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Variations : Sarah Beth Briggs


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Variations : Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Brahms
Sarah Beth Brigs, pianoforte Steinway
Nimbus 24/3/2023, formato 96/24, via Qobuz

***

Io sono malato di variazioni. Lo sono stati anche i miei compositori preferiti. E il più grande autore di variazioni è stato il mio Brahms.
Anche la "northunbra" Sarah Beth Brigs evidentemente lo è.
L'ho già incontrata in una rilassata ma virtuosa "Handel" di Brahms dove ha registrato, anche, in prima assoluta, tre brani inediti di Britten.
Vincitrice di premi nazionali ed internazionali, pianista colta, assolutamente british.

Il disco potrebbe non sembrare originale.

Ma c'è un legame profondo che parte dalle prime, semisconosciute variazioni su un minuetto di Duport di Mozart ed arriva a Brahms.

Giocando alla cavallina, dalle didascaliche e amatoriali variazioni di Mozart si passa alle variazioni sul tema del celeberrimo inno inglese di Beethoven, "God Save The King" del 1803, scritte da Ludwig per "dimostrare agli inglesi il tesoro che hanno nel loro inno", pensato per amatoriali di alto livello, quelli che - cito le note del libretto - si vedono nei romanzi di Jane Austen, ambientati nell'Inghilterra rurale della Reggenza.

Beethoven è cresciuto nella luce di Mozart e le sue variazioni sono assolutamente mozartiane.

Ma sale di livello con quelle Op. 34 su tema originale. Quelle 6 variazioni aprono la strada a quelle sull'Eroica e poi alle più potenti Diabelli.

Quindi abbiamo il legame Mozart e Beethoven.

Un doppio legame vincola Mendelssohn, i cui due amori musicali sono stati Bach e Beethoven, i due autori precedenti, alle sue celebri Variazioni "Seriose".
 

Mendelssohn si pone a cavallo tra classicismo e romanticismo sia nella sua opera di direttore d'orchestra che di compositore.

Ma è profondamente romantico, pur con la sua cultura musicale sconfinata e specialmente rinascimentale e barocca, di Johannes Brahms.

Che a 21 anni si permette prendere un tema del suo "scopritore" Robert Schumann per portarne la trama fino ai limiti possibili di quel materiale, con citazioni canonicamente e strutturalmente pre-romantiche in una atmosfera triste e angustiata dallo scampato tentativo di suicidio del maestro ed amico Robert.

***

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Briggs - come si usa dire oggi - interpreta in questa esatta sequenza questo programma di 74 minuti che ci porta dal 1783 al 1854 : anni densi di musica ed avvenimenti storici che si rivedono in queste pagine se non altro per i mutamenti di attitudine, di consuetudine alla musica.

Brahms decisamente non è alla portata dell'amatore, anche raffinato che invece può interpretare Mendelssohn con buona possibilità di non fare brutta figura con gli amici radunati attorno al pianoforte, in uno di quei saloni illuminati da candelabri fumosi.

Ma anche in Mozart e nel Beethoven giovanile - queste pagine sono state scritte tutte da pianisti giovani - c'é sensibilità appassionata.
Mi piace il suo tocco e il garbo gentile con cui legge, quasi fosse la prima lettura di Jane Eyre, agli amici.
Dall'inno inglese, fino alla potente e ritmata, "ballata" che chiude le variazioni Schumann di Brahms e conclude con una modulazione originalissima e commovente del tema iniziale. Fa#

Applausi.

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