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Il porto di Long Beach e la congestione dei trasporti


M&M

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La settimana scorsa agli amici collegati via Zoom raccontavo la barzelletta dei mie tre modellini acquistati da un cinese di Shanghai il 2 di gennaio, dati per dispersi a metà febbraio, rimborsatimi dal venditore.
Arrivati ... tassati dal postino per €3.88 il giorno 13 novembre, oltre 11 mesi dopo la spedizione.

Eppure la cosa che non ci si aspettava a causa del Covid sta capitando e rasenta la follia.
Non è che la merce non ci sia, è che in larga parte è in viaggio a causa della ripartenza sfasata delle attività produttive di tutto il mondo.
Ritardi che si accumulano su ritardi, perchè se un fornitore ti manda un pezzo in ritardo, tu ritardi nel fornire il tuo fornitore e così via.

I porti asiatici sono intasati in partenza, con code per caricare i container e i porti di arrivo occidentali sono intasati per scaricare.

Il parossismo c'è nel porto di Long Beach, adiacente a Los Angeles e da cui passa il 40% della merce in arrivo negli Stati Uniti, comprese le fonderie di microchip del Texas.

Una situazione satellitare aggiornata :

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mostra decine di porta container in taxing all'entrata del porto.

Qui c'è un confronto tra pre-Covid e ottobre 2021

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e qualcuno si é fatto un giro su un motoscafo appena al largo

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fotografando situazioni tipo Sbarco in Normandia

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navi all'ancora da giorni che non sanno quando potranno entrare in porto.

E in porto una situazione ancora più congestionata con gli autisti dei camion che devono prendere appuntamento per entrare e poi attendere il turno per caricare ed uscire

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con code da ora di punta in tangenziale.

La questione è che il problema non accenna a diminuire, appunto perchè un ritardo ne genera un altro.
E se mai dovessimo uscire dall'emergenza ... ci vorranno soluzioni straordinarie, tipo eliminare i controlli e impiegare il genio militare per svuotare le banchine.
Ammesso che serva.

Il risultato sui mercati è che manca tutto, anche cose di poco valore. Chi le ha in magazzino se le fa strapagare.
Non ci sono previsioni per il riassortimento di nulla.

Se cercate un hard-disk e non lo trovate o lo trovate al triplo del prezzo di 2 anni fa, probabilmente è perchè un carico di piattine da 1 centesimo l'una, è fermo su una nave al largo di Long Beach e finché non arriva allo stabilimento Western Digital, quelli non possono assemblare il resto dei pezzi ...

Potenza della globalizzazione. Uno starnuto a Wuhan e a Conegliano mancano i tappi per imbottigliare il prosecco.

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18 Commenti


Commenti Raccomandati

  • Nikonlander Veterano

Sono d'accordo e penso anche io che i grossi problemi di approvigionamento siano più dovuti a problemi logistici. Davvero complicato uscirne, soprattutto anche perché i viaggi in nave non sono rapidi ma richiedono pianificazione, che è tutta a merengo ormai. E poi perché in quelle navi c'è di tutto, dal prodotto finito in attesa del compratore, al semilavorato, ma anche alla materia prima che serve per fare elementi basilari, utilizzati come primo passo in lunghi processi multi-step e reiterate lavorazioni in semi lavorati e che a loro volta mandano via nave per procedere con gli step successivi. Forse potrebbe essere l'occasione per rivedere il processo, ma dubito che si possano unire nazioni e interessi nel trovare una strategia comune e a prova di ulteriori pandemie.

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  • Amministratori

C'è qualcuno che ha scritto che questa pandemia ha sancito la fine della globalizzazione industriale come l'abbiamo conosciuta negli ultimi 40 anni.

Non ha senso comprare tappi per bottiglie a 1 centesimo l'uno e farli arrivare da 10.000 Km di distanza con un sovrapprezzo di 3 centesimi l'uno per il trasporto quando si potrebbero fare qui a km zero a 5 centesimi più IVA ... avendoli a portata di traino a cavalli se manca il gasolio !

In questo momento in cui comincia a mancare tutto, molti stanno riscoprendo fornitori locali dimenticati e tanti si stanno riconvertendo a produzioni che prima erano solo off-shore.

Purtroppo per prodotti strategici - come i microchip - ci vuole pianificazione di almeno 10 anni. E' qui che siamo in difficoltà ...

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander Veterano

Lasciamo perdere! Io nel mio piccolo sto sclerando su un po' tutto. E non parliamo solo della mancanza di oggetti fisici.... vogliamo parlare di quella di personale, in molti settori, trasporti in primis.... ritardi e inefficienza ovunque.... E in questa situazione, ovviamente, i prezzi volano.

