La Bestia di Cusago e l'altra Bestia!
Il blog sull'area 51 mi ha fatto venire voglia di parlarvi di un altro mistero più vicino ai miei interessi, cioè gli animali. La Criptozoologia (ricerca degli animali rari, misteriosi, mitici) è una scienza -mi si perdoni- un po' borderline, a volte non ha nulla di serio (vedi lo yeti o il bigfoot) altre invece ha risvolti veramente interessanti, per questo la seguo a tempo perso.
Tanti di voi avranno sentito parlare della Bestia del Gevaudan, un (o più?) animale misterioso che fra il 1764 ed il 1767 fece 113 vittime e quasi cinquanta feriti fra i contadini della regione del Gevaudan, nella Francia del Centro Sud, sfuggendo alle battute di caccia, ai soldati del Re e terrorizzando tutta la regione.
In un primo tempo fu ucciso un enorme lupo e sembrò che la strage fosse finita, invece le aggressioni ripresero finché una seconda “belva” venne finalmente uccisa a fucilate da un certo Jean Chastel. La storia divenne mito, e si moltiplicarono le interpretazioni su cosa potesse essere la Bestia, di cui non rimane nulla, perché il cadavere fu imbalsamato male e andò in putrefazione così che fu gettato via.
Ricostruzione d'epoca della Bestia del Gevaudan
Sulla Bestia del Gevaudan sono stati scritti libri, fumetti e sono stati girati anche dei film, il più famoso è forse “Il patto dei Lupi”, un pessimo film, assurdo e noioso, i cui meriti stanno solo nella presenza di Monica Bellucci per il lato estetico e di Marc Dacascos per quello marziale ).
Monica Bellucci, in una scena del film, non c'entrava niente con la storia ma aveva il suo perchè.
Fumetto ispirato
Ma se tanti sanno della Bestia Del Gevaudan, forse meno sanno che più o meno nello stesso periodo, nel 1792, molto più vicino a noi, ossia nell’allora Ducato di Milano, al confine tra le province di Milano e Novara, per un anno imperversò una belva simile, che fece molte vittime. Come per la Bestia del Gevaudan, le vittime erano soprattutto bambini e bambine che accudivano il bestiame o che andavano per i campi.
Un'illustrazione di un libro sulla "MalaBestia" di Cusago.
La prima vittima fu un pastorello di Cusago, da cui il nome della Bestia, che venne sbranato, poi si ebbero decine di vittime maschi e femmine fra Limbiate, Corbetta, Senago, Arluno e così via fino alle porte di Milano (Trenno e Lampugnano). Il terrore si diffuse e nacquero leggende sull’invulnerabilità o l’origine satanica della bestia. Di lei se ne occupò persino Cesare Beccaria. La bestia finì, apparentemente, uccisa alla fine di Settembre del 1792, dopo essere caduta in una trappola, fosse lei o no, sta di fatto che da quel momento non vi furono più aggressioni.
La Bestia di Cusago che mangia un bambino come il Biscione dei Visconti. In fondo eravamo a Milano.
Al netto della minor durata della vicenda e del minor numero di vittime, la storia della Bestia del Gevaudan e di quella di Cusago hanno molti punti in comune:
In entrambi i casi le vittime erano bambini o adolescenti, Nel caso della bestia del Gevaudan fu attaccata anche qualche giovane donna. In entrambi i casi la belva assaliva le vittime, ma non provava mai ad attaccare il bestiame che questi curavano, anzi, nel caso della Bestia del Gevaudan, più volte i superstiti ebbero salva la vita grazie alla reazione delle mucche che avrebbero caricato mettendo in fuga l’animale.
Una caratteristica, non confermata, è che la Bestia del Gevaudan decapitasse le sue vittime con un morso, cosa per la quale ci vuole una potenza enorme.
Altre volte le vittime si salvarono perché si difesero in gruppo o arrivarono degli adulti armati a far fuggire l’animale.
Statua che ricorda come una giovane riuscisse a salvarsi dalla Bestia del Gevaudan ferendola con una picca. La Bestia è ormai un'attrattiva turistica per la regione.
Ma che cos’erano queste “Bestie”? Tralasciando le ipotesi più assurde (lupi mannari, alieni, creature diaboliche, maniaci travestiti) le descrizioni lasciano qualche perplessità: l’animale in entrambi i casi viene descritto simile ad un lupo, ma più grosso, di colore fulvo, con la testa più grande e la coda più lunga di quella di un lupo; nel caso della Bestia del Gevaudan viene descritta anche una riga nera sul dorso e si riporta che la coda era arrotolata all’estremità.
