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Argentiera - La disavventura di Honoré de Balzac


Enrico Floris

1.233 visite

QUANTO sia stato realmente terribile quel soggiorno in Sardegna per Honoré de Balzac probabilmente non lo sapremo mai.
Era il marzo del 1838 quando il grande scrittore trovò a Marsiglia un imbarco per l'isola. La meta da raggiungere era il sito di estrazione mineraria dell'Argentiera

“... abbandonato dai tempi della scoperta dell'America”, scriveva a Ewelina Hańska, la donna che amava e che sposò qualche mese prima di morire.

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Nelle sue intenzioni vi erano il recupero e lo sfruttamento delle miniere di piombo e argento e in effetti in quegli anni l'attività estrattiva avrebbe potuto rendere bene, tanto da rimettere in sesto le finanze dello scrittore. Benestante sì, ma indebitato fino al collo e perseguitato dai creditori per via della cattiva abitudine a spendere molti più denari di quanti ne guadagnasse, che già erano tanti, proventi dell'attività di scrittore, drammaturgo ed editore.

L'affare non andò mai in porto. Battuto sul tempo da un amico al quale, con scarsa prudenza, aveva confidato il motivo del viaggio. L'Argentiera ai suoi occhi e in quello stato d'animo per l'affare sfumato deve essere apparsa un luogo triste, oscuro e deprimente.

Un villaggio minerario abbandonato circondato da un'estesa e impenetrabile foresta di lecci per attraversare la quale occorrevano giorni.

 

Strutture in legno marcescente
Gallerie che sventrano la montagna e sbucano su spiagge nere
lambite da un mare infido

 

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Scogliere imponenti che si palesano improvvise protette alla vista da un velo di nebbia
Attorniate da secche occultate in un palmo d'acqua
prole affilata che si mostra solo quando non vi è più tempo per raddrizzare la barra

 

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Mulinelli enormi, capaci di inghiottire in pochi minuti un mercantile di buona stazza
e il furioso sibilare del vento che accresce la ferocia delle acque
dalle quali emergono orribili mostri
e lugubri presagi

 

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... mentre nel medesimo istante, a terra, sotto la pioggia
un raggio di sole illumina beffardamente l'Eldorado svanito
sparso su una mulattiera
Una distesa di microscopiche particelle di materiale che brillano
sfiorate dalla luce che penetra le dense nubi

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Ci provo con poche immagini a ricreare quelle atmosfere angoscianti. L'Argentiera e il suo mare non faticano a mostrarsi in tutta la loro cupa e spaventosa bellezza, pur addolcita dalla mano dell'uomo e dal trascorrere del tempo. A dispetto di ciò che lo scrittore francese narrò di quei giorni che non riuscì mai a dimenticare.

You Know, You Know - John McLaughlin, Mahavishnu Orchestra

Copyright Enrico Floris 2022 per Nikonland

 

 

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  • Eccellente, grazie ! 10

13 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Amministratori

Non sono riuscito a mettere due coppe come Max Aquila, allora sono entrato con un altro nickname e ti ho messo la seconda...

Bravo!     :bravo:

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  • Nikonlander Veterano

Bellissimo, emozionante, foto davvero forti come il paesaggio che le ha ispirate. Ammiro in silenzio.

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  • Nikonlander Veterano

Veramente un BELLISSIMO lavoro, Foto Stupende Azzeccatissime con il Testo di Balzac...

Un Applauso....

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  • Nikonlander Veterano

Grazie a tutti per il passaggio e per l'apprezzamento. In verità avevo questo blog in freezer da qualche mese. Le foto sono un lavoro di un paio d'anni perchè la tempesta è facile trovarla soprattutto in inverno, le luci invece non sempre. Questa è solo una parte della storia che racconta del soggiorno di Honoré de Balzac in Sardegna. Ed era l'unica parte che potessi raccontare. Ma le cose si misero male sin dall'inizio per il povero Honoré. Il bastimento che lo aveva imbarcato tentò di sbarcarlo ad Alghero ma il governatore della città impedì l'attracco ordinando la quarantena  alla fonda fuori dal porto perchè le frontiere con la Francia erano chiuse per via dell'epidemia di colera (Regno di Sardegna, 1835-1838), e ordinò persino ai soldati di affondare la nave a cannonate se si fosse avvicinata. Ma tutta la storia in realtà è frammentaria e scarsamente documentata. Di sicuro si sa che dopo queste terribili esperienze lo scrittore francese soggiornò a Cagliari per circa un mese prima di abbandonare definitivamente la Sardegna (della quale parlerà sempre malissimo... ma come dargli torto?).