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander Veterano

Concordo e penso sia assolutamente corretto. Sono ad esempio rimasto basito a inizio pandemia del fatto che ormai quasi nessuno in Europa produce più cose stupide come mascherine, arrivavano tutte dalla Cina. E siamo dovuti correre ai ripari e per fortuna che si poteva correre ai ripari. Mentre per i chip è assurdo che un mercato così grosso e importante come l'Europa non abbia nulla del genere in proprio. Ho letto di diversi attori che vorrebbero creare fabbriche in continente, speriamo. Se poi fosse anche in Italia, ancora meglio.

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  • Amministratori

avete idea di cosa sia questa?  Immagino di si...

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una semplice latta di alluminio da 5 litri per olio

Produco olio d'oliva, come ben sapete su Nikonland

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e per spedirlo in vendita o per regalo, devo utilizare quelle latte, da 5 e da 10 litri.

L'anno passato una latta da 10 litri, in un magazzino per articoli da agricoltura, in paese, lontano dai circuiti ...mondani palermitani, costava mediamente tra 3,50 e 3,70 euro, mentre su amazon, in lotti da 12, riuscivo anche a spuntare attorno a 3 - 3,20 euro.

Quest'anno, negli stessi magazzini, non riesco a comprarla sotto ai 4,50 -5,00 euro , 

da Leroy Merlin a Palermo non cè neppure disponibile, mentre quella da 5 litri va per gli 8,5 euro (se ne prendo 5)

su Amazon anche a ... 13,90

 

Ovviamente, come nel passaggio da lira ad euro, i commercianti furfanti sono i primi ad approfittare (salvo restare fregati anche loro da acquirenti di similari prodotti) e penso che ci siano speculazioni fortissime ben oltre il valore della lastra singola di alluminio.

Ma siamo avvertiti di ciò che può succedere anche con molte altre cose del nostro vivere quotidiano.

Forse non ho sbagliato cinque anni fa a piantare alberi di Nocellara: per il futuro del mio Paese.

Forse ci dobbiamo impegnare tutti in questo senso: contro le speculazioni straniere, per un ritorno ad una sana economia, fondata su rapporti reali tra domanda ed offerta, locale!

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  • Nikonlander Veterano

son cose che dico da tempo Mauro,vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.purtroppo se parli con taluni passi per disfattista e complottista.....

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  • Nikonlander Veterano

Il problema è che tutta quella la globalizzazione sta in piedi su due concetti capitalistici:
- maggiore produzione = maggiore ricchezza
- fare lavorare chi costa meno e fa massimizzare il guadagno, anche se per farlo ci stanno tutti male tranne chi ci mette il capitale e conta i dividendi

Per cui l’uomo non lo risolverà. La prova? Non ci si accorda per smettere di suicidarci distruggendo il pianeta dove viviamo. Potremo mai accordarci per sciogliere il nodo dei trasporti planetari? 

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  • Amministratori

Massimo, quello è il modello Apple, che, diciamocelo chiaro, non produce in casa nemmeno un foglio di carta anche se l'americano medio vorrebbe leggere Proudly Made in California su ogni Mac.

Ma la Brambilla Snc o la Galbusera Srl, te lo assicuro, oggi che non trova nemmeno la minuteria metallica a peso, tende a rivolgersi al dirimpettaio che nel suo capannone ha messo un paio di filettatrici, assunto un pò di gente che ha voglia di lavorare, ed ha ricominciato a fare viti e bulloni. Le vanno a prendere col muletto direttamente, zero spese e qualche volta, zero fattura ... il vento cambia dal basso oggi.

Il guaio per il resto è che alla CE ci sono agenti nemici, quelli che ammettono il grano trans ... oceanico e il Prosek come prodotti degni del nostro mercato interno.
Quelli andrebbero cacciati coi forconi.
E tutte le menate gretine sull'emissione di peti dal chiulo dei maiali, dovrebbero essere dedicate verso chi impiega schiavi per produrre a basso costo i cui prodotti dovrebbero essere banditi per principio dal mercato europeo.

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  • Nikonlander Veterano

È il modello di qualunque cosa, attualmente... Qualche anno fa su Report avevano scoperto che persino alcune aziende italiane di largo consumo per i sughi comprava pomodori cinesi, così come alcuni produttori di pasta usavano grano canadese: la cosa più italiana che puoi pensare, pasta al pomodoro, di italiano forse solo l'acqua del rubinetto! Un cambio di rotta serve, a partire dall'aumento di capitale a tutti i costi, dove non basta più guadagnare, ma ogni anno devi guadagnare sempre di più. Non è sostenibile, nei decenni, questo modo. Benvenga il dirimpettaio che si rimette a fare bulloni, dovremmo riniziare a rimpolpare il settore secondario della nostra economia.

