Rachmaninov : Trio elegiaco n.2 Op. 9 - Trio 258/Challenge Records
Rachmaninov : Trio elegiaco n.2 Op. 9
Preludio 32/10 arrangiato per trio con pianoforte
Trio 258
Challenge Records, 6 gennaio 2023, formato 96/24, via Qobuz
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Trio completamente sconosciuto e raramente eseguito.
Data fine 1893 fa seguito all'emozione indotta sull'autore dall'improvvisa morte di Chaikovsky.
In questo si rifà del tutto al Trio Op. 50 dello stesso Piotr Ilyich (scritto a suo tempo per la morte del caro amico Rubinstein), almeno nelle tematiche intense e dolorose.
Il primo movimento - moderato - è un lungo ed sentito accorato momento di cordoglio che dura ben 20 minuti.
Ancora più lungo il secondo movimento - variato, come quello di Chaikovsky - di oltre 23 minuti.
Più breve il finale, che comunque porta a ben 52 minuti l'intera composizione. Che inizia con il pianoforte veemente ad introdurre un finale che riprende il tema iniziale.
Rivisto nel 1907 da Rachmaninov, con una seconda "sforbiciata" nel 1917, prima della fuga in slitta.
La composizione si è poi "persa", insieme al coevo primo trio, senza numero d'opera, ritrovato dopo una cinquantina d'anni e per questo mai entrati in repertorio.
In questo disco, il Trio 250 gli dedica, per il centocinquantesimo dalla nascita di Serghei, "Il ritorno" - "The return", unendolo con un arrangiamento lamentoso del Preludio in Si minore 32/10, che non aggiunge tantissimo all'effetto del trio ma che mantiene lo stesso livello di intensità (io impazzisco per la versione originale al piano : è musica sensazionale).
Si tratta - il trio - di una composizione bellissima che dovrebbe stare stabilmente in repertorio per la sua ricchezza e forza, tipiche del primo periodo "sinfonico" del nostro.
Una bella scoperta, un bel disco, una bella registrazione. Bravi !
Note di copertina :
La musica di Sergei Rachmaninov è amata da molti, essendo ascoltata regolarmente sui palcoscenici di tutto il mondo. Detto questo, il suo Second Piano Trio è praticamente sconosciuto, in quanto raramente viene assunto dai musicisti. Il suo trio è appassionato: il peso e la sincerità dei suoi sentimenti profondi costituiscono la base del lavoro. Ha dedicato il lavoro al suo buon amico e mentore Pyotr Ilyich Tchaikovsky, che era morto quell'anno. La tristezza, la malinconia e l'amore che permeano questo lavoro sono genuini e senza tempo, toccando i nostri cuori come pubblico o interpreti.
Tutti e tre siamo cresciuti, in modo del tutto indipendente l'uno dall'altro e per una serie di motivi, con le registrazioni dei grandi maestri della prima metà del XX secolo: Rachmaninov ovviamente, ma anche Vladimir Horowitz, Jascha Heifetz, Pablo Casals, Wilhelm Furtwängler, Yehudi Menuhin e Gregor Piatigorsky per citarne solo alcuni. Questo spiega in parte perché abbiamo fatto amicizia tra di noi e siamo diventati colleghi professionisti. Eravamo colpiti dal "vecchio" modo di suonare e tutti noi volevamo imparare da quello stile.
Il nostro viaggio ci ha aiutato – attraverso registrazioni, letteratura, conversazioni e lezioni di alcuni musicisti speciali – ad apprezzare come la musica veniva letta e interpretata in modo così completamente diverso cento anni fa da ciò che normalmente ascoltiamo oggi. Il modello definitivo per un suono "vivo" a quel tempo era la voce umana. Per far fronte a ciò, abbiamo dovuto adottare un approccio molto più flessibile ad aspetti come il tempo, il ritmo e la voce, emulando come ciò avveniva nell'era romantica. Alcuni ascoltatori potrebbero anche non notare dove ciò accade, anche se alcune di queste scelte interpretative potrebbero sembrare strane o un po' estreme. La nostra ricerca di un suono che si avvicinasse alla voce umana ci ha portato all'uso di corde di budello, sempre ispirate ai nostri idoli della prima metà del secolo scorso.
The Return
Sergei Rachmaninov disse una volta al suo caro amico, il pianista Benno Moiseiwitsch: "Capisci il mio Preludio in si minore. Se dovessi riassumere il lavoro in una sola parola, quale sarebbe?", a cui Moiseiwitsch rispose " Ma mio caro Sergei, non posso descriverlo in una parola. Il pezzo è un viaggio! Si tratta di un ritorno…". "Stop!", gridò Rachmaninov. "Esattamente questo - 'Ritorno' - è di questo che parla il mio preludio".
Il ritorno è un tema importante per noi in questo CD. Non solo perché il Secondo Trio di Rachmaninov inizia con un tema bellissimo e malinconico che ritorna in tutta la sua maestosità dopo più di 50 minuti di musica travolgente, ma anche perché questa registrazione e la musica rappresentano per noi il nostro ritorno al mondo dopo due anni di isolamento musicale durante il periodo di pandemia. La tempistica è simbolica: nel 2023 ricorre il 150° anniversario della nascita di Rachmaninov. Ed è in parte grazie a questo maestro compositore che siamo stati in grado di rimanere motivati negli ultimi due anni, esplorando e scoprendo, cosa per cui gli dobbiamo un enorme debito di gratitudine. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo fatto arrangiare il Preludio in si minore per trio con pianoforte, a ridosso del nostro CD.
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