 

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  • Amministratori
3 ore fa, effe ha scritto:

Grazie a tutti per il passaggio e per l'apprezzamento. In verità avevo questo blog in freezer da qualche mese. Le foto sono un lavoro di un paio d'anni perchè la tempesta è facile trovarla soprattutto in inverno, le luci invece non sempre. Questa è solo una parte della storia che racconta del soggiorno di Honoré de Balzac in Sardegna. Ed era l'unica parte che potessi raccontare. Ma le cose si misero male sin dall'inizio per il povero Honoré. Il bastimento che lo aveva imbarcato tentò di sbarcarlo ad Alghero ma il governatore della città impedì l'attracco ordinando la quarantena  alla fonda fuori dal porto perchè le frontiere con la Francia erano chiuse per via dell'epidemia di colera (Regno di Sardegna, 1835-1838), e ordinò persino ai soldati di affondare la nave a cannonate se si fosse avvicinata. Ma tutta la storia in realtà è frammentaria e scarsamente documentata. Di sicuro si sa che dopo queste terribili esperienze lo scrittore francese soggiornò a Cagliari per circa un mese prima di abbandonare definitivamente la Sardegna (della quale parlerà sempre malissimo... ma come dargli torto?).

 

Penso tralaltro che non sia stato solo Balzac a rompersi la testa in Sardegna, nel tentativo di trasformare le ingenti risorse di questa isola in lavoro e guadagno.

E' solamente curioso che questo scrittore, all'apice della sua produzione (Papà Goriot è di quegli anni) si fosse fatto un film del genere: e non era nemmeno del segno dei Pesci, come facilmente si sarebbe potuto sospettare.

Ottima l'idea di documentare fotograficamente il suo spleen.

Ma desterebbe uguale se non superiore stupore, lo sforzo fascista di Mussolini nel volgere (invano) a suo vantaggio il territorio della tua isola.

Oppure la meraviglia che mi ha destato, sbucare dai boschi di sughero al tempio di Antas a Fluminimaggiore: ne più ne meno come al generale La Marmora un secolo e mezzo prima

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  • Sono d'accordo 2
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  • Nikonlander Veterano

Ho bisogno di tempo per Antas e non solo Antas. A livello progettuale già ci sto lavorando. Fluminimaggiore richiede parecchio tempo a disposizione e mezzi di trasporto.... inusuali per me perchè Porto Flavia me lo voglio fare non solo in galleria, anche in mare

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Questa serve per fare questo

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Max ho bisogno di un'altra vita, questa non può bastare :leo:

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  • Amministratori
20 minuti fa, effe ha scritto:

Ho bisogno di tempo per Antas e non solo Antas. A livello progettuale già ci sto lavorando. Fluminimaggiore richiede parecchio tempo a disposizione e mezzi di trasporto.... inusuali per me perchè Porto Flavia me lo voglio fare non solo in galleria, anche in mare

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Questa serve per fare questo

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Max ho bisogno di un'altra vita, questa non può bastare :leo:

si la conosco Flavia: ci ho tentato già nel 2017... però hai a portata di mano sia Fertilia e lontano, Carbonia, oltre a tutte le miniere abbandonate del Sulcis. Un piano industriale ripagato con diversi Presidenti della Repubblica ...negli anni successivi :lingua:

Se torno in primavera ci affittiamo un gommone per fotografare la costa ovest delle miniere... altro che canoa (che ho già e anche biposto)

Ma che ti piace? Mission impossible?

A sessant'anni con l'aquascooter?

Yamaha Seascooter RdS250

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  • Nikonlander Veterano

L'argomento miniere è interessante, dietro c'è parecchia storia da scavare. Pensa che l'Argentiera veniva già sfruttata dall'Impero Romano.
Le storie si possono trovare ma il lavoro di ricerca è tanto.... ma ad ogni riga scritta si riesce anche ad immaginare la foto che serve e a cercarla.:)

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  • Nikonlander Veterano

Davvero un Bellissimo articolo effe! Fatto veramente bene e corredato da ottime foto. Gran lavoro!

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Ospite
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