradizioni e dalla propria cultura della fede evitando i dettami della liturgia e persino la presenza di un prete che la guidi.

 

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La Confraternita della Santa Croce custodisce i Misteri della passione di Cristo, gli strumenti del suo dolore: il calice, il guanto, la catena, la colonna, i flagelli, la corona di spine, la croce, la scala, il martello e la tenaglia, la lancia e la spugna, il teschio, il busto dell’ecce homo e il Cristo crocefisso.

 

È trascorsa da poco l’alba quando nella concattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo viene celebrata la messa alla presenza dei confratelli di Santa Croce che termina con la benedizione degli strumenti del dolore di Cristo. È questo il momento per gli apostuli (ognuno dei quali porta con sé uno dei Misteri accompagnati ognuno da un gruppo di cantori che intonano il Miserere, lo Stabat Mater, il Jesus) di incamminarsi alla volta di Tergu, un piccolo centro dell’Anglona, diretti alla chiesa di Nostra Signora di Tergu. Arrivo verso le 11,30.

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L'ingresso sul selciato che conduce a Nostra Signora di Tergu e l'attesa degli Apostuli prima dell'ingresso in chiesa

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Ancora una messa e una nuova benedizione dei Misteri e poi ripartenza verso Castelsardo, sempre a piedi.

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I Cantori davanti all'ingresso di Nostra Signora di Tergu

 

A Castelsardo l’ultima funzione alle 19 e alle 20 l’ultimo tratto, sempre in assenza delle autorità ecclesiastiche. La processione attraverserà il paese, totalmente al buio, con la sola illuminazione delle fiaccole.

Non vado oltre con la storia perché è veramente difficile documentarmi su questa particolare manifestazione ma quello che sono riuscito a sapere lo avete appena letto.
Per quanto riguarda invece l’aspetto fotografico ho dovuto necessariamente tenermi “leggero” perché la spalla destra è ancora dolorante e so che il recupero sarà particolarmente lungo. Per cui ho preferito usare la Zfc con una sola lente. La mattina ho scelto il 16-50 per via della maggiore duttilità e nonostante la giornata piovosa in luce non mi ha creato problemi. La scelta del bianco/nero, visti i colori inesistenti, l’ho ritenuta appropriata.

Definire coinvolgente e quasi ipnotico il rito serale è riduttivo, bisogna assistere per capirlo. Una folla composta da fedeli e turisti provenienti da tutta Europa solo per assistere a questo evento. Un silenzio surreale, tanto che ho dovuto silenziare la Zfc, persino quel rumore finto dello scatto era fuori luogo. Documentarla è una sfida. Non si tratta di fotografare al buio, si tratta di fotografare il buio. Difficile stare sotto i 10000 ISO. In quelle condizioni il meglio di cui disponevo era il 24mm 1,7 che ancora una volta si è dimostrato lente di razza, sorprendente.

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Molti doppioni e anche molte immagini scartate perché sbagliate o magari per micromosso o perché semplicemente non mi piacevano. Le poche che propongo differenziate per momento e per scelta (b/n al mattino e colore alla sera) spero che rendano al meglio l’idea di una manifestazione che non si snoda lungo un tracciato segnato o immaginario ma scorre attorno alle persone, le circonda e le sfiora in un silenzio denso, rotto solo dalle litanie dei cantori, illuminato dalle fiaccole affidate alle consorelle (tutte bambine) precedentemente vestite di bianco dalle mamme all’interno del battistero e che hanno il compito di far luce con le torce sui passi degli apostuli.

Ultime immagini per i Cantori

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Pezzo consigliato: Jubilee Street (Nick Cave)

Copyright Enrico Floris 2024 per Nikonland

 

 

 

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7 Comments


Recommended Comments

  • Administrator

proprio un altro paese la tua Sardegna, Enrico.

Confraternite, cappucci e persone fotografate da Tergu in un insieme tra mistico e...rituale.

Depositari di segreti millenari.

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  • Nikonlander Veterano

Concordo pienamente col pensiero di Max.
Credo che queste tradizioni resistano ancora in pochi borghi italiani purtroppo.

Ma la sostanza è che hai fatto un bel reportage e hai consentito anche a noi di immergerci dentro l'evento.

Fisicamente, ti auguro di recuperare presto e bene :sayonara: 

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  • Nikonlander Veterano

Reportage davvero ottimo Enrico. Scritto perfetto e foto di qualità, bravo!

Rimettiti e buona Pasqua!

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  • Nikonlander

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La mia preferita.

Ottimo lavoro! Le sensibilità elevatissime un pochino si pagano, ma più che accettabile. Scatti impossibili fino a qualche anno fa.

 

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  • Nikonlander Veterano

Gran bel lavoro e coinvolgente come al solito, quando Tu descrivi queste importanti tradizioni.

Il fatto di aver scelto sia il bianco e nero che i colori è a mio avviso una scelta vincente.

Complimenti! E rimettiti presto ! 

A presto!

 

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  • Nikonlander

Bellissime foto che raccontano bene il rito di devozione secolare. Foto e parole trasmettono una grande passione per la tua terra. Mi fai venire voglia di seguirti in uno di questi momenti. 

Bravo. 

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