Pettirosso d'inverno: una scelta espressiva
Sabato scorso mentre ero in un capanno del Vercellese ad aspettare altro, si è fatto vivo più volte anche un Pettirosso. Siccome è un soggetto sempre carino, gli ho dedicato diverse foto. La foto che volevo di più, e che ho ottenuto, è questa:
Nikon Z6, Sigma 150-600mm f5-6.3 Contemporary (su FTZ) a 300mm, f7.1, 1/1000s, 1000 ISO, treppiedi.
Ho scelto di fotografarlo quando c’era un po’ di foschia rispetto a quando è arrivato il sole e di inquadrarlo molto piccolo nell’immagine, con uno sfondo presente ma il più tenue possibile, appena suggerito, un po’ come in certa pittura orientale , o in una foto di Galen Burrell.
Perché questa scelta? Perché volevo trasmettere una sensazione di quiete, con un po’ malinconia e delicatezza dell’insieme. Dare l’idea che il pettirosso è un esserino, un piccolo punto vivo nella immensità dell’inverno.
Se posso osare , la mia scelta è stata di esprimermi con lo “spazio negativo” cioè lasciando spazio al vuoto, proprio per trasmettere delle sensazioni lievi, diverse da quelle di un soggetto che riempie il fotogramma.
E’ una foto naturalistica o solo un tentativo artistico? Per me tutti e due perchè, sempre che sia riuscita ( voi che ne dite?), rappresenta un soggetto naturale nel suo ambiente e, almeno nelle intenzioni, dovrebbe andare oltre la pura documentazione.
Meglio così o meglio riempire l’inquadratura col soggetto? Per me questa domanda non ha senso. Non c’è un meglio od un peggio. C’è una scelta., Quale emozione provo in quel momento? Quale sensazione voglio suscitare in chi guarda?
Altre volte ho fotografato il Pettirosso, sempre d’inverno; così:
Qui la foto mi da' una sensazione opposta alla precedente: E' più vivace, colpisce di più, c’è presenza, energia. Intendiamoci, una foto a soggetto pieno può anche essere triste o drammatica, ma in ogni caso è più "forte", mentre l'altra è "delicata" come ho scritto.
Se volete lasciare il vostro pensiero nei commenti, mi farà molto piacere!
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