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  • Amministratori

Non c'è solo Barilla in Italia. Io compro pasta e pomodoro orgogliosamente italiani. Me li portano a casa from Avellino, spedizione il giorno dopo senza spese.

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  • Amministratori
9 minuti fa, M&M ha scritto:

Non c'è solo Barilla in Italia. Io compro pasta e pomodoro orgogliosamente italiani. Me li portano a casa from Avellino, spedizione il giorno dopo senza spese.

Attento...che se Barilla fa quelle cose, figurati i lupi di Avellino:x3x:

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  • Amministratori
1 minuto fa, Max Aquila ha scritto:

Attento...che se Barilla fa quelle cose, figurati i lupi di Avellino:x3x:

Barilla scrive sulle confezioni della pasta grano ORGOGLIOSAMENTE di provenienza NON UE.

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  • Amministratori
12 minuti fa, M&M ha scritto:

Barilla scrive sulle confezioni della pasta grano ORGOGLIOSAMENTE di provenienza NON UE.

Solo perché adempie un obbligo recente di legge... 

Però rispetta i tempi di cottura

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  • Amministratori
1 minuto fa, Max Aquila ha scritto:

Solo perché adempie un obbligo recente di legge... 

Però rispetta i tempi di cottura

E tu sai che i commissari UE vorrebbero abolire questo sacrosanto DIRITTO DEL CONSUMATORE di sapere di dove viene quello che sta comperando ?

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  • Amministratori
7 minuti fa, M&M ha scritto:

E tu sai che i commissari UE vorrebbero abolire questo sacrosanto DIRITTO DEL CONSUMATORE di sapere di dove viene quello che sta comperando ?

Quali commissari? Non certo quelli che faticosamente sono riusciti anni fa ad imporlo.

Certo dipende da chi eleggiamo chi poi venga inviato a Bruxelles: di solito quelli che qui non servono a molto

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  • Amministratori
8 minuti fa, Max Aquila ha scritto:

Quali commissari? Non certo quelli che faticosamente sono riusciti anni fa ad imporlo.

Certo dipende da chi eleggiamo chi poi venga inviato a Bruxelles: di solito quelli che qui non servono a molto

La dichiarazione di origine è stata inserita nel 2013. Sono passati 8 anni e svariate maggioranze nel parlamento UE. Adesso è in discussione l'abolizione di questa dichiarazione, non per tutti ma per molti prodotti : tra cui le olive e i loro derivati.
Non è che si sta parlando della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Parliamo di merci, una cosa che fa rima con soldi, quindi volatili come il vento.

Comunque anche in questo caso siamo andati molto fuori tema. Il problema qui è di logistica e di sfasatura tra forniture a livello mondiale.

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  • Amministratori
9 minuti fa, M&M ha scritto:

La dichiarazione di origine è stata inserita nel 2013. Sono passati 8 anni e svariate maggioranze nel parlamento UE. Adesso è in discussione l'abolizione di questa dichiarazione, non per tutti ma per molti prodotti : tra cui le olive.
Non è che si sta parlando della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Parliamo di merci, una cosa che fa rima con soldi, quindi volatili come il vento.

Comunque anche in questo caso siamo andati molto fuori tema. Il problema qui è di logistica e di sfasatura tra forniture a livello mondiale.

Dipende da che estremisti vanno a discutere politiche delicatissime che incidono sulla corteccia più delicata della nostra microeconomia: quella che vorresti ti servisse la salsa buona a tavola.

Quindi ascolta pure chi in questo processo è coinvolto dal basso.

È a Bruxelles che parlano di cose che non conoscono.

Brutte letture....

La logistica serve se vuoi i pomidoro da salsa cileni

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  • Amministratori
34 minuti fa, Max Aquila ha scritto:

È a Bruxelles che parlano di cose che non conoscono.

Io so però che si è riformata l'unione degli stati uniti ex-confederati che, citando l'atto di indipendenza dalla Corona Britannica del 1776, hanno chiesto alla Presidenza degli Stati Uniti d'America se possa essere discussa una nuova secessione pacifica, con argomentazioni dotte e in larga parte condivisibili che, oggi come allora, partono da questioni di merci, dazi doganali, paghe orarie e protezioni all'ingresso.
La Segreteria della Casa Bianca ha risposto che non è previsto dalla Costituzione (non che sia impossibile). Sono sicuro che l'argomento però non è chiuso. In questi mesi, non nel 1861.

Mica sto parlando del mondo della Luna.

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