Ma se furono uccise si dovrebbe sapere cos’erano, no? La "Bestia" uccisa a Cusago fu esaminata, imbalsamata e per un certo periodo esposta a Pavia. Si trattava indubbiamente di una grossa femmina di Lupo, in cattive condizioni di salute. Nel caso della Bestia del Gevaudan, fu fatta un’autopsia e il peso sui 60-65kg, e le misure prese risultano coerenti con l’anatomia di un grosso canide, un animale più grosso dei lupi tipici della regione meridionale europea, ma compatibile con i grossi lupi del nord Europa.
La Bestia del Gevaudan esposta a Parigi per poco tempo, prima che marcisse.
Unica nota stonata, alcuni dei sopravvissuti alle aggressioni in entrambi i casi (Gevaudan e Novarese) sostennero che l’animale ucciso non era proprio uguale a quello che li aveva assaliti.
Da lì si scatenarono le fantasie, leoni, leopardi, licantropi, e di nuovo si ha una nota comune fa il Gevaudan e … Cusago: in entrambi i casi è stata chiamata in causa la iena. In Francia molti ricchi avevano serragli con animali feroci, fra cui le iene, e a Milano poco prima che iniziassero le uccisioni un certo Bartolomeo Cappellini girava per le piazze esponendo due iene in gabbia, ma quando successivamente si esibì a Cremona ne aveva solo una, interrogato diede spiegazioni contraddittorie e poi fuggì facendo perdere le sue tracce.
Una iena striata.
Dei due casi (e di altri simili) si occuparono anche degli zoologi esperti, fra cui il prof. Cagnolaro, grande conoscitore di Mammiferi, che ebbi l’onore di conoscere (quindi non fu nel’700 😉) quando era Direttore del Museo di Storia Naturale di Milano. Lui e i suoi colleghi cercarono di dare un quadro coerente al fenomeno, anche perché le ricerche misero in evidenza che storie simili si erano avute anche in altri luoghi.
Normalmente i lupi evitano di aggredire l’uomo ma, secondo Cagnolaro e colleghi, un accumulo di fattori tutti presenti a fine ‘700, cioè inverni rigidi ed espansione dei pascoli che portarono alla diminuzione di prede selvatiche come cervi, con conseguente disgregazione dei branchi di lupi così che si ebbero individui solitari che vagavano affamati, con presenza di bambini che lavoravano nei campi, avrebbero potuto in alcuni casi portare ad aggressioni. I bambini sono una preda facile e facilmente trasportabile, per cui una volta avuto successo, l'antropofagia sarebbe diventata un’abitudine.
ù
Le "Bestie" erano dei grossi Lupi solitari affamati?
Quindi per la scienza ufficiale le “Bestie” sarebbero state dei lupi diventati antropofagi per necessità e poi per abitudine. Cosa che in effetti in passato è stata documentata più volte e sarebbe alla base dei “lupi cattivi che mangiano i bambini” delle favole. Per la “Bestia di Cusago” almeno, potrebbe essere stato così. Nel Gevaudan potrebbero esserci state più bestie, alcune lupi altre forse no.
Chiudo infatti la storia con una tinta di … Giallo: L’uccisore della “seconda”, e definitiva, Bestia del Gevaudan, Jean Chastel era una persona equivoca, e si sa che allevava grossi cani feroci, per motivi non chiari. Ci furono insinuazioni che fosse riuscito ad uccidere la bestia con un fucile a pallettoni, perché era uno dei suoi cani, che lo riconobbe e si lasciò avvicinare.
La ricostruzione della "seconda", e definitiva, Bestia del Gevaudan, realizzata dal giornalista Jean-Claude Bourret (che nel 2010 ha scritto un libro sull'argomento) seguendo fedelmente le misure prese durante l'autopsia. Secondo Bourret La Bestia del Gevaudan avrebbe potuto essere un ibrido fra un lupo ed un mastino od un altro cane da combattimento.
Bourret e la sua "Bestia".
Un grosso ibrido cane-lupo spiegherebbe meglio di ogni altra ipotesi le differenze tra la (seconda) Bestia del Gevaudan e i Lupi, ma non lo sapremo mai.
NOTA: Sulla Bestia del Gevaudan ci sono infinite risorse in rete se siete interessati ad approfondire, su quella di Cusago un po' meno, ma ce ne sono comunque.
Immagini prese da internet a scopo puramente illustrativo.
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