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  • Amministratori

Quest'anno è il trentennale delle stragi di Palermo, quelle di Capaci e di via Mariano d'Amelio: ingenerate dall'esecutività delle sentenze del maxiprocesso, che sfociarono in moltissimi ergastoli e pene detentive di lunga durata, non più messe in discussione dalla sezione della Corte di Cassazione dove operava il giudice Corrado Carnevale, l'ammasentenze, sul quale contavano gli uomini delle mafie, messo in condizioni di non nuocere proprio da Giovanni Falcone attraverso un escamotage che impedì di assegnare sempre alla stessa sezione della Corte le sentenze appellate per reati connessi alla mafia.

Quando i mafiosi si resero conto di non godere più della protezione politica dei loro padrini a Roma, a marzo del 1992 cominciarono con l'assassinio di Salvo Lima, il referente andreottiano della DC siciliana, poi con la strage di Capaci (della quale oggi ricorre anniversario), quindi con quella di via d'Amelio e conclusero l'anno con l'assassinio dell'altro influente democristiano, Ignazio Salvo, anch'esso legato a Lima e a capo del sistema delle esattorie fiscali della Sicilia, materia per la quale la regione essendo autonoma aveva competenza esclusiva.

Le stragi ciontinuarono nel 1993 e 94 a Roma, Firenze e Milano e furono fermate solo con gli accordi segreti che tanto fanno ribollire il sangue dei cittadini onesti, fra Stato e mafia.

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Trent'anni fa, quando saltò in aria l'autostrada A29 allo svincolo di Capaci, per uccidere Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta io ero a mare a Mondello in gommone, a fotografare regate di windsurf.

Da quel momento e per anni smisi e mi occupai fotograficamente di altro.

Ero ai funerali di Falcone e partecipai alle catene umane di protesta della popolazione, che nei mesi successivi impegnarono insieme a tutti i comitati di lotta civile la nostra città e, poco alla volta, l'opinione pubblica del nostro Paese.
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Ero uno dei primi fotografi che arrivarono in via Mariano d'Amelio, quando meno di due mesi dopo, fu il turno di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta: ne ho scritto in più occasioni, qui su Nikonland
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Nei trenta anni fin qui trascorsi, ogni anno ho partecipato da cittadino a quello che ritengo un mio impegno civico: ricordare, aggiungendo con la mia fotocamera, cuore (cor-cordis) alla semplice memoria dei fatti. Sono riuscito a coinvolgere i miei figli e spero che abbiano capito il senso e che mi sostituiscano quando io sarò troppo stanco per continuare.

E se oggi non mi pare di aver visto Letizia Battaglia, come in tutti questi anni, L'HO SENTITA PRESENTE.

Sono stato in diversi posti in questi tre giorni: nelle mie foto lo potete vedere...

Al Foro Italico dove quest'anno è stato montato un palco per le interviste ai personaggi politici e della solidarietà che vi si sono alternati stamattina, davanti ad una platea sterminata di ragazzi, provenienti dalle scuole di tutta Italia, ed anche di semplici cittadini, come me.

Poi sono andato (per la prima volta in questi trent'anni) sotto quel tratto di autostrada dove hanno edificato un giardino della memoria, con murales, foto dei caduti e, sopratutto, alberelli di ulivo, ognuno dedicato alle vittime delle stragi palermitane, ai poliziotti caduti nell'adempimento del mestiere, alle vittime civili...  Ho visto l'ingresso del tunnel di scolo dentro il quale avevano passato il tritolo che servì allo scopo e ho fotografato da lì il casotto in alto dal quale fecero brillare l'esplosivo e saltare in aria il convoglio delle auto di Giovani Falcone...  
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fino ad ora mi aveva fatto orrore, ogni volta che passavo la sopra, su quell'autostrada che imbocco tante volte nella mia vita per motivi dei più vari.

Sono stato quindi all'albero falcone, quella splendida magnolia che cresce nel cemento del marciapiede davanti alla casa che Falcone e sua moglie Francesca Morvillo abitavano, quando erano a Palermo e che in questi trent'anni si è trasformato nel diario dei passanti e di tutti coloro che avevano da dedicare un pensiero alle vittime di tanto orrore.

Un punto di riferimento e di incontro: con la garitta blindata che ospitava l'agente di scorta allora, rimasta a significare il livello di paura e di scontro sociale che era la mia città negli anni 80 e 90 del secolo scorso.

Oggi è difficile portare i ragazzini che non hanno percepito nulla di quello che racconto nelle mie foto, e trasmettere loro la motivazione per assistere a queste cerimonie: stanno tutti insieme, cantano e ballano, scattano selfie e festeggiano quello che in realtà sarebbe il funerale della speranza di civiltà, che in questo modo attraverso questa purificazione giovanile, torna ad essere occasione di gioia e di appartenenza al territorio che vogliamo, oggi più di allora, resti NOSTRO.

Per questo oggi hanno invitato perfino Gianni Morandi a cantare la sua canzone di Sanremo di quest'anno: sulla tenacia e la tensione verso l'obiettivo.  In fondo ci sta...

Stai andando forte
Apri tutte le porte
Gioca tutte le carte
Fai entrare il sole

Si...!

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  • Amministratori

Pubblico questo video che qualche mese fa, la sensibilità di Federica Re, moglie del nostro amico Adriano Max (Axnaird) che vi ha collaborato, è stato realizzato utilizzando come immagini alcune delle mie foto delle concitate fasi successive all'attentato a Paolo Borsellino ed alla sua scorta, oltre ad altre che riguardano anche Giovanni Falcone.

Scelgo appositamente il termine attentato con tutte le sue valenze politiche ed eversive.

 

 

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  • Nikonlander Veterano

Non c’ė niente da dire.

Grandi persone, continuano ad avere oggi la stima e l’amore che non hanno avuto da vivi.

 

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  • Nikonlander Veterano

Non è solo il garbo delle immagini che hai pubblicato, sono gli sguardi delle persone e la loro fronte alta. Una citta che non vuole dimenticare due grandi uomini. Orgoglio di tutti gli italiani onesti.

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  • Nikonlander

grazie Max.

Mi levo il cappello davanti al tuo impegno per tenere viva la memoria e davanti a quegli uomini e donne, anche oggi come feci trent'anni fa, in quello che è stato l'evento che ha scosso più nel profondo la mia vita di giovane uomo (insieme all'attentato di Bologna - ma lì la storia fu diversa, mi coinvolse in prima persona, essendo io un vero miracolato - passai in stazione poco prima dello scoppio della bomba...).

Ammiravo Falcone e Borsellino come l'emblema dell'Italia che avrei voluto fosse e che non è mai stata.

Grazie per il tuo tempo, la tua testimonianza, le tue foto.

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  • Nikonlander
Il 23/5/2022 at 20:35, Max Aquila ha scritto:

Pubblico questo video che qualche mese fa, la sensibilità di Federica Re, moglie del nostro amico Adriano Max (Axnaird) che vi ha collaborato, è stato realizzato utilizzando come immagini alcune delle mie foto delle concitate fasi successive all'attentato a Paolo Borsellino ed alla sua scorta, oltre ad altre che riguardano anche Giovanni Falcone.

Scelgo appositamente il termine attentato con tutte le sue valenze politiche ed eversive.

 

 

Ciao Max,

ne approfitto per dirti che la poesia è stata recitata più volte in varie occasioni: per esempio sabato scorso in occasione dell’apertura del musical “A Million Dreams” presso l’Auditorium di Rho (curato dall’associazione AFK www.afkprogettogiovani.it ) e alla inaugurazione del “Parco della legalità”, sempre di Rho, dedicato ai giovani e ai bambini (non avete idea quanti siano) morti in attentati e stragi mafiose.

Erano presenti il presidente della Commissione antimafia e legalità di Rho e il Sindaco di Rho.

Sono stati presi contatti con l’assessorato e alcuni consiglieri comunali per proiettare anche il video, anche a compendio di attività didattiche nelle scuole, ma per ora non si è giunti alla possibilità di farlo per varie ragioni.

Sui social ha avuto un certo riscontro: contando solo sui profili di mia moglie (ma non abbiamo visibilità sui numeri di chi l’ha condiviso, tra cui personaggi un po’ più in vista di noi 😅 ) siamo a qualche migliaio di visualizzazioni.

Spero possa essere ulteriormente condiviso e reso visibile: le foto di Max Aquila sono inedite e particolari: riprendono momenti scarsamente documentati fotograficamente e per i riscontri che ho avuto (specie da persone che hanno vissuto a Palermo in quegli anni) l’impatto emotivo è fortissimo.

 Grazie ancora a Max per aver partecipato a questo progetto: sono semi che nel loro piccolo hanno la forza insospettabile di divenire alberi.

È necessario aver cura e difendere con forza questi ricordi, questa storia per proiettarsi avanti e combattere.

🙏🙏🙏 

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  • Nikonlander

Ma..! Una certa politica interessata ad altro, un popolo colpevole cocciutamente disinteressato, va verso la direzione dell’oblio.

E allora via a riforme della giustizia ( a cazzum), 

sensazioni di impunità 

prevaricazioni gratuite

precarietá

non rispetto delle regole

politici che torneranno ( vedi dell’utri e Cuffaro)

........ comunque complimenti per il bellissimo racconto fotografico